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Autore: Deb    31/08/2012    1 recensioni
Emily Thorne l’aveva tradito. L’aveva ridicolizzato davanti a tutti.
Non riusciva a non sentirsi deluso.
Sì, era anche arrabbiato, ma soprattutto deluso perché aveva riposto la sua cieca fiducia nei confronti di una bambina capricciosa e Nolan non riusciva a comprendere cosa le fosse saltato nel cervello.

{Accenni Nemily / Incentrato sull'episodio 1x10}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emily Thorne, Nolan Ross
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I trusted you

Emily Thorne l’aveva tradito. L’aveva ridicolizzato davanti a tutti.
Non riusciva a non sentirsi deluso.
Sì, era anche arrabbiato, ma soprattutto deluso perché aveva riposto la sua cieca fiducia nei confronti di una bambina capricciosa e Nolan non riusciva a comprendere cosa le fosse saltato nel cervello.
Perché aveva dovuto usarlo in una tale maniera, perché non aveva avuto il coraggio di andare da lui e spiegargli quello che avrebbe voluto fare?
No, l’aveva scoperto in altre vie, come se Nolan stesso fosse soltanto una pedina e non il suo complice.
Lui, però, non voleva far parte di quel gioco in tale maniera, voleva essere partecipe, voleva aiutarla. Davvero.
Eppure, Emily l’aveva deluso e non riusciva a comprenderne il motivo. Di che cosa aveva paura?
Corse a casa sua.
Sicuramente non avrebbe avuto la meglio, quando mai Nolan Ross aveva la meglio in un diverbio con lei? Doveva sapere, però. Doveva capire di aver sbagliato, perché lo aveva fatto.
Anche lui avrebbe potuto tradirla e non era vero che non ci avesse mai pensato. Aveva nella propria mano il futuro di Emily Thorne. Poteva decidere lui se la sua vendetta sarebbe dovuta arrivare al capolinea perché Nolan conosceva tutta la verità e non gli era così difficile mascherarla, se soltanto avesse voluto farlo.
Lui non era così, però. Nolan credeva fermamente che i Grayson, e chiunque avesse fatto soffrire Emily e David, avrebbero dovuto pagare per le loro colpe. Nolan cosa aveva fatto per meritare di essere ridicolizzato in quella maniera? Perché conosceva la verità? Cavolate!
Ad Emily non era piaciuto come Nolan fosse riuscito a prendere all’amo Tyler. Non le piaceva il modo in cui cercava di aiutarla e ci aveva dato un taglio. L’aveva bloccato, quando Nolan, nella sua mente, aveva tutto un piano per far cadere a picco quel viscido uomo.
Avrebbe dovuto ringraziarlo, non buttarlo in pasto ai leoni.
Non bussò alla sua porta, non attese che la giovane padrona della casa che lui stesso le aveva acquistato gli desse via libera per entrare. Entrò con passo veloce, pesante, e la rabbia cominciò a prendere il posto della delusione.
Mai avrebbe creduto che Emily potesse comportarsi così, non nei suoi confronti, almeno. Lui aveva sempre cercato di aiutarla e mai una volta le aveva voltato le spalle. Dov’era la sua gratitudine?
Nolan non chiedeva molto. Fondamentalmente voleva soltanto la sua amicizia.
Lei sapeva che al suo fianco aveva un fedele servitore, ma quella volta non sarebbe rimasto in silenzio perché un conto era aiutarla a compiere la sua vendetta ed un altro era venire ingiustamente usato per compierla.
Doveva essere lui a decidere se farsi usare o meno.
“Hai oltrepassato il limite, Emily! Come hai potuto farmi questo?”.
La ragazza si trovava davanti a lui, lo guardava negli occhi e – per la prima volta – Nolan notò quanto fosse più alto di lei. Non che non lo sapesse, ma quel giorno sentiva la differenza. E non poteva sopportare davvero l’idea che fosse stato tradito così.
