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Autore: So burn it down    30/08/2012    1 recensioni
Amber è una ragazza di diciotto anni che ha sofferto per molte cose ed è sempre più convinta che il mondo non faccia per lei. Anche se si ritrova in un periodo buio per le sue aspettative,c'è sempre la musica che la sostiene,la sola che le è sempre stata vicina. E lui. Lui che le ha insegnato a suonare la chitarra,lui che le ha trasmesso una passione innata,lui che l'ha sempre sostenuta.
Ma qualcosa cambierà nella vita di tutti e due i protagonisti e Amber dovrà imparare che nella vita bisogna saper cavarsela anche da soli.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leaves are on the ground.
Fall has come.
Blue skies turning grey,
like my love.


 
Suona la sveglia. Ecco che arriva un altro giorno. Un'altra giornata in cui devi alzarti e lottare e fare a pugni con tutti e con il mondo e quando è tutto il mondo si complica ancor di più. Un'altra giornata in cui devi sopravvivere e non sai se sarai felice o triste o seplicemente ti passerà così come un velo trasparente,spuntando una casella sul calendario come un giorno inutile. Amber si alza buttando le coperte giù dal letto e con una smorfia pensa con angoscia a cosa dovrà fare questo sabato mattina. Un piccolo pensiero le sfiora la mente e con un sorriso storto inizia anche lei la sua giornata. 
Le cose si susseguono come sempre:bagno,colazione,poi si vedrà. 
Amber fissa il suo riflesso nello specchio e stranamente le piace ciò che vede. E' magra e smilza,alta 1.55,un soldo di cacio in pratica. I capelli ricci e nero corvino le arrivano alla vita e le incorniciano un bel volto ovale e fine. Ha la bocca carnosa,gli occhi grandi e verdi cangianti sono abbellitti dalle folte ciglia e risplendono vivi e lucenti sul volto pallido della proprietaria. Al naso ha un nostril e un septum,mentre alle orecchie ha un'industria di helix. Pensa che da quando se li è fatti,si piace di più.
"Peccato che dovresti piacere al tuo fidanzato,ma se ne è andato per sempre" dice a mezza voce. Il ricordo le fa veramente male,le fa venire il vomito,così esce dal bagno trattenendo le lacrime che negli anni sono già scese in abbondanza.
Si prepara con calma,cercando di pensare a tutto ed a niente,infilandoci in mezzo un mucchio di stronzate. E' vuota quella casa di sabato mattina. I suoi genitori sono partiti per un viaggio di quindici giorni e non si faranno sentire più di tanto. Amber amava stare da sola a casa,era la pace assoluta. Apre l'armadio,dentro una gran quantità di vestiti neri,il suo colore preferito. Prende una canotta a maniche corte di un gruppo,uno short nero con le borchie,le calze a rete e gli anfibi. Alle dita si mette i suoi amati anelli (il suo preferito era uno con la testa di lupo che metteva sempre al pollice destro) e ai polsi dei bracciali di pelle che aveva da anni e a cui era affezionata moltissimo. Quando ha finito con i vestiti,si piazza davanti allo specchio e si trucca mettendosi l'eyeliner nero,la matita ed il mascara. E' un'operazione che svolge meticolosamente ed è l'unico momento in cui pensa veramente a ciò che sta facendo ed i pensieri non vagano quà e là nel cervello. Prende la borsa di pelle nera e la mette a tracolla per non creare impiccio. Si avvicina all'angolo della parete della sua camera,quello pieno di poster enormi che parlano di rock e metal e gente e disegni inquietanti,almeno per sua madre. In un angolo c'è la sua chitarra,una Gibson nera. Per il momento non può sperare di più. La prende con cura,la tocca con grazia,come mai farebbe con nessuno. La lucida con un panno e apre la custodia per riporla dentro. Sorride. 
Quella custodia ha l'odore di un posto che conosce benissimo,di un posto che l'ha fatta sentire a casa per tutti quegli anni. Ha un sottile odore di ferro,di una piccola stanza chiusa. Se Amber pensa a questo strano e piacevole odore,pensa subito a lui. E quando pensa a lui il mondo va meglio sul serio. Il mondo faceva schifo senza quel profumo. A malincuore ripone la chitarra dentro e così sembra chiudere ermeticamente quella fragranza di musica e bei momenti legati ad esso. Tira su la chitarra e se la mette in spalla ed è pronta per uscire.


