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Autore: JulieMary    31/08/2012    31 recensioni
Katherine non vuole partire, non vuole lasciare i suoi amici nel Texas per frequentare un campo estivo nel Tennessee ma, dopo varie pressioni dei suoi genitori che lei tanto non sopporta, si sente obbligata ad andarsene.
Bonnie, invece, lascia la sua Manchester sotto consiglio di sua sorella per poter dimenticare il suo ex ragazzo Gordon. Lei spera che una bella vacanza possa aiutarla a voltare pagina e Brittany, spensierata e scherzosa ragazza del Canada, aspetta con ansia la conferma da parte del campo estivo "Forever young" per poter rivedere Louis, il ragazzo per cui ha preso una cotta l'estate precedente, e i suoi amici d'estate Harry, Niall, Liam e Zayn.
Tre ragazze diverse tra loro, risate, pianti e amori unici nel loro genere. Cosa succederà durante questa vacanza a Nashville?
Questa è una storia in cui sono protagonisti un amore tra due opposti, cotte, speranze e molte complicazioni.
(¯`·._.·[STORIA SOSPESA]·._.·´¯)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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*AVVISO: prologo più lungo del previsto. Don't worry, la lettura sarà comunque scorrevole*

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1 – Summer camp

 

Katherine

Le prove di oggi mi hanno sfinita ma ero troppo incazzata, troppo carica, troppo in fuga dalla mia schifosa vita per non cantare e suonare la chitarra. Lei è la mia amica più fedele, diciamo, e ogni volta che ho bisogno di sfogarmi ci sono sempre quelle sei corde tese pronte ad oscillare ad ogni mio comando.
Insieme a Tori e Oliver, certo, i miei colleghi di band, nonché miei migliori amici.
Mi butto a peso morto sul puff arancio che sta accanto a me dopo essermi sfilata la chitarra di dosso, poi estraggo dai miei shorts il pacco di sigarette e l’accendino.
-Che caldo, ragazzi- esclamo dopo aver aspirato e poi gettato una grossa nuvola di fumo. Perfetto, tra poco questo garage puzzerà ancora di più di tabacco.
L’altro giorno la mamma di Tori ci ha fatto una predica pesante per questo, ma io non intendo di certo rinunciare a fumare solo per il naso delicato di una donna isterica!
-Già, sto morendo- commenta Tori poggiando il suo basso al muro e prendendo una sedia per mettersi successivamente di fronte a me; stessa cosa fa Oliver.
-Quanti gradi ci sono oggi?- chiedo io per curiosità.
-Non saprei- mi risponde Tori mentre estrae una sigaretta dal mio amato pacchetto che avevo poggiato sulla gambe.
-Una anch’io- dice Oliver allungando la mano verso le mie sigarette, ma io lo blocco.
-Giù le mani, stronzone! Sono le mie!- esclamo in difesa.
-Qui la stronza sei tu, dammi una sigaretta!- si lamenta il mio amico.
-Oggi hai fatto schifo, non te la meriti! Di solito suoni meglio- adotto la prima scusa stupida per averla vinta.
Oliver suona la batteria e ogni volta che lui sbatte con grinta le bacchette sullo strumento, io mi rendo conto di quanto lui sia fantastico.
C’è anche da dire, però, che adoro vedere Oliver incazzarsi, ogni volta è uno spettacolo.
-Dai Kat, solo una sigaretta! Ti ricordo che io te ne ho date tante- continua lui a supplicarmi e io ci godo. Scuoto la testa sorridendo malignamente, poi do un altro tiro alla mia stizza.
-Perché a Tori si e a me no?- piagnucola Oliver come un bambino e io rido.
-Perché lei è una brava ragazza ed è un figona, vero Tori?- includo la mia migliore amica nel “gioco” guardandola maliziosamente.
Lei mi risponde annuendo e arricciando le dita di una mano per imitare una pantera.
La smorfia che si è formata sul suo volto mi fa ridere e il suo finto ruggito anche.
-Non è giusto che voi facciate comunella tra di voi, ragazze- dice Oliver incrociando le braccia al petto e qui, decido di rompere i giochi.
Beh, come si dice, il gioco è bello quando dura poco, no?
-Toh, stupido- lancio il pacchetto di sigarette al mio amico beccandolo in piena faccia, provocando in lui un verso strano. Uh, si è fatto male?
-Ah, che dolore! Lanciarmelo più in basso ti costava molto?- continua lui a rompere i coglioni.
-Zitto e fuma, scemo- gli rispondo ridendo, poi mi volto verso il cielo; la saracinesca aperta dovrebbe far entrare qualche spiffero d’aria ma qui fa così caldo che chiedere  un po’ di fresco è troppo.
All’improvviso mi torna in mente quell’odioso di mio padre. Ma perché, cazzo? Perché deve scartavetrarmi i maroni anche quando sono fuori casa semplicemente apparendomi in testa?
-Kat, alla fine non ci hai più detto perché hai litigato con tuo papà anche stavolta- mi riprende Tori. Eh che diamine, adesso ci si mette pure lei a martoriarmi?
Io le ho sempre confidato tutto ma non mi va sempre di nominare quell’ uomo che mi ha creata.
Mi volto verso la mia amica soffiandole involontariamente il fumo in faccia.
-Niente di che, sempre le solite menate- dico prima di abbassare lo sguardo sui miei shorts.
-Ossia?- chiede Oliver.
-Vuole sempre che io faccia cose che non mi piacciono, mi sta addosso e mi tratta ancora come se avessi cinque anni! Ancora non ha capito che non riuscirà mai a farsi perdonare- dico tutto d’un fiato sentendo tutti i nervi del mio corpo vibrare aggressivamente.
Già, mio papà non riuscirà mai ad avere il mio perdono per aver tradito mamma. Lo odio, sarà così per sempre e nulla cambierà, parola mia.
-Che ti ha detto?- domanda Tori seria, pronta ad ascoltarmi per la millesima volta sui miei problemi in famiglia.
-Quello stronzo vuole spedirmi in un campo estivo nel Tennessee! Dice che così mi svago, che posso fare nuove amicizie e che cambio aria per un po’, ma lui non ha capito che io da qui non parto- dico decisa.
Oliver e Tori sgranano gli occhi.
-Nel Tennessee?!- esclamano all’unisono.
Si, nel Tennessee. Che c’è di così entusiasmante? Ma non lascerò mai il Texas solo per andare in uno stupido campo estivo! Mio papà se lo può scordare!

