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Autore: Angel_shanti    31/08/2012    0 recensioni
A volte la vita ci riserva delle piacevoli sorprese...
Dopo un periodo travagliato Ashley e Micheal si concedono una meritata vacanza ma un inaspettato incontro sconvolgerà in poco tempo le loro vite.
Perchè il destino non lo si può fermare....MAI!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da tempo che mi ero ripromessa di farlo e questa volta non mi ero lasciata scappare l’occasione, non avevo voluto coinvolgere nessuno in quello che doveva essere egoisticamente un regalo tutto per me: quindici giorni di crociera nel meraviglioso Oceano Indiano: Seychelles, Madagascar, le Mauritius e Zanzibar…un viaggio da sogno tutto per me e Micheal, penso proprio che ce lo siamo meritato dopo tutto. 
Sono giorni ormai che la nave è salpata, il clima a bordo è sereno e finalmente anche io sto iniziando a rilassarmi e a sciogliere la troppa tensione accumulata in questo periodo convulso che ho attraversato.
Micheal dorme beatamente nella nostra cabina e io ne ho approfittato per concedermi una passeggiata solitaria lungo il ponte illuminato, c’è la luna piena stanotte e una strana sensazione aleggia nel mio cuore facendolo sentire stranamente pesante; cammino soprappensiero perdendomi con lo sguardo nell’oscurità della notte fino a quando i miei occhi si soffermano su una sagoma troppo familiare. Non può essere lui. Sicuramente sarà la mia immaginazione a giocarmi brutti scherzi. Con il cuore in gola ormai mi avvicino a quella figura che inizia a delinearsi sempre di più ai miei occhi, mi sento quasi mancare quando i suoi occhi si incontrano con i miei e le sue labbra disegnano un dolce sorriso.
“Ashley…”
La sua voce calda e sensuale proprio come era impressa nei miei ricordi trapassa la mia anima. Non può essere lui, non può essere qui. La mia voce acida scandisce le poche parole che riesco a pronunciare.
“Che ci fai tu qui?”
Sgrano gli occhi incredula cercando di controllare il battito convulso del mio cuore e di apparire meno agitata e isterica di quanto non sia in questo momento della mia vita.
“Probabilmente la stessa cosa che fai tu?”
I suoi occhi gelidi catturano i miei, mette le mani in tasca e con aria distratta si poggia alla balaustra del ponte, mordicchio le labbra cercando qualcosa di intelligente da dire ma mi rendo conto ben presto che i miei neuroni hanno deciso di prendersi le ferie proprio adesso che la loro presenza sarebbe a dir poco necessaria. Sospiro cercando di guadagnare tempo ma è tutto inutile. Alzo bandiera bianca e lascio liberi i miei pensieri sconnessi di esprimersi. Le mie braccia si stringono intorno al suo collo mentre le mie labbra si posano leggere sulla sua guancia, le sua mani si poggiano morbide sui miei fianchi stringendomi al suo corpo.
“Scusami, è solo che eri l’ultima persona che mi aspettavo di incontrare su questa nave…”
Sorride sarcastico accarezzando il mio corpo con lo sguardo.
“…forse l’ultima che avresti voluto incontrare…”
Sfioro il suo viso con il dorso della mia mano.
“…è passato tanto tempo ormai…”
Sembra una vita fa che e io e lui eravamo una sola cosa, che presi dalla nostra passione giovanile non vedevamo altro che noi, la passione che ci travolgeva ardeva in noi come una fiamma rovente che tristemente una folata di vento aveva spento di colpo, di punto in bianco i nostri migliori pregi erano diventati i nostri peggiori difetti ai nostri occhi, litigi, urla, crisi isteriche, la nostra storia idilliaca si era trasformata all’improvviso in un inferno a cui con grande dolore, ma forse anche grande liberazione, avevamo messo fine.
Sorride dolcemente fermando la mia mano con la sua per portarla lentamente all’altezza delle sue labbra che delicatamente la sfiorano in un lento baciamano, i suoi occhi verdi sorridono cercando complici i miei facendo fremere il mio corpo come se fosse attraversato da una scarica elettrica. Ritraggo timidamente la mano sfregandola nervosamente con l’altra, abbasso lo sguardo per impedirgli di leggere i miei pensieri che troppo malinconici rapiscono il mio cuore riportandolo indietro nel tempo a quando esisteva un noi.