I try to carry you
and make you whole,
but it was never enough.
I must go.
And who is gonna save you when i'm gone
And who'll watch over you
when i'm gone?


 
Esce di casa,chiude la porta a chiave e prende la sua strada a piedi. Sa esattamente dove andare,anche se è un po' lontano ha tutto il tempo del mondo. L'aria è leggermente fresca,oggi il cielo è teso e grigio. Amber nota che gli alberi stanno appassendo,ci sono un sacco di foglie secche a terra. Arriva l'autunno. Arriva l'ultimo anno di scuola superiore,poi se ne andrà finalmente. Aspetta questo da una vita. Ha paura del futuro,ma non vede l'ora di provarlo con le sue stesse mani. Vuole solo vivere libera. Vuole solo andarsene. Non c'è più niente a Spokane per cui vale la pena restare o forse non c'è mai stato. Se ne sono andate via tutte le persone più importanti. Il suo ragazzo (o ormai possiamo chiamarlo ex ragazzo) è andato via. Suonava bene,prometteva bene. L'hanno notato e l'occasione è capitata su un piatto d'argento. Ora è a New York con la sua band a registrare un disco e Amber sa che non tornerà più. La sua migliore amica?Via. Anche lei  in mezzo alla musica,una cantante nata. Anche lei non ritornerà più. Il resto delle poche persone che conosce e a cui vuole veramente bene abitano in altre città e spesso Amber va a trovarle,ma le fa male quando ritorna a casa in treno da sola. Lei è sempre stata una tipa introversa e schiva che ha fatto a cazzotti con se stessa ed il suo carattere,contro la sua timidezza,contro le sue paranoie. Era da sempre una tipa che non era asociale perchè in compagnia ci sapeva stare,ma non riusciva ad attaccar bottone al primo colpo con le persone. A volte le facevano schifo tutti,si convinceva che non aveva bisogno di nessuno. E invece era fragile come un cucciolo e aveva bisogno che le persone la cercassero. Voleva sentirsi amata. Solo questo. E certe volte tutto le sembrava una finzione,tutto quel che le dicevano una bugia,il dolore che provava un'illusione. 
Quel giorno però decide di mettere tutto da parte,perchè deve andare da lui. Deve vederlo,ne ha bisogno.
Cammina per circa venticinque minuti con la musica nelle orecchie che spara il suo iPod e quando da lontano vede l'insegna della scuola di musica,sorride ed il cuore accellera di un battito. Si sente euforica per quell'ora e mezzo di laboratorio che l'aspetta. Il cielo le sembra schiarire,i negozi ancora chiusi e spenti le sembrano carini ed invitanti,la gente che entra ed esce dai bar è amichevole. Quando arriva alla porta,la spinge ed entra. La scuola di musica è piccola,ma accogliente e calda. C'è sempre un viavai di persone di solito,di ragazzi e insegnanti,ma quel mattino c'era solo Khristine al bancone della sala centrale,impegnata con alcune telefonate. Appena si accorge della presenza di Amber,le fa un largo sorriso:
