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Autore: Shion Magarin    28/08/2012    6 recensioni
{ brevissima one-shot }
A Seto Kaiba non piaceva aspettare. Non gli piaceva nemmeno il traffico. Soprattutto il traffico del lunedì mattina, che gli impediva di arrivare in ufficio col suo solito quarto d’ora di anticipo - il quarto d’ora necessario per non essere estremamente di pessimo umore, ma solo normalmente irritato.
{ Seto Kaiba ~ accenni Blueshipping? }
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisara, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: 15 minuti.
Fandom: Yu-Gi-Oh!
Autore: Shion Magarin
Disclaimer: Yu-Gi-Oh! e i suoi personaggi appartengono a Kazuki Takahashi.
Nota: Questa è la prima cosa che scrivo dopo circa due anni di pausa. L’ho scritta di getto, senza rifletterci troppo, infatti è molto...casuale. Siate clementi! …no scherzo, voglio critiche costruttive o qualsiasi cosa, per rimettermi in quadro con la scrittura. :/

15 minuti.

A Seto Kaiba non piaceva aspettare. Non gli piaceva nemmeno il traffico. Soprattutto il traffico del lunedì mattina, che gli impediva di arrivare in ufficio col suo solito quarto d’ora di anticipo - il quarto d’ora necessario per non essere estremamente di pessimo umore, ma solo normalmente irritato.
Doveva arrivare un quarto d’ora prima per sistemare la scrivania come meglio credeva, per bere in tutta tranquillità il suo caffè amaro controllando l’agenda e gli appuntamenti fissati per la settimana, e per fare mente locale sul da farsi in giornata. Gli servivano quei preziosi quindici minuti per cominciare bene la giornata. Anche se ‘bene’ è una parola grossa, nel suo caso.
Ma ovviamente c’era sempre qualche sfaccendato pronto a rovinargli tutti i piani, che creava quell’odioso ingorgo del lunedì mattina. Ma con un po’ di fortuna, sarebbe arrivato giusto in tempo.
Tutto quello che poteva fare, era aspettare stando seduto in macchina.
Ma Seto Kaiba odiava aspettare.
Nervoso, iniziò a guardarsi intorno, per le strade, spiando dai vetri oscurati quei nullafacenti che vagavano per la città. Spostava velocemente i suoi occhi blu da una persona all’altra, con aria di superiorità, come suo solito.
Nessuno era alla sua altezza. Lui aveva costruito un impero; aveva sconvolto quello del patrigno per crearne uno ancora più grande e ricco. Dall’essere un orfano qualunque, era diventato il grande Seto Kaiba. Aveva dato a Mokuba tutto ciò che desiderava. O almeno così credeva.
E tutte le mattine si svegliava con la consapevolezza di aver creato, da solo, il suo grande impero finanziario. Tutto grazie alle sue straordinarie capacità. Era un vincitore.
Ma era comunque in ritardo sulla tabella di marcia.
Sbuffò, sfilandosi gli occhiali da sole e massaggiandosi le tempie. Guardò ancora, annoiato, i passanti sul marciapiede. Il suo sguardo cadde su una ragazza che, spaesata, si guardava intorno cercando di girare una cartina della città nel verso giusto.
Seto detestava i turisti, a meno che non fossero interessati a ciò che la sua multinazionale offriva. Li trovava comunque irritanti, in ogni loro aspetto.
Ma la ragazza in questione era piuttosto curiosa.
Lunghi capelli bianchi come il latte, carnagione pallida, e due grandi occhi blu. Era veramente buffo, pensò, gli albini di solito non avevano gli occhi di quel colore. Sembrava quasi finta, per quanto strana. E stranamente perfetta.
Non vi erano difetti nel suo aspetto esteriore, pareva quasi una bambola di porcellana. Quei capelli bianchi non sembravano veri, e la sua pelle così luminosa era quasi trasparente. Ma gli occhi, quegli occhi, erano quelli a catturare la sua attenzione. Occhi blu, proprio come il Drago che era diventato il simbolo della sua multinazionale. In effetti, quella ragazza, gli ricordava vagamente il suo Drago Bianco Occhi Blu. Sembrava quasi fosse il Drago stesso, nel corpo di una ragazza. …possibile?
Sciocchezze. Solo fantasie. Era annoiato, ecco perché pensava a sciocchezze simili.
Prima che Seto potesse realizzarlo, la ragazza si era già spostata, avvicinandosi alla sua macchina. Iniziò a battere con una mano sul vetro. Seto dovette trattenersi per non sbottare immediatamente. Abbassò il vetro quanto bastava per guardarla negli occhi - gli Occhi Blu.

«Scusi se la disturbo…», disse con voce flebile la ragazza.
«Non si preoccupi. Il vetro lo pulirò più tardi, dalle sue manate.»
«Ehm, volevo sapere…da qui, come faccio ad arrivare…qui?», domandò, indicando un punto della cartina.
«Non può farlo, se tiene la cartina girata al contrario.», rispose scocciato, togliendogliela dalle mani e mettendola nel verso giusto. «Innanzitutto deve prendere la metropolitana…»

Di solito non avrebbe aiutato una turista sperduta, ma in qualche modo doveva passarlo il tempo, no? Oltretutto, non riusciva a smettere di guardarla dritta negli occhi. La ragazza lo notò, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla cartina, ed arrossì leggermente.

«…mi ha ascoltato?», chiese, leggermente irritato, vedendola distogliere lo sguardo dalla mappa. «Se si perde può sempre chiedere informazioni ai passanti. Come la gente normale. Invece di venire ad impiastricciare i vetri altrui.»
«Ho capito perfettamente, la ringrazio!», sorrise lei, ignorando le frecciatine di Seto.
«Mpf…», senza degnarla più di uno sguardo, tirò su il finestrino: il traffico si stava muovendo.
«Grazie mille, Seth!», esclamò la ragazza, poco prima che il finestrino si chiudesse del tutto e Seto rimettesse in moto l’auto.
«Cosa..?», guardò indietro verso la ragazza, sparita nel nulla, accigliato.

Quella ragazza dagli Occhi Blu…
Gli aveva fatto perdere i suoi quindici preziosi minuti.

  
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