Serie TV > Make It Or Break It
Segui la storia  |       
Autore: JCI    28/08/2012    11 recensioni
Sono rimasti fino a tardi in palestra una sera, perfezionando la routine a corpo libero di Payson, ma un piccolo bacio di festeggiamento è stato l'inizio di qualcosa di più.
La loro chimica è innegabile e sono solo le circostanze che li tengono divise.
Direttamente da fanfiction.net una delle storie più amate del fandom MIOBI, pairing Sasha/Payson. La storia parte dall'episodio 8x02
ATTENZIONE: TRADUZIONE MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Payson, Sasha, Un po' tutti
Note: Lime, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NJYbA

Le Conseguenze di un Bacio





La porta della palestra era chiusa e Payson sospirò frustrata. Il sole era a mala pena sorto, ma di solito a quell'ora le porte erano già aperte. Diede un'occhiata alla roulotte di Sasha. Porta ben chiusa, niente luci accese, non c'era nulla che indicasse che fosse sveglio, ma sapeva che doveva parlargli prima prima che le cose diventassero ancora più imbarazzanti di quanto lo fossero state la notte precedente.

Prese un respiro profondo e scrollò le spalle. Sarebbe andata lì, avrebbe bussato alla porta e si sarebbe scusata per essere stata una completa e totale idiota. Si incamminò con passi decisi, anche se tutto quello che voleva era fuggire via il più velocemente possibile. Arrivata alla porta, esitò, guardando in basso verso la finta erba Astroturf che lui aveva messo a coprire l'asfalto. Improvvisamente qualcosa le colpì la testa, con forza, facendola finire per terra sulla suddetta Astroturf. Payson restò sdraiata alcuni secondi, con gli occhi serrati.

"Payson!" la chiamò la voce preoccupata di Sasha. Sapeva che le era vicino, inginocchiato lì, la preoccupazione dipinta sul suo viso. Non si ricordava il suo incidente ai nazionali, ma immaginava che lui si fosse comportato così, e quando aprì gli occhi, il panico nella sua espressione era evidente. "Payson, Cristo, puoi sentirmi? Stai bene?"

Payson gemette. "Sto bene." Lui piegò la bocca in una smorfia che diceva che non le credeva. "No, davvero, sto bene. Non mi hai buttato a terra, " disse "sono inciampata in una piega del tuo ehm...prato, quando sono caduta all'indietro." Si alzò, portandosi una mano alla testa, ma indicando il pezzo spiegazzato dell'Astroturf che aveva colpito con il piede. Sasha restò fermo e le offrì una mano, che lei ignorò, alzandosi in piedi accanto a lui. Le parole non uscivano, ma pensò che forse sarebbe stata una buona idea sedersi. Si accomodò su una delle sue sedie da giardino e poi guardò verso di Sasha, sorridendo timidamente. "Buongiorno."

Lui fece una risatina, sedendosi sulla sedia di fronte alla sua, i suoi occhi blu che brillavano divertiti. Payson lo fissò per un momento; quello era troppo. Sapeva perchè l'aveva baciato e aveva a che fare solo in minima parte con l'avere eseguito la sua routine. Era fortemente attratta da lui. Chi non lo sarebbe stata? Il suo coach era un uomo estremamente bello, il che, combinato con il suo accento e il suo amore condiviso per la ginnastica, lo rendeva esattamente il tipo di uomo con cui si era sempre immaginata - in futuro, dopo aver vinto l'oro. Con la sua solita fortuna lui era arrivato adesso, molto prima del suo momento a Londra e in più era proprio il suo allenatore, come se dieci anni di differenza non fossero abbastanza per tenerli separati.

"Buongiorno, Payson." Non era una domanda, ma lei sapeva che era come se stesse chiedendo, che diavolo ci fai tu qui?

"Sono qui per scusarmi, per la scorsa notte," disse prima che potesse perdere il coraggio, "non so come sia successo. Ero così eccitata per essere riuscita a fare quei movimenti nel modo in cui avevamo detto e tutto quanto è esploso e tu eri lì. Non intendevo baciarti." Scosse la testa, mentre Sasha la guardava con un espressione indecifrabile. "Beh, ovviamente, lo volevo fare, ma io, io so quanto
sia stato incredibilmente stupido e completamente inappropriato. Insomma, tu sei il mio coach e beh, tu sei così vecchio - " Adesso non era indecifrabile, sembrava più che altro offeso, "più vecchio di me, intendo e beh, sai quello che voglio dire. Sono dispiaciuta e spero che possiamo fingere che non sia mai successo." Finalmente smise di parlare e alzò lo sguardo su di lui, dovendo strizzare gli occhi ora che il sole era gli sorto alle spalle.

