“Dovevo essere ubriaco per
chiederti di fare... QUESTO!!!”
“Non essere lagnoso, Kurotan, e prova questi!”
Con un grugnito, Kurogane
rientrò nell’angusto camerino con l’ennesimo paio di pantaloni che lo stupido
mago gli aveva cacciato in mano.
Erano di un azzurrino
slavato, con decisamente troppi bottoni ed un’inutile
tasca all’altezza del ginocchio. Già li
odiava, ma nella scomoda situazione in cui si era ritrovato non poteva fare
troppo lo schizzinoso.
Tutta colpa dello
shiromanjuu! Doveva proprio sputarlo nel nuovo mondo dritto dritto
su un cespuglio di rovi?!
Al di là
dei graffi, dai quali un ninja
grande e forte come lui non si faceva certo spaventare, il vero problema erano
stati i suoi pantaloni. Erano rimasti impigliati inestricabilmente ai rovi e, quando
era riuscito a venirne fuori con un possente e rabbioso strattone, avevano
finito per strapparsi. Il mantello l’aveva aiutato a raggiungere il loro
attuale alloggio senza doversi preoccupare che i passanti (o peggio, i suoi
compagni di viaggio) scoprissero di che colore fossero le sue mutande, ma
sapeva che quella non poteva essere una soluzione definitiva.
In tutta la sua vita, il
ninja non aveva mai dovuto procurarsi dei vestiti da solo, era abituato ad
indossare quello che gli veniva offerto (e questo lato
del suo carattere la diceva lunga sul perché, in un punto indeterminato della
sua adolescenza, si fosse ritrovato in un vestito rosa coi merletti... questa
però è un’altra storia...), ma stavolta il ragazzino e la principessa
sembravano troppo concentrati nella ricerca delle solite informazioni
riguardanti strani fatti imputabili ad una delle piume della ragazzina per
preoccuparsi dei suoi problemi di abbigliamento, ed essendosi portati dietro lo
shiromanjuu, a Kurogane non era rimasta che una sola alternativa.
Ecco perché si trovava da
ore in quello sterminato negozio, con un migliaia di
orribili pantaloni che continuava a mettere e togliere ed un’insopportabile
stupido mago che lo tormentava oltre la tendina del camerino di prova.
“Come ti vanno,
Kurobuu?”
“Non mi entrano nemmeno...”
Ed era tragicamente vero. Il taglio attillato
dell’indumento impediva al ninjia di infilarselo
oltre il ginocchio.
“Ma
com’è possibile, è la taglia più grande che hanno! Forse non sei capace di
metterli... forse dovrei dare un’occhiata...”
“Non osare!!!”
Kurogane bloccò l’esile
tendina prima che Fay avesse la possibilità di scostarla
e sbirciare dentro. L’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era essere visto con le braghe calate da un idiota
che avrebbe sicuramente fatto qualche commento di troppo (ed a voce troppo
alta, sicuramente).
“Ma
Kuropon, come pretendi che possa aiutarti se non mi
lasci controllare?” piagnucolò Fay con fare lamentoso.
“Questi non vanno bene e
sono comunque orripilanti! Fine del dicorso!”
Fay rinunciò con un sospiro
e Kurogane riuscì finalmente a togliersi da attorno le
caviglie quei maledetti pantaloni. Rientrato nei suoi più comodi, seppur
strappati, indumenti e riparato dal mantello ancora una volta, uscì dal
camerino.
“Basta, non c’è niente da
fare. In questo stupido mondo non esistono dei pantaloni che mi vadano bene!”
“Non è da Kuro-sama arrendersi così! In fondo abbiamo controllato
solo nel reparto dei nuovi arrivi...”
...reparto che era grande
come tutte le case in cui si erano insediati messe insieme... Per quanto riguardava il ninja, era ben oltre il suo livello
di sopportazione.
“Non proverò nessun altra di quelle trappole di stoffa! Mi hai fatto
provare pantaloni stretti, pantaloni larghi, pantaloni così assurdamente larghi
che ci stavo dentro due volte ma erano comunque troppo
corti, pantaloni con tasche inutili dappertutto, pantaloni rosa, quegli
impossibili pantaloni di pelle che erano così attillati da bloccarmi la
circolazione e nessuno, neanche mezzo, mi andava anche lontanamente bene!!!”
“...beh... quelli di pelle
non erano poi così male...” commentò
soprapensiero Fay, momentaneamente distratto da paradisiache immagini del
fondoschiena del ninja fasciato da pelle nera aderente.
“Basta, mi arrangerò così
finché la palletta di pelo non ci sputerà in un mondo
meno stupido di questo!!!”
“Non fare così Kuromyuu! Qualcosa troveremo! Dai,
facciamo un ultimo tentativo!” e Fay cominciò a
fissarlo con un’espressione supplice e sbattendo le ciglia, e per quanto
a Kurogane scocciasse ammetterlo, gli riusciva difficile impuntarsi troppo sul
mago, nonostante fosse la creatura più irritante dell’universo.
“...uno soltanto...” concesse, evitando lo sguardo di Fay.
“Hyuu
Kuro-sama! Vedrai che stavolta troverò qualcosa che
ti vada bene!” e detto questo, sparì in mezzo al labirinto di vestiti appesi su
grucce e manichini.
Kurogane rientrò rassegnato
nel camerino e già si stava slacciando il mantello ancora una volta quando Fay
fece capolino da dietro la tendina, con un’espressione soddisfatta.
“La vuoi piantare di entrare
nei camerini altrui???”
Non si era ancora spogliato,
ma quella mania del mago lo mandava in bestia.
