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Autore: Annabells    29/08/2012    2 recensioni
Poi le cose peggiorano quando s’impunta a
voler fotografare l'anima della voce di William, vuole fotografare William in modo da rendere giustizia alla sua
voce ma questo non va bene, non gli riesce e lo fa impazzire. Sa che è impossibile fotografare qualcosa di
incorporeo come una voce o peggio, un’anima, ma non demorde, perché sa che potrebbe farcela.
[William Beckett (the academy is)/Tom Conrad(Empires)] + comparsa Panic! at th disco
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: The Academy Is | Coppie: Brian.M/Matthew.B, Gerard.W/Bert.McC
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credo di non aver mai scritto qualcosa di più lungo.  Detto questo parto subito con la dedica: questa
storia (e Tom Conrad) è per una mia amica che da un anno a questa parte mi ha mostrato quanto
fosse splendida e si è fatta amare ogni giorno di più. E' il mio  modo di ringraziarti e spero, di renderti felice <3
Parlando della storia è una William Beckett/Tom Conrad che è una coppia che amo alla follia. Detto questo.. buona lettura!


Love is best an illusion since time is so short, jump with confusion;
 


Tom era sempre stato una persona curiosa, fin troppo per il suo bene. Non che fosse un ficcanaso ma spesso
era affascinato dalle cose, dai paesaggi principalmente, e da qui nasceva la passione per la fotografia. Amava
catturare i dettagli di alcuni paesaggi, degli oggetti più particolari e a volte i tratti caratteristici delle persone.
Ma non solo, ovviamente. Il fatto è che le persone che generalmente lo affascinavano erano poche e talvolta
il loro fascino svaniva una volta che Tom aveva stampato le fotografie. Questo però è stato prima di conoscere
William Beckett dei The Academy Is e tutto ciò che ne segue. Qui Tom si trova davanti a qualcosa di più forte
di una semplice curiosità: durante le registrazioni non riesce a staccare lo sguardo dalle espressioni del cantante,
da come ride quando sbaglia un accordo o come si passa nervosamente le mani tra i capelli. Durante le uscite
di gruppo invece, non riesce a smettere di pensare a quelle mani e a quei capelli, domandandosi come sarebbe
poterci passare una mano o avere le mani del cantante su di sé. Poi le cose peggiorano quando s’impunta a
voler fotografare l'anima della voce di William, vuole fotografare William in modo da rendere giustizia alla sua
voce ma questo non va bene, non gli riesce e lo fa impazzire. Sa che è impossibile fotografare qualcosa di
incorporeo come una voce o peggio, un’anima, ma non demorde, perché sa che potrebbe farcela. Durante il suo
primo Tour con il gruppo non smette di cercare di catturare l'essenza di Will, della sua voce, e non c'è foto che
vada bene. Quando lo dice a Jon - il suo migliore amico Jon- lui si limita a dirgli che deve cercare di rilassarsi e che
la foto perfetta non viene a comando, bisogna aspettare. Tutto - dice lui - ha il suo tempo, non bisogna avere
fretta, anzi, la fretta spesso non fa altro che rovinare le cose e quindi Tom segue il suo consiglio. Ad aiutarlo ad
aspettare di catturare il momento lo aiuta sapere che Jon lo raggiungerà per vivere con lui la vita da rock star.
Jon lo raggiunge una settimana dopo e Tom si sente meglio. Vanno a un paio di feste e se possibile la sua curiosità
si spinge oltre: vede Will strusciarsi sul muro dell'entrata con il chitarrista dei Panic! at the Disco e se da una parte
c'è fastidio dall'altra è eccitato (e se da una parte gli da fastidio, dall’altra lo eccita) . Tremendamente eccitato a
solo vedere com’è - scusate per il termine banale- sexy il ragazzo. Ogni minima parte del corpo di William gli
sta urlando sesso e lui non può che ascoltare e beh, la parte che è compressa nei suoi jeans stretti, non
fa che rispondere.
Specialmente quando nota che per un momento William ha incontrato il suo sguardo, facendogli l'occhiolino,
per poi rituffarsi sulle labbra del più piccolo e seriamente, è legale il modo in cui William lo bacia?
Come in trance Tom prende la macchina fotografica che si è portato dietro e scatta una foto, senza chiedersi se
sia inquietante o altro: deve fotografare quel momento. Non gli basta solo la memoria per ricordargli quanto
sia affascinante il ragazzo, quel momento va fotografato, tale bellezza non può essere lasciata svanire. Poi Jon lo
chiama, per passargli una canna, e quando cerca nuovamente William, è sparito. Il ragazzino dei Panic! è ancora
lì però ora abbracciato al suo cantante, che non sembra molto felice mentre gli sussurra qualcosa all’orecchio.
Qualche minuto dopo decide di andare a cercare Will ma nel tentativo di alzarsi le sue gambe non collaborano e
finisce quasi per terra, ingloriosamente. Quando alza lo sguardo, vede William e Gabe entrare nella zona cuccette,
Gabe ha una mano nella tasca posteriore dell'altro. Si siede nuovamente accanto a Jon, cercando di annegare la
gelosia e la voglia di andarli a disturbare nel gin. Ma il gin non basta per annegare quei sentimenti che sono stanchi
di essere ignorati.