“Sei sempre bellissima…”
Non saprei dire se è colpa del leggero dondolio della nave che miscela i miei pensieri confodendoli, del fantastico cielo stellato che ci fa da scenario o della voglia di vivere che per troppo tempo ho represso dentro di me ma non riesco a resistergli, le mie labbra non riescono a respingere il suo bacio improvviso, la mia bocca accoglie la sua lingua che si muove frenetica costringendo la mia a una folle danza. Non abbiam bisogno di parole, i nostri occhi si specchiano gli uni negli altri per confidarsi ciò che le nostre bocche hanno ancora paura di ammettere, la sua mano si intreccia alla mia, i suoi passi si fanno veloci, ad ampie falcate mi conduce nella sua cabina.
Come  due ladri ci infiliamo in camera, i suoi occhi cercano nuovamente i miei mentre le sue labbra disegnano un sorriso malizioso sul suo viso che mi fa tremare le gambe, le sue labbra cercano nuovamente le mie, fameliche quasi le divorano, la sua lingua esplora ogni cavità della mia bocca mentre le sue mani esperte hanno iniziato a muoversi sul mio corpo, scivolano lungo la mia schiena arrivando ad accarezzare il mio sedere, ben aperte si poggiano sulle mie natiche alzandomi di peso avvicinando la mia intimità alla sua, le mie gambe si avvolgono alla sua schiena intanto che la sua testa affonda tra i miei seni e le sua lingua mi regala mille brividi con le sue languide carezze.
Senza staccare i nostri corpi eccitati si avvicina al letto dove mi adagia con calma, resta qualche istante ad ammirare il mio corpo ormai caldo e pronto ad accoglierlo fino a quando con le mani non afferro il colletto della sua camicia bianca e lo tiro verso di me, non mi lascia bramare oltre le carezze, le sue forti mani iniziano a muoversi sul mio corpo, accarezzano lentamente le mie gambe risalendo verso le mie cosce, la sua bocca segue le loro movenze lasciando una scia umida e luccicante, le sue dita si avventano con foga sui bottoni dei miei pantaloni per slacciarli e liberarmene, solleva leggermente il mio corpo facendo scivolar via sotto di me il fastidioso indumento e lanciandolo violentemente a terra. Fissa le mie mutandine e con lo sguardo accecato dal desiderio le sfila senza troppi compimenti. Finalmente libere da inutili impicci le sue mani accarezzano la mia intimità perdendosi nel lago del mio piacere che le sue carezze audaci e sempre più profonde mi stanno donando, ormai non riesco a trattenere i miei gemiti che risuonano nella stanza. I suoi occhi smeraldi studiano il mio viso per fissare nella sua mente ogni mia espressione estasiata, ad uno ad uno slaccio i bottoni della sua camicia lasciando senza fiato alla vista del suo petto scultoreo, la mia bocca si muove su esso per bramose carezze, la mia lingua giocherella con i suoi capezzoli gustandosi quel sapore che per troppo tempo ho solo immaginato nei miei ricordi migliori. Sento la sua eccitazione crescere sempre più prendendo vita in mezzo alle sue gambe, le sue dita esplorano la mia femminilità aumentando il lavorio della mia bocca, ormai in preda al desiderio più assoluto slaccio i suoi pantaloni e mi  intrufolo nei suoi boxer per accarezzare la sua mascolinità che ormai pulsa avida di vita tra mie mani. Mugugna qualcosa con la voce roca e rotta di piacere non appena le mie mani prendono ad accarezzare con ritmo più deciso la sua intimità, volge gli occhi al cielo, dal suo respiro spezzato riesco a percepire palesemente quanto sia vicino al limite.
Senza indugiare ulteriormente si fa largo tra le mie gambe già aperte ad accoglierlo, intreccia le sue mani con le mie portandole all’altezza della mia testa lasciando il suo corpo aderire quasi completamente con il mio, i suoi occhi nei miei, il battito del mio cuore sincrono al suo, i nostri respiri affannosi, la sua voce rauca al mio orecchio.
“Non sai quanto ho desiderato questo momento…”
Con un colpo deciso entra dentro di me, le mie mani si stringono alle sue in un istante in cui resto senza fiato, mi sento donna come non accadeva da tempo sotto le spinte possenti del mio amante, il suo bacino batte con forza contro il mio regalandomi attimi da mille brividi, un urlo smorzato esce dalla sua bocca quando con un colpo più forte mi bagna con il suo piacere, tremo tutta tra le sue possenti braccia quando stremata lo raggiungo in quell’attimo di paradiso tutto nostro.