Probabilmente, se Emily fosse andata da lui a spiegargli il piano, Nolan le avrebbe anche risposto che l’avrebbe aiutata, che avrebbe potuto usare quel dannato video per mettere in ginocchio Tyler.
Gli bastava esserne al corrente perché, sostanzialmente, Nolan avrebbe fatto davvero di tutto per Emily Thorne.
Lei, d’altro canto, rimase immobile dov’era. Era posta davanti a lui, le spalle dritte, lo sguardo fermo. Non aveva paura di nulla, tantomeno di Nolan Ross.
“Se intendi la registrazione di te e Tyler, un giorno mi ringrazierai”, rispose seria, “ti ho fatto un favore”.
Era autorevole, come suo solito. Credeva fermamente di essere nel giusto e Nolan non capiva come potesse pensarlo davvero.
“Ma io mi fidavo di te”.
E non mentiva, Nolan.
Credeva che quello strano rapporto che avevano instaurato fosse sincero da ambedue le parti. Non poteva credere che, invece, per Emily fosse solo una questione di opportunità.
Lui era una persona e lei non poteva assolutamente permettersi di trattarlo in una tale maniera. Non era una pedina degli scacchi che poteva muovere a suo piacimento. Era un uomo e come tutti aveva dei sentimenti che non voleva fossero calpestati come invece Emily aveva fatto.
E non importava quanto cercasse di nasconderli, perché anche lei ne era piena.
La bionda negò lievemente con la testa e riprese a parlare, “la fiducia non può essere costruita sui segreti, Nolan. Ormai dovresti saperlo”.
“Senti da che pulpito…”, non aveva avuto modo di pensare ad una riposta decente perché non c’era altra risposta da dare. Nolan aveva dato sfogo alla sua frustrazione. Avrebbe persino potuto offenderla in qualche modo, con quelle parole, ma non gli importava. Anzi, se avesse sofferto un pochino, se fosse riuscito a farle comprendere che non poteva pensare di poter avere fidi aiutanti al suo fianco quando lei stessa non si fidava di loro, allora Nolan avrebbe raggiunto il suo scopo.
Stava soffrendo, però. Non gli piaceva avere diverbi di tale portata con la giovane Clarke ed i suoi occhi lucidi parlavano per lui. Era deluso e arrabbiato, ma anche dannatamente triste per ciò che aveva appena scoperto.
Lei non si fidava di lui quando invece, da quando si erano incontrati, aveva fatto di tutto per lei. Ed era una delusione grande capire che la persona più importante della propria vita, non ricambiava nemmeno la fiducia che riponevi in lei.
Perché Emily era davvero colei alla quale teneva di più e non solo perché aveva stima per il padre.
Lei aveva sofferto così tanto nella vita, Nolan voleva soltanto vederla felice. Non importava come o con chi, voleva la sua felicità e l’avrebbe aiutata ad ottenerla, ma non senza qualcosa in cambio.
Non chiedeva molto, almeno così gli sembrava.
Voleva soltanto avere un rapporto alla pari con lei, voleva avere la sua fiducia e, se fosse stato possibile, la sua amicizia.
Tutti e due presero a camminare all’interno dell’abitazione, lui la seguiva come un’ombra, non voleva farla scappare. Doveva rimanere lì finché non avesse finito di parlare. Doveva ascoltare, tutto. Almeno quello se lo meritava, no?!
“Mi hai nascosto Amanda, e Dio solo sa cos’altro”, ammise a pochi centimetri dalla sua schiena. Lei gli dava ancora le spalle, forse – o almeno così sperava lui – non voleva vedere quegli occhi così sinceri.
Poi, Emily si bloccò, si voltò e lo guardò quasi con disprezzo.
“Tu mi hai ostacolato fin dal primo giorno”.
Nolan non poté far a meno di non aprire lievemente la sua bocca per lo stupore. Credeva davvero che la stessa frenando?
La sua delusione andò crescendo. Si domandò perché stesse ancora perdendo tempo dietro quella bambina capricciosa perché, sentendola parlare così, era proprio quello e nient’altro.