Nei due giorni successivi ci furono altri momenti strani con William. Se fuori dal palco William si limitava ad
osservarlo - a scrutarlo come se volesse leggergli dentro- sul palco, era invece un'altra storia. Appena si
muoveva Tom si trovava il cantante nel suo spazio personale, che si strusciava e sembrava che non riusciva
a cantare senza continuare a guardarlo. E beh, questo era davvero strano. Dopo questi due giorni pieni di
stranezze Jon lo salutò per tornare a Chicago perché ''Devo pur sempre lavorare io, mica sono un musicista''
e lui, abbandonato nella sua cuccetta da solo, fece l'inevitabile: si masturbò pensando a William. Pensava a
come sembrava William mentre baciava Ryan, a come ogni tanto gli si spezzava il fiato e dopo un eccesso
di stimolazione venne, riuscendo a mala pena a evitare di chiamare il nome di William.
E questo era così sbagliato e morboso che per il senso di colpa e per la vergogna la mattina - quando aveva
rivisto William- non era riuscito a guardarlo in faccia. Era come se avesse paura che se William l'avesse
guardato lui gli avrebbe detto tutto, compreso di com’era diventato la sua nuova fantasia erotica. Ed è qui
che la curiosità diventa ossessione. Perché una volta scattata la foto, Tom non riesce più a smettere di
guardarla, è come se questa avesse un richiamo. E anche quando riesce a non guardarla la sua memoria
visiva gli rema contro e lui è totalmente fregato. Dopo una settimana da quella serata le cose erano diventate
ancora più strane e i contatti -visivi e non- erano piano piano svaniti. Ora William non lo guardava più con malizia
(o quello che era) ma con quella che sembrava rabbia e se c'era qualcosa di pericoloso, era proprio un William
Beckett arrabbiato. Il fatto era che ormai Tom aveva iniziato ad abituarsi alle attenzioni del suo cantante e ora si
sentiva terribilmente svuotato a non ricevere nulla se non indifferenza. E l'unico appiglio erano le foto che nel
corso del tempo gli aveva fatto.
Era uno dei pochi modi in cui poteva vedere il ragazzo che lo ossessionava ridere. Ma il vero problema, quello
con la p maiuscola, era che lui non si sarebbe dovuto sentire così dannatamente giù, era solamente Will, il
terribilmente lunatico Will. Magari in quei giorni era così irritabile per via del ciclo o cosa, non che William non avesse
l'aspetto e i fianchi di una donna, chi gli diceva che non gli aveva anche nascosto un utero? Deliri a parte, Tom era
disperato e confuso come non mai ed era tutto un dire data la sua più che evidente goffaggine sentimentale e
sociale che non lo aiutava sul da farsi perché non capiva William. Quindi l'unica soluzione era parlare con Will e
cercare di capirci qualcosa dato che ehi, almeno lui avrebbe saputo illuminargli la situazione. E sì, Tom era tanto
coraggioso  quanto stupido e incosciente.
Quindi quella sera, poco prima di salire sul palco, raccogliendo tutto il coraggio che aveva e cercando di ricordarsi il
discorso che si era preparato nel pomeriggio, decise che era il momento di risolvere la situazione.
Trovò Will nel corridoio che portava ai camerini che si stava riscaldando la voce e ne approfittò. Si appoggiò con la
schiena al muro e aspetto che l'altro avvertisse la sua presenza, ma questo non avvenne e siccome sapeva che
l'orgoglio di William non avrebbe fatto altro che fargli perdere tempo, decise di darsi una mossa. Anche perché non
avevano ancora tanto tempo, il gruppo d'apertura aveva quasi finito il loro spettacolo.
" Will, non userò giri di parole... si può sapere che ti prende ultimamente? Ti ho fatto qualcosa?"
