*AVVISO: prologo più lungo del previsto. Don't worry, la lettura sarà comunque scorrevole*
1
– Summer camp
Katherine
Le prove di
oggi mi
hanno sfinita ma ero troppo incazzata, troppo carica, troppo in fuga
dalla mia
schifosa vita per non cantare e suonare la chitarra. Lei è
la mia amica più
fedele, diciamo, e ogni volta che ho bisogno di sfogarmi ci sono sempre
quelle
sei corde tese pronte ad oscillare ad ogni mio comando.
Insieme a Tori e
Oliver, certo, i miei colleghi di band, nonché miei migliori
amici.
Mi butto a peso morto
sul puff arancio che sta accanto a me dopo essermi sfilata la chitarra
di dosso,
poi estraggo dai miei shorts il pacco di sigarette e
l’accendino.
-Che caldo, ragazzi-
esclamo dopo aver aspirato e poi gettato una grossa nuvola di fumo.
Perfetto,
tra poco questo garage puzzerà ancora di più di
tabacco.
L’altro giorno la mamma di Tori ci
ha fatto una predica pesante per questo, ma io non intendo di certo
rinunciare
a fumare solo per il naso delicato di una donna isterica!
-Già, sto morendo- commenta Tori poggiando
il suo basso al muro e prendendo una sedia per mettersi successivamente
di
fronte a me; stessa cosa fa Oliver.
-Quanti gradi ci sono oggi?- chiedo
io per curiosità.
-Non saprei- mi risponde Tori mentre
estrae una sigaretta dal mio amato pacchetto che avevo poggiato sulla
gambe.
-Una anch’io- dice Oliver allungando
la mano verso le mie sigarette, ma io lo blocco.
-Giù le mani, stronzone! Sono le
mie!- esclamo in difesa.
-Qui la stronza sei tu, dammi una
sigaretta!- si lamenta il mio amico.
-Oggi hai fatto schifo, non te la
meriti! Di solito suoni meglio- adotto la prima scusa stupida per
averla vinta.
Oliver suona la batteria e ogni
volta che lui sbatte con grinta le bacchette sullo strumento, io mi
rendo conto
di quanto lui sia fantastico.
C’è anche da dire, però, che adoro
vedere Oliver incazzarsi, ogni volta è uno spettacolo.
-Dai Kat, solo una sigaretta! Ti
ricordo che io te ne ho date tante- continua lui a supplicarmi e io ci
godo.
Scuoto la testa sorridendo malignamente, poi do un altro tiro alla mia
stizza.
-Perché a Tori si e a me no?-
piagnucola Oliver come un bambino e io rido.
-Perché lei è una brava ragazza ed è
un figona, vero Tori?- includo la mia migliore amica nel
“gioco” guardandola
maliziosamente.
Lei mi risponde annuendo e
arricciando le dita di una mano per imitare una pantera.
La smorfia che si è formata sul suo
volto mi fa ridere e il suo finto ruggito anche.
-Non è giusto che voi facciate
comunella tra di voi, ragazze- dice Oliver incrociando le braccia al
petto e
qui, decido di rompere i giochi.
Beh, come si dice, il gioco è bello
quando dura poco, no?
-Toh, stupido- lancio il pacchetto
di sigarette al mio amico beccandolo in piena faccia, provocando in lui
un
verso strano. Uh, si è fatto male?
-Ah, che dolore! Lanciarmelo più in
basso ti costava molto?- continua lui a rompere i coglioni.
-Zitto e fuma, scemo- gli rispondo
ridendo, poi mi volto verso il cielo; la saracinesca aperta dovrebbe
far
entrare qualche spiffero d’aria ma qui fa così
caldo che chiedere un
po’ di fresco è troppo.
All’improvviso mi torna in mente
quell’odioso di mio padre. Ma perché, cazzo?
Perché deve scartavetrarmi i
maroni anche quando sono fuori casa semplicemente apparendomi in testa?
-Kat, alla fine non ci hai più detto
perché hai litigato con tuo papà anche stavolta-
mi riprende Tori. Eh che
diamine, adesso ci si mette pure lei a martoriarmi?
Io le ho sempre confidato tutto ma
non mi va sempre di nominare quell’ uomo che mi ha creata.
Mi volto verso la mia amica
soffiandole involontariamente il fumo in faccia.
-Niente di che, sempre le solite
menate- dico prima di abbassare lo sguardo sui miei shorts.
-Ossia?- chiede Oliver.
