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Autore: Vitzi    27/08/2012    13 recensioni
Parto dicendo che questa è la mia prima ff perciò siate clementi ^.^'
Ho deciso di provare a fare qualcosa di nuovo: scrivere una storia d'amore mai vista in Dragon Ball. Cosa succederebbe se Erasa, l'amica tutto pepe amica di Videl si innamorasse del cyborg spietato e temibile, quale C-17?
L'amore tra i due sboccierà tranquillo o ci saranno complicazioni? L'arrivo di Majin Bu cambierà le cose e per i due, la vita si farà difficile. Se vi ho incuriositi almeno un po' fate un salto qui dentro :D
(Ci saranno anche parti divertenti)
Sono accettate recensioni, sia critiche sia non.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erasa10 Eccomi qui con l'ultimo capitolo! Spero vi piaccia e non vi deluda. Che dire? Grazie a tutti quelli che hanno sempre recensito e che mi hanno seguito sin da principio e anche chi si è aggiunto, dopotutto meglio tardi che mai! Grazie Grazie! E poi? Poi basta! Ho già detto che spero di non deludere nessuno? Lasciatemi un pensierino, voglio solo sapere cosa ne pensate, se fa schifo lo bidono subito D':
Grazie ancora, tanti bacini per voiiii♥ :)


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'Dove c'è amore c'è vita'Mohandas Gandhi

Capitolo X
‘Le donne vogliono essere amate non perché sono carine, o buone, o di buona famiglia, o graziose, o intelligenti, ma perché sono se stesse.’ Henri Frederic Amiel

Le lacrime assalgono il mio viso. Diciassette mi ha ingannata, e tutto... tutto per cosa? 'Non lo so!' Urlo a me stessa. Non ho notizie di lui da un mese, nemmeno da Videl. Un mese pieno di lacrime e pianto. Gohan... Videl mi ha chiamata qualche settimana fa, Gohan è morto. Sono disgustata dalla notizia, com'è possibile? Chi può averlo ucciso? Il mio solo pensiero va a Diciassette. Lei dice che non ne sa niente. Ed io continuo a piangere. Non so che altro fare. Videl dice anche che il mondo finirà presto, e io? Io sarò sola, come sono sempre stata. Le lacrime scorrono sempre più veloci e i singhiozzi sono ormai difficili da nascondere. Non voglio morire senza aver amato. Eppure qualcosa mi dice che io ho già amato, o meglio, ho amato e perso.
«Non hai perso.»una voce fredda e glaciale mi penetra nelle viscere.
Non mi ero accorta di parlare a voce alta. Mi volto di scatto e non bado alle lacrime che continuano a bagnare il letto.
«Che ci fai tu qui?» sento la nausea montare.
Non poteva esserci persona più vicina a lui di quanto non lo fosse quella che ora stava in piedi di fronte a me.
«Lui sta male per te.»dice d'un fiato.
Le mie orecchie si rifiutano di ascoltare. Cosa?
«Il mondo potrebbe esplodere da un momento all'altro. Ti consiglio prendere una decisione in fretta. Devo scappare. Tieni.» dice porgendomi un bigliettino.
Lo prendo dalle mani della fredda Diciotto e la vedo sparire, le tende della finestra si muovono un poco.
Leggo il biglietto con le lacrime agli occhi. Non è altro che un indirizzo. Che mi aspettavo? Un invito a cena o un regalino di scuse? Da chi, da Diciassette? Quel mostr...
«Perché non riesco a perdonarti?»grido guardando verso l'alto.

***

Il grido disperato non sfugge dalle mie orecchie. È ovvio che si riferisce a me. È così ovvio... stringo i pugni. Quando ho sentito l'aura di mia sorella avvicinarsi alla sua avevo paura che la volesse uccidere, invece, per una volta, mi ha aiutato.
Mi sposto dalla casa, ormai a me estranea. Le cose si sono svolte così in fretta... quel Majin Bu ha fatto di tutto e di più alla città ed Erasa sta per partire con i suoi genitori verso altre terre. Come se non bastasse, adesso per lei è come che la storia si ripeta e ha paura che tutto si perda di nuovo. Ha paura della morte. E come biasimarla? Mi sdraio sul letto, in una casa abbandonata. Chissà... chissà quanto ci metterà a trovarci quel Majin Bu...