"Ciao Amber,come stai?Sei venuta a lezione?"le chiede mentre nell'altra mano stringe una penna con cui compila una miriade di fogli posti davanti a lei.
"Eh,si.Tutto a posto,comunque. E' uscito il ragazzo prima di me?" Amber si toglie il coprispalle e lo appoggia sull'appendiabiti accanto alla porta.
"Certo,tesoro,è andato via cinque minuti fa. Tu intanto entra che Myles arriva subito,penso sia nella sala delle riunioni,ha qualcosa di veramente importante da dire agli altri" dice Khristine. Amber fa appena in tempo per sentire il suo tono di voce strano,la sua faccia che sembra triste,ma non è sicura,perchè la donna si abbassa subito per prendere la penna che le è caduta in terra.
Amber decide di non farci caso,ma ha una brutta sensazione addosso,il che è strano. Entra nella stanza che conosce da sei anni. E' grande quanto uno sgabuzzino,giusto il posto per due persone,qualche chitarra,due amplificatori ed un MacBook che torreggia su un mobile. Appena apre la porta,la investe il solito odore della custodia. E di nuovo ferro,chiuso,momenti divertenti,momenti tristi,risate,pianti,lui. Era successo di tutto in quella stanza. Amber ci aveva pianto a dirotto quando le cose non andavano bene,ci aveva riso a crepapelle quando il mondo le sembrava perfetto,l'aveva vissuta con sofferenza quando non le riusciva suonare qualcosa,quando credeva di mollare,e l'aveva vissuta con spensieratezza quando le dicevano che era migliorata moltissimo e che era davvero brava. E soprattutto era legata alla persona che vi insegnava. Myles.
Amber si mette a sedere e fissa la sedia vuota davanti a lei. Mentre pensa accorda la chitarra e strimpella qualcosa. La prima volta che l'aveva conosciuto non era nè una ragazza,nè una bambina,nello stato mentale dei tredici anni. Dopo del tempo aveva fatto molta amicizia con lui,erano entrati proprio in confidenza. Lui l'aveva vista crescere,l'aveva vista diventare una donna,l'aveva vista con il suo primo piercing,la sua prima tinta,aveva visto crescere i suoi capelli da cortissimi fino alla vita. L'aveva vista in tutti i modi. L'aveva vista che piangeva mentre suonava e allora fermava tutto e si mettevano a parlare,l'aveva vista suonare male e divinamente,l'aveva vista cambiare,l'aveva vista veramente felice e poi di nuovo triste. Sapeva tutto,Amber gli raccontava sempre tutto. Di quando era partito il suo ragazzo,di quando era partita la sua amica,della sua sofferenza di rimanere a Spokane,dei suoi sogni di diventare una fotografa musicale o una musicista a giro per il mondo. Ogni cosa,sapeva ogni cosa. Erano come fratello e sorella,solo che lui aveva trentatrè anni. Amber lo considerava come un idolo,aveva suonato nei Mayfield Four e aveva inciso due dischi,poi si erano lasciati. Sperava di diventare così. Gli voleva davvero bene,lo amava nel profondo del cuore.
 