 

 

 

Bonnie

 
Leggo per la centesima volta quel messaggio che in realtà dovrei cancellare.
Non solo dal mio cellulare, ma anche dalla mia memoria. Eppure continuo a leggerlo, anche se si tratta di un testo che odio con tutto il cuore, come il ragazzo che me l’ha scritto e mandato: Gordon.
Anzi, non è che lo odio. Lo amo e lo odio, ecco.
Per intenderci, fino a qualche giorno fa eravamo insieme, anche felicissimi, oserei dire.
Si, ero molto felice con lui e credevo che tutto fosse rose e fiori tra noi ma ciò che non sapevo era che, in realtà, dietro a quel viso di lui che tanto pareva angelico, si nascondevano un miliardo di bugie.

 

C’è una cosa che dovrei dirti.. ecco, mi sono messo da poco con Odette, perdonami. È  da un bel po’ che non ti amo più e mi sono innamorato di Ody. Sono stato un bastardo, lo so, ma sappi che nonostante questo, ti vorrò sempre bene”.

 

Beh, peccato che io molto probabilmente, tra un po’, smetterò di volergli bene.
Sempre se riuscirò a dimenticarlo, certo. Ma mi chiedo come farò.
E poi, Odette, manco fosse davvero bella come un cigno.. è un anatroccolo, anzi.
Sono stata scaricata tramite un messaggio per una ragazza più brutta di Patty appena alzata dal letto dopo una notte insonne. Che classe, eh?
Eppure ci sto male comunque, davvero Gordon non immagina quanto.
Le mie amiche dicono che non devo più pensarlo, stessa cosa pensando i miei, eppure io trovo che sia la così più difficile da fare in questo momento.
All’improvviso sento bussare alla porta e per poco non mi viene un colpo!
Nascondo subito il telefonino sotto un cuscino e mi metto seduta sul mio letto.
-Chi è?- chiedo asciugandomi frettolosamente le lacrime che mi coprono il viso.
-Sono Hilary, posso entrare?- sento la voce di mia sorella oltre la porta e già ho capito che vuole parlare con me, ancora un volta.
-Si, vieni- la invito ad entrare e le faccio posto accanto a me.
Hilary mi si avvicina a passi calmi, sedendosi poi sul letto, pronta a cominciare un nuovo discorso tipico da sorella maggiore.
-Hai pianto ancora, vero?- mi chiede guardandomi negli occhi ancora umidi e leggermente rossi. Io annuisco tirando su con il naso, non posso negare l’evidenza.
-Lo sai benissimo che Gordon non merita le tue lacrime, perciò smettila di rinchiuderti tutti i pomeriggi in camera tua a leggere quel fottuto messaggio!- mi riprende mia sorella; quasi sembra volermi sgridare per la mia infinita stupidità, ma la comprendo.
Ho rotto persino a me stessa, un po’.
-E’ difficile- mi limito a dire, guardando fuori dalla finestra. Hilary mi schiocca le dita davanti gli occhi per invitarmi a guardarla.
-Ehi, devo ricordarti di tutte quelle volte che lui ti ha detto “esco con amici” mentre invece usciva con un’altra?- mia sorella mette il dito nella piaga, come sempre; è il metodo per farmi odiare Gordon e ricordarmi quante volte lui mi ha mentito per Odette.
Sembra una soluzione crudele, ma a volte funziona: quando mi ricordo di tutte quelle frottole, in me salgono certi istinti omicidi che fanno paura anche a me stessa.
L’unica cosa negativa è che, subito dopo qualche attimo, io ricomincio a pensare ai bei momenti passati con Gordon e lì non riesco più a pensare a certe cose.
Sono una debole.
