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Autore: Brin    29/08/2012    12 recensioni
“Cosa faresti se non potessi morire?” è un problema che Gemma non si pone, non quando il cancro si sta portando via il suo ragazzo. L'unica soluzione che riesce a vedere è rappresentata dal Vitotal, una medicina che tutti hanno imparato a conoscere come “il farmaco dell'immortalità”. Un miracolo realizzato che ha privato il mondo della propria umanità. Per averlo Gemma è disposta a tutto, persino a gettarsi tra le braccia di quelli che dal Vitotal si sono fatti corrompere fino al midollo. Persino ad appartenere ad “Hannibal”. Così infatti è conosciuto Dante, uno che dal Vitotal è stato compromesso talmente a fondo da portare gli effetti nel corpo e nella mente.
In un mondo che assieme alla morte ha perso anche la sua umanità, come può ancora esistere l'amore?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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vitotal
ATTENZIONE!
Vitotal NON È una storia per stomaci delicati. E' violenta, non so bene ancora fino a che punto (cioè quanto saranno descrittive le scene), ma metto già da subito le mani avanti anche soltanto per gli argomenti che ricorreranno nella trama. Se siete impressionabili, allora probabilmente questa storia non fa per voi. Per tutti gli altri invece, buona lettura.






CAPITOLO 1
Foglietto illustrativo del farmaco


*


L’avevano presentata all’umanità gridando al miracolo, acclamandola come la scoperta più importante del millennio. Una chimera divenuta realtà. Un sogno bramato troppo a lungo, inseguito da infinite generazioni di uomini.
Poeti, scienziati, filosofi: era stata per tutti un mito da coltivare lungo i secoli, così splendente e irresistibile da non poter essere dimenticata. Una promessa capace di scatenare contemporaneamente le migliori virtù dell’uomo e le sue peggiori voglie.
Una fantasia diventata reale, condensata in una pillola piccola e immacolata capace di contenere in pochi milligrammi le più grandi speranze di tutta l’umanità; un grumo di sostanze chimiche pesante come una piuma, così importante da valere il premio Nobel per la medicina.


*


VITOTAL
Foglietto illustrativo del farmaco


CHE COS’È
Vitotal pastiglie da 10 mg è un agente farmaceutico appartenente all’ordine delle panacee.

PERCHÈ SI USA
Per il trattamento di sintomi di ogni tipo e di qualunque gravità. Vitotal pastiglie è il farmaco dell’immortalità, studiato per aiutare il fisico a rimettersi da qualunque malattia, lesione o ferita.

EFFETTI INDESIDERATI
Durante la sperimentazione non sono stati riscontrati effetti indesiderati.


*


Dopo millenni trascorsi a inseguire le sue tracce mistiche, l’immortalità era diventata improvvisamente un dato di fatto costoso e discusso; un lusso entrato a pieno titolo tra i diritti inalienabili dell’uomo e, soprattutto, del malato.
Grazie all’esistenza del Vitotal sconfiggere la morte era diventata una possibilità concessa dalla mutua a chi ne avesse effettivamente bisogno; una scelta comprata attraverso i soldi da chi, invece, era affetto da un’ingordigia che non conosceva fine.
Vitotal significava vita eterna: una promessa d’oro, splendente e bellissima come il più fulgido specchietto per le allodole. Una rosa rara, meravigliosa, impossibile da non desiderare.
Un paradiso irresistibile capace di cancellare in un istante la più profonda di tutte le paure dell’animo umano. Un desiderio che celava sotto la sua perfetta superficie un inferno senza fine.
Perché rinunciare alla morte aveva un prezzo tremendo, uno scotto che doveva essere pagato in eterno e, una volta comperata l’immortalità, non c’era più possibilità di scelta. Non era concesso tornare indietro.
E soltanto in quel momento, con quel contrappasso soffocante a cui non si poteva sfuggire fisso sopra la testa, la morte diventava un miraggio agognato che non poteva più essere raggiunto.
Perché c’era una condanna peggiore della morte, ed era vivere in eterno.


*


Profumavano di pulito, di cura, di prodotto confezionato e inscatolato per apparire almeno un po' appetibile. Schiave in riga.
Tutte con lo sguardo basso, le mani legate dietro la schiena; merce in attesa di un destino che sarebbe piombato sulle loro teste da un momento all'altro.
Avevano imposto a tutte loro di non guardare ciò che si stava consumando di sotto: dovevano aspettare senza fare rumore, zitte e calate in pieno nel ruolo che era arrivato assieme alla prigionia – quello di oggetti - mentre quelli, attorno a loro, lasciavano che quello spettacolo osceno li consumasse fino all'osso.
Non importava quante grida avrebbero sentito, sovrastate dalla voce folle del pubblico: l'ordine ere essere invisibili, e lì dentro quasi tutte non desideravano altro che sparire agli occhi di chiunque avrebbe posato lo sguardo su di loro. Tutte tranne lei, che cercava di strappare quanta più libertà possibile all'ordine che le aveva costrette all'ignoranza.
Con la testa appena un po' più alta - una manciata di millimetri che le permettevano di spingere lo sguardo fino alla balaustra oltre la quale si apriva il vuoto dell'arena, il cuore che batteva imbizzarrito e il terrore di essere beccata che ne accelerava il ritmo -, faceva finta di restare perfettamente nei ranghi. In realtà guardava la folla gridare elettrizzata, spiava gli uomini massacrarsi ai piedi di quell'arena come fossero bestie; e poi il sangue che bagnava le loro mani, la morte che li abbracciarva senza però mai riuscire a prenderli, l'agonia che gli mangiava gli occhi e rendeva il loro volto una maschera di grottesco orrore.
Guardava, troppo irrequieta per riuscire ad accettare a occhi chiusi l'idea di essere reclamata come trofeo da chissà chi; troppo annichilita per riuscire a distogliere lo sguardo da quello spettacolo che, Dio, non poteva in alcun modo essere umano. Guardava, perché l'idea di non poter vedere in faccia il destino che le si sarebbe presentato davanti la faceva impazzire.
Guardava, Gemma, perché era la sola cosa che potesse fare.


*


NOTE DELL'AUTRICE


Lo so, vi starete chiedendo perché sono ancora qui, con il terzo prologo di una nuova storia in due mesi. L'ho detto altrove che il mio rapporto con l'ispirazione ultimamente è un po' problematico, e lo dico anche qua. Il fatto è che Vitotal è sempre stata una storia che in un modo o nell'altro mi ha tormentata a momenti alterni, e ora grazie anche alle ragazze del gruppo mi è proprio esplosa nel cuore.
E credo che lo sappiate meglio di me, quando una cosa vi esplode nel cuore è impossibile contenerla.
Non so bene quale sarà il ritmo di aggiornamento, per ora diciamo un capitolo ogni due settimane: oggi ho iniziato a scrivere il terzo e spero in questo periodo di metterne da parte altri, se l'ispirazione vorrà.
Io sono seriamente emozionata per il debutto di Vitotal: è una storia estremamente particolare, molto cruda e decisamente angst, e non lo so, credo che vi ripeterò questa cosa fino allo sfinimento onde evitare di traumatizzarvi all'improvviso XD

Se vorrete farmi sapere cosa pensate di Vitotal, qui oppure nel mio gruppo facebook o nel mio account facebook, sarete sempre le benvenute: io lo dico sempre, scrivo per me ma scrivo anche per voi, e voi siete fondamentali per la mia scrittura.

Un bacio e a presto,

Brin



   
 
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