-Vuole sempre che io faccia cose che
non mi piacciono, mi sta addosso e mi tratta ancora come se avessi
cinque anni!
Ancora non ha capito che non riuscirà mai a farsi perdonare-
dico tutto d’un
fiato sentendo tutti i nervi del mio corpo vibrare aggressivamente.
Già, mio papà non riuscirà mai ad
avere il mio perdono per aver tradito mamma. Lo odio, sarà
così per sempre e
nulla cambierà, parola mia.
-Che ti ha detto?- domanda Tori
seria, pronta ad ascoltarmi per la millesima volta sui miei problemi in
famiglia.
-Quello stronzo vuole spedirmi in un
campo estivo nel Tennessee! Dice che così mi svago, che
posso fare nuove
amicizie e che cambio aria per un po’, ma lui non ha capito
che io da qui non
parto- dico decisa.
Oliver e Tori sgranano gli occhi.
-Nel Tennessee?!- esclamano
all’unisono.
Si, nel Tennessee. Che c’è di così
entusiasmante? Ma non lascerò mai il Texas solo per andare
in uno stupido campo
estivo! Mio papà se lo può scordare!
Bonnie
Leggo per la centesima volta quel
messaggio che in realtà dovrei cancellare.
Non solo dal mio cellulare, ma anche
dalla mia memoria. Eppure continuo a leggerlo, anche se si tratta di un
testo
che odio con tutto il cuore, come il ragazzo che me l’ha
scritto e mandato:
Gordon.
Anzi, non è che lo odio. Lo amo e lo
odio, ecco.
Per intenderci, fino a qualche
giorno fa eravamo insieme, anche felicissimi, oserei dire.
Si, ero molto felice con lui e
credevo che tutto fosse rose e fiori tra noi ma ciò che non
sapevo era che, in
realtà, dietro a quel viso di lui che tanto pareva angelico,
si nascondevano un
miliardo di bugie.
“C’è
una cosa che dovrei dirti.. ecco, mi sono messo da poco con Odette,
perdonami.
È da un
bel po’ che non ti amo più e mi
sono innamorato di Ody. Sono stato un bastardo, lo so, ma sappi che
nonostante
questo, ti vorrò sempre bene”.
Beh, peccato
che io molto
probabilmente, tra un po’, smetterò di volergli
bene.
Sempre se riuscirò a dimenticarlo,
certo. Ma mi chiedo come farò.
E poi, Odette, manco fosse davvero
bella come un cigno.. è un anatroccolo, anzi.
Sono stata scaricata tramite un
messaggio per una ragazza più brutta di Patty appena alzata
dal letto dopo una
notte insonne. Che classe, eh?
Eppure ci sto male comunque, davvero
Gordon non immagina quanto.
Le mie amiche dicono che non devo
più pensarlo, stessa cosa pensando i miei, eppure io trovo
che sia la così più
difficile da fare in questo momento.
All’improvviso sento bussare alla
porta e per poco non mi viene un colpo!
Nascondo subito il telefonino sotto
un cuscino e mi metto seduta sul mio letto.
-Chi è?- chiedo asciugandomi
frettolosamente le lacrime che mi coprono il viso.
-Sono Hilary, posso entrare?- sento
la voce di mia sorella oltre la porta e già ho capito che
vuole parlare con me,
ancora un volta.
-Si, vieni- la invito ad entrare e
le faccio posto accanto a me.
Hilary mi si avvicina a passi calmi,
sedendosi poi sul letto, pronta a cominciare un nuovo discorso tipico
da
sorella maggiore.
-Hai pianto ancora, vero?- mi chiede
guardandomi negli occhi ancora umidi e leggermente rossi. Io annuisco
tirando
su con il naso, non posso negare l’evidenza.
-Lo sai benissimo che Gordon non
merita le tue lacrime, perciò smettila di rinchiuderti tutti
i pomeriggi in
camera tua a leggere quel fottuto messaggio!- mi riprende mia sorella;
quasi
sembra volermi sgridare per la mia infinita stupidità, ma la
comprendo.
Ho rotto persino a me stessa, un
po’.
-E’ difficile- mi limito a dire,
guardando fuori dalla finestra. Hilary mi schiocca le dita davanti gli
occhi
per invitarmi a guardarla.
-Ehi, devo ricordarti di tutte
quelle volte che lui ti ha detto “esco con amici”
mentre invece usciva con
un’altra?- mia sorella mette il dito nella piaga, come
sempre; è il metodo per
farmi odiare Gordon e ricordarmi quante volte lui mi ha mentito per
Odette.