“Il mio Kuropii
è imbarazzato! Oh che tenerezza!” esclamò letteralmente estasiato Fay, entrando
completamente nello strettissimo camerino, costringendo Kurogane a ritirarsi
verso la parete.
“Esci immediatamente, idiota!!!”
“Awww
ma perché? In fondo io sono qui solo per aiutarti...”
“Per aiutarmi a diventare
matto! Ora vai FUORI!”
Fay non rispose, né accennò
ad ubbidire. Sulle sue labbra si dipinse un sorrisetto
furbo che a Kurogane fece salire un brivido lungo la colonna vertebrale (un
brivido alpinista, considerato quanto diavolo è alto Kurogane!). Col panico che
si andava a sostituire all’arrabbiatura, il ninja si rese conto che Fay si
stava avvicinando.
“Perché
altrimenti cosa mi fai, Kuro-sama...?” gli sussurrò
con fare lascivo, allungando le braccia e circondandogli il collo.
Kurogane si ritrovò
improvvisamente un Fay dallo sguardo languido tra le braccia ed agì prima di pensare.
Non che fosse una novità per lui, in fondo... Era sempre stato un uomo
d’azione... Ma non certamente di quel genere di azione.
Il panico si trasformò di
botto in qualcos’altro, qualcosa che Kurogane preferiva evitare di
classificare, ed invertendo le loro posizioni, bloccò il mago al muro e lo
baciò. Fay, che aveva scoperto proprio quel giorno
quanto trovasse sexy Kurogane con i pantaloni tutti strappati, si guardò bene
dal lamentarsene.
*
“Kuro-sama...”
mormorò Fay, cercando di richiamare con poca
convinzione l’attenzione di Kurogane.
“Ma
non stai zitto proprio mai...?” gli rispose Kurogane per senza interrompere la
sua attuale occupazione.
“Kuro-sama,
non credo che sia il caso... in un camerino...”
“Mh...
non vedo dove sia il problema...”
“Se
ci arrestano per atti osceni in luogo pubblico, chi si occuperà dei bambini?”
Kurogane si vide costretto
dalla propria coscienza paterna, recentemente sviluppata e non ancora del tutto
accettata, a bloccarsi ed a mettere un po’ di distanza tra sé ed il mago.
“E
poi dobbiamo ancora trovarti dei vestiti nuovi!”
“Già... prima avevi detto di
aver trovato qualcosa...”
Il ninja non era più
interessato all’argomento però. La vista di Fay col viso arrossato e i capelli
scompigliati era una distrazione ben più piacevole.
“Oh sì! E’ semplicemente
perfetto!”
Fay si chinò a raccogliere
l’indumento che era andato a finire rovinosamente per terra e lo mostrò al
ninja.
Dapprincipio Kurogane
nemmeno lo vide, ancora perso a notare quanto fosse
interessante Fay con quell’aspetto ‘disordinato’.
Poi se ne accorse.
“Cosa
ne pensi di una bella e comoda gonna, Kuro-chan?”
Le commesse del negozio
raccontarono per anni ed anni di quei due ragazzi così affascinanti (Uno
aveva addirittura i pantaloni tutti strappati, che uomo sexy!) che erano
sfrecciati attraverso il negozio, uno ridendo e l’altro lanciando improperi irripetibili, ed erano spariti oltre la porta d’ingresso a
tale velocità da lasciare tutti i presenti nel dubbio di aver avuto una strana
allucinazione collettiva.
*
Almeno i pantaloni del
pigiama gli andavano bene in quello stupidissimo
mondo...
Uscito dal bagno, dopo aver
calmato i suoi bollenti spiriti, Kurogane voleva solo andare a dormire e
dimenticarsi di quella giornata infernale.
Beh... non
che fosse stata poi così male...
Flash di lui e lo stupido
mago in un camerino gli attraversarono la mente come dei bisonti impazziti, ma
prima che potesse decidere che quella era stata, in fondo, una gran bella
giornata, gli ritornò alla mente l’imbarazzante gonnella rosa che Fay aveva
cercato di propinargli.
Brontolando nuovi e vecchi
insulti entrò nella sua stanza e si accasciò sul
letto.
Sentì subito un certo
fastidio alla schiena, come se si fosse sdraiato su qualcosa che non fossero
lenzuola. Si alzò per controllare cosa gli stesse
dando noia, ed eventualmente eliminarlo senza troppi problemi, e si ritrovò in
mano i propri pantaloni.
Per un attimo gli venne il
dubbio che non lo fossero perché, a differenza dei
propri, quelli erano perfettamente intatti.
Eppure, controllando e ricontrollando, erano proprio i
suoi...
Fay passò fuori
dalla porta e diede un’occhiatina dentro la stanza del ninja, trovandolo
immerso nell’analisi dei pantaloni.
“Spero vadano bene!” esclamò
entrando.
L’espressione di
sbigottimento con cui Kurogane lo fissò era impareggiabile, scalava
pesantemente tutte le sue personali classifiche.
“L’hai fatto tu?” domandò
sinceramente sconcertato il ninja, non tanto perché trovasse strana l’idea di
Fay che si dava al cucito, quanto perché era stupito che il mago l’avesse
tirato spontaneamente fuori da una situazione per la
quale avrebbe potuto tormentarlo per giorni e giorni.
Fay sorrise compiaciuto ed
approfittò dello sconcerto del ninja per avvinghiarglisi al collo.
“Certo! Non potevo certo
lasciare il mio Kurochii andare in giro con le
mutande di fuori, no?”
*
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Owari
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Questa storia è dedicata
a Li Wei, perché lei SA cosa sia lo stress di portare
in giro una persona che non trova pantaloni di suo gradimento!
Grazie mille, mi spiace
solo di non averti potuto offrire un Kurogane con cui pomiciare nel camerino...
ç___ç