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Autore: DarkBlue    30/08/2012    3 recensioni
Questa è una favola un pò macabra, che racconta la storia di due ragazzi che si innamorano, ma sono costretti a vivere con una maledizione....
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta in un un piccolo villaggio dell’isola di Sudemal, dove vivevano due ragazzi, un uomo e una donna.
Questi due ragazzi erano bellissimi, una era bella come La Luna, aveva i riccioli neri che le scendevano morbidi sulle spalle e i suoi occhi verdi rispecchiavano la sua malignità. Era la donna più cattiva di tutto il villaggio, quando le persone la vedevano avevano paura se capitasse loro qualche brutto maleficio e scappavano, alla ricerca di un luogo sicuro per nascondersi, era colpa dei suoi occhi. Troppo limpidi per specchiarsi, e troppo vuoti per buttarcisi dentro, nessuno era riuscito a fissarla per più di un secondo.
L’uomo invece, era l’opposto. I suoi corti capelli biondi corniciavano un viso perfetto e con quegli occhi azzurri faceva innamorare tutte le giovani fanciulle del villaggio. Era amato da tutto il reame, ogni persona che lo vedeva, mostrava una profonda gratitudine nei suoi confronti, era merito dei suoi occhi, sinceri e fin troppo chiari, si dice che alcuni riuscivano a vedere addirittura la sua anima.
Un giorno nel reame, accadde che Eli e Baltazhar, così si chiamavano i due ragazzi, si incontrarono. 
Baltazhar stava passeggiando per il reame, stava salutando il cuoco del villaggio quando, attraverso una finestra, vide il volto di Eli. Ai suoi occhi non vedeva una donna cattiva e nei suoi occhi non vedeva altro che tristezza e solitudine, se ne innamorò subito. Iniziò a correre verso la finestra, ma proprio mentre stava per arrivare al davanzale di legno della casa, la ragazza si alzò e si sbrigò a chiudere le porte per non farsi vedere.
Baltazhar inziò a bussare alla porta di legno, dicendo se poteva entrare perché trovava la bellezza della donna una cosa quasi magica.
Eli rispose dicendo che non poteva entrare, perché se lui avesse, solo per un secondo guardato i suoi occhi, sarebbe scappato, forse urlando, e non l’avrebbe più voluta rivedere. L’uomo, rassegnato se ne andò a testa bassa, accorgendosi, ovviamente, che la ragazza lo stava fissando, di nascosto dalla finestra. 
La sera, ognuno si coricò nel suo letto, e Baltazhar, fissando il soffitto pensava a lei, a quella donna triste e sola, ma bellissima e decise che l’indomani avrebbe combattutto pure le fiamme più dolorose dell’Inferno, pur di ritrovarla e di sposarla, per coronare il loro amore.
Quando Il Sole attraversò il confine dell’alba, l’uomo era già in sella al suo cavallo, pronto a rapire la sua innamorata per portarla con se, nel loro paradiso.
Bussò alla porta, ma nessuno rispose, ma avvicinandosi alla porta, sentiva i passi frenetici della faciulla che scendevano dalle scale. 
Ma con tutta la convinsione che aveva in cuor suo, bussò di nuovo: e si ritrovò davanti alla soglia di casa, la donna, vestita di nero dalla punta e i piedi, con un sorriso maligno sulle labbra e gli occhi fissi su quelli dell’uomo. E con il suo sguardo severo e la voce bassa disse “te l’avevo detto di non guardarmi negli occhi” e in quel secondo l’essenza del principe si sgretolò, il suo corpo diventò polvere e la donna si rese conto di una cosa: forse era l’unico uomo che poteva amarla e lei lo aveva appena ucciso, allora davanti al corpo ormai morto dell’uomo lei sorrise. Lentamente andò dall’altra parte della stenza e per la prima volta in vita sua, si guardò allo specchio. Chiuse gli occhi. Il suo cuore era diventato polvere, si era sciolto, al contatto col Sole… ora tutti e due i ragazzi erano nel loro paradiso personale, O meglio Inferno personale…
  
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