Sasha le si avvicinò e per un momento non fu sicura se stava per riderle in faccia, o urlare, o -il respiro le si mozzò in gola- baciarla. Malgrado se stessa e tutte le parole che aveva appena detto, la sola idea la elettrizzava. Lui si fermò prima di invadere il suo spazio personale e disse, "Credo che sia una buona idea."

Payson emise un respiro di sollievo e lui sorrise. "Ottimo, perchè stavo pensando ad un entrata con la ribaltata per la mia nuova routine alla trave. So che non si addice molto all'idea di essere una ginnasta più artistica, ma non vedo un motivo per cui non dovrei farlo. So che posso decisamente riuscirci."

Sollevato non era nemmeno un inizio per descrivere come Sasha si sentisse. Forse era stato ottuso, ma non aveva visto arrivare il bacio. Magari da un'altra delle sue ginnaste: Kaylie, Lauren, persino Emily; tutte e tre avevano problemi con la figura paterna e la loro maggiore distrazione dalla ginnastica erano sempre stati i ragazzi, ma Payson l'aveva totalmente scioccato. Un momento stavano festeggiando la straordinaria riuscita del perfezionamento della sua routine al corpo libero e il momento dopo aveva sentito le sue labbra contro le proprie, prima timidamente e poi con maggior fiducia. Non era spiacevole, lontano dall'esserlo, ma era completamente inappropriato, in ogni senso. Ci aveva pensato sopra per tutta la notte. Era stato lui a portarcela? L'aveva spinta lungo quella strada? Intorno all'una del mattino aveva deciso che in effetti era colpevole. Collegando insieme, nella sua testa, gli eventi delle ultime settimane, poteva capire come una ragazza di sedici anni con una limitata esperienza potesse iniziare a vedere la loro relazione come qualcosa di più di quello che fosse in realtà. Ma poi lei si era fatta viva, non più di quattro ore dopo, per scusarsi e dare la colpa all'eccitamento del momento, e lui ammise con se stesso di essere d'accordo con lei. Se lei credeva che lui non avesse fatto nulla di male, allora forse non l'aveva fatto.

"Sasha, mi stai ascoltando?" chiese, inclinando la testa in attesa.

Si riscosse dai suoi pensieri, "Scusa, per la ribaltata è un no, ma che ne diresti di un elemento di forza? Qualcosa che ricordi ai giudici la tua forza, ma mantenendo l'idea di linearità e grazia, sono sicuro che possiamo trovare qualcosa con un punteggio più alto di un salto mortale."

Payson roteò gli occhi, ma annuì, mordendo il labbro inferiore mentre cercava di visualizzare. Sasha aprì le porte della palestra e le tenne aperte per lei, che si chinò sotto il suo braccio e lo sfiorò mentre passava. L'uomo colse il profumo del suo shampoo quando attraversò la porta e sentì il suo stomaco aggrovigliarsi, facendo la ribaltata che aveva appena bocciato dalla sua routine alla trave. Payson l'aveva già sorpassato, camminando verso la palestra per riscaldarsi, invece lui era rimasto fermo a guardarla. Maledizione, non sta succedendo. Ma sapeva che le cose non stavano così. Il problema maggiore era che Payson Keeler era esattamente il suo tipo, piccolina, bionda, intelligente, atletica proprio come Summer.

Esatto, vecchio mio, pensa a Summer. La bellissima donna che non gli avrebbe mai permesso di posare una mano su di lei, i cui valori e opinioni così erano palesemente opposti ai suoi e in un modo tale che la maggior parte del tempo li riusciva a malapena a capire. Appena credeva di aver trovato un argomento neutro, si rendeva conto che sulla questione avevano opinioni completamente opposte. Di solito Summer sembrava il telegiornale della FOX o una trasmissione radio della 700 Club e lui era più un tipo da MSNBC. Passava la maggior parte delle loro conversazioni a cercare di non roteare gli occhi. Le aveva detto che rispettava i suoi valori,
sopra tutte le altre cose era un gentiluomo, ma non la capiva. Erano entrambi fatti a modo loro e lo sapeva nel profondo, alla fine sarebbe stato questo a dividerli. Immaginò che lui e Payson avevano molto di più in comune, nonostante la differenza di età.

Dannazione, Beloff. Controllati. Payson ha sedici anni e tu sei il suo coach. Puoi guardare e apprezzare, ma non puoi toccare. Le cose stavano così, anche se il controllo degli impulsi non era mai stato il suo punto forte. Poteva parlare di disciplina quanto voleva, ma in tutta la sua vita, la ginnastica era stata l'unica cosa che era riuscito a controllare. Il primo bacio che aveva condiviso con Summer ne era la prova, e anche se quella era un relazione tra sue adulti, era complicata e ultimamente anche frustrante. Era terrorizzato che la sua mancanza di controllo, che si faceva viva con le donne da cui era fisicamente attratto, si sarebbe potuta riversare su Payson.

