Era passato
dall’avere tutto al non avere nulla. Niente moglie,
niente casa. O meglio, la casa in sé ce l’aveva,
erano i soldi per mantenerla a
mancargli.
E per quanto Peter London fosse disposto a svolgere qualunque
professione per
ottenere il denaro necessario, questo non doveva assolutamente andare
in
contrasto con il suo impegno principale, la sua scommessa per la vita.
Non
avrebbe mai rinunciato alla musica.
L’unica soluzione valida, l’unico modo per rimanere
economicamente in piedi,
era trovare un coinquilino. Aveva bisogno di qualcuno che comprendesse
a fondo
il suo stile di vita e riuscisse a condividere gli spazi in modo da non
dargli
problemi. L’unica persona che sembrava essere in possesso di
tali requisiti,
almeno per il momento, era Martin Sweet. Compagno di band, amico, e
perfino ex
amante. Beh, in effetti quello avrebbe potuto complicare le cose.
__
- Ti prego Martin, sei l’unico con cui riuscirei a dividere
una casa –
supplicò, rivolto all’imperscrutabile espressione
dipinta sul profilo di Martin
che guardava dritto verso il mare di Stoccolma. Erano usciti per una
birra, e
sulla via di ritorno si erano fermati su una panchina accanto al porto
a
chiacchierare. Era stato allora che Peter aveva proposto la sua idea,
facendo
irrigidire l’amico.
- Perché non lo chiedi a Simon? –
domandò, con voce pacata, senza distogliere
lo sguardo dall’orizzonte.
- Perché lui non è come te. Siamo amici da anni,
mi conosci a memoria! -
- Forse un po’ troppo… - lo corresse Martin. Gli
voleva molto bene, ma i loro
trascorsi includevano esperienze che avrebbe preferito non ripetere.
Sapeva
bene che per Peter non era stato affatto un “errore di
percorso”, come molti
sono soliti chiamarlo. A Peter gli uomini piacevano, eccome!
A differenza sua Sweet si era reso conto, dopo aver provato entrambe le
cose,
che una donna era decisamente meglio. London era stato il suo primo ed
ultimo e
non voleva in alcun modo alimentare quella che sarebbe stata la
possibilità di un
ritorno di fiamma. Era deciso ad evitarlo ad ogni costo.
- Ti prego Martin, ti prego! Cosa devo fare per convincerti?
– chiese Peter,
dandogli una leggera pacca sulla spalla in modo da fargli perlomeno
rivolgere
lo sguardo verso di lui. Lo guardò sbattendo le ciglia, come
fanno i bambini.
- Non questo – sorrise Sweet. Peter mutò la sua
espressione in disperata,
mordendosi un labbro. Convincere Martin era l’unico modo per
cominciare a
risolvere i suoi problemi da subito. – Senti, spiegami cosa
c’è che non va nel
venire a vivere con me -.
- Io amo Ika – Martin pronunciò le tre parole
lentamente, scandendole una per
una.
Peter sgranò gli occhi e non trattenne una risata isterica.
– Non ti ho mica
chiesto di sposarmi! -
- So come sei fatto, so che cercheresti qualcos’altro. Ti
conosco, Peter. E so
come ti comporti – fu la risposta di Sweet. Non
c’era alcuna ragione di girare
attorno alla questione e London sapeva bene a cosa lui si riferisse.
- Sono passati quasi quattro anni da allora! –
Cercò di giustificarsi.
Non era stato per volontà di nessuno dei due. Martin certo
non si aspettava di
finire, un giorno, a letto con un uomo; Peter, dal canto suo, voleva
tenere
quelle che allora erano ancora indecisioni al di fuori del suo lavoro.
Eppure,
era capitato. Più di una volta, a dire la verità.
- Stai per caso cercando di farmi credere che hai perso quel tipo di
interesse?
-
- Quello è un altro discorso. Il fatto che io sia bisessuale
non implica
necessariamente che ci debba di nuovo provare con te. –
Asserì, sospirando. –
Tra l’altro, se l’avessi davvero voluto, avrei
potuto approfittare di ogni
singola notte in cui sei stato ubriaco durante gli ultimi tour. So che
non
avresti detto di no. Non ne saresti... -
- Finiscila – lo interruppe Martin. Non voleva più
sentir parlare di quella
faccenda. Negli ultimi anni aveva costruito solide convinzioni alle
quali si
aggrappava ogni qualvolta sentisse un’ombra di desiderio nei
confronti di Peter;
per niente al mondo gli avrebbe permesso di rovinare tutto. Lui era
felice,
fidanzato ed assolutamente etero.
- Ti prego – ripetè London. – Ti
prometto che non mi farò mai trovare nel tuo
letto a tarde ore della notte -.
- Non basta – Martin sorrise. Improvvisamente aveva cambiato
idea, perdendosi
nella disperazione dipinta negli occhi di Peter,
reale o recitata che fosse.
- Prometto che non porterò uomini a casa se ci sei tu? -
- E…? -
- E che in nessun modo mi avvicinerò a te in quel senso
– concluse.
Il sorriso di Martin si allargò. Allungò un
braccio per stringergli la mano. –
Affare fatto -.
La gioia negli occhi di Peter era molto simile a quella di un bambino
che
scarta i regali di Natale. Per molti versi, lui era ancora un bambino.
E Martin
sapeva bene che avrebbe avuto bisogno di una persona che lo tenesse
d’occhio,
ora che era nuovamente single. Ed ora che i patti erano stati sanciti,
era
disponibile a prendersene la responsabilità.
Cominciamo con il dire che non mi piace. Doveva contenere dell'Angst, eppure il tutto si è rivelato vagamente comico. Ah beh, ve la prendete così com'è perché sono troppo pigra per cancellare tutto e riscrivere. :)
Grazie a chi legge :*