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Autore: Princess_Klebitz    30/08/2012    2 recensioni
Ok, guarita dalla mia Bowie-Berlino mania, ho pensato di tornare in pista con le idee più sgombre.
-
Questo movie.verse si svolge durante i fatti di Avengers; Loki ha perso qualcuno nella sua vita, grazie ai suoi inganni, e qualcuno ha perso Loki per i suoi inganni... Un inaspettato incontro li riporterà a confrontarsi, e vedere se secoli passati lontani hanno cambiato qualcosa, o forse no.
Ovviamente OOC, OC e talvolta IC (più per qualche botta in testa che per merito mio).
Ps: Loki è pazzo. Loco. Ma non è scemo. Per una volta
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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We're flying high
We're watching the world pass us by
Never want to come back
Never want to put my feet back down on the ground
Never let me down

(Never let me dow again; Depeche Mode)



*
Central Park, 2012
*
Dopo due giorni erano di nuovo lì, a New York.
Alle loro spalle si intravedeva chiaramente la StarkTower distrutta agli ultimi piani, nonché molti palazzi più bassi comunque danneggiati, ma Loki non dava la soddisfazione di guardarsi indietro, avanzava recalcitrante a sguardo basso, salvo per assassinare con lo sguardo chi gli si parava vicino, senza degnare di uno sguardo Thor che lo trascinava.
Altro non poteva fare, visto la sua bocca era stata chiusa con un bavaglio metallico e i polsi imprigionati da catene di fattura sia antiquata che tecnologica, probabilmente made in Asgard o roba di Tony Stark con un tocco di stile per il principino.
Nessuno lo sapeva, quando Thor e Stark lo avevano condotto fuori dalla cella dell’Helicarrier conciato così, l’occhio buono di Fury aveva fatto passare la voglia di fare domande; era già tanto quel che concedeva, ovvero di poter portare via Loki sul suo mondo per essere giudicato, e non lasciarlo in mano alla giustizia terrestre, e non sembrava incline a volersi sottoporre a domande sulle sue decisioni o che.
Aveva sopportato anche troppo, in quella dannata battaglia, compresa la responsabilità di un missile nucleare su Manhattan, e ancora si sentiva il consiglio sul gozzo.
Quello che Loki non poteva sopportare, oltre alla sconfitta ed alla sua umiliazione era che…
C’erano proprio tutti.
E, sebbene l’aria seria, erano dannatamente felici di liberarsi di lui.
Erano dannatamente felici,  quello aveva causato; roba da soffocare di rabbia, cosa che sarebbe avvenuta presto, se lui e Thor non se ne fossero andati in fretta.
L’unica cosa che gli dava un minimo di sollievo era che nessuno osava ancora parlare, in fronte a lui, come se fosse ancora lontanamente pericoloso…
Peccato che venne disilluso in fretta da un ridacchiare soffocato.
Quando risollevò la testa, sentendo bisbigliare di fronte a lui, Nadjne si bloccò dall’allungarsi verso l’orecchio di Steve, nell’atto di bisbigliargli qualcosa, e lo fissò dritto negli occhi furenti, che sembravano ancora reclamare il suo diritto.
“Ostinato…”
“Cocciuto…”, le fece eco il Capitano, che le teneva una mano attorno alle spalle.
La Guerriera le stava in fronte, protetta dall’abbraccio di Rogers, con un’aria sfacciata e di ‘Te l’avevo detto’ insopportabile, tanto che Loki non si era accorto di essere immobile e rigido come una statua, visto Thor l’aveva lasciato andare per salutare i suoi nuovi amici.
Impicciona, sgualdrina , disutile, assurda Veimgardiana…
Tutte cose che gli attraversavano la testa, e che, ne era sicuro, trasparivano dagli occhi, che sembravano persino lampeggiare di furia.
“E’ inutile che mi dai della stronza con gli occhi, Loki.”
“…”
“Per la cronaca,il bastardo ufficiale dei Nove Mondi sei tu, per acclamazione popolare.”