***

Infilo le chiavi nella macchina e parto. Ingrano la terza e spingo con foga il piede sull'acceleratore. La macchina sussulta. Devo andare da loro, devo chiedere aiuto a loro. Raggiungo la curva e la imbocco. Scendo dalla macchina dimenticandomi le chiavi, ma fa lo stesso, di questi tempi in questa zona non c'è nessuno. Corro più veloce che posso, entro dal grande cancello e corro ancora. Svolto alla statua con l'angelo ed eccole. Le due lapidi più belle che avessi mai visto. Quella di mia nonna, con un delicato angelo e la madonna, quella di mio nonno con una semplice croce. Sospiro e mi chino per accarezzare le parole incise nella dura pietra. 'So che non sono belle parole nonni, ma vi vendicherò.' Ecco qual'era stata l'unica frase che ero stata capace di dire. Me l'ero dimenticata. In tutti questi anni non ho mai avuto un'occasione come questa per mantenere la promessa.
«Scusatemi...- dico fra le lacrime - ...scusatemi se non sono riuscita ad essere altruista. Ho pensato solo a me stessa e a ciò che era meglio per me. Non ho pensato abbastanza a mamma e a papà e non sono... non sono mai venuta a trovarvi... non... non so davvero cosa...»la voce mi si spezza dai singhiozzi.
Mi inginocchio e piango sbattendo i pugni per terra.
«L'amore fa schifo! Io amo voi, ma amo anche... anche lui! Nonostante tutto quello che vi ha fatto! Ma... ma come posso scegliere chi lasciare...?» dico lasciando che le lacrime mi righino il volto.
Aspetto la risposta. Sento un uccellino cantare, molte anatre gracchiare nello stagno accanto. E poi, poi vedo un enorme falco solcare il cielo. Purtroppo non sento nessuna voce. Mi guardo le mani, piene di terra ed erba. Mi guardo intorno, il cimitero è già stato attaccato da Majin Bu. Penso con rabbia a tutto ciò che è cambiato nella mia vita e grido con rabbia verso il cielo. Era chiedere troppo una normale vita liceale?

***

Perché non riesco a stare lontano da lei? Come mai sono in un cimitero a vederla piangere? Non sento cosa dice, eppure mi sembra che parli di me. Ora grida. Mi viene voglia di correrle incontro e stringerla fra le braccia. E allora perché non lo faccio?
Prima che possa darmi una risposta sono da lei e la stringo a me. Piange appoggiata alla mia spalla e mi stringe con più forza.
«Ti amo Diciassette e spero che tu non sia uno stronzo...»
Con la voce rotta dall'emozione il cyborg esclama, prima di baciarla dolcemente«Io ti ho sempre amata, sin dalla prima volta che ti ho vista, Erasa.»
La sento piangere più forte tra le mie braccia. Sorride e mi bacia, cerca il mio corpo con le mani, che infila dolcemente sotto la maglietta.
La bacio lungo il collo e risalgo fino all'orecchio, dove mi soffermo. Lei si stende sul prato e io mi stendo su di lei dolcemente. Non so cosa mi prenda, ma come al solito con lei sono diverso. Capisco però che lei lo sta facendo perché soffre e non per amore. O mi sbaglio? Dopottutto chi ci vede in un cimitero?
La mia parte animalesca prende il sopravvento e la bacio alzandole la coscia. La sento sorridere e stringermi ancora più forte a sé. Mi toglie la maglietta e le sue unghie lunghe mi graffiano dolcemente la pelle nuda. Sorrido di piacere. Quella ragazza è capace di farmi provare emozioni sconosciute. Le sfilo la maglietta e cerco il gancetto del reggiseno. Un lieve rossore le imporpora la delicata pelle bianca. Mi bacia, poi si ferma.
Si alza e si rimette la maglietta. Guarda il cielo, seguo il suo sguardo e vedo un falco cadere a terra. Un cacciatore l'ha colpito. Per Erasa la cosa sembra più grave, come se... come se quel misero uccello facesse parte della sua famiglia. Vedo gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime. Dov'è finita la voglia d'amore di poco fa?
«Che succede?»chiedo con voce, tra il suadente e il tranquillo.
È una voce strana che non ho mai usato con nessuno. Lei mi guarda, poi mi corre al collo e mi bacia.
Un bacio lungo e prolungato. Non so perché ma non mi piace. Quando si stacca le lacrime sono ancora di più.
«Ho... ho deciso...»dice ferma.
Guarda verso il basso e le alzo il mento«Cosa?»
Non appena i suoi occhi color cielo incontrano i miei color ghiaccio, qualcosa si frantuma. Le lacrime si impossessano ancora di lei e abbassa la testa.
«Ho deciso chi lasciare...»le lacrime le intasano la gola e si ferma.
Singhiozza forte e la stringo a me, ma si stacca velocemente. Stavolta qualcosa nel suo sguardo è cambiato.
Mi fissa decisa«Diciassette io ti amo, ma non posso lasciare i miei nonni, non come ho fatto fino ad ora. Perciò...-la voce le si rompe- ...ti lascio!»sputa fuori come la più terribile delle offese.
Ed è così che mi risulta. Le mie orecchie si rifiutano di ascoltare«C...cosa?»dico.
Sento le lacrime di rabbia salirmi agli occhi.
Lei piange ancora«Sparisci dalla mia vita!»grida, per poi correre via.
Resto fermo. Immobile. Gli occhi fissi sul punto da cui è appena scomparsa. Le mani ripassano il petto dove lei aveva posato le sue dolci labbra. Mi viene voglia di seguire la scia delle sue dolci lacrime, racc
oglierne una ad una.
«Stavolta è finita davvero.»dico
.
Mi volto verso le tombe dei nonni di Erasa. Le sfioro appena con un dito.
«Mi dispiace. Avete vinto voi. Scusate per il male che ho fatto a voi e a vostra nipote...»
È la prima volta che mi scuso. Guardo verso l'alto e vedo un altro falco. Vorrei essere libero come lui, come ero un tempo. Prima di conoscere l'amore.