Questo è completamente inaccettabile, Beloff. Non puoi deludere questa ragazza. Le hai promesso che l'avresti portata alle Olimpiadi ed è quello che farai. Contrasse la mascella e sentì i denti serrarsi, una sensazione familiare. Quando si ostinava su qualcosa, sapeva che gli compariva scritto sulla faccia e quella era una di quelle occasioni. Non avrebbe permesso che ii suoi istinti rovinassero quella che era la relazione più normale della sua vita: la sua relazione da coach con quella che era forse la ginnasta più talentuosa e concentrata che aveva, e avrebbe mai, incrociato la sua strada. Avrebbe allenato Payson Keeler per le Olimpiadi e l'avrebbe aiutata a vincere l'oro, anche se era una cosa che poteva ucciderlo. E il Signore lo sapeva, sarebbe potuto accadere, ma qualunque cosa ci fosse, sempre che ci fosse qualcosa, sarebbe stata ancora lì, alla fine. Oppure no e allora sarebbe finita così e basta.

Annuì a se stesso ed entrò nella palestra, trovando la sua ginnasta che faceva riscaldamento alla trave, con una gamba sopra l'attrezzo e la testa rovesciata all'indietro con gli occhi chiusi. Sentì lo stomaco aggrovigliarsi di nuovo ed emise un gemito di apprezzamento all'immagine inconsapevolmente seducente che lei offriva.

Payson aprì gli occhi a quel suono e sorrise vedendolo avvicinarsi, tornando però rapidamente a finire di riscaldarsi. Merda, è ancora peggio quando ti sorride, quel viso dannatamente bello che si illumina. Basta! Le si avvicinò, fermandosi giusto dietro di lei, solo pochi centimetri a separarli, "Pronta?" le chiese, la voce che suonava strangolata alle sue stesse orecchie.

"Non ancora, ma quasi." rispose, e continuò a riscaldarsi.

Non ancora, Beloff. L'hai sentito? Non ancora, ma quasi. Si chinò più vicino, le labbra che quasi le sfiorarono l'orecchio quando parlò, "Beh, fammi sapere quando lo sei." Gli occhi di Payson saettarono verso di lui per un momento, come per provare a decifrare cosa volesse dire. Sorrise, non il sorriso luminoso che gli aveva rivolto prima, ma uno che lui non aveva mai visto e che sperava di rivedere. Sasha si allontanò, senza interrompere il contatto visivo. Ecco, è fatta.







Note:
Per forza di cose alcune frasi sono state "aggiustate" per mantenere il senso e la correttezza grammaticale dell'italiano. In alcuni casi ho dovuto aggiungere i nomi di Sasha e Payson per evitare di fare tutto lui - lei, visto che in inglese si usano sempre i pronomi he - she, a differenza dell'italiano.
Nella serie le ragazze si rivolgono a Sasha usando il "lei", io ho deciso di usare il "tu" per un semplice motivo: nessuna atleta dà del lei al suo allenatore. Posso dire per esperienza personale che al coach di ginnastica artistica si da del "tu" anche a livello amatoriale, figurarsi a livello professionista, dove l'allenatore è la persona con cui passi la maggior parte del tuo tempo e con cui instauri una relazione di reciprocità in cui il "lei" è semplicemente assurdo.
In questa fic il cognome di Sasha è Beloff e non Belov come si trova di solito in internet. Si può dire in entrambi i modi, ma Beloff è il modo in cui compare sulla sua felpa da allenatore nella serie.
E ora i dettagli:
- L'erba Astroturf. E' un tipo di erba sintetica prodotta dalla Monsanto, fondamentalmente è il tappetino verde che si vede di fronte alla roulotte di Sasha nel telefilm.
- La ribaltata. In originale c'era il vocabolo somersault che si può tradurre con capriola, ribaltata o salto mortale. Io ho ragionato così: la capriola si fa quando si è già sulla trave, non la si usa come entrata. Il salto mortale di solito si usa come uscita e la ribaltata invece l'ho vista anche nel telefilm, basta mettere una pedana di fronte alla trave, fare una rincorsa, prendere lo slancio e usare il rimbalzo della pedana per entrare. Quindi ho optato per la ribaltata.
- 700 Club è una radio cattolica. Fox e MSNBC sono due canali tv

Questo era il primo capitolo, fatemi sapere se è tutto chiaro e cosa ne pensate. JCI è curiosissima di sapere come verrà accolta la sua opera.


  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Make It Or Break It / Vai alla pagina dell'autore: JCI