“….!!”
Rogers scoppiò a ridere, eh già…
Perché non avrebbe dovuto ridere, finalmente?
Intensificò la stretta su Nadjne, che era passato a prendere davanti a scuola tre ore prima, con la sua dannata moto, provocando un’invidia serpeggiante nelle sue non-comunque-adorate compagne di scuola, ed era saltata a bordo, mandando all’inferno la sua borsa con i libri.
O meglio.
A Selene, come ai vecchi tempi.
Vecchi tempi che sembravano secoli prima ma che erano solo pochi giorni.
Pochissimi giorni, un pugno di ore.
Ma Nadjne era Gretchen e Gretchen era Nadjne, così come in Selene, seppure ritrovatasi, ci sarebbe sempre stata Anja, quella che la sopportava, le dava corda e, purtroppo, in quei momenti le portava i libri a casa.
*
Svoltato l’angolo, Selene era tremante di rabbia.
Non vi erano sorelle da salvare, non vi erano mostri da affrontare, non vi erano altre cose da ricordare all’improvviso, non c’erano ex psicopatici da cui guardarsi e fidanzati attuali a cui tenere mano…
E forse il suo problema era quello; perché era pure tornata Selene, ma in lei vi era ancora la vecchia Anja che strillava dietro a Gretchen per ogni stronzata, e quella era stronzata grande e grossa!
Lei se n’era andata allegramente a folleggiare in moto, lasciando A LEI, la sua principessa, la sua borsa di libri, era andata a gustarsi Loki che se ne andava ad ali basse e con quale livido in più di quando era arrivato.
Selene invece, la sera prima, era andata a salutare Billy prima di tornare a New York con la sorella, nell’infermeria dell’Helicarrier.
Gli stavano sistemando il braccio, e Fury lo stava mettendo al corrente dell’organizzazione S.H.I.E.L.D, con tono vagamente minaccioso, quando la principessa era entrata, e dopo un’occhiata, il Direttore aveva sospirato ed aveva porto un palmare a Billy, stringendogli la mano sana con un po’ troppa forza, visto com’era sbiancato il suo fidanzato.
Se n’era andato lanciando un’ultima occhiata ai due, mentre il pannello scorreva, e Selene si era appoggiata al lettino, tirando a sé una sedia, la faccia tra le mani e i gomiti che sfioravano Billy.
“Ti ha fatto male?”
“Cazzo… quell’uomo ha una strettad’acciaio, ed è anche abbastanza…”
“…inquietante?”
“Sì.”,e osservarono il palmare che gli aveva lasciato Fury.
Liscio, nero, immobile, non acceso.
“Scommetto che se ci fosse qualche guaio in giro o tornasse il tuo ex, inizierebbe a squillare…”
“Ti spiace non chiamarlo il mio ex?”
“Siamo nervosi?”
Selene sospirò.
Era già vestita con gli abiti che aveva quando era arrivata, e la sua borsa era fuori dall’infermeria; Fury era stato intransigente: non avendo parenti vicini in vita, lo S.H.I.E.L.D aveva mosso qualche pedina e le due sorelle erano state prese in carico dallo S.H.I.E.L.D, o meglio, dai colleghi di zio Phil, gli agenti Hill e Barton.
E la Hill aveva insistito (specialmente con Nadjne) che tornassero a scuola non appena la loro scuola avesse riaperto; il giorno dopo.
Dopo l’ultimo anno di high school sarebbero stato più facile, ma quell’anno con la Hill sarebbe stato un inferno specialmente per la maggiore: magari sarebbe persino riuscita a diplomarsi, cosa che con zio Phil non riusciva a vedere la fine del tunnel.
“Non voglio andarmene, voglio… voglio restare qui con te.”,mormorò Selene, e si trovò sull’orlo delle lacrime come una bamboccia.
“Ci vedremo presto. Adesso non hai più cose da nascondermi, vero?”
