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Autore: Morgaine You    29/08/2012    2 recensioni
[Dedicata a Jo Gates♥]
Purtroppo, non è affatto vero che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e Ji Yong sapeva, sapeva che prima o dopo avrebbe dovuto affrontare quella realtà che ormai da troppo tempo evitava.
Questo é il mio primissimo lavoro sui Big Bang, se vi siete sentiti coinvolti o, al contrario, avete delle critiche, ogni opinione é ben accetta (:
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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TIC. TAC.
Le lancette dell’orologio azzurro della cucina segnavano le quattro del pomeriggio.
Una fitta pioggerellina rigava le finestre del palazzo conosciuto per avere una terrazzina con alberi di limoni popolata da corvi.
L’appartamento dell’ultimo piano, quel pomeriggio, era stranamente silenzioso.
La cupa armonia di quel giorno grigio d’autunno sembrava rispecchiarsi nell’animo dei cinque coinquilini.
Il televisore trasmetteva uno di quei banali programmi di cucina occidentali che solitamente erano seguiti dalle anziane sole o dalle coppiette annoiate.
Ma, in quell’appartamento dell’ultimo piano, andava a vuoto.
Taeyang, sdraiato sul divano davanti a quella scatola elettronica, era ormai caduto da quasi mezz’ora in un sonno profondo.
 
La moca del caffè fischiò più volte, ma nessuno potè evitare che il liquido amaro fuoriuscisse.
Nella stanza che dava alla strada infangata, Daesung osservava Ji Yong piegato sulla scrivania, intento a comporre il loro nuovo singolo.
Una canzone d’amore, aveva detto.
Una canzone d’amore dove i due amanti avrebbero trovato, finalmente, il loro lieto fine.
Finalmente, dopo un periodo di interminabile lontananza.
Il movimento della mano di Ji Yong ricordava a Daesung il dolce cullare delle onde del mare.
Poteva sentire la brezza sul suo viso e l’aria salmastra che tanto gli piaceva.
La sabbia sotto i piedi era fresca e liscia.
Forse, dopo aver terminato il tour, si sarebbero potuti concedere una vacanza.
 
Ji Yong sorrideva; sorrideva come non era stato capace di fare per tanto tempo, e forse Daesung l’aveva notato.
Avrebbe voluto salire in cima alla torre più alta della città, e gridare il suo amore per SeungRi.
E SeungRi, dalla piccola finestra del palazzo con una terrazzina con alberi di limoni popolata da corvi, gli avrebbe risposto.
Ma qualcosa, gli impediva di andare a cercare quella torre alta; Ji Yong aveva paura.
Paura che se avesse parlato ad altri dei suoi sentimenti, questi sarebbero svaniti come la neve ai primi raggi di sole primaverile.
Aveva assaggiato il dolce nettare dell’amore, e non sarebbe stato capace di rinunciarvi.
Trovò rifugio nella musica: tradusse l’ondata di emozioni che lo avevano da poco travolto in parole, parole che avrebbero raccontato la storia di due innamorati lontani, ma tenaci, capaci di resistere alle mille sfumature del tempo.
E sorrideva pensando a quelle labbra rosse, a quella pelle di seta, e alle impercettibili vibrazioni di essa.
Avrebbe voluto correre da SeungRi, abbracciarlo, toccarlo ancora, ma no, non poteva.
Non sapevo per quanto tempo sarebbero riusciti a nascondere un tale affaire, ma questo non lo preoccupava molto; si fidava degli altri tre compagni, avevano condiviso con loro anni di fatiche e successi, e sicuramente non li avrebbero abbandonati ora.
E intanto sorrideva.
 
SeungRi uscì dalla doccia con non poco sforzo.
Solo un bagno caldo era riuscito a calmare i fremiti del suo corpo, ancora sensibile al tocco di Ji Yong.
Il suo respiro si era appena fatto regolare, e il marmo freddo del pavimento lo riportò alla realtà.
No, non era un sogno.
Da tempo aveva notatogli sguardi carichi di tristezza di Ji Yong e, una mattina, lo aveva sorpreso in camera sua, ma non aveva detto nulla.
Non poteva certo immaginare quanto quel ragazzo aveva sofferto.
 