Sembra una soluzione crudele, ma a
volte funziona: quando mi ricordo di tutte quelle frottole, in me
salgono certi
istinti omicidi che fanno paura anche a me stessa.
L’unica cosa negativa è che, subito
dopo qualche attimo, io ricomincio a pensare ai bei momenti passati con
Gordon
e lì non riesco più a pensare a certe cose.
Sono una debole.
Rimango muta cercando di ricacciare
le nuove lacrime dentro i miei occhi e mia sorella intuisce che sto
ancora per
piangere.
-Non devi prendertela male quando ti
ricordo certe cose- mi dice Hilary con dolcezza avvicinandosi un
po’ di più a
me.
Il mio intento di ignorare le
lacrime fallisce completamente e io ritorno a singhiozzare come prima.
Mia
sorella mi abbraccia forte, provocando in me ulteriore sofferenza.
Lo so, lei mi abbraccia per
consolarmi ma io penso che sia più che normale piangere
più forte quando
qualcuno mi abbraccia, no? A me capita sempre così.
-Passerà vedrai, devi solo
distrarti- aggiunge Hilary mentre mi accarezza la testa, poi si stacca
da me
mentre io la fisso quasi stranita.
È già finito l’abbraccio?
-Infatti voglio proporti una cosa-
continua a parlare mia sorella, estraendo stavolta un volantino
spiegazzato da
una tasca dei jeans.
-Guarda cos’è arrivato oggi in
agenzia- mi dice lei sorridente mentre apre il volantino, poi me lo
mette tra
le mani.
Mi asciugo le lacrime e comincio a
leggere a voce alta cosa c’è scritto sopra il
pezzo di carta. –Campo estivo
“Forever Young”, attivo ogni estate dalla
metà di giungo fino alla fine di luglio.
Inviaci la richiesta di partecipazione via internet o via posta e in
pochi
giorni riceverai subito risposta!- leggo con la voce rotta per il
pianto, poi
punto lo sguardo su mia sorella, rimanendo perplessa.
-Tu vuoi che io mi iscriva a un
campo estivo?- le chiedo non essendo sicura di voler accettare la sua
proposta.
-Esatto! Così ti distrai e conosci
gente nuova! Sarebbe il top per te- cerca di convincermi Hilary. In
effetti non
ha tutti i torti ma sono un po’ preoccupata: e se fosse
inutile? Se ci andassi
senza concludere nulla? Senza escludere il fatto che potrei anche
annoiarmi a
stare sempre in mezzo alla natura, nonostante i paesaggi riportati su
questo
volantino siano molto belli.
Poggio nuovamente lo sguardo sul
volantino che tengo in mano e leggo che questo campo estivo si trova
sul fiume
Cumberland a Nashville, nel Tennessee.
-Oddio, tu mi vuoi.. far andare.. in
America?- chiedo incredula.
-Già, non trovi sia un’idea
stupenda? Lasci l’Inghilterra, ti fai un bel viaggietto e ti
svaghi! Vorrei
essere io al posto tuo- mi dice Hilary sempre con quel sorriso che mi
esprime
sicurezza.
Rimango senza parola, insomma,
andare in America è sempre stato un mio sogno, ma faccio
bene se accetto di
partire? Si tratta di un’avventura che degna di essere
vissuta ma ammetto che
un po’ devo pensarci su.
Cavoli, avere una sorella che lavora
in un’agenzia di viaggi hai suoi lati positivi; mi trovo a un
passo dal mio
sogno e tutto dipende solo dalla mia decisione.
-Posso pensarci per bene? È
probabile che stasera io sappia risponderti-
sforzo un sorriso e mia sorella improvvisa un piccolo applauso, tutta
contenta,
manco le avessi detto che parto già da adesso.
-Oh che bello, pensaci bene, intesi?
Ti voglio bene, Bonnie- esclama Hilary abbracciandomi nuovamente, poi
si alza
dal letto per uscire dalla stanza.
La lascio andare senza dire nulla; i
miei pensieri adesso ruotano intorno al volantino del Forever Young e
al mio
tentivo di dimenticare Gordon.
Che faccio, se accetto di partire
riuscirò davvero a voltare pagina?
Lo spero davvero con tutto il cuore.