Billy tentò di tirarsi su dal cuscino, ma dovette rimettersi giù, di nuovo sbiancato, e si accontentò di prenderle la mano con la mano sana, e farle sollevare lo sguardo.
“Selene…”
“NON VOGLIO lasciarti qui! Questa… questa guerra ha cambiato tutto e io dovrei lasciarti proprio ora, proprio adesso che posso spiegarti, che potrei aver capito anche io…”
“Selene.”
“Non voglio lasciarti ancora.”, mormorò Selene, con le lacrime che minacciavano di traboccare. “Non adesso. Guarda come sei messo, a causa mia!”
“Tu sei quasi morta a causa mia. Vuoi che per me non sia cambiato niente?”
Il tono di Billy era calmo, ma gli occhi erano più che vivaci, non si sa bene di cosa; probabilmente rabbia: non l’avrebbe mai perdonata a Loki, e neppure a sé stesso…
Sarebbe occorso molto tempo.
“No, immagino che sia cambiato tanto…”, sospirò Selene, e non riuscì a non stringere forte la mano che teneva, sapendo che gli faceva male, e appoggiò la testa sul torace del ragazzo, mentre lui le accarezzava i capelli, pensieroso.
“Sei stata a parlare con Loki?”
Selene si tirò su in fretta e lo fissò negli occhi; Billy era ancora serio, ma un risolino gli balenava negli occhi acquamarina.
“Ora posso dire ‘ti conosco, ormai, mia cara’… Ce l’hai scritto in faccia, si può dire.”
“C…cosa?”
“Mmm, direi che hai scritto ‘oh-mio-dio,ora cosa mi dirà Billy-se-lo-viene-a-sapere? Come posso non dirglielo ora che sa tutto di me? Come posso dirgli che sono andata a prendermi una piccola rivincita?Si incazzerà?Glielo dico ora o dopo?’ …Sono andato a braccio ma penso di esserci andato vicino.”
“Puoi davvero sapere tutto di me?”
“Quasi. Se salti due ore da scuola non è che mi si mette a prudere il naso! Il malaugurato giorno che deciderai di mettermi le corna lo saprò di sicuro…”
Selene sostenne lo sguardo un po’ beffardo e po’ serio di Billy, e lo ricambiò con un mezzo sorriso, riappoggiando la testa al suo corpo.
“Lo saprò anch’io. E non solo per lo Scettro.”
“Ma non succederà ,vero?”
“No.”
Billy stette in silenzio sempre accarezzandole i capelli.
“Cosa dirai, domani a scuola, con questi capelli?”
“Pensando che venisse la fine del mondo, ho deciso di fare un colpo di testa e di fare tutto ciò che non ho mai fatto per timidezza.”
“Beh, in fondo sei la sorella di Gretchen… Avresti una buona scusa. E il fatto che sono più lunghi?”
“Stasera Nadjne me li taglierà.”
“E di cosa avete parlato tu e Loki?”
“Dire parlato è un insulto alla libertà di parola. IO ho parlato. Lui se n’è stato a borbottare insulti e maledizioni.”
“Perché la cosa non mi stupisce?”
“Anche a te.”
“Perché neanche questo non mi stupisce? Comunque cosa gli hai detto?”
“Prima di attaccare con la sua solfa da principino danneggiato e shokkato, mi ha chiesto in cosa ha sbagliato, io che conosco i mid…”
“ALT!,non ti avrà chiesto perché non sei andata con lui?”
Selene rise, mentre sprofondava sempre di più, nello stomaco del suo ragazzo, provocando anche il solletico in un soggetto che di ridere non ne aveva affatto voglia, in quel momento.
“Sei ancora geloso!”
“Lui è stato il primo!”
“Uhm, no.”,e Selen si sollevò a guardarlo, ormai direttamente quasi sdraiata su di lui.
“Sei stato tu il primo. E l’unico. Per quel che mi riguarda. E’ questo che conta.”
“Non avrai…”
“Beh…”
“No…”,e un’espressione tra il panico e il riso isterico, si fece strada negli occhi di Billy.