You say you care for me,
but hide it well.
How can you love someone,not yourself?
And who is gonna save you when i'm gone,
and who'll watch over you?
 
"Ehi,Am!" dice qualcuno spalancando la porta. Amber lo riconosce già dal rumore dei passi. La sua voce entra così calda e nitida nelle sue orecchie,nel suo cervello,in quella dannata stanza.
"Scusami se ho fatto tardi"continua lui. Finalmente entra e chiude la porta. Si mette a sedere e le sorride. "Come stai?"
"Per ora male,ma non fa nulla" lei alza le spalle.
"Sicura?Non ne vuoi parlare?" chiede allora lui guardandola negli occhi.
Amber non poteva sopportare quello sguardo,quegli occhi azzurri così limpidi,la guardavano nel profondo e lei si sentiva nuda sotto il suo sguardo. 
"Nah,suoniamo per oggi!" lei ricambia il sorriso.
Lui si accerta ancora una volta che sia tutto apposto e la guarda di nuovo per traverso.
Sei un diavolo,pensa Amber. Però resiste e allora lui alza le spalle e accende il suo Mac. Lei aveva sempre amato il suo modo di fare,la sua semplicità e naturalezza,la sua simpatia. Era l'unica persona di cui non avrebbe mai voluto cambiare niente,la faceva stare bene,a suo agio anche quando sbagliava. Sapeva darle ottimi consigli,sempre.
"Che suoniamo oggi?" le chiede lui con interesse. Amber trovava sempre piacevole quando scambiavano opinioni sui vari artisti e molte idee coincidevano.
"Tool. Oggi andiamo sul tecnico." dice subito Amber. 
"Ottimo. Hai già fatto tutto da sola a casa o hai bisogno di rivedere qualcosa?"
"Ho già fatto tutto,ho solo bisogno della base" Amber ha un sorriso raggiante,ma si sente lievemente tesa. Si è esercitata molto ed ha paura di sbagliare. 
Le basta sapere che lui le dà fiducia,crede nelle sue doti e quella sensazione sparisce. Gli dice il titolo e lui è pronto a premere play.
Un attimo per prepararsi e attacca. Tutto fila liscio,senza un errore. Amber pensa solo al tempo,ai cambi,alla ritmica delle plettrate. Non vede più niente tranne che il manico e le corde del suo strumento,avverte solo la presenza di Myles che ispira calma e fiducia allo stato puro. Vede che sorride,percepisce la sua felicità e questo la sprona a continuare bene e sforzarsi per altri due minuti. E' una canzone tosta,di sette minuti e mezzo. Amber suona dall'inizio alla fine respirando a fatica dallo sforzo. Quando arriva al termine si sente svuotata di tutto,il polso le fa male,i polpastrelli della mano sinistra bruciano e sono solcati dalle forme profonde delle corde. Non sa perchè,ma si sentiva fin dall'inizio che doveva per forza suonare per bene questo pezzo.
Lui ha un sorriso raggiante "Magnifico,sei andata benissimo. E' l'impegno che voglio da te perchè so che puoi tirare fuori esattamente questo lavoro. Bravissima." lui le fa un applauso scherzandoci su. Amber è felice nel vederlo contento sul serio. Quando lui esprime felicità per il suo impegno,si sente grata da morire. Faceva più effetto di un "ti amo" di un ragazzo o di un "ti voglio bene" di un'amica o di qualche complimento per l'aspetto.
"Grazie. Ah senti,mi ero dimenticata di chiederti per l'acustica quando devo venire,non mi hai più fatto sapere niente" chiede Amber buttandola giù così. 
Vede un improvviso cambiamento che le smotta il cuore. Myles cambia espressione. Non sembra più contento,non ride più. Ha assunto un'espressione di chi la sa lunga e deve dire qualcosa o piuttosto di chi ha tenuto nascosto qualcosa.
"Amber,non ci saranno lezioni di chitarra acustica quest'anno. Nè di elettrica." ora lui la fissa,una faccia contrita.
Amber non capisce subito,ma nello stesso tempo ha già compreso tutto.
"Che stai dicendo?"chiede con un filo di voce. Non riconosce il rantolo che le viene fuori dalla bocca.
Silenzio. Sente solo il ronzio dell'amplificatore.
"Mi dispiace non avertelo detto prima. Ne ho parlato prima a tutti quanti. Me ne vado. Non volevo farti star male. Sai che ho passato male questi anni,però sono stato bene qui con tutti voi...io...." lui continua a parlare,a spiegare con calma,ma Amber non sente più. Il cuore ha perso un battito,la paura l'ha soffocata,ha un groppo nella gola che la strozza.


And when i'm gone who will break your fall
and fan your flame?
I can't go on let you loose it all
it's more then i can take
Who'll ease your pain,
ease your pain?
And who is gonna save you when i'm gone?
And who'll watch over you?
And i will give you strenght when you're not strong.
Who'll watch over you when i'm gone away?

