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Autore: Rain e Ren    28/08/2012    1 recensioni
Hai come l’impressione che questo sia l’ultimo momento che ti sarà concesso per essere bambina. Dopo sarà la guerra, il campo di battaglia, i morti e il sangue. Per questo chiudi gli occhi, e ti abbandoni per l’ultima volta ai ricordi del passato, ricordando quand’eri bambina. [Piccoli accenni NaruSaku SasuSaku ShikaIno]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Un attimo ancora…

 

 

 

 

Strilli. Imprecazioni. Insulti.

 

Parole inutili che si perdono nel silenzio…

 

“ Sakura no!”

“ Non ti sto chiedendo il permesso.”

 

Si è concluso quel tempo.

 

“ Ma io ti dico comunque di no! Tu non ci andrai!”

“ E sarai tu ad impedirmelo?”

 

Si è concluso anche quel tempo.

 

Tutto tace, perentoriamente. È lo sgomento, l’incredulità.

 

La paura!

 

Non sei mai stata una cattiva bambina. Né mai hai disobbedito al volere di tua madre o di tuo padre, quale che fosse.

“ Sakura! Io voglio che tu…”

“ Non importa quello che vuoi tu, mamma. E non importa quello che vuole papà. Quello che voi volete vale meno di zero al momento.”

Tua madre sgrana gli occhi così simili ai tuoi – eppure così diversi! – e sembra tremare sotto il peso delle parole appena udite. Tuo padre, al suo fianco, le poggia una mano sulla spalla quasi a volerla sorreggere; anche i suoi occhi sono colmi di stupore, leggermente dilatati. Entrambi, in definitiva, non riescono a credere che tu abbia appena detto una cosa simile.

 

Dov’è la vostra Sakura?

 

“ Ma tesoro! Io e tua madre vogliamo solo…”
“ So perfettamente cosa volete, papà: voi volete il meglio per me. È quello che ogni genitore desidera per il proprio figlio. Ma il meglio, per me, non è quello che voi credete che sia. Restare… Non andare… non è quel meglio.”

“ E allora il meglio per te è un dannato campo di battaglia? È il fronte? È la… guerra…?”

Inarchi un sopracciglio sentendo la voce di tua madre tremare nel pronunciare l’ultima parola. È spaventata, lo sia per certo. E non è in grado di comprendere quel concetto.

“ Sakura, per favore! Non credere di sapere cosa sia meglio per te. Sei ancora una bambina dopotutto!”

 

CRACK!

 

Il tavolo di legno cede sotto la pressione delle tue dita che hanno stretto troppo. Ora le tue mani sono piene di schegge.

“ Sakura!”

Alzi lo sguardo su tua madre, e i tuoi occhi mandano scintille. Indietreggia, la donna che credeva di conoscerti meglio di chiunque altro, non riconoscendoti più.

 

Dov’è la tua bambina?

 

“ Smettila! Smettila mamma! Smettila di paragonarmi a quella ragazzina. Avevo dodici anni all’epoca.”

 

Rabbia, e insofferenza, nella tua voce.

 

“ E ora ne hai appena sedici! Dannazione Sakura! Hai tutta la vita davanti. Vuoi davvero buttarla via su un campo di battaglia?”

“ Buttarla via?”

Tua madre barcolla tremante, davvero spaventata dal tuo tono gelido. Ormai non sa più chi sei, non riesce più a riconoscere la figlia a cui ha dato la vita nella ragazza che le sta davanti. Ma tu non dici niente. Semplicemente volti le spalle ai tuoi genitori, e sorda ai loro richiami ti sbatti con forza la porta alle spalle.

L’aria fresca della sera ti sferza i capelli corti, e alcune ciocche s’incastrano fastidiosamente tra le ciglia. Le sposti, scocciata, e osservi Konoha che piano inizia a prendere forma; la città sta lentamente rinascendo, e qua e là già s’intravedono interi quartieri e strade. Alcuni negozi hanno riaperto da poco, e i bambini iniziano nuovamente a correre ridendo, richiamati dalle madri. Ma nonostante questo non puoi non provare una stretta di nostalgia al petto, memore della Konoha in cui sei cresciuta, giunta in quel periodo al suo massimo splendore. E poi tutto è crollato.

 

Fragile come un castello di sabbia.

 

Vi siete creduti invincibili. Avete creduto che niente e nessuno potesse minare il vostro Villaggio, che Konoha non avrebbe mai potuto cadere.

 

Che sciocchi!

 

No, non sciocchi. Solo ingenui, così pieni d’ideali e sogni.