Rimango muta cercando di ricacciare le nuove lacrime dentro i miei occhi e mia sorella intuisce che sto ancora per piangere.
-Non devi prendertela male quando ti ricordo certe cose- mi dice Hilary con dolcezza avvicinandosi un po’ di più a me.
Il mio intento di ignorare le lacrime fallisce completamente e io ritorno a singhiozzare come prima. Mia sorella mi abbraccia forte, provocando in me ulteriore sofferenza.
Lo so, lei mi abbraccia per consolarmi ma io penso che sia più che normale piangere più forte quando qualcuno mi abbraccia, no? A me capita sempre così.
-Passerà vedrai, devi solo distrarti- aggiunge Hilary mentre mi accarezza la testa, poi si stacca da me mentre io la fisso quasi stranita.
È già finito l’abbraccio?
-Infatti voglio proporti una cosa- continua a parlare mia sorella, estraendo stavolta un volantino spiegazzato da una tasca dei jeans.
-Guarda cos’è arrivato oggi in agenzia- mi dice lei sorridente mentre apre il volantino, poi me lo mette tra le mani.
Mi asciugo le lacrime e comincio a leggere a voce alta cosa c’è scritto sopra il pezzo di carta. –Campo estivo “Forever Young”, attivo ogni estate dalla metà di giungo fino alla fine di luglio. Inviaci la richiesta di partecipazione via internet o via posta e in pochi giorni riceverai subito risposta!- leggo con la voce rotta per il pianto, poi punto lo sguardo su mia sorella, rimanendo perplessa.
-Tu vuoi che io mi iscriva a un campo estivo?- le chiedo non essendo sicura di voler accettare la sua proposta.
-Esatto! Così ti distrai e conosci gente nuova! Sarebbe il top per te- cerca di convincermi Hilary. In effetti non ha tutti i torti ma sono un po’ preoccupata: e se fosse inutile? Se ci andassi senza concludere nulla? Senza escludere il fatto che potrei anche annoiarmi a stare sempre in mezzo alla natura, nonostante i paesaggi riportati su questo volantino siano molto belli.
Poggio nuovamente lo sguardo sul volantino che tengo in mano e leggo che questo campo estivo si trova sul fiume Cumberland a Nashville, nel Tennessee.
-Oddio, tu mi vuoi.. far andare.. in America?- chiedo incredula.
-Già, non trovi sia un’idea stupenda? Lasci l’Inghilterra, ti fai un bel viaggietto e ti svaghi! Vorrei essere io al posto tuo- mi dice Hilary sempre con quel sorriso che mi esprime sicurezza.
Rimango senza parola, insomma, andare in America è sempre stato un mio sogno, ma faccio bene se accetto di partire? Si tratta di un’avventura che degna di essere vissuta ma ammetto che un po’ devo pensarci su.
Cavoli, avere una sorella che lavora in un’agenzia di viaggi hai suoi lati positivi; mi trovo a un passo dal mio sogno e tutto dipende solo dalla mia decisione.
-Posso pensarci per bene? È  probabile che stasera io sappia risponderti- sforzo un sorriso e mia sorella improvvisa un piccolo applauso, tutta contenta, manco le avessi detto che parto già da adesso.
-Oh che bello, pensaci bene, intesi? Ti voglio bene, Bonnie- esclama Hilary abbracciandomi nuovamente, poi si alza dal letto per uscire dalla stanza.
La lascio andare senza dire nulla; i miei pensieri adesso ruotano intorno al volantino del Forever Young e al mio tentivo di dimenticare Gordon.
Che faccio, se accetto di partire riuscirò davvero a voltare pagina?
Lo spero davvero con tutto il cuore.