Brittany
“Boy
you can say anything you want
I
don’t give a shh, no one else can have ya
I want you back
I want you back
Wa-want you,
want you back
I broke it off
thinking you’d be cryin’
Now I feel like
shh looking at you flyin’
I want you back
I want you back
Wa-want you,
want you back”
Amo questa
canzone, anzi, amo chi la
canta: Cher Lloyd, ti amo! Diventerei lesbica per te!
Ok, non esageriamo. La amo e basta.
È da minuti che passo l’aspirapolvere
per tutta la casa con le mie mega cuffie alle orecchie e non riesco a
stancarmi
di “I want U back” della Lloyd, canticchiandola.
No dai, siamo sinceri: io non
canticchio, ma urlo come un gallina a cui stanno tirando il collo, non
so se mi
spiego. Adoro cantare, ma mi riesce male, ecco.
Non mi sono mai divertita così tanto
a fare le pulizie di casa, poiché ogni volta che comincia
l’estate mia mamma mi
riempie di commissioni e mestieri da fare.
A parte che il fatto che sono un
vero e proprio disastro.
L’altro ieri stavo stendendo i panni
e, distraendomi per colpa di una farfalla, mi è caduto il
mio reggiseno in
pizzo nero sulla testa di un vecchietto.
Si, era colpa di una stupida
farfalla che io mi sono fermata ad osservare. Era bella, cavolo! E che
colori!
Assomigliava tanto a quelle farfalle che ho stampate sul lenzuolo del
mio
letto.
Fatto sta che, per colpa di un
insetto, ho fatto una grandissima figura di merda.
Il nonnetto, dopo aver ricevuto quel
“dono dal cielo”, ha alzato lo sguardo e ha beccato
me, un stupida ragazza di
diciassette anni che si distrae per una farfalla!
“Salve” lo salutai sorridente e con
un imbarazzo che mi stava mangiando viva.
“Bel reggiseno, è tuo?” mi ha
chiesto tutto sorridente tenendolo sollevato da una bretella.
Pervertito!
No ma va, che dice? Non ha sentito
il meteo? Hanno detto che oggi sarebbero piovuti reggiseni! Credetemi,
avrei
voluto rispondergli così.
“Ehm si, aspetti che scendo a
recuperarlo! E mi scusi per l’accaduto!” gli urlai
dal balcone, poi scesi giù a
riprendermi “il gioiello”. Lo chiamo
così perché mi è costato e, con
permesso,
ci tengo in un modo particolare.
Invece ieri sera, per cena, avevo il
compito di mettere in forno il tacchino e dovevo starci ben attenta.
Peccato
invece che, proprio mentre stavo controllando che la cottura procedesse
per
bene, mi ha chiamata Louis al telefono e, parlando con lui, mi sono
scordata
completamente della cena in forno!
Ah, chi è Louis? Beh, Louis è un
ragazzo inglese per cui ho preso una cotta l’estate scorsa,
esattamente dalla
prima volta che l’ho conosciuto al Forever Young, il campo
estivo che frequento
da tre estati.
Io e Louis siamo solo amici e lui
non lo sa che vado matta per lui. La cosa un po’ mi deprime
ma non perdo mai la
speranza: forse quest’anno gli dico cosa provo, ho deciso e
devo essere
determinata.
Ieri sera abbiamo parlato della
nuova estate che ci attende e io non vedo l’ora di rivedere
Louis, sto davvero
morendo dalla voglia di riabbracciarlo!
Anche lui dice che non vede l’ora di
vedermi e quando me l’ha detto mi sono sciolta come burro al
sole, anzi, mi
sono proprio abbrustolita da quanto mi sono cotta! Troppa emozione in
quel
momento e, insieme a me, senza che io me ne accorgessi subito, si
è
abbrustolito anche il tacchino.
All’improvviso ho sentito puzza di
bruciato e, strabuzzando gli occhi, mi sono voltata lentamente verso il
forno.
Ho visto uscire anche del fumo nero!
Ho chiuso a malincuore la chiamata
con Louis e mi sono precipitata dal tacchino per salvarlo. O almeno, ci
ho
provato.
Ho tirato fuori velocemente con i
guanti la teglia dove giaceva il tacchino e ,proprio quando sono
rimasta con la
teglia in mano, mia mamma è arrivata dal lavoro e mi ha
guardato con due occhi
che dicevano “adesso ti ammazzo, Brit!”.
“Ehm.. sicura che hai preso un
tacchino? Magari era una gallina nera” le ho detto per
sdrammatizzare la
situazione, ma lei non si è ammorbidita manco un
po’.