 

E ora cosa rimane?

 

Scacci quella fastidiosa voce e inizi a correre, a saltare di tetto in tetto, fermandoti solo quando arrivi in uno spazio vuoto, colmo solo di terra. Lì, fino a poco prima, sorgeva l’Accademia Ninja. Ora c’è solo un cumulo di niente.

Avanzi di un passo, salvo poi fermarti e sospirare piano. Se chiudi gli occhi puoi ancora vedere l’edificio, i suoi corridoi e le sue aule; puoi ancora sentire le voci chiassose e festanti dei piccoli studenti, i loro sbuffi durante le lezioni e le spiegazioni di questo o quel Maestro.

“ Ehi frontespaziosa!” Il richiamo – inconfondibile! – di Ino ti strappa ai ricordi scaraventandoti nuovamente nella realtà. È davanti a te, vestita di un pinocchietto bianco e una maglietta arancione, con la lunga coda bionda che sferza l’aria. Ha lo sguardo limpido, così diverso da come immagini essere il tuo in quel momento.

“ Ciao Ino.” La saluti senza voglia, tornando a guardare il nulla. Un’altra morsa ti stringe il petto.

La bionda inarca un sopracciglio, perplessa. Nota immediatamente i tuoi occhi scuri, così come non lo sono mai stati, percorsi da una turbinosa tempesta; ci sono cupi nuvoloni neri, in quei tuoi occhi chiari, che minacciano una pioggia che potrebbe trasformarsi in un alluvione.

“ Che c’è, frontespaziosa?” Ti domanda allora Ino, affiancandoti. Puoi essere considerata, in definitiva, la sua migliore amica.

“ Ho… avuto una discussione con i miei genitori.” Ammetti allora, dopo un attimo di esitazione. Ino ti guarda sconcertata: da quando tu litighi con i tuoi genitori? “ Strano, eh? Proprio io! E dire che mia madre si è sempre vantata di avere una figlia modello, ubbidiente e rispettosa.”

“ Ti ricordo che avevamo dodici o meno anni, non avevamo appena subito un attacco di portata tale da distruggere Konoha e non eravamo state chiamate sul campo di battaglia con un preavviso di neanche un giorno. Credi che questo possa influire?” Ridacchia Ino, memore anche lei di un’accesa discussione con il padre, avvenuta appena venti minuti prima. E tu questo lo sai, visto che conosci alquanto bene il carattere ansioso di Inoichi quanto si parla della sua adorata figlioletta.

“ Con cosa se n’è saltato fuori stavolta?” Domandi infatti, già immaginando la litigata di casa Yamanaka.

“ Oh, niente di che. Davvero.” Ti rassicura Ino, un sorriso infastidito a disegnarle le labbra. “ In fondo non può fare né dire niente, dato che si tratta comunque di un ordine del Hokage. Ha dovuto accettare. A malincuore.”

“ Ma?”

“ Ma tutte le sue rassicurazioni e i suoi consigli mi hanno fatto venire il mal di testa! E attenta a questo, Ino!, e occhio a quello, Ino!. Mi dio! Come se fossi deficiente! Va bene che non sono mai stata in guerra, ma anche io al pari suo sono stata addestrata per essere un Ninja. Ok, forse non proprio al pari suo.” Aggiunge poi, pensandoci bene, e fa un’alzata di spalle. Tu ridacchi, poi il tuo sorriso si spegne ripensando alla discussione avuta con i tuoi genitori.

“ Secondo i miei sto buttando via la mia vita e mi hanno categoricamente vietato di andare a farmi ammazzare su quel campo di battaglia!. Testuali parole di mia madre, eh!” Dici sbuffando contrariata.

“ Sei arrabbiata con loro?”
“ No.” Neghi immediatamente, lo sguardo che si fa lontano e improvvisamente triste. E Ino capisce che stai per confidarle qualcosa, proprio come facevi in un tempo lontano che sembra stato solo un sogno comune. “ O meglio: sì, ero arrabbiata.” La bionda ti guarda e rimane in silenzio, aspettando. “ Vorrei solo che loro capissero quanto sia importante per me. So che può sembrare da idioti, o da pazzi, che io voglia andare in guerra, però…”

“ C’è tanto, in questa guerra, per te. Vero?” Ti blocca improvvisamente Ino. Anche il suo sguardo si è fatto lontano, perso forse nello sforzo di comprendere i tuoi sentimenti. Ma non è facile, e la tua bionda amica lo sa perfettamente. “ Speri che… bè, che dopo tutto torni come prima. Con Sasuke nuovamente a Konoha.”