Ancora immerso nel vapore afrodisiaco della stanza, cercò di afferrare l’asciugamano.
Quando vide una mano emergere dall’ombra per porgerglielo, il suo cuore sussultò.
“Ah, Seung Hyun, sei tu..”
Seung Hyun era appoggiato con la schiena alla porta del piccolo bagno, i capelli in disordine e le braccia conserte.
“Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese, coprendosi l’inguine con il morbido pezzo di stoffa bianca, ma non ricevette risposta.
SeungRi iniziava a sentirsi a disagio; gli occhi dell’altro non lo lasciavano un istante.
Il più giovane tentò di ignorarlo, ma quando tentò di uscire, Seung Hyun gli bloccò la strada con un braccio, e chiuse a chiave l’uscio.
“Che ti prende, Sung-“
Seung Hyun rapidamente capovolse le loro posizioni, e SeungRi si ritrovò egli stesso con le spalle all’uscita.
Iniziava a mancargli il respiro.
“Cosa ti ha fatto quello?”
Lo sguardo di Seung Hyun era iniettato di sangue.
Il maknae era impietrito; fissava l’altro, ma non trovava la forza per reagire.
“Dimmelo SeungRi, cazzo, ti ha toccato? Dimmelo, per l’amor del cielo!”
“T-Tutto questo non ha niente a che fare con te, Seung Hyun”
Finalmente, dopo alcuni interminabili secondi, SeungRi riuscì ad affrontare lo shock iniziale, ed a controbattere alle irruenti parole dell’amico.
 
Amico? No, da tempo Seung Hyun non era più un amico per lui.
Una sera, durante il tour estivo, sotto un tetto di brillanti stelle, forse la notte di San Lorenzo, gli aveva confessato si essersi innamorato di lui, ma SungRi l’aveva rifiutato.
Da allora si erano evitati; o meglio, SeungRi fingeva che non fosse successo nulla, eppure sulle sue spalle gravava un forte senso di oppressione costante.
Seung Hyun lo seguiva in ogni suo movimento, badando di tenersi lontano, per far capire a SeungRi di non aver ancora risolto la spinosa questione.
Un’ombra; un’ombra sottile, percepibile sono da lui, questo desiderava Seung Hyun.
 
“SeungRi, vi ho visti, prima, nella terrazzina. Cosa voleva da te, eh?”
Era appena stato catturato dall’ombra.
“Come ti ho appena detto, questa faccenda non ti riguarda minimante. I miei sentimenti per te non sono cambiati, in questi mesi. Sei un amico, nulla di più. Non potrò mai amarti”
SeungRi vide il volto dell’altro sbiancare leggermente, per poi contrarsi in una smorfia di acceso odio; l’aveva afferrato per un braccio, poco prima, e quella forte presa non accennava a diminuire.
Era forte, Seung Hyun, più forte di quanto si fosse mai immaginato.
“SeungRi, potrai non amarmi mai, ma non ti permetterò di andare da lui!”
Seung Hyun stringeva ora il gracile collo di SeungRi  nella morsa della sua mano destra, e, solo quando alcuni lividi scuri iniziarono a comparirgli sotto il mento, lo lasciò.
SeungRi cadde a terra, quasi esanime e non si accorse che l’altro aveva aperto la porta e se n’era andato, lasciandolo lì, solo e nudo, riverso sul pavimento.
Gli doleva tremendamente la testa, e, d’un tratto, non distinse più i suoni provenienti dall’esterno.
Bianco.
Il mondo si era mutato in una vasta distesa di colore bianco.
 
Taeyang sentì l’uscio di casa sbattere violentemente, e si svegliò di soprassalto.
Alla televisione continuavano insistentemente a trasmettere quel noioso programma di cucina, e nessuno si sarebbe alzato per vedere da dove proveniva quell’odore di caffè bruciato.
 
Il rumore sordo proveniente dall’atrio scosse anche Ji Yong.
Desung, accovacciato sul letto, si limitò a voltarsi di lato.
Il ragazzo biondo uscì dalla stanza, ma non vide nulla di strano; solo, il grave silenzio che era piombato tra quelle quattro pallide mura era angosciante.
Sentiva che era accaduto qualcosa.
Con la coda dell’occhio vide una leggera luce filtrare dalla porta semiaperta del bagno, nella penombra; la luce era fioca, e pallida.
Tentò di entrare, ma qualcosa glielo impedì, forse un oggetto caduto dal disordinato armadietto di Taeyang.
Accese la luce e, quando vide quel raccapricciante spettacolo, si sentì mancare.
 