Non potete immaginare le urla
isteriche di mia mamma e le risatine di mio fratello Matthew mentre la
vedeva
ricorrermi per tutta casa con un mattarello in mano, ma lasciamo stare.
Torniamo a oggi. Come ho detto
prima, oggi sto passando l’aspirapolvere fin troppo
allegramente per essere
normale ma il fatto è che son troppo felice: tra pochissimo
rivedrò Louis e
anche i suoi amici! Rivedrò pure Devonne e Joelle, le mie
vecchie compagne di
bungalow.
Quest’anno mi metteranno sicuramente
insieme ad altre due ragazze e io non vedo l’ora di
conoscerle!
Ad un tratto, sento mio fratello
tirarmi per un lembo della canottiera ma io lo scanso.
-Levati Matthew! Non rompere!- gli
dico continuando a giocare con l’aspirapolvere e ad ascoltare
Cher Lloyd,
mettendo daccapo “I Want U Back”.
Faccio finta che il tubo
dell’elettrodomestico sia un palo da lapdance e comincio a
ballare come una
pazza; in qualche modo devo pur sfogare il mio entusiasmo.
Matthew mi tira di nuovo per la
canottiera.
-Smettila Matt!- lo scanso di nuovo
senza neanche guardarlo.
Continuo a ballare e a cantare come
una psicopatica; mi diverto troppo a scatenarmi.
Mi muovo come una pazza deficiente,
fin quando mio fratello mi importuna per la terza volta.
Infastidita, mi sfilo le cuffie
senza spegnere la musica e presto attenzione a questa piccola peste di
otto
anni.
-Si può sapere che vuoi?- gli
domando acida.
-C’è mamma alla porta!- esclama
indicandomi l’ingresso.
Mi rendo conto che Matthew ha
ragione quando sento bussare insistentemente alla porta e corro subito
ad
aprire.
-Se aprivi tu moriva Dora
l’esploratrice?- rimprovero scorbuticamente il mio fratellino
mentre spengo
l’aspirapolvere e mi precipito da mia madre rimasta chiusa
fuori. Eh ma anche
lei però, non ha le chiavi? Devono sempre rompere a me,
logico, no?
Giro le chiavi nella serratura e
spalanco la porta. Trovo mia madre furiosa che mi guarda male. Ho un
po’ di
paura.
-E’ da cinque minuti buoni che suono
il campanello, idiota!- mi urla dietro scavalcandomi per sistemare sul
tavolo
della cucina i sacchetti della spesa.
-Scusa mamma, ma avevo le cuffie
alle orecchie- mi giustifico, sbuffando.
-Prima o poi te le brucio quelle
cuffie!- mi minaccia mentre comincia a tirar fuori dai sacchetti i
prodotti che
ha appena comprato al discount.
-Toh, questa è per te- dice mia mamma
lanciandomi una busta bianca ed io so già di cosa si tratta:
è la lettera di
conferma da parte del Forever Young!
Quest’anno, la conferma mi è
arrivata per posta perché mi si è rotto il
computer e non ho potuto procedere
via mail, ma l’importante è che adesso ho questo
foglio tra le mani. Non vedo
l’ora di lasciare Ottawa per tornare a Nashville!
Riprendo a saltare per tutta casa
per la felicità ma mia mamma, come sempre molto adorabile,
mi riporta coi piedi
per terra.
-Smettila di fare la cretina!
Piuttosto, aiutami a mettere a posto la spesa!- mi urla dalla cucina.
Ok va bene, agli ordini, mammina
cara!
-Comunque sei stonata, Brit- mi
punzecchia mio fratello facendomi ricordare di poco fa, quando stavo
giocando
con l’aspirapolvere.
-Comunque sei più irritante di un
foglia d’ortica, Matthew- gli rispondo a tono,
infischiandomene se ha nove anni
in meno di me.
Hello world c:
Nuova
ff, nuovo saluto!
Lo so, questo prologo è lunghissimo (mi serviva per
descrivere i caratteri delle protagoniste) ma i prossimi capitoli
saranno più corti, promesso ;)
per adesso, che ve ne pare? Secondo voi, da ciò che avete
letto delle protagoniste e da ciò che avete visto dalle
ragazze che sono sul banner, chi è Kat? E Bonnie? E Brit?
Vediamo se le sapete riconoscere! Ho scelto delle foto che potessero
mettere in evidenza le loro personalità..
Per il primo capitolo ho già parlato troppo,
perciò sparisco.. Fatemi sapere i vostri pareri! :3
Twitter: @JulieMary_x