“ Probabilmente è la motivazione peggiore per andare a combattere.” Ammetti allora. Sei tuttavia consapevole che c’è dell’altro, oltre a quel desiderio vecchio ormai di anni, a spingerti verso la battaglia. E Ino sa anche questo. Lo ha capito.

Per qualche minuti rimanete tutte e due in silenzio, perse ad osservare quel luogo vuoto che un tempo ha contenuto la vostra infanzia. Ed entrambe siete con la mente rivolta al passato, a quando i problemi erano i giochi da fare e i compiti dell’Accademia; a quando un Team, una squadra, neanche sapevate cos’era; a quando amore e amicizia erano concetti labili, tanto resistenti quanto effimeri; a quando i sogni, i desideri, erano solo quelli che si facevano di notte, dormendo, o guardando le stelle cadenti in una notte limpida. Era l’infanzia, quella. Era il tempo dell’ingenuità e dell’innocenza. Era il tempo che non tornerà più.

Alzi lo sguardo piano, fino a quando i tuoi occhi si scontrano con i Volti di Pietra. Gli Hokage del passato e del presente fissano benevoli il Villaggio, quasi a volerlo abbracciare e rassicurare. Sono stati grandi Ninja, loro, i cui nomi continueranno a percorrere le pagine della storia per secoli e secoli. E tutti sono stati accumunati da un unico desiderio, che ora senti di condividere anche tu.

“ Vorrei che i miei genitori capissero cosa sento in questo momento.” Dici improvvisamente, riscuotendo Ino dai suoi pensieri e portando il suo sguardo su di te. Ti volti a fissarla, i tuoi occhi sono tornati limpidi, privi di nuvoloni cupi. “ Voglio proteggere Konoha, Ino. E voglio proteggere i suoi abitanti.

Lo so, forse sono solo un’ipocrita. Ho desiderato così tanto il ritorno di Sasuke al Villaggio da non rendermi conto delle conseguenze a cui stavamo andando incontro, della guerra che avrebbe potuto scatenarsi tra i Paesi. E sono un’egoista, perché per un mio desiderio non ho guardato in faccia nessuno, e ho fatto soffrire Naruto legandolo con una stupida promessa. E sono anche una stupida, perché dico di voler proteggere Konoha e i suoi abitanti, quando non ho nemmeno la forza di proteggere me stessa probabilmente. Però io…”
“ Forse da sola non c’è la puoi fare, ma in due di sicuro si.”

Guardi Ino con gli occhi spalancati, quasi umidi di lacrime. E poi le sorridi, consapevole. Non sei la sola il cui desiderio è quello di proteggere il tuo Villaggio. È un desiderio che condividi in primo luogo con Naruto – lui e il suo sogno di diventare Hokage! – e poi con tutti gli altri.

“ Sai, frontespaziosa, dopo la morte di… Asuma…” E la voce di Ino si blocca un attimo, carica di dolore. “ Shikamaru ha detto una cosa, a me e a Choji. Ci ha detto che ora tocca a noi, che ora è il nostro turno di proteggere questo Villaggio, di crescere quelli che verranno. E dato che Shikamaru è un genio…”

Ridi, forte, e Ino ride con te.

Sì, è vero: ora è il vostro turno. Tocca a voi adesso. E questo vorrebbe dire che ti dovresti voltare, e andartene, magari a casa a scusarti con i tuoi genitori e a spiegar loro le tue motivazioni. Eppure rimani ferma.

 

Un attimo ancora…

 

Hai come l’impressione che questo sia l’ultimo momento che ti sarà concesso per essere bambina. Dopo sarà la guerra, il campo di battaglia, i morti e il sangue.

Per questo chiudi gli occhi, e ti abbandoni per l’ultima volta ai ricordi del passato, ricordando quand’eri bambina.

 

Un attimo ancora…

 

Quando riapri gli occhi quelli di Ino ti fissano sereni.

“ Credo sia ora di andare.”
“ Si.”

 

È stato solo un attimo, l’ultimo, ma ti è bastato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È chiaro che io di notte dovrei dormire, anziché scrivere ff. Però ieri sera mi è capitato di vedere l’episodio dell’inizio della Guerra, quella del discorso di Gaara, e l’ispirazione è partita a raffica.

Mi piaceva, poi, l’idea di quest’ultimo attimo.

Vabbè, ora tocca a voi.

Mi fate sapere che ne pensate con un commentino???

ByeBye

   
 
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