Non gli avrai raccontato della nostra prima volta, disgraziata imitazione di cosplayer manga?”!
“Errrh….”
Billy si riabbandonò sui cuscini, fissando il soffitto ad occhi sbarrati, per poi fissare lei, quasi incazzato.
“E non dovrei chiamarlo il tuo ex?! Ci spettegoli pure!!”
La risata soffocata dalla faccia contro il suo ventre di Selene, che non riusciva proprio a trattenersi, gli fece di nuovo ribaltare gli occhi contro il soffitto, e riavviandosi i capelli, pensò che se l’era voluta.
Oh sì, se l’era voluta.
“Selene…”
Voce poco ferma.
O-oh.
“O ti sposti da lì e la pianti di ridere, o giuro su Dio che con questi discorsi e il resto, braccio o non braccio, sento qualcosa che si muove, di sotto…”
Inutile dire che stavolta la fece quasi cadere dalla sedia, dalla velocità con la quale si rialzò e da quanto rise.
*
Ed eccola di nuovo da sola.
Con due borse, con un castano sospetto che lasciava intravedere punte già argento quasi acciaio, la solita, smorta uniforme di scuola, e borbottando maledizioni a sua sorella, al suo ragazzo e a tutto lo S.H.I.E.L.D, per non dire a Loki.
“Signorina, se non guarda dove và potrebbe sbattere…”,le arrivò una voce, attutita dal suo auricolare, e voltatasi per mandare a fanculo l’inopportuna, sbattè proprio contro qualcuno.
“…e dire che te l’hanno appena detto!”
“Cos..cosa?!”, un attimo per togliersi la martellante litania degli Atari Teenage Riot dalle orecchie e riaversi dalla confusione, e trovò la Romanoff dietro di lei, che le aveva lanciato l’avviso, appoggiata all’auto dalla quale era appena scesa e Billy, contro cui aveva appena sbattuto, con un sorriso a labbra chiuse, ma non per questo meno splendente.
“Sorpresa?”
“Co…sa?”
“Ero stanco di stare su quella gabbia volante, e con quel braccio rotto, poi…”,e parlando gesticolò con entrambe le braccia, con enfasi, mentre Natasha se la rideva sotto.
“Non avrai…”
“Oh sì…”
“…usato l’Energia dell’Anima?!”
“Beh…sì!SOLO PER QUESTA VOLTA, PERò, LO GIURO!”,si affrettò ad aggiungere, vedendo che Selene aveva sollevato entrambe le borse, pronta a dargliele in testa, provocando le risate di gusto della Romanoff e di Barton, rimasto in macchina a ghignare.
“SEI UN IMBECILLE, CAZZO!! NON SEI CAMBIATO PER NIENTE, SEI IL SOLITO IRRESPONSABILE!”,urlò Selene, ridendo anch’essa, però, visto che ciò che non aveva detto non era affatto vero.
“Hai ragione… Ma almeno mi sono evitato un’entrata in grande stile come il Capitano! Porca miseria, c’erano almeno un centinaio di oche vostre compagne pronte a strappare Nadjne dalla sella e a saltargli dietro!”
“Senti mister Modestia…”, sussurrò la Romanoff a Barton, ridacchiando a sua volta.
“E che idee hai, ora, caporale?”
“Hai scoperto il mio grado nei marines?!”
“Non sei l’unico cui Nat debba dei favori!”, replicò tranquilla la ragazza, indicando la spia russa alle sue spalle.
“Hai lavorato molto con la squadra rientrata in patria che ha recuperato Tony Stark col suo Mark I. Spiega molto del perché non ti sei fatto neppure troppe domande sul progetto Avengers.”, intervenne Barton, abbassando gli occhiali da sole e lanciandogli una strizzata d’occhio solidale.
Viviamo in un mondo dominato da donne forti, amico mio, che vuoi farci?
-Niente, Clint… Mi va bene così!-,fu la strizzata di risposta.
“Pensavo che potevamo partecipare anche noi alla scampagnata in Central Park, visto che ormai non bisogna dare una ripassata al tuo ex…”
“Billy, non chiamarlo…”
“…visto che ormai sa tutto e non può farci niente.”
Grazie a te, sembravano rimproverarla i suoi occhi.
Selene sospirò.
“A qualcuno dà fastidio se passo da casa a lavarmi i capelli?”
La Romanoff la guardò, senza parlare, alzò le spalle e salì in auto con Barton.
“Ci vediamo là!”
“Ma…!”
Billy rise e la prese per le spalle, costringendola a voltarsi.
“Ti accompagno io. Vedi, non volevo anche io fare l’entrata trionfale per quella…”
Una grossa Ducati Monster stava su un cavalletto, nera come la notte, scintillante al sole.
“Co… Non vorrai che salti su quel mostro?!”
“Pensavo fossi cambiata…Anja.”
Selene lo guardò, stringendo gli occhi e le labbra, e poi ficcò una delle borse in un cestino della spazzatura.
“Andiamo. Se Nadjne vuole i libri, dovrà fare una bella full immersion nell’immondizia.”
*
Ed eccoli, a Central Park.
Loki aveva appena lanciato un’occhiata talmente furente e carica di astio che bastava per entrambi, ma ricevette anche su quel fronte.
“Guarda pure, idiota asgardiano…”
“Billy…”
“Che c’è?! Non posso neanche dirgli niente?! Ho capito che è il tuo ex…!”
Billy finiscila con questa storia o ti fulmino!!”
“…ma questo bocconcino di principessa è mio, Loki, ahahah! Guarda bene!”
Billy se la stringeva addosso e se la rigirava, facendola ridere e anche un po’ infuriare, per non parlare dei lampi che gli tirava addosso Loki, ricambiati da sogghignate beffarde.
“Thor…”
Selene si era liberata momentaneamente del suo compagno terribilmente arrogante, (per Loki, scambiare la felicità per arroganza, era prassi abituale) e riacquistati i suoi abiti veimgardiani lunghi, si avvicinò a Thor, richiamando a sé la Guerriera.
“Porta i nostri saluti a PadreTutto, Dio del Tuono.”, ed estrasse una cosa dal vestito, al cui vederla, Loki per una volta strabuzzò gli occhi invece che usarli per scagliare maledizioni silenziose.
La sua corona di Principessa.
“Portagli questa. E digli che non esiste più una Principessa di Veimgard.”
“Non capisco, Principessa Selene…”, corrugò la fronte Thor.
Nadjne invece, dovette capire, perché si inginocchiò, con le lacrime agli occhi, e si sbattè il pugno sulla fronte, tirando a inginocchiarsi anche Thor, che capì un minuto dopo, a rischio di rompersi qualcosa.
Gli altri Avengers erano in silenzio,mentre Loki pareva soffocare di rabbia.
Una forza, derivata da secoli di abitudine, lo stava premendo ad inginocchiarsi, ma non avrebbe mai ceduto.
Mai, a quella presuntuosa, appartenente ad una razza morta.
“Hile…”, sussurrò Nadjne, con la voce roca.
Non più principessa.
“Hile, Regina di Veimgard, dei Nove Regni.”, disse, alzandosi, finalmente, con Thor.
Thor annuì, silenziosamente, e sorridendo prese la tiara principesca.
“Padre sarà felice di questo.”, ed il suo tono, un po’ amaro, rivolto a Loki, stava a significare che avrebbe almeno un po’ mitigato ciò che aveva fatto il fratello minore.
Non iniziare ORAcon le prediche e andiamo!!
Selene accennò un inchino con le gonne e fissò Loki, mentre parlava con Thor.
“Il nostro mondo non è morto. Forse ci saranno un’altra Principessa ed un’altra Guerriera.”
ANDIAMO, PER ASGARD!
Thor dovette avvertire qualcosa, perché salutò il dottor Selvig ed i suoi nuovi amici, e, fissandolo, lo obbligò a prendere in mano il Tesseract.
“Andiamo, fratello.”
Loki fece appena in tempo a voltarsi verso Selene, che riprendeva i suoi abiti umani, ed il suo compagno, che lo fissò trucemente e gli fece arrivare un messaggio.
Tra noi non è ancora finita.
Non era un bell’arrivederci, per l’asgardiano, sommato a tutta l’ostilità in cui si trovava.
Per niente.
*
Alla sera, si trovarono tutti in una Tribeca Star Lounge, per la gioia di Natasha, che veniva portata a conoscere tutti da un’esuberante Nadjne, mentre Stark punzecchiava amabilmente Selene, lasciata sola da Billy, che discuteva con Rogers.
“Tony, lasciala stare..”, lo invocava la povera Virginia, che si sentiva terribilmente troppo elegante, con un abito lungo, in mezzo a quegli universitari dell’Upper East Side, regno degli hipster e del fashion discreto.
“No, tu non hai mai visto cosa…Ehi, ma la stai difendendo?! Basta già Natasha che l’hanno praticamente reclutato tra le loro!”
“Stark o la pianta o la fulmino!”
“Vedi?! Vedi? L’ha detto! Parola mia che questa ragazza è una mina vagante! Principessa che ne dici di venire nel mio laboratorio col tuo Scettro e…”
“Miss Potts, ha una pazienza eccezionale, devo riconoscere.”
“A-ah, non parlare di ciò che non sai, tesoro! Come tutte voi donne, fuori è crema e dentro…”
Per fortuna le luci erano troppo alte, e il mistero di come Tony Stark puzzò di arrosto per tutta la sera, rimase un mistero per tutti tranne che per gli Avengers, che assistettero alla scena ridacchiando.
Dietro la consolle, Rogers si stava sgolando.
“Me l’avevi promesso!”
“Ma… io non ho dischi anni ’40!! Per Dio, almeno arrivare ad Elvis…!”
“Elvis chi?! Ma io non voglio un dj-set anni ’40! Voglio che metti…”,e mandò giù un consistente grumo di saliva, indicando un’allegra Nadjne, con un Cosmopolitan per mano, che abbandonava la Romanoff, che si buttava in pista con un Clint neppure lontanamente a suo agio, e raggiungeva la sorella, pensando a cosa gli toccava fare e dire per tenerla buona.
“…quello che piace a lei. Dice che stai mettendo tutta roba da oche dell’ Upper East Side…non so cosa voglio dire!”
Billy gemette: avrebbe preferito scontrarsi di nuovo con Loki che con Gretchen e le sue pretese musicali, che gli avrebbero valso solo una lavata di testa dal suo capo, e incrociò gli sguardi con le due sorelle sulla pista, che, con i cocktail in mano, facevano un segno strano a Rogers, unitesi a Stark e alla Romanoff, guardati con sospetto da Miss Potts.
E un pugno colpì Billy sulla testa.
“Scusa William… gliel’avevo promesso!”
Billy si mise a frugare nei suoi vinili speciali e tirò fuori i Ramones, digrignando i denti.
“Lei non sa a cosa và incontro, medagliere ambulante…”
Un altro pugno meno amichevole lo convinse a mettere il disco, tra le urla di gioia degli Avengers rimanenti in pista.
“Era meglio, Loki, ribadisco….”
 
Eccomi!
A chi (nessuno) segue, noterà che ho riscritto il finale.
Non si differenzia molto, è forse un po’ più amichevole e non così tirato della serie ‘dai, finiamola lì e amen!’, come il precedente ed ho inserito un paio di cose per delle mie amiche, una assente e una presente, perché, beh…
Se le meritano.
Sia le risate che l’epicità.
Se la curiosità vi cogliesse, ho cercato un paio di immagini raffiguranti
Selene
E SPECIALMENTE, vista è stata la prima fantasia a prendere volto,
Nadjne ,  ispirata alla mia ex chitarrista Nadia, ai suoi ex capelli ed al suo caratteraccio!
Che l’epicità sia con voi
Addio e buon proseguimento.
   
 
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