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Autore: donteverlookback    28/08/2012    2 recensioni
Avanza piano, guaendo appena, guardandosi intorno un po’ spaesato. Sembra un bambino, e in parte lo è. Più o meno: è un cane, il tuo cane.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avanza piano, guaendo appena, guardandosi intorno un po’ spaesato. Sembra un bambino, e in parte lo è. Più o meno: è un cane, il tuo cane.
Hai sedici anni, ormai, ed è da quando ne avevi sei che volevi un cane. Ma all’inizio era un desiderio infantile, il bisogno di dettare legge. Col tempo, però, si è trasformato in un desiderio più responsabile, di una voglia di avere un compagno di vita e di giochi.
Tutte le tue amiche ne hanno uno: chi il meticcio, chi lo yorkshire, che il bassotto. Ed erano felici, e te ne parlavano come se della salute del loro cucciolo ne valesse la loro vita. Ed eri gelosa, gelosa marcia perché loro avevano, tu no.
Così è cominciata la tua crociata, i discorsi assennati, i pianti isterici, le porte sbattute e le parole piene di rabbia, sputate fuori come insulti. Poi, una settimana di silenzio. Infine la svolta. Sì, il cane si prenderà, un cucciolo, meglio meticcio, meglio regalato, piccolo ché un cane grande in appartamento soffre troppo.
Si guarda nei canili, ma in quelli vicini e lontani i cuccioli sono già stati tutti presi. Disponibili, solo femmine. La risposta dei genitori? “Maschio, maschio, che non va in calore e non ci crea problemi”. Va bene, va bene tutto purché ci sia. Si cerca in internet, si guardano le offerte: quelli di razza costano troppo, quattrocento o cinquecento euro per una palla di pelo di due mesi. Si guarda in quelli regalati, ma sono tutti grandi, di dimensioni o di età, e non vanno assolutamente bene. Un mese passa in fase di stallo, tra mail e telefonate, in cui una valanga infinita di no ti si riversa addosso. Vai in vacanza cinque giorni con gli zii, che i tuoi non hanno voglia di mobilitarsi: troppe poche ferie, troppa confusione per appena cinque giorni al mare. Mentre sei via, la notiziona: forse ci siamo. Un allevatore a un ora e mezzo di macchina ha tre cuccioli, di cui due maschi, disponibili da agosto. Vuole dei soldi, ma non per il cane: sarà lui, infatti, a vaccinare e microchippare i cuccioli, e si fa solo risarcire le spese. Torni dal mare, abbronzata e rilassata, e pronta alla piccola avventura. Il giorno dopo tuo padre tua sorella e tu siete ponti e vi fate più di un’ora di traffico per arrivare dall’allevatore.È solo amatoriale, ma ben fornito. Ti fa vedere i cuccioli, hanno solo un paio di settimane, forse tre, e ha gli occhi piccoli di chi vede il mondo da poco. Non cammina ancora, e non abbaia nemmeno. Se ne sta lì, immobile, in braccio all’allevatore che ti mostra lui e suo fratello, e aspetta che scegliate quale dei due volete, mentre l’allevatore parla ancora. Non saranno molto grandi, arriveranno al massimo a sei chili, non sono di una razza vera e propria, ma ottenuti da una serie d’incroci. Sono veloci, intelligenti, affettuosi. Vi fa vedere il padre, che sembra incredibilmente intelligente. Chiami tua madre, la convinci che è okay, che è proprio quello che cercate. L’allevatore si fa dare il numero di telefono e la mail, per inviare foto e notizie. Fa una fotocopia della carta d’identità del tuo papà, perché gli serve per il chip. Vi mettete d’accordo, lo passerete a prendere all’inizio del mese prossimo, quando avrà ormai otto settimane.
L’attesa è lunga e snervante. Compri libri, t’informi su Internet: vuoi sapere come comportarti, come insegnargli, come fargli capire le cose.  Chiedi in giro, guardi tutte le trasmissioni che provi: vuoi essere preparata, vuoi essere pronta quando finalmente avrai ciò che brami di più. Dovete dargli un nome, e i dibattiti familiari ripartono, lunghe sedute in cui escono i nomi più disparati. Poi, la tua proposta: si chiamerà Roi, perché in francese vuol dire re e come idea ti piace moltissimo. Tua sorella avanza una proposta: si chiamerà Roy, con la ipsilon finale che “fa più figo”. Bene, il nome è stato trovato. Ora ti aspettano le altre cose. La cuccia andrà meglio in quell’angolo lì, che è più esposto ma più ventilato? O va messa in una delle camere? Poi, trovate un angolo che pare fatto apposta per lui. Ok, a quel punto la cuccia va solo comprate: i tuoi dicono di comprare un trasportino, perché è più comodo. Lo usi per trasportarci il cane e, in casa, togli il pezzo di sopra e lo usate come cuccia. Ci andate tutti e quattro, e scegliete collare e guinzaglio, e il cuscino e la palla…Le cose da comprare sembrano non finire mai. Manca solo un giorno, ora. Domani vi farete tre ore di macchina totali per prendere e portare via il vostro cucciolo. Sei nervosa ed emozionata allo stesso tempo. Delle domande degli zii (sei sicura? Ci hai pensato bene? Come farai con la scuola e la pallavolo e l’aerobica e il cane?)non ne rimane più traccia nella tua testa.
Il mattino arriva con lentezza, sei pronta in sei secondi netti. Ti serve qualcosa da fare in macchina: l’ansia ti sta logorando, e non reggerai fino a che non arrivate. Prendi l’Ipod e uno dei libri informativi che hai comprato, con la ferma intenzione di ripassare qualcosa prima di arrivare. Nelle orecchie Valerie, davanti agli occhi “prenditi cura del tuo cane” e nella tua testa un milione di pensieri che saltano dalla canzone al cane ai compiti delle vacanze alla pallavolo. Cadi in un sonno profondo e inquieto, da cui ti risveglia tua sorella, con gli occhi che brillano per l’emozione e un sorriso a trecentosessanta denti sul viso. Siete arrivati.
L’allevatore vi saluta e vi porta il cucciolo, piccolo e indifeso come l’avevate visto in foto. Chiede, sorridendo, a chi spetta l’onore di tenerlo in braccio, e tua sorella t’indica senza mai perdere il sorriso. È un attimo e ce l’hai in braccio, caldo e morbido, spaventato. Lo accarezzi tra le orecchie, sussurrandogli parole dolci. Salutate e portate il cucciolo nel trasportino, dove si addormenta. E tu lo osservi incantata per più di un ora, senza fare nient’altro. Arrivate a casa, gli fate fare un giro in zona, molto veloce, perché veda dove vivrà. Salite in ascensore, perché si abitui da subito, ed entrate in casa. E lui è li; avanza piano, guaendo appena, guardandosi intorno un po’ spaesato. E, in quel momento, niente potrebbe renderti più felice.
 
 
 
 
{L‘autrice}
Ok. Non so come mi sia venuta. È che una cosa del genere è successa a me poco più di un mese fa, e avevo bisogno di svuotarmi  la mente in qualche modo. L’ho scritta di getto, senza pensare, e ho voluta condividerla con qualcun altro. Se recensiste, anche per dirmi che non interessa a nessuno o che mi sono bevuta il cervello, rendereste me e il mio Roy molto contenti *.*
Ok, vi lascio andare, se non siete già scappati a gambe levate. Ciao a tutti, grazie anche solo di essere passati!
Donteverlookback
P.S. Scusate per la poca fantasia nel titolo, se qualcuno ha un’idea migliore della mia (che non è difficile) me lo faccia sapere!
  
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