Sorrise in modo perfido, toccava a lei elencare tutto ciò che Nolan aveva fatto di sbagliato, ma lui non l’aveva fatto con cattive intenzioni. Credeva davvero di star facendo del bene, per lei.
“Giocando col cuore di Jack, comprando la sua barca”, il suo sorrisino della quasi vittoria non accennava a scomparire. Forse avrebbe voluto che Nolan stesso si allontanasse da lei, per sempre.
“Ed ora stai cercando di sabotare la nostra alleanza perché ti sei invaghito di una puttana”. Concluse la ragazza, sperando di aver vinto.
Non era così, però. Nelle sue parole c’era contraddizione. Prima aveva dichiarato che lui l’avesse sempre ostacolata, poi che avessero un’alleanza. Nelle ultime sue parole, poi, c’era gelosia.
Per quale motivo Emily avrebbe dovuto essere gelosa?
Nolan sapeva quanto lei odiasse Tyler, ma sembrava infuriata per il fatto che il suo alleato barra ostacolatore avesse tenuto atteggiamenti intimi con il suo nemico.
Ma come si diceva in questi casi? Sì, che bisognava tenere gli amici vicino, ma i nemici ancora più vicino. Ed era proprio quello che aveva fatto Nolan.
Tyler avrebbe dovuto credere che Nolan fosse suo amico, invece Emily aveva rovinato il suo piano.
Poi arrivò alla conclusione più ovvia. Emily era arrabbiata anche perché Nolan non l’aveva resa partecipe del suo piano. Lui si era infuriato per una cosa che aveva commesso senza saperlo. Aveva il diritto di esserlo, quindi?
Emily stessa si sentiva tradita dal suo comportamento.
Non voleva dagliela vinta, però. Non quella volta.
“La differenza è che quando ho avuto l’occasione di rivelare chi sei, oggi, non l’ho fatto”, rivelò con un po’ di cattiveria nella voce.
Doveva sentirsi almeno un po’ in colpa, perché davvero, lui aveva peccato non svelandole il suo piano, ma lei l’aveva esposto al mondo intero con un video che serviva soltanto come assicurazione.
“Forse è perché, in fondo, sapevi che facevo sul serio quando ho detto che ti avrei distrutto se ti fossi messo sulla mia strada”, non demordeva. Emily Thorne voleva avere sempre ragione e lui si era stancato di essere trattato in quella maniera.
Era ora di finirla. Se lei non riusciva nemmeno ad ammettere quanto lui l’avesse aiutata, allora perché avrebbe dovuto continuare a combattere quella battaglia?
Non ne valeva la candela.
Non poteva farsi venire un’ulcera per star dietro a lei. Non poteva arrabbiarsi così perché l’aveva tradito. In fondo, per Emily Thorne, Nolan Ross non era niente e nessuno.
Al diavolo tutto. Al diavolo lei.
“Messaggio ricevuto”, sospirò per poi continuare a parlare, “ho chiuso con i tuoi piani malvagi”.
Decise, infine, di andarsene. Davvero. Non poteva continuare ad aiutarla sapendo che per lei era come invisibile, come se fosse un pezzo della scacchiera da sacrificare.
Nolan Ross le diede le spalle ed uscì da quella casa che, in passato, aveva accolto una delle persone migliori che avesse mai conosciuto in vita sua.
Non riuscì a scendere che pochi gradini e la sentì, dietro le sue spalle.
L’aveva seguito. Eppure credeva di essere stato chiaro.
Aveva chiuso. Con tutto, con lei.
Ma Emily Thorne era testarda e sapeva bene quando Nolan potesse esserle utile, e lui, da bravo sognatore, sperava che non l’avesse rincorso soltanto perché era un buon aiutante, ma anche perché, nel profondo, Emily provasse qualcosa nei suoi confronti.
Desiderava che lo considerasse una persona importante nella sua vita.
“Non ti ho mai chiesto di far parte di tutto questo”, ammise fermandosi, bloccandolo.