Disse Tom a voce abbastanza alta così che l'altro non avrebbe potuto fare finta di non averlo sentito e far si che
finalmente avrebbe avuto la sua attenzione. Ed effettivamente Will lo guardò e Tom dovette dire addio alla sua calma,
ora era totalmente nel panico. E se avesse preso sotto gamba la situazione? Se avesse perso la possibilità di essere
amico di William? William lo fissò stupito prima di ridere senza divertimento avvicinandosi fino a posare un braccio
sul muro così da impedirgli la via d'uscita, intrappolandolo. Era spaventoso il modo in cui lo guardava, sembrava
che volesse prendergli le interiora e giocarci crudelmente.
" Cos'hai fatto? A parte guardarmi e trattarmi come farebbe uno schifoso omofobo dopo che mi hai visto con Ross?
Non hai fatto niente e forse è quasi peggio. E ascolta io non so se voglio questo tipo di persona nella mia band quindi... "
Tom non lo lascio finire e gli rispose indignato, arrabbiato e ancora più confuso. Ormai si masturbava al pensiero di Will...
come poteva essere scambiato per un omofobo?
"Will io non sono un omofobo, te lo posso assicurare. Anzi"
Poi fu il turno di Tom di ridere leggermente distogliendo lo sguardo da Will, che sembrava aver cambiato atteggiamento
e ora lo guardava sospettoso e attento- Attento come un leone che adocchia la sua vittima- prima di avvicinarsi ancora
di più a lui. Erano ancora più vicini, cinque centimetri e i loro petti si sarebbero toccati, cinque centimetri e il suo cuore di
questo passo avrebbe avuto un infarto. Cinque centimetri e William Beckett sarebbe stato la sua fine.
''Tom non è divertente, sai?'' ''Chi ha detto che lo è?'' e poi le labbra di William erano sulle sue, morbide e decisamente
desiderabili. Ma prima che potesse fare qualcosa -qualunque cosa - William si tiro lievemente indietro per guardarlo,per
carezzargli dolcemente una guancia e sorridergli timoroso come non mai. Tom riuscì solo a pensare che mai aveva visto
l'altro così vulnerabile e che avrebbe voluto avere una fotocamera per fotografarlo perché, mai come in quel momento,
poteva vedergli l'anima. Alla fine dopo qualche istante decise di smettere di pensare e di usare le labbra in un modo più
costruttivo. Si avvicinò di poco a Will e questa volta fu lui a baciarlo, a stringerlo a se. Ed è stato come se un focolare
avesse preso improvvisamente fuoco, come se loro avessero preso fuoco bruciando il mondo esterno.
Non c'erano altri, non c'era nemmeno il triste corridoio vuoto. C'erano solo William e lui che si baciavano come nelle
più classiche delle commedie americane e dio, Tom si sentiva come una dodicenne che bacia il ragazzo per cui ha
una tremenda e imbarazzante cotta. Forse, alla fine, anche lui era diventato una donnicciola a furia di struggersi
per William. Ovviamente il momento venne interrotto, dato che avevano pur sempre un concerto da fare, da Sisky
che li chiamava con un sorrisetto ironico. Will dopo averlo mandato cordialmente a quel paese diede un rapido bacio
a Tom per poi prendergli la mano e guidarlo sul palco. Quella notte lo spettacolo non era stato strano: William non perdeva
occasione per stargli accanto e tutto sembrava al posto giusto. Soprattutto quando William gli sussurrò che dopo lo
spettacolo l'avrebbe tenuto in ostaggio in camera sua e lui chi era per rifiutare tale offerta? Quello sembrava essere il
suo lieto fine e intendeva tenerselo bene stretto.


-fine.



Scusate, non ce la faccio proprio a tenere i Panic da parte. In ogni caso ricordo che i commenti sono l'amore  :)
 


   
 
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