 
Non ci crede,non ci vuole credere. Lo sa dannazione,lo sa. Sa che Myles ha vissuto un brutto periodo. L'ha visto quando era incazzato e a lezione cercava di mascherarlo,ha letto i messaggi che le mandava sul cellulare per dirle che quel giorno non poteva far lezione. E lei sapeva perchè. Vedeva nella mente l'immagine di lui da solo che beveva ad un bar e non sapeva cosa fare della sua vita e la mattina con una sbronza micidiale da non poter alzarsi dal letto. L'ha visto riprendersi dopo del tempo quando si è sposato felicemente. L'ha visto anche lei in tutti i modi e non può credere che non  potrà più piangere o ridere o suonare o scherzare con una persona che è stata così importante. Non può credere di non poter dire più i suoi problemi a qualcuno,non può. Le lacrime le scendono roventi lungo le guance infuocate.
"Dove andrai?"chiede dopo una pausa lunga quanto una vita intera.
"Tornerò a Spokane,qui è la mia casa,lo sai. Per quest'anno sarò impegnato alla registrazione di un disco con i vecchi componenti dei Creed. E ho detto di si. E poi non so cosa verrà,i tour o altro. Sarò un po' a giro,ma non potrò più insegnare. Mi dispiace sul serio Am,però potrai continuare a migliorare ancora con altri ragazzi validi quanto me."
No,cazzo,nessuno sarà mai come te,pensa Amber. Il trucco le cola rovinosamente in rivoli sporchi attorno agli occhi,le labbra sono rosse perchè se le morde a sangue.
In quel momento vorrebbe dirgli che lei lo ama,che lo potrebbe seguire anche in capo al mondo perchè è l'unico che la capisce sul serio e che ci tiene. Vorrebbe dirgli tutto.
Myles vorrebbe consolarla,ma questa volta non esce niente dalla sua bocca,non ce la fa. Tutto ciò che riescono a fare è abbracciarsi,la prende sulle ginocchia come i bambini.
Prende la chitarra e la sistema davanti ad Amber. Le suona un pezzo bellissimo,le canta. Lei osserva le  mani di Myles muoversi deliziosamente sullo strumento e la sua voce di velluto,mentre qualche goccia cade sulle corde.
"Sei una bella persona Amber,meriti di essere più felice. Lo sarai anche tu un giorno." le dice al termine della canzone. 
"Sai,ho in mente una frase per te,per me,per tutti noi." continua lui "Hold on for your life,because only the strong survive"
"E' la verità." Amber annuisce. "E' una bella frase,credo che me la tatuerò" ride tra i singhiozzi.
"Un giorno andrai via anche tu" Myles sorride e l'abbraccia.
Nessuno dei due sa cosa succederà alle loro vite. Per Myles può essere una svolta,oppure una delusione. Per Amber?Non sa se vivere o morire,ma forse sceglierà la prima perchè è ciò che vorrebbe lui. Amber sa che deve imparare a cavarsela da sola,che nella vita bisogna contare su se stessi e le prorie forze,bisogna costruire un futuro da soli e bisogna farcela. Si,bisogna essere forti,bisogna saper prendere cura di noi stessi e stringere i denti. Perchè ciascuno di noi merita di più,possiamo essere molto di più se solo lo vogliamo.
Entrambi però sanno che il futuro è alle porte,che sta diventando presente e bisogna viverlo,bisogna resistere. Ed il loro abbraccio sarà un legame tra quei due mondi separati.

 
Snow is on the ground,
winter's come.
You long to hear my voice,
but i'm long gone.
 






Beeeene,eccoci qua. Quel che dovete sapere su di me è che non riesco mai a finire una storia,ne ho in mente mille,scrivo l'inizio e poi non continuo mai. Sapeste quante cartacce ho in fondo al cassetto!Storie su storie mai finite,in pratica. Su EFP avevo un conto in sospeso con...(facciamo un rapido conto mentale...) cinque storie. Così ho deciso di cancellare tutto e di ricominciare da tabula rasa. Ah,e poi la trama,non riesco mai a farla una decente. Così ho deciso di convertirmi agli one-shot perchè andiamo d'amore e d'accordo.
Questo racconto mi è venuto così all'improvviso,è saltato fuori mentre pensavo a cosa poter mangiare a pranzo (sentite un po' da dove tiro fuori le idee...) e così son partita a scrivere mentre mangiavo pane e prosciutto.
Ok,smetto di fare la stupida. Questa one-shot è un inno alla persona di Myles e agli Alter Bridge,persone veramente fantastiche che mi hanno insegnato molto attraverso le loro canzoni. Non saprei vivere senza di loro,mi danno qualcosa che manca. Per il resto Amber è un po' autobiografica sia esteriormente (tranne i piercing,peccato.) che interiormente. 
Spero che i pochi fan degli AB che sono presenti su questo sito,possano apprezzare la storia. 
E ricordate che se leggete,recensire è cosa buona e giusta. Qualunque cosa,anche una stronzata,va bene lo stesso. Tanto per sapere se faccio più figura a cancellarla o tenerla. 
  
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