Era vero. Lei, inizialmente, non aveva chiesto il suo aiuto. Nolan Ross, però, si era offerto volontario e lei, da stupida bambina capricciosa quale era, non riusciva ancora a comprenderlo.
Era una ragazza intelligente eppure non riusciva a raggiungere la consapevolezza che al suo fianco avesse una persona che le voleva bene davvero, per tutte le sue sfaccettature. Nolan l’accettava per com’era, ma Emily non riusciva a comprendere che faceva di tutto per lei soltanto per poterla vedere felice, un giorno.
Il biondo si voltò e la guardò da capo a piedi. La delusione e l’ira avevano lasciato il posto alla pena.
Provava pena per quella ragazza che non riusciva a comprendere i suoi sentimenti, che erano sinceri. Lei non poteva credere che ci fosse qualcuno davvero leale nella sua vita perché dall’età di dieci anni era stata circondata da persone di dubbia moralità che in lei non vedevano altro se non la figlia di un assassino.
“No”, rispose lui salendo un gradino del portico per poter avvicinarsi ad Emily, “è tuo padre che me l’ha chiesto”.
La bionda mosse di poco il viso e non riuscì a nascondere un senso di nostalgia e di dolore dai suoi occhi.
“Ems, lui non voleva questo per te. Ricordi?”, c’era tristezza nella sua voce. Si ricordava bene di quando David gli aveva chiesto di stare accanto alla figlia, di proteggerla e di aiutarla nel caso avesse deciso di intraprendere la via della vendetta. Ed era proprio quello che Nolan aveva fatto.
Inizialmente, per David Clarke, ma era normale affezionarsi a quella ragazzina appena uscita dal riformatorio. Era stata una vittima del sistema corrotto e meritava di vendicarsi, meritava di portare giustizia in quella piccola cittadina, meritava di dare nuovamente il giusto significato al nome del padre.
Allo stesso tempo, però, doveva capire che comportarsi male nei confronti di Nolan non avrebbe fatto andare avanti la sua missione, al contrario, l’avrebbe congelata.
E doveva pagare per il modo in cui l’aveva trattato e, forse, stava per dire una cosa davvero cattiva ma che, in fondo, pensava davvero perché Emily l’aveva deluso.
“È un bene che non ci sia più”, fece una breve pausa, osservandola, “perché almeno non può vedere quel che sei diventata”.
La bionda lo guardò per una frazione di secondo, poi distolse lo sguardo sconfitta.
Rimase in silenzio con gli occhi che le si riempirono di lacrime mentre guardava Nolan Ross andarsene dalla sua proprietà.
Lui si bloccò, per un’istante, e osservò la giovane donna venire a patti con se stessa. Sicuramente in quel momento si stava convincendo del fatto di essersi comportata bene.
Nello stesso istante in cui la vide rientrare in quella casa bianca, Nolan sentì un nodo allo stomaco. L’aveva ferita volutamente e si pentì di averlo fatto perché volente o nolente lui non voleva vederla in quello stato.
Prese a correre nuovamente verso l’abitazione della bionda e, ancora una volta, entrò senza bussare o attenderla.
Emily era seduta sul divano, le gambe le coprivano il busto e la testa era appoggiata alle ginocchia. Sentì un singhiozzo e Nolan non poté non sentirsi in colpa per tutto ciò che era stato detto pochi istanti prima.
Non voleva, non doveva vederla in quello stato perché il suo cuore non lo sopportava. Lei era la vittima, non lui. Lei era quella che aveva sempre sofferto, non lui.
La raggiunse e l’abbracciò.
Per la prima volta, Emily lo lasciò fare.
“Scusami”, sussurrò il biondo con voce tremante, “scusami, Ems”.
“Vattene, Nolan”.
Alzò di poco lo sguardo e lo guardò.
“Non volevo, davvero”.
La giovane Thorne sorrise sarcastica, “Sì, Nolan, lo volevi. Hai detto tutto quello che volevi farmi sapere. Ora vattene e non toccarmi”.