***

Raggiungo casa velocemente. Il viso di Diciassette mi assilla. Dobbiamo scappare e in fretta. Vedo mia madre mettere le valigie in macchina e sorrido a mio padre che è al posto del guidatore. Mi asciugo svelta le lacrime.
«Dove sei stata?»grida mio padre.
Mando giù un grosso 'pezzo' di saliva«Dai nonni...»
Lui mi guarda comprensivo, poi sorride. Mi madre sale in macchina e la seguo velocemente.
«Allora? Tutti pronti?»chiede sorridendo.
Un sacco di flashback mi passano davanti agli occhi. Era già successo allo stesso modo cinque anni prima. Solo che alla domanda non avevo risposto.
«Sono pronta.»dico sorridente.
Mia madre mi accarezza la mano comprensiva, poi mio padre mette in moto.
Mi volto, come cinque anni prima a guardare la casa che stiamo lasciando. È la seconda volta che la mia vita cambiava, ma questa volta è stato peggio della prima. Non posso fare a meno di fermare la lacrima che scende dalla guancia.
«Torneremo.»sospira mio padre.
Gli sorrido e gli chiedo di accendere la radio. Purtroppo non c'è musica, tutti i canali sono bloccati dai notiziari.
'Il mostro chiamato Majin Bu sta seguendo una scia ben precisa, la prossima città è, miei cari e sfortunati concittadini, Satan City! Vi consiglio di fare le valige, sempre che non sia troppo tard-'
Mio padre la spegne con un colpo deciso. Lo guardo con gli occhi spalancati colmi di terrore.
«Perché non mi hai detto che era questa la prossima città?»grido.
Una gocciolina gli scende dal viso«Amore volevo solo essere vicino a voi...»dice cercando di trattenere le lacrime.
Mia madre invece piange come una fontana. Siamo spacciati. È palese.
Riguardo la casa sognante, non ci sarei mai più tornata. Neanche a dirlo, essa esplode causando un rombo assordante. L'esplosione ci fa catapultare in avanti. Non vedo più niente, se non il sedile. Quando la macchina è stabile sento dolore alla fronte. La macchine è capovolta. Dò un calcio allo sportello ed esco.
«Mamma! Papà!»grido avvicinandomi al posto di guida.
Vedo mio padre uscire e cercare di tirare fuori mia madre.
«Stiamo tutti bene...»dice lui. So che avrebbe voluto aggiungere anche un 'per ora'.
È strano ma non provo alcuna tristezza a morire. Ho lasciato l'amore alle mie spalle. Ed è la cazzata più grande che io abbia mai commesso.
Mio padre indica un punto nel cielo, e troppo tardi mi accorgo che si tratta di Majin Bu. Dal vivo è ancora più spaventoso che dalle descrizioni, l'enorme ciuffo rosa punta verso di noi. Mi stringo alla mia famiglia e chiudo gli occhi.
Il colpo non arriva, quando li apro vedo Diciassette fronteggiare il mostro. Con le lacrime agli occhi prego che vinca. Dopo qualche colpo, però, è a terra anche lui. Lo raggiungo fra le lacrime. Quando mi vede sorride. Sussulto, non avrei mai creduto di vederlo così«Non mi lasciare...»dico.
Lui mi prende la mano e la stringe delicatamente«Non ti lascerò mai.»
Sorrido e lo bacio, poi sento qualcosa colpirmi la schiena. Un enorme luce rosa mi abbaglia. È la fine. Mi resta un'ultima cosa da fare : Diciassette, ti perdono. Almeno quell'angelo sarebbe volato in paradiso...

***

Majin Bu raccolse i cioccolatini. Due erano buffi, sorrise quando li vide. Un ragazza con i capelli corti e uno con i capelli più lunghi, erano di fianco, come per mano. Per casualità era nato un solo cioccolatino, con entrambi i ragazzi. Sorrise e batté le mani, aveva deciso : quello lo avrebbe mangiato per primo.



Dafne_18
   
 
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