 

 

 

Brittany

 

“Boy you can say anything you want

I don’t give a shh, no one else can have ya

I want you back

 I want you back

Wa-want you, want you back

I broke it off thinking you’d be cryin’

Now I feel like shh looking at you flyin’

I want you back

 I want you back

Wa-want you, want you back”

 

 

Amo questa canzone, anzi, amo chi la canta: Cher Lloyd, ti amo! Diventerei lesbica per te!
Ok, non esageriamo. La amo e basta.
È da minuti che passo l’aspirapolvere per tutta la casa con le mie mega cuffie alle orecchie e non riesco a stancarmi di “I want U back” della Lloyd, canticchiandola.
No dai, siamo sinceri: io non canticchio, ma urlo come un gallina a cui stanno tirando il collo, non so se mi spiego. Adoro cantare, ma mi riesce male, ecco.
Non mi sono mai divertita così tanto a fare le pulizie di casa, poiché ogni volta che comincia l’estate mia mamma mi riempie di commissioni e mestieri da fare.
A parte che il fatto che sono un vero e proprio disastro.
L’altro ieri stavo stendendo i panni e, distraendomi per colpa di una farfalla, mi è caduto il mio reggiseno in pizzo nero sulla testa di un vecchietto.
Si, era colpa di una stupida farfalla che io mi sono fermata ad osservare. Era bella, cavolo! E che colori! Assomigliava tanto a quelle farfalle che ho stampate sul lenzuolo del mio letto.
Fatto sta che, per colpa di un insetto, ho fatto una grandissima figura di merda.
Il nonnetto, dopo aver ricevuto quel “dono dal cielo”, ha alzato lo sguardo e ha beccato me, un stupida ragazza di diciassette anni che si distrae per una farfalla!
“Salve” lo salutai sorridente e con un imbarazzo che mi stava mangiando viva.
“Bel reggiseno, è tuo?” mi ha chiesto tutto sorridente tenendolo sollevato da una bretella. Pervertito!
No ma va, che dice? Non ha sentito il meteo? Hanno detto che oggi sarebbero piovuti reggiseni! Credetemi, avrei voluto rispondergli così.
“Ehm si, aspetti che scendo a recuperarlo! E mi scusi per l’accaduto!” gli urlai dal balcone, poi scesi giù a riprendermi “il gioiello”. Lo chiamo così perché mi è costato e, con permesso, ci tengo in un modo particolare.
Invece ieri sera, per cena, avevo il compito di mettere in forno il tacchino e dovevo starci ben attenta. Peccato invece che, proprio mentre stavo controllando che la cottura procedesse per bene, mi ha chiamata Louis al telefono e, parlando con lui, mi sono scordata completamente della cena in forno!
Ah, chi è Louis? Beh, Louis è un ragazzo inglese per cui ho preso una cotta l’estate scorsa, esattamente dalla prima volta che l’ho conosciuto al Forever Young, il campo estivo che frequento da tre estati.
Io e Louis siamo solo amici e lui non lo sa che vado matta per lui. La cosa un po’ mi deprime ma non perdo mai la speranza: forse quest’anno gli dico cosa provo, ho deciso e devo essere determinata.
Ieri sera abbiamo parlato della nuova estate che ci attende e io non vedo l’ora di rivedere Louis, sto davvero morendo dalla voglia di riabbracciarlo!
Anche lui dice che non vede l’ora di vedermi e quando me l’ha detto mi sono sciolta come burro al sole, anzi, mi sono proprio abbrustolita da quanto mi sono cotta! Troppa emozione in quel momento e, insieme a me, senza che io me ne accorgessi subito, si è abbrustolito anche il tacchino.
All’improvviso ho sentito puzza di bruciato e, strabuzzando gli occhi, mi sono voltata lentamente verso il forno. Ho visto uscire anche del fumo nero!
Ho chiuso a malincuore la chiamata con Louis e mi sono precipitata dal tacchino per salvarlo. O almeno, ci ho provato.
Ho tirato fuori velocemente con i guanti la teglia dove giaceva il tacchino e ,proprio quando sono rimasta con la teglia in mano, mia mamma è arrivata dal lavoro e mi ha guardato con due occhi che dicevano “adesso ti ammazzo, Brit!”.
“Ehm.. sicura che hai preso un tacchino? Magari era una gallina nera” le ho detto per sdrammatizzare la situazione, ma lei non si è ammorbidita manco un po’.