SeungRi era steso a terra, accartocciato su se stesso come una larva appena nata; delle piccole macchie di sangue si mischiavano all’acqua fuoriuscita dalla doccia.
Ansimava, SengRi, e blaterava parole incomprensibile all’orecchio umano; delle chiazze violacee sporcavano il suo bel corpo all’altezza del collo e dell’avambraccio sinistro.
Ji Yong deglutì.
Si inginocchiò accanto all’amato, dimenticando le lacerazioni alle ginocchia, e gli prese delicatamente il volto tra le mani.
Gli occhi di SeungRi erano aperti, e quando incontrarono quelli del suo compagno, si distesero sensibilmente, pur mantenendo un’espressione si latente paura.
“SeungRi..oh, dei..che ti è successo..cosa ti hanno fatto?”
Ji Yong abbassò la voce, in modo che gli altri non entrassero e vedessero quella triste scena.
Accarezzandogli il braccio ferito, si impose di non piangere.
Si sfilò la maglietta e aiutò SeungRi, ancora semi-incosciente, a rivestirsi.
Tossiva sommensamente, e non riusciva a reggersi in piedi.
Preso da un improvviso impeto di rabbia e dolore, Ji Yong se lo caricò sulle spalle, e per quanto potesse pesare, per nulla in quel maledetto mondo lo avrebbe lasciato cadere.
 
Raggiunsero la stanza di SeungRi, posta a sinistra di quella di Daesung e Ji Yong; di Taeyang e Seung Hyun non vi era traccia.
Ji Yong spostò con un unico gesto coperte e vestiti, e adagiò gentilmente l’altro sul letto.
Andò in cucina per prendere del ghiaccio, e quando vide il caffè sparso a terra non si fermò a pulire.
La pioggia era cessata.
 
SeungRi si riprese un poco solo un’ora dopo.
Ji Yong era rimasto al suo fianco tutto il tempo, tamponandogli la fronte con un panno bagnato e ascoltando i lamenti provenienti dal suo inconscio, asciugandogli le lacrime dopo ogni incubo.
“Ji Yong..”
“SeungRi! Riesci a parlare?”
“Credo di sì…mi fa molto male la gola..”
Si toccò i segni violacei sul collo, e si riproposero ai suoi occhi quei pochi, orribili minuti nel bagno.
“SeungRi…chi ti ha fatto tutto questo?”
La domanda diretta sorprese SeungRi, che prontamente si voltò in un’altra direzione.
“SEUNGRI! Ascoltami, per una volta. Devo sapere chi ti ha ridotto in quel modo!”
Ji Yong si era alzato in piedi, e camminava avanti e indietro percorrendo la stretta stanza da un lato all’altro.
“Taeyang? E’ stato lui, piccolo bastardo… Lo farò a pezzi… O forse Daesung? No, impossibile, era con me.. possibile che..”
“Seung Hyun”
Ji Yong si fermò, dando le spalle a SeungRi.
“Seung Hyun. E’ stato lui”
Si voltò verso il ragazzo biondo, ma non riusciva a vederlo in volto; vide però i le nocche delle sue mani diventare bianche, contratte in una poderosa stretta.
 
SeungRi percepiva la carica di sentimenti contrastanti a cui stava andando incontro Ji Yong; Seung Hyun era sempre stato il suo migliore amico.
Ma sapeva che neanche per il suo migliore amico, questa  volta, avrebbe avuto pietà.
“Ji Yong, parlami..”
 
“Ji Yong, parlami..”
Ji Yong sentì a malapena quelle tre parole quasi sussurrate; suonavano come quelle preghiere recitate dai marinai nelle notti di tempesta.
Venivano pronunciate al vento, e così il vento le trascinava con se.
Si guardò le mani. Cosa avrebbero potuto fare, quelle mani?
Avrebbero punito il colpevole di quell’atto infame.
Cosa si nascondeva dunque dietro la maschera impassibile quale era il volto di Seung Hyun?
Ji Yong si chiese da quanto tempo veniva ingannato.
Si era lasciato trasportare dal suo sorriso amichevole e dal falso cameratismo di quel gigante dalla battuta pronta.
Come aveva potuto essere così ingenuo?
Si convinse di essersi fatto distrarre da SeungRi; non trovava altra spiegazioni.
Si avvicinò alla finestra, gli occhi attenti a captare il minimo movimento intorno alla strada; era buia, il sole era in procinto di tramontare.
I vetri, leggermente appannati e ancora rigati dalla precedente pioggia, offrivano una vista spettacolare: sembrava che quella sfera incandescente piangesse; e piangeva perché poteva immedesimarsi in Ji Yong, e sentirsi tradita due volte.
Tradita dalla bestia che non aveva rivelato la sua reale natura, e dalla preda che l’aveva protetta.
 