Lui, invece di ascoltarla, le accarezzò un braccio.
“D’accordo, ma, davvero… scusami. Io… non so cosa mi sia preso. E lo sai che ci sarò sempre, vero? Non ti abbandonerò mai, Ems”.
Emily si alzò dal divano di scatto.
“Per favore, vattene. Non ho voglia di continuare questo discorso. Non ho voglia di dover pensare anche a te. Fai quello che vuoi, Nolan. A me non interessa nulla di te”, esclamò gesticolando più del solito.
“Non è vero. Non è vero che non ti interessa. Non è vero. Le mie parole non ti avrebbero ferito se fosse così. Ems, Dio, non puoi far finta di nulla. Non puoi cercare di convincerti di non avere dei sentimenti. Lo sai che ti sono vicino, lo sai che ti voglio bene, e sai anche che, in fondo, me ne vuoi anche tu. Lo sai che qui hai un amico, forse il tuo unico vero amico, e lo so che hai paura di perderlo e sappi, sappi, Ems, che non lo perderai mai. Puoi trattarmi male, puoi tradirmi, ma tornerò sempre… per tua fortuna”.
Una volta cominciato a parlare non riuscì più a frenarsi. Doveva sapere la verità, doveva venire a patti con se stessa.
Emily lo guardò per poi spostare lo sguardo verso il pavimento, nuovamente sconfitta dalle parole del biondo.
Sospirò e cercò il coraggio di parlare, “allora non farmi più soffrire”, sussurrò così piano che le parole ebbero difficoltà a raggiungere Nolan.
Lui sorrise.
“Mai più”, rispose andandole incontro per abbracciarla.
“La prossima volta, però, se vuoi mettermi in mezzo a qualcosa, per favore… dimmelo prima”. Le mormorò nell’orecchio, accarezzandole i capelli con una mano.
Lei annuì in silenzio, “però tu non prendere l’abitudine di abbracciarmi. Staccati”.
Nolan fece quanto gli era stato ordinato e sogghignò.
“Piano, piano…”, sussurrò tra sé e sé, voltandosi verso l’uscita.
“Ci vediamo domani, Ems”.
Non ricevette risposta, ma una volta tornato a guardare la figura dell’amica non poté non sorridere ancora di più. Emily aveva gli occhi un po’ rossi dal pianto di poco prima, teneva le braccia incrociate al petto a mo’ di difesa ed era rossa.
Rossa in volto per la prima volta da quando l’aveva conosciuta perché, finalmente, aveva compreso di avere al suo fianco un amico davvero speciale, una persona della quale poteva fidarsi ciecamente perché mai l’avrebbe tradita ed Emily, probabilmente, si sentiva strana nel venire a conoscenza che finalmente avesse trovato una persona totalmente sincera nei suoi confronti.

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Questa OS ce l’ho avuta in testa per due settimane circa senza aver mai il tempo di scriverla. Fortunatamente ci sono riuscita, alla fine. Anche se fino all’ultimo credevo che sarebbe rimasta soltanto un’idea.
Ovviamente la fanfiction si colloca alla fine dell’episodio 1x10, quando Nolan va da Ems perché ha fatto vedere il video erotico di Nolan e Tyler.
Guardando quella scena non ho potuto non pensare che Nolan si fosse sentito tradito per il comportamento che aveva avuto Ems e dall’altra parte ho pensato che sotto, sotto Emily si fosse sentita un pochino gelosa. Ma forse sono io che vedo il Nemily in dappertutto. u.u
Il titolo, ovviamente è preso da una battuta di Nolan: “Io mi fidavo di te” e, visto che guardo il telefilm in lingua originale, mi piaceva molto di più in inglese anziché in italiano in quanto leggendo il titolo sento la bellissima voce di Gabe. LOL Sì, sono malata. xD
Ringrazio, ovviamente, Ili91 per averla betata! ♥
Spero vi sia piaciuta.
Baci
Deb
   
 
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