Non potete immaginare le urla isteriche di mia mamma e le risatine di mio fratello Matthew mentre la vedeva ricorrermi per tutta casa con un mattarello in mano, ma lasciamo stare.
Torniamo a oggi. Come ho detto prima, oggi sto passando l’aspirapolvere fin troppo allegramente per essere normale ma il fatto è che son troppo felice: tra pochissimo rivedrò Louis e anche i suoi amici! Rivedrò pure Devonne e Joelle, le mie vecchie compagne di bungalow.
Quest’anno mi metteranno sicuramente insieme ad altre due ragazze e io non vedo l’ora di conoscerle!
Ad un tratto, sento mio fratello tirarmi per un lembo della canottiera ma io lo scanso.
-Levati Matthew! Non rompere!- gli dico continuando a giocare con l’aspirapolvere e ad ascoltare Cher Lloyd, mettendo daccapo “I Want U Back”.
Faccio finta che il tubo dell’elettrodomestico sia un palo da lapdance e comincio a ballare come una pazza; in qualche modo devo pur sfogare il mio entusiasmo.
Matthew mi tira di nuovo per la canottiera.
-Smettila Matt!- lo scanso di nuovo senza neanche guardarlo.
Continuo a ballare e a cantare come una psicopatica; mi diverto troppo a scatenarmi.
Mi muovo come una pazza deficiente, fin quando mio fratello mi importuna per la terza volta.
Infastidita, mi sfilo le cuffie senza spegnere la musica e presto attenzione a questa piccola peste di otto anni.
-Si può sapere che vuoi?- gli domando acida.
-C’è mamma alla porta!- esclama indicandomi l’ingresso.
Mi rendo conto che Matthew ha ragione quando sento bussare insistentemente alla porta e corro subito ad aprire.
-Se aprivi tu moriva Dora l’esploratrice?- rimprovero scorbuticamente il mio fratellino mentre spengo l’aspirapolvere e mi precipito da mia madre rimasta chiusa fuori. Eh ma anche lei però, non ha le chiavi? Devono sempre rompere a me, logico, no?
Giro le chiavi nella serratura e spalanco la porta. Trovo mia madre furiosa che mi guarda male. Ho un po’ di paura.
-E’ da cinque minuti buoni che suono il campanello, idiota!- mi urla dietro scavalcandomi per sistemare sul tavolo della cucina i sacchetti della spesa.
-Scusa mamma, ma avevo le cuffie alle orecchie- mi giustifico, sbuffando.
-Prima o poi te le brucio quelle cuffie!- mi minaccia mentre comincia a tirar fuori dai sacchetti i prodotti che ha appena comprato al discount.
-Toh, questa è per te- dice mia mamma lanciandomi una busta bianca ed io so già di cosa si tratta: è la lettera di conferma da parte del Forever Young!
Quest’anno, la conferma mi è arrivata per posta perché mi si è rotto il computer e non ho potuto procedere via mail, ma l’importante è che adesso ho questo foglio tra le mani. Non vedo l’ora di lasciare Ottawa per tornare a Nashville!
Riprendo a saltare per tutta casa per la felicità ma mia mamma, come sempre molto adorabile, mi riporta coi piedi per terra.
-Smettila di fare la cretina! Piuttosto, aiutami a mettere a posto la spesa!- mi urla dalla cucina.
Ok va bene, agli ordini, mammina cara!
-Comunque sei stonata, Brit- mi punzecchia mio fratello facendomi ricordare di poco fa, quando stavo giocando con l’aspirapolvere.
-Comunque sei più irritante di un foglia d’ortica, Matthew- gli rispondo a tono, infischiandomene se ha nove anni in meno di me.

Hello world c:

Nuova ff, nuovo saluto!
Lo so, questo prologo è lunghissimo (mi serviva per descrivere i caratteri delle protagoniste) ma i prossimi capitoli saranno più corti, promesso ;)
per adesso, che ve ne pare? Secondo voi, da ciò che avete letto delle protagoniste e da ciò che avete visto dalle ragazze che sono sul banner, chi è Kat? E Bonnie? E Brit?
Vediamo se le sapete riconoscere! Ho scelto delle foto che potessero mettere in evidenza le loro personalità..
Per il primo capitolo ho già parlato troppo, perciò sparisco.. Fatemi sapere i vostri pareri! :3

Twitter: @JulieMary_x

   
 
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