Ji Yong con un pugnò ruppe la finestra, e migliaia di frammenti trasparenti si sparsero sul pavimento e fuori, sul davanzale.
A quell’ennesimo rumore, Deasung e Taeyang accorsero nella camera, esasperati.
“Ji Yong?! Si può sapere cosa stai combinando? Perché hai rotto la finestra?”
Taeyang prese per le spalle il ragazzo biondo e lo prese per le spalle, scuotendolo.
“Hai forse fumato? Non riesco proprio a capirti”
“Fermati, Taeyang!”
Daesung si era intanto seduto sul letto accanto a SeungRi, notando le sue ferite.
“Credo ci dobbiate delle spiegazioni”
Calmo e pacato, Daesung sapeva come gestire queste situazioni; ma, questa volta, neanche lui sarebbe stato preparato ad affrontare il racconto del maknae.
 
Passarono dieci minuti, o forse molto di più; il buio era calato sulla città,e di nuovo l’appartamento del terzo piano era immerso in un silenzio innaturale.
Daesung sedeva ancora vicino a SeungRi, accarezzandogli le gambe; Taeyang, in piedi appoggiato alla parete piena di poster, non aveva aperto bocca per tutto il tempo.
Ji Yong era abbandonato a terra, con le gambe malconce circondate dalle braccia.
Si sarebbe detta la scena di un quadro, una di quelle tele del periodo romantico collezionate in ville lussuose.
Non era riuscito a trattenere le lacrime stavolta.
Più SeungRi proseguiva con quel triste racconto di violenze, più lui sentiva qualcosa scavare nelle sue viscere, e un vuoto incolmabile formarsi nella sua mente.
 
Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti...*  Ma quale autore sarebbe mai stato in grado di scrivere un copione così imprevedibile e inaspettato?
 
“Dobbiamo trovare Seung Hyun”
La voce calda di  Taeyang ruppe il gelo tra loro.
“E poi?”
Daesung pose l’unica domanda a cui nessuno voleva rispondere.
SeungRi e Ji Yong incrociarono i loro sguardi, e entrambi rivelavano una profonda,inconsolabile tristezza.
“Poi…si dovrà scegliere”
 
Allo spuntare della luna i quattro uscirono dalla palazzina.
Le luci lungo le strade erano a malapena sufficienti, e i gatti miagolavano affamati intorno al quartiere.
Lo cercavano, ma nessuno voleva pronunciare il suo nome; ma non dovettero andare lontano.
Seung Hyun se ne stava seduto su una panchina vicino alla fermata dell’autobus numero 52, a pochi metri dalla loro abitazione.
Teneva la testa bassa, e fumava una sigaretta; per terra giacevano decine di mozziconi di sigaretta.
“Vado a parlargli”
“No SeungRi, andrò io”
Ji Yong avanzò di qualche passo, lasciandosi gli altri tre compagni alle spalle.
Toccava a lui, lo sapeva; era la sua battaglia, doveva affrontare una delle sue paure.
Ma per SeungRi avrebbe fatto qualunque cosa, anche abbandonare il suo migliore amico.
 
Seung Hyun sentì dei passi, e voltandosi verso destra vide una piccola figura avvicinarsi.
Quando la luce notturna gli illuminò il viso, riconobbe Ji Yong.
Si alzò in piedi, di scatto, e l’ennesima sigaretta gli scivolò dalle mani.
Deglutì Seung Hyun, ma la sua gola era secca; quella silohutte  quasi indistinta che si avvicinava a lui gli ricordava gli spiriti che vagavano per la notte in cerca di pace, ma raramente la trovavano.
Dal suo sguardo gelido intuì che doveva aver scoperto quello che era accaduto tra lui e SeungRi.
“Ji Yong, ascolta, mi dispiace, non volevo fare nulla a SeungRi. Mi conosci, non farei del male ad una mosca. Ero solo sorpreso di avervi visto insieme nella terrazzina, e-“
Seung Hyun non fece in tempo a finire la frase che Ji Yong gli assestò un un pugno allo stomaco, che rinchiudeva in se tutta la delusione e il disprezzo accumulati per lui in poche ore.
Seung Hyun si piegò a terra, proteggendosi con le lunghe braccia.
Tossì, e insieme alla saliva vide qualche goccia di sangue.
“Bastardo”
Un colpo al fianco sinistro lo fece boccheggiare nuovamente.
“J-Ji..”
“Alzati, razza di codardo!”
Ji Jong prese Seung Hyun per il colletto della felpa, e sbattendolo addosso alla cabina della fermata.
Il dolore lancinante alla nuca fece temere a Seung Hyun di perdere i sensi.
“Guardami negli occhi, Seung Hyun. Guardami. Ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai rovinato tutto. La nostra vita, la nostra carriera, la nostra amicizia. Non potrò mai più fidarmi di te, lo sai questo? Ti mostri puro e innocente agli altri, ma dentro sei marcio, e nero come la pece. La tua gelosia non è stata fermata dalle barriere del buon senso; non hai saputo accettare quel no di SeungRi, e per questo hai deciso di perseguitarlo. Hai idea di come si senta ora? E di come mi sento io? Mi hai tradito, Seung Hyun, non hai saputo controllare il tuo desiderio per una persona che non potrai mai avere, e questo, questo è ciò che meriti!”
Ji Yong mollò bruscamente la presa su Seung Hyun che finì nuovamente a terra; il braccio sinistro forse era rotto.
“Ora te ne andrai, lontano da tutti, e soprattutto lontano da SeungRi. Se ti azzarderai a toccarlo, o solamente cercarlo un altro volta, ti trascinerò in tribunale con la forza, se necessario, e ne risponderai alla giustizia”
Il ragazzo biondo lo continuava a fissare dall’alto.
Silenzio.
Vorrei non averti mai conosciuto.
Ji Yong sembrò volersi voltare, e andarsene, ma non appena Seung Hyun riuscì debolmente a rialzarsi, si gettò nuovamente contro di lui, spingendolo indietro; Seung Hyun, sentendo mancare sotto i piedi l’appoggio del marciapiede, cadde in mezzo alla strada.
 