Appagato si lascia scivolare accanto al mio corpo, le mie mani sul suo petto ascoltano il ritmo accelerato del suo battito mentre la mia bocca ancora bramosa del suo sapore inizia a muoversi sul suo collo. Basta poco, fugaci carezze e baci proibiti e anche la sua eccitazione raggiunge i livelli della mia, bacio il suo addome scolpito scendendo pericolosamente verso le sue zone erogene, lo sento fremere di piacere sotto i colpi esperti della mia lingua, sorrido soddisfatta: ricordo ancora bene come farlo godere, come renderlo schiavo dei movimenti. Accarezza con veemenza i miei seni invitandomi a risalire verso la sua bocca, seguo le sue indicazioni da brava gattina, mi struscio sul suo corpo fino a unirmi nuovamente al suo, mi muovo sicura scandendo il ritmo della nostra frenetica danza, i nostri corpi sembrano non essere mai sazi: per troppo tempo sono stati a digiuno l’uno dell’altro. La mia lingua si infila avida nella sua bocca fino al momento in cui ancora una volta siamo scossi dal più alto dei piacere. Mi lascio cadere sul suo corpo, le sue braccia scolpite mi stringono a se fino a quando, ormai stremati, ci abbandoniamo al più dolce dei sonni.
È oramai mattina quando mi desto dal torpore in cui ero caduta, scruto i dolci lineamenti del suo viso e una fitta mi trafigge il cuore; raccolgo i miei vestiti e di fretta mi ricompongo senza far rumore.
“Addio amore mio.”
Come una ladra sgattaiolo fuori dalla sua cabina, chiudo la porta alle mie spalle e lascio che tristi lacrime bagnino il mio visi; la sua voce calda alle mie spalle mi trapassa l’anima. Non mi volto fino a che non sento le sue mani posarsi sulle mie spalle.
“Ashley perché stai scappando da me?”
Raggiunge il mio viso, i suoi occhi penetranti raggiungono i miei.
“Non dovevo, Tay…perdonami.”
Le sue mani si stringono intorno alle mie braccia, l’espressione del suo viso è un misto tra rabbia e delusione, abbasso lo sguardo impotente di fronte alla dolcezza del suo.
“Devo andare, ti prego lasciami…Micheal si starà per svegliare, non può non trovarmi accanto a lui…”
Lascia di scatto la presa lasciando scivolare le braccia lungo il suo corpo. Non dice una parola. Nei suoi occhi solo profondo disprezzo. Sento il mio cuore rompersi in mille pezzi, troppo piccoli per essere rincollati questa volta. Senza muovere bocca mi volto per riprendere la mia strada, quella che mi conduce alla mia cabina, quella che mi porta nuovamente lontana da lui.
Con le lacrime che colmano i miei occhi rientro in camera, senza spogliarmi mi adagio a letto accanto a Micheal che fortunatamente dorme ancora come un angioletto, sfioro il suo dolce viso e mi guardo intorno osservando cosa è diventata la mia vita adesso, quanto distante sono arrivata da quel sogno idilliaco di amore eterno che mi aveva legato a Taylor, quel sogno che stanotte mi aveva rapita e stravolto la vita proprio come tanti anni fa. Non è più tempo per i rimpianti, non è più tempo per i rimorsi, non è più tempo per noi.
Quella che era iniziata come una vacanza da sogno si sta trasformando per me nel peggior incubo mai vissuto, da giorni ormai vivo con il terrore di incontrare nuovamente i suoi occhi  ,ogni porta che apro, ogni angolo che svolto, ogni singola attività a cui decido di prendere parte è una puntata azzardata nella partita della mia vita.
Eccomi qui, distesa a godermi l’ultima mattinata rilassante di questo insolito viaggio, quasi non ci credo che sia arrivato l’ultimo giorno di navigazione, spalmo la crema sulle spalle delicate di Micheal che senza ascoltare una sola delle mie raccomandazioni si tuffa felice nell’azzurra acqua della piscina, sorrido rassegnata spalmando la crema abbronzante sulle mie gambe ambrate per poi risalire con le mani lungo il mio corpo.
“Serve una mano?”
Mi volto di scatto con aria imbambolata, esattamente come la sera del nostro incontro i miei stupidi neuroni hanno deciso di abbandonarmi e non riesco a dire o fare nulla di sensato restando imbambolata come una cretina. Taylor non aspetta una mia reazione e prende posto sul lettino accanto al mio, sfila la maglietta mettendo a nudo il suo corpo facendomi restare come sempre senza fiato.
“A Micheal non darà fastidio se mi siedo qui…”
Finalmente mi desto dallo stato comatoso in cui ero finita e prendo possesso delle mie capacità mentali.
“Tay ascolta…io…”
Come vorrei fosse più facile parlargli, raccontargli tutto della mia vita.
“Non mi devi spiegazioni…non mi avevi promesso nulla. Ho fatto un errore di valutazione…un semplice errore di valutazione…”
Infila i suoi occhiali da sole e con i pensieri si allontana da me, torno a sdraiarmi cercando di sopportare degnamente quest’assurda situazione. Le sue parole fredde mi dilaniano il cuore rendendomi impossibile il controllo delle mie parole che scivolano rapide e silenziose dalla mia bocca.
“Lo volevo quanto te. Ti desideravo quanto tu desideravi me…”
Volge il suo sguardo verso il mio viso sorridendo speranzoso.
“…ma ho sbagliato, non dovevo lasciarmi andare così…è stato un errore!”
“Ashley l’unico nostro errore è stato non lottare per la nostra storia, e lo sai anche tu…”
“E’ tardi ormai per guardare indietro…”
Mi alzo nervosamente riponendo tutte le mie cose nella borsa da mare rosa che ho con me, faccio per andare quando la stretta della sua mano sul mio braccio blocca ogni mio movimento.
“Non è mai troppo tardi…”
Amare lacrime pungono i miei occhi che cercano a tutti i costi di trattenerle al loro interno. Mi divincolo dalla sua stretta e mi allontano da lui bisbigliando appena.
“Non per noi…”<
Mi distanzio da lui senza voltarmi indietro, raggiungo Micheal invitandolo ad uscire dall’acqua.
“Amore andiamo…”
“Ashley aspetta…”
Le mani di Taylor si stringono un'altra volta intorno alle mie spalle, costringendomi a voltarmi fino all’incontro con il suo sguardo implorante.
“…questa volta non posso perderti…”
“Devo andare Tay, non rendere tutto più difficile. Micheal mi sta aspettando alle docce…”
Lascia di scatto la presa avviandosi come un pazzo verso il lato opposto della piscina.
“Devo guardare in faccia l’uomo che ti ha portato via da me…”
Preoccupata inizio a seguirlo cercando di fermarlo, tentativo inutile con ampie falcate riesce a distanziarmi, si guarda intorno attentamente cercando il volto del suo nemico. Ho il cuore che batte a mille nel mio petto.
“Micheal amore…”
Urlo pressappoco disperata richiamando la sua attenzione, sorridendo si avvicina a me ignaro di tutto ciò che sta accadendo, le sue braccia si stringono al mio corpo e i suoi occhi cercano la mia attenzione. La scena non resta indifferente agli occhi di Taylor che incredulo non smette un solo istante di fissarci. Allungo le braccia verso il mio piccolo e lo prendo in braccio.
“Sono stato veloce, mamma…”
Bacio la sua tenera guancia e gli sorrido con dolcezza.
“Ormai sei un ometto amore mio…che ne dici di un bel gelato?”
“Siiii…con tanto cioccolato.”
Stringe le braccia al mio collo ancora un po’ prima di ritornare coni piedi per terra e stringere la mia mano mentre ci incamminiamo verso il bar passando di fianco a Taylor che resta inerte e in silenzio. L’ultimo frammento ancora intatto del mio povero cuore è andato distrutto definitivamente ormai, sospiro tristemente senza farne accorgere al mio bambino, la mia unica ragione di vita. Arriviamo al bar della piscina e Micheal si fionda alla ricerca del gelato più grande e gustoso mentre i miei occhi invano cercano la sua sagoma tra la gente.
La mattinata ben presto ha fine con il consueto pranzo al ristorante, nonostante la tristezza inondi i mio cuore mi sforzo di apparire serena agli occhi di Micheal che oggi sembra stranamente insofferente, non appena finiamo di mangiare mi costringe a fare un giro sul ponte, corre, saltella, urla pieno di gioia donando un po’ di pace al mio povero cuore e ricordandomi che qual è il motivo per cui vale la pena vivere questa vita grama.
Mi metto seduta su una panchina con lo sguardo rivolto verso l’immensità dell’oceano persa nei miei pensieri, con la coda dell’occhio controllo che Micheal non si allontani troppo da me. Chi l’avrebbe detto che proprio io, scapestrata e combina guai, sarei diventata una mamma premurosa e attenta lasciandomi sconvolgere la vita da una piccola e dolce creatura, a quante cose ho dovuto rinunciare per lui, quanti sogni ho visto infrangersi e quanti desideri scemare nel tempo, eