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Autore: Franci_1    30/08/2012    5 recensioni
Prima FF Brittana.
Dal primo capitolo:
Avevo tutto dalla vita. Ero la regina del WMHS. Capo cheerleader, avevo chiunque volevo anche la mia migliore amica, ero la stronza per eccellenza e nessuno era riuscito a farmi questo effetto al primo sguardo.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel, Quinn/Santana
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Avevo tutto dalla vita.
 
Ero la regina del WMHS. Capo cheerleader, avevo chiunque volevo anche la mia migliore amica, ero la stronza per eccellenza e nessuno era riuscito a farmi questo effetto al primo sguardo.
 
*****

“Seriamente, cos’hai che non va? Ti spargi di colla e ti butti nell’armadio uscendo con quello che ti rimane attaccato? Posso capire che non riesci a guardarti allo specchio senza colpirlo con quel naso spropositato che ti ritrovi, ma almeno prova a trovare la decenza di non sbandierare a tutto il mondo il tuo pessimo gusto in fatto di moda.”  ero in piedi davanti a Rachel e al suo armadietto con le braccia incrociate sotto il seno e al mio fianco c’era Quinn, la mia migliore amica, che ridacchiando squadrò la ragazza con faccia schifata dal pessimo modo di vestire della ragazza.

“Insomma, hai anche due padri gay, non so.. fatti dare un qualche parere. Davvero. Mi stanno iniziando a bruciare gli occhi Nanappa…”

“Nanappa?” mi chiese, interrompendomi, Quinn con sguardo confuso e io annuii.

“Nana, per la sua statura e.. nappa.. per..” feci il verso del nasone sul mio volto e vidi quindi scoppiare a ridere portarsi una mano alla bocca riuscendo solo a dire
 
“Bella questa, San!” ridacchiai con lei per poi guardare Rachel che nel frattempo era rimasta immobile attaccata al suo armadietto con le spalle fissando il pavimento.
 
Improvvisamente sentii una mano sfiorarmi il fianco e poi mi sentii cingere le spalle.
 
Mi voltai trovandomi Puck che mi diede un delicato bacio sulla guancia.

“Bellezza.. andiamo a mensa, ho ideato uno scherzo a tu sai chi..” mi disse in modo criptico data la presenza della nana.
 
Non capii molto bene a chi si riferiva.
 
Sapevo che era arrivata una ragazza nuova. Probabilmente sarebbe stata lei la vittima.
 
Quinn ripresasi dalla risata prese la mano di Finn e si avviò subito in mensa facendosi spiegare da Finn il piano mentre io squadrai ancora una volta Rachel e con un sorriso dei miei, ovvero con un sorriso da stronza, mi voltai e al fianco di Puck mi diressi in mensa sedendomi al mio posto nel nostro tavolo.
 

Si il “nostro” tavolo. Noi eravamo i re di quella scuola. Io ero al regina per eccellenza. Capo Cheerleader e una delle due studentesse migliori della scuola, e detto fra noi, non ho mai aperto un libro.
 

Ma voi vi starete ancora chiedendo chi sono gli altri che vengono compresi nel “Noi”. 
 
Siamo: Puck (il mio tromba-amico), Finn( il ragazzo di Quinn), Quinn, Sam, e dulcis in fundo io.
 
 Siamo i cinque ragazzi più potenti del William McKinley High School.
 
Puck, come già accennato sopra, era il mio tromba-amico.
 
Siamo usciti per diverso tempo e siamo stati anche insieme come coppia ma sapevo che Noah (ovvero Puck) mi tradiva.
 
Così la finimmo ma fino ad ora non avevo mai trovato nessuno che riuscisse a fare quella c-.. okay sto divagando.
 
 Comunque sa i miei bisogni e li soddisfa come nessuno è riuscito a fare fino ad ora così continuo ad andarci a letto. Finn è un ragazzo molto tranquillo.
 
E’ il quarterback per questo è nel nostro gruppo. E poi è il migliore amico di Puck.
 
E poi ammetto che ogni tanto ha idee geniali per scherzi o feste. Sam è anche lui con Puck e Finn nella squadra di Football e ad ogni festa riesce a trovare il modo di portare dell’alcool.
 
Quinn era la mia migliore amica. Siamo cresciute insieme dato che le nostre madri si erano conosciute nel corso pre-parto. E da li hanno continuato a restare amiche per una decina di anni fino a che mia madre non cambiò cerchia di amiche.
 
Ma io e Quinn continuammo a restare amiche. Lei era la mia ancora di salvezza e sapeva tutti i miei segreti. Come io sapevo i suoi. Eravamo come sorelle. 
 
Devo ammettere che tra noi spesso c’è stato qualche comportamento da più che amiche. Era iniziato tutto una sera ad una festa “privata” per noi cinque.
 
Avevo fatto una scommessa con Puck e, avendola persa, dovetti baciare Quinn.
 
 Da quel momento in po’ scattò qualcosa in entrambe e successe sempre più frequentemente al privato senza però andare mai oltre. Siamo cresciuti tutti insieme. Eravamo entrati tutti insieme nel Glee club.
 
Finn perché ricattato da Schuester per della marjuana che lui aveva trovato nel suo armadietto, probabilmente l’aveva scordata in tasca da una delle nostre feste.
 
Quinn e io entrammo perché la Coach Sue voleva che spiassimo il gruppo per spifferale tutti i modi per distruggerle il Glee club. E devo ammettere che mi piace un sacco stare li.
 
Non tanto per le persone, anzi affatto, ma perché è divertente cantare e ballare.
 
 Così io convinsi Puck ad entrare, beh lo ricattai che non gli e l’avrei più data.
 
Comunque sia è bravissimo a suonare la chitarra e a me piace molto la sua voce. Così lo convinsi ad entrare.
 
E Sam, beh era molto scettico inizialmente ma poi.. entrò perché si sentiva escluso dai pomeriggi dove eravamo impegnati nelle prove.

Tornando a quello che è successo in mensa.
 
Mi ero seduta sorseggiando dalla borraccia il contenuto, ero completamente all’oscuro di cosa fosse.
 
La Coach ci diceva che lei campava con quella strana bevanda e che non mangiava un pasto solido da anni.
 
E se volevo entrare nelle sue grazie dovevo fare quello che mi chiedeva.
 
 Anche bere quel coso disgustoso che sicuramente mi stava lentamente ammazzando massacrando chissà quale organo vitale.
 
 Quinn stringeva la mano di Finn e nell’altra, come me, aveva la borraccia dei Cheerios.
 
Puck invece non si sedette e nemmeno Sam.
 
Probabilmente erano le braccia dello scherzo e Finn, dato il suo sorriso soddisfatto, doveva essere la mente.

“Ehi Finnocence.. spiegami lo scherzo..” dissi tornando a sorseggiare dalla borraccia.

“E’ alla nuova arrivata. Non so molto di lei ma lo scherzo consiste nel.. “ si bloccò ”ohh.. aspetta e vedrai..” Disse poi Finn indicando la coda della mensa.
 
 Mi voltai subito notando effettivamente una faccia nuova.
 
Puck con una granita in mano e Sam che si avvicinava a una biondina che con il vassoio pieno in mano era appena uscita dalla fila.
 
 I nostri sguardi si incontrarono per un secondo così che lei si bloccò e lo stesso feci io rimanendo a bocca semi aperta incantata.
 
Questo aiutò Sam, che senza ulteriore indugi colpì con una manata il vassoio facendolo finire addosso alla ragazza che, una volta ripresasi dallo shock si piegò per prendere il vassoio da terra.
 
E in quel momento vidi Puck avvicinarsi e passare anche una granita a Sam e rovesciarla lentamente sin testa alla ragazza.
 
Rimasi immobile a vedere la scena mentre Finn rideva di gusto e Quinn mi guardava confusa.
 
Mi conosceva troppo bene e a scherzi come questo ero sempre io a ridere per prima e ad andare poi a girare il dito nella piaga.
 
Mentre vedendo quella scena avrei solamente voluto dare un pugno a Finn che continuava a ridere troppo forte per i miei gusti e poi battere insieme le teste di Sam e Puck che intanto ridendo lasciarono i bicchierini in testa alla ragazza e si batterono il cinque.
 
Nella mensa c’era un leggero brusio ma più che altro regnava il silenzio e tutti guardavano la nuova ragazza inginocchiata a terra completamente sporca, e Finn che, per il momento era l’unico a ridere insieme a Puck e Sam.
 
Piano piano nella mesa tutti scoppiarono a ridere.
 
Quinn continuava a fissarmi, il che mi stava iniziando ad infastidire.
 
Così improvvisamente mi alzai sotto lo sguardo sempre più confuso di Quinn e mi avvicinai alla bionda che intanto si stava cercando di rialzare senza scivolare.
 
Quinn probabilmente penò che ero, come sempre, andata a girare il dito nella piaga e a finire l’opera dei ragazzi, ma il mio intento era di chiederle come stava e aiutarla.
 
Mentre mi incamminavo mi vidi qualcuno pararsi di fronte a me.
 
Alzai un sopracciglio notando Rachel che si era parata davanti a me mentre Tina e Mercedes aiutavano la ragazza ad alzarsi.

“No, Santana. So che questo probabilmente causerà la mia morte, e sto soffrendo pensando che non potrò mai andare a Broadway o conoscere Barbra o Patty LuPone . Ma non infierire. Non adesso… almeno..” sgranai gli occhi.
 
Ma chi voleva infierire. E poi cosa voleva quella nana malefica.

“Okay, non te lo ripeto due volte. Alla seconda sei già nel cassonetto dell’immondizia del McDonalds in fondo alla strada, almeno forse riesci a trovare dei vestiti decenti li dentro, non intrometterti con la gerarchia di questa scuola… Nanappa..” dissi io fissandola e per la prima volta notai che sosteneva il mio sguardo e la cosa mi fece sorridere.
 
Ovvio sorridere alla Satana.
 
Poi spostai lo sguardo dietro di lei notando Tina e Mercedes finite a terra scivolate sul sugo delle polpette del giorno. Le risate aumentarono.
 
La bella bionda nel frattempo si era alzata e tolta i due bicchieri dalla testa. Posai lo sguardo su Rachel ridendo e scuotendo la testa.

“Beh state facendo tutto da sole comunque..” dissi indicando la scena dietro a lei e tornare indietro al mio tavolo sedendomi e tornando a bere dalla mia borraccia ridendo per la figuraccia dell’asiatica e della nera ma comunque avevo ancora l’istinto di andare a parlare con quella ragazza che continuavo a guardare.
 
Vidi che si guardava intorno alla ricerca dei due colpevoli e appena li individuò si avvicinò al nostro tavolo e avvicinarsi a Sam e Puck portando i bicchieri davanti a loro schiacciandoglieli sul petto sporcando entrambe le magliette.
 
Poi la bionda si girò e si iniziò ad incamminare verso l’uscita della mensa.
 
Non mi guardò e questo mi ferì.
 
Rimasi a fissare il petto sporco di Puck e improvvisamente sparì dal mio campo visivo ritrovandomi un po’ più a sud, segno che si era alzato.
 
Sentii qualche imprecazione e poi un
 
“Adesso me la paga quella putta-“ mi ritrovai con una mano sulla spalla di Puck rispingendolo a sedere mentre stava per seguire la ragazza.
 
Ovviamente non ci riuscii così mi portai davanti a lui bloccandolo con una mano sul petto.

“Puck, fermo. E’ inutile.”

“Come?” Chiese il ragazzo shoccato guardandomi. “Hai visto cosa ha fatto?”

“Si.. ma cosa vorresti fare? Picchiarla forse? E’ una ragazza e non puoi toccarla. Quindi calmati che non vuoi finire in riformatorio.” Gli ricordai dei suoi piccoli problemi con la legge.

“Non mi importa.. la deve pagare..”

“Ci penso io. Okay?” dissi per poi allungarmi a prendere lo zaino e la borraccia e uscire dalla mensa.
Avevamo parlato a bassa voce e solo Sam, Finn e Quinn ci avevano sentiti mentre ormai gli altri in mensa stavano tornando a farsi gli affari loro.

Camminando per il corridoio seguii delle tracce di pomodoro che portavano al bagno delle ragazze dove vidi la bionda intenta a lavarsi il viso cercando probabilmente di levarsi dagli occhi il pomodoro, che doveva bruciare veramente tanto.
 
 Sentii le sue imprecazioni.

“Fanculo.. mi conciano così il mio primo giorno senza neanche conoscermi. Per quanto sanno e studiano poi potrei anche essere la regina d’Inghilterra e non se ne accorgerebbero.. maledetti figli di.. no.. no non mi abbasserò al loro schifoso livello.” Continuava a blaterare cercando evidentemente qualcosa con il quale pulirsi la faccia.
 
Sorrisi alla leggera goffaggine della ragazza cercando nello zaino dei fazzoletti.
 
Mi avvicinai silenziosamente senza farmi sentire, così come ero entrata e le passai il fazzoletto.

“Beh.. sinceramente non sembri molto Elisabetta II, insomma sennò per avere 94 anni li porteresti davvero bene…” la bionda quasi spaventata afferrò il fazzoletto e si asciugò il volto aprendo velocemente gli occhi voltandosi verso di me che sorridevo.
 
Ma mi stavo rendendo conto che il mio sorriso era dolce e comprensivo, e non stronzo e pieno di odio.

“Mi dispiace per quello che ti hanno fatto. Avrei dovuto fermarli ma non sapevo il piano.” Dissi appoggiandomi a un lavandino accanto a lei mentre cercava di pulirsi i capelli.

“Comunque piacere.. sono Sant-“ fui interrotta.

“So chi sei.. Santana Lopez. Capo Cheerleader e tra le tre ragazze con la media più alta nella scuola con quella del 4.00 su 4.00. Io sono Brittany Pierce.” Mi disse.
 
Io presi la sua mano alzando un sopracciglio stringendola.

“Piacere, vedo che qualcuno ha studiato ma sono tra le DUE ragazze della scuola con la media più alta.”

“No.. sono piuttosto sicura che siano 3.. comunque non stava a te fermarli. Anche se sei praticamente il capo.”

“Vedo che hai studiato davvero.” Dissi un po’ impaurita.

“No.. ho letto un blog su questa scuola tenuto da un certo Jacob e ho la memoria fotografica così memorizzo tutto.” Spalancai gli occhi.
 
Memoria fotografica.

“Beh se davvero avessi la memoria fotografica ti ricorderesti che siamo solo due. Una è una sfigata che studia da mattina a sera e non ha vita sociale. L’altra cono io che avendo una memoria uditiva e fotografica non ho mai aperto un libro. E basta. Solo noi.”

“Secondo un aggiornamento di ieri pomeriggio una certa Brittany Pierce si è aggiunta alle due ragazze Santana Lopez ( la bellissima ispanica che ogni notte fa parte delle nostre fantasie più spinte) e la sfigata quanto brutta Judy Cray. Quindi adesso sono 3. Presto vi faremo sapere quanto più riusciamo a coprire sulla nuova arrivata al McKinley, Jacob.” La osservai restando inizialmente di stucco. Per poi capire che stava citando a memoria il testo di un articolo di Jacob.
 
Scossi la testa sentendo il pezzo sulle fantasie e poi la guardai ma prima che potessi rispondere mi anticipò.
 
 “Scusa se non ho tolto la parte della fantasia. Ma non avresti capito che parlavo di un articolo di quel ragazzo.” Annuì e scossi la testa ridacchiando.
 

“ Che c’è?” mi chiese tornando a pulirsi.

“Niente niente.. comunque mi dispiace davvero per ciò che è successo in mensa. Non avrebbero dovuto…” la osservai cercare di pulirsi ma senza risultato.

“Avanti andiamo negli spogliatoi dei Cheerios.. potrai farti una doccia e lascio sempre qualche vestito di ricambio nell’armadietto, non si sa mai, sei più alta di me ma penso che ti possano andare.. “ dissi uscendo stupendomi di me stessa.
 
E della gentilezza che stavo usando.
 
Neanche la conoscevo.
 
E non l’avevo neanche vista per bene in faccia.
 
Avevo visto solo i suoi capelli biondi diventati color ruggine, colpa della granita, e il suo bello e sodo fondoschiena.
 
E non so perché fui molto tentata di toccarlo.
 
Ero attratta da quel fisico.
 
Arrivate nello spogliatoio le diedi le mie cose per farsi la doccia e lei andò velocemente mentre mettevo i vestiti sulla panchina.
 
Passai dieci minuti ad aspettarla mentre messaggiavo con Quinn che mi chiedeva dove fosse e perché stavo saltando la lezione.
 
Dopo un po’ vidi Una chioma biondissima uscire dalle docce e una pelle color latte coperta solo dal mio asciugamano dei Cheerios.
 
Inghiottii a vuoto squadrando il suo corpo per poi incrociare il suo sguardo.

Azzurro.

 Il più bell’azzurro che avesse mai visto.
 
Kilometri e kilometri di mare e di cielo limpidissimo di piena estate.
 
Dio quando erano belli i suoi occhi.
 
La vidi sorridermi e penso che avessi la faccia più stupida che avessi mai avuto.
 
Ma notai che anche lei si era persa nei miei occhi e mi aveva anche sorriso.
 
Piano piano si iniziò a rivestire rimanendo in mutande e reggiseno davanti a me.
 
Mi grattai la fronte cercando di distogliere lo sguardo ma non ce la feci.
 
Poi si mise i jeans e la camicetta che le avevo prestato.
 
Mi schiarii la voce imbarazzata appoggiandomi agli armadietti.

“Posso farti una domanda?”

“Certo..” risposi io.

“Perché sei così gentile con me? So che è una cosa inusuale che tu sia carina con qualcuno almeno che non sia uno dei tuoi quattro amici che comunque tratti di merda..”

Rimasi spiazzata da quella domanda.. cazzo. Che stavo facendo. Ero.. dio.. ero attratta da lei.

“Perché me lo chiedi solo ora e non mi hai cacciato subito se sapevi che è così..”

“Perché sennò non mi avresti aiutato.. e senza questi vestiti e quella doccia adesso sarei nella merda..”
“Ragionamento interessante”

“Ma non hai ancora risposto alla mia domanda” mi ricordò lei che si asciugava i capelli con un asciugamano.
 
Il MIO asciugamano.

“Non lo so.. “ dissi abbassando lo sguardo ma mi sentii improvvisamente schiacciare contro l’armadietto e Brittany era a distanza di un centimetro dal mio volto con il suo.
 
Il suo corpo schiacciato sul mio che era incastrato tra l’armadietto e la ragazza.
 
Inghiottii rumorosamente.

“Credo che.. questo.. potrebbe aiutare..” Mi sussurrò a fior di labbra con la voce più sexy che avessi mai sentito.
 
Per poi sentire le sue labbra sulle mie.
 
Dopo sentii i suoi denti serrarsi sul mio labbro inferiore che prese a leccare per poi fare pressione con la lingua cercando di entrare nella mia bocca.
 
La accolsi portando le mani sui suoi fianchi e finalmente portando una mano sul sedere della ragazza che era un’ora che voleva parlare.
 
Brittany muoveva le mani con foga e quella che a me sembrava esperienza perché sapeva esattamente dove toccare per iniziare ad eccitarmi, come io sapevo farei coi ragazzi.

“Santana!!”

Mi sentii chiamare e Brittany si staccò velocemente da me mentre vidi Quinn comparire dalla porta.

“Ecco che fine avevi fatto. Ma che ti salta in mente? Dovevamo fare quella cosa..” disse scocciata.
 
Mi tirai una pacca sulla fronte.

“Scusa Quinnie… ho avuto un imprevisto.” Dissi guardando Brittany che intanto mi guardava con malizia facendosi una coda e si presentò alla mia amica.

“Piacere Brittany”

“Quinn” Disse la bionda più bassa stringendo la mano all’altra per poi guardarmi confusa.

“Posso sapere cosa sta succedendo?”

“Ecco.. Quinn…” non sapevo che dire.

“Ero a farmi la doccia per togliermi tutta quello schifo di dosso.. e” le tirai un occhiataccia.
 
Lei non poteva stare li.
 
E poi se Quinn scopriva che io l’avevo aiutata?

“..e.. Santana mi ha beccato. Mi dispiace ho imparato che non devo più usarle almeno che voglia continuare a camminare con le mie gambe.. afferrato..” continuò la ragazza e strabuzzai gli occhi.
 
Come poteva sapere cosa stavo pensando.. e più che altro era sicuramente una frase che avrei detto.
 
In quel momento gli sarei voluta saltare di nuovo addosso.. se non fosse che la prima volta mi era saltata lei addosso.

Okay.. devo ammettere una cosa.
 
Da qualche anno ho capito di essere gay anche se in realtà non mi piacciono le etichette.
 
E l’ho capito grazie a Quinn che a sua volta ha capito qualcosa. E adesso Brittany mi stava dando le conferme che le donne mi attraevano.
 
La cosa mi spaventava ma se era così che ero fatta lo dovevo solo accettare.
 
Ma non era facile.

Vidi Brittany uscire e farmi l’occhiolino senza farsi notare da Quinn e uscì velocemente mentre la bionda si avvicinò a me e scosse la testa.

“Indossava i tuoi vestiti di emergenza?!” ovviamente era una domanda retorica.
 
Ero nel panico ma fortunatamente Quinn in quel momento lasciò cadere l’argomento avventandosi su di me baciandomi con dolcezza ma allo stesso tempo passione.
 
Dio. Ero in crisi.
 
Entrambe baciavano divinamente.
 
Cosa avrei dovuto fare? Ma nel frattempo cominciai a toccare Quinn ricambiando i baci sbattendola poi contro l’armadietto e prendendo la sua gamba alzandola portandola all’altezza del mio fianco.
 
Mentre feci scorrere una mano sul suo centro cominciando a stimolarlo da sopra l’intimo continuando a baciarla scendo sul collo.
 
Quinn iniziò ad ansimare sotto il mio tocco e sentii la stoffa cominciare a bagnarsi.
 
Così decisi di agire.
 
Con due dita la penetrai scivolando come nel burro continuando a baciarla scendendo a baciarle il collo e mordendolo mentre con il pollice disegnavo cerci invisibili sul suo clitoride.
 
Sentii il suo cuore aumentare tantissimo i battiti e il respiro diventare affannoso. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente e gemeva. Proprio mentre sentii le pareti intorno alle mie dita stringersi capii che stava venendo.
 

“Vieni, Quinn. Vieni per me..” le sussurrai con voce roca e la baciai soffocandole tutti i gemiti che la stavano avvolgendo.
 
Per poi staccarmi aiutandola nella discesa dell’orgasmo ma non avevo calcolato un possibile secondo orgasmo che la avvolse facendole strillare il mio nome e subito tornai sulle sue labbra cercando di zittirla con un bacio aiutandola davvero nella discesa questa volta e uscendo da lei.
 
Mi passai le dita sulle labbra e le leccai per poi baciare Quinn passandole la sua eccitazione.
Dio quanto amavo le divise dei Cheerios.
 
Quelle gonne così piccole che per le nostre scappatelle erano perfette. Non dovevamo nemmeno spogliarci.

Dopo un po’, una decina di minuti, tutte le cheerleaders entrano nello spogliatoio pronte all’allenamento mentre potevo chiaramente vedere che a Quinn tremavano ancora le gambe.
 
Sorrisi e come sempre, per prima, andai dalla Coach.
 
 

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Franci's corner:

Bene questo è quanto.. fatemi sapere che ne pensate..
  
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