Fu un lampo.
Ji Yong non aveva visto la macchina arrivare, ne l’autista si era minimamente accorto delle due figure al lato della strada.
La macchina, un vecchio modello anni ’90 dal colore rosso vermiglio, non potè evitare Seung Hyun, che non fece in tempo ad alzarsi.
Un rumore sordo raggiunse Daesung, Taeyang e SeungRi, che ancora di trovavano a qualche metro dalla fermata dall’autobus numero 52.
Dei fari abbaglianti, il grido rotto di Ji Yong; ma nessun gatto ora, miagolava più.
Il mondo si era fermato, il vento aveva smesso di soffiare, e le persone di respirare.
Ma il rivolo di sangue che sgorgava copioso dalla nuca di Seung Hyun, quello no, non voleva seguire le regole del mondo.
 
In pochi minuti, una piccola folla si era radunata intorno al corpo esanime di Seung Hyun, e la polizia aveva portato via il conducente della macchina.
Le sirene dell’ambulanza risuonavano lontane, e la giornalista della televisione locale cercava di raggiungere quelle quattro sagome inginocchiate intorno al corpo.
Daesung si guardava intorno, ma non vedeva nulla; le lacrime gli offuscavano la vista, i singhiozzi non gli permettevano di parlare.
Taeyang aveva abbracciato SeungRi, comprendo gli il volto, impedendogli di guardare.
Ji Yong, incurante del liquido rossastro che gli macchia i vestiti, aveva appoggiato la testa di Seung Hyun sulle sue ginocchia.
L’espressione di Seung Hyun era serena, sotto la liquida maschera scarlatta.
Ji Yong si chiese se fosse riuscito finalmente a liberarsi dai fantasmi della sua anima.
Appoggiò un orecchio, delicatamente, al suo petto.
Ma non sentì nessun battito.
Arrivò l’ambulanza, ma Ji Yong non accennò a volersi muovere.
Tutto l’odio che provava per il compagno ora si era trasformato in un rimorso che gli serrava le viscere.
In un impeto di collera, non era riuscito a trattenersi, e, ora, non gli restava che piangere.
Piangere per l’unico vero amico che era riuscito a conquistare nella sua vita, e che, per sfortuna o per destino, si era trasformato in un nemico.
L’amore, sincero per uno, travolgente per l’altro, li aveva portati in una galleria profonda e tetra, di cui non avevano scorto la fine.
L’orrore è reale, la vita umana un sentiero ombroso di cui non si conoscono i pericoli, e raramente gli dei aiutano chi vi si perde.
Urlò Ji Yong, urlò tutto il suo dolore contro il cielo notturno, ma le nuvole fitte gli impedirono di raggiungerlo.
E,intanto, ricominciava a piovere.
 
 



 
-Angolo Me-
Il finale di questa storia mi procurerà gli incubi per un mese, ne sono certa.
*Questa frase è tratta da Come vi piace di William Shakespeare.
Spero che non siate rimasti delusi, Arigatou!
Scusate, ma ora devo scappare a scuola guida çAç
Non imparerò mai a guidare. *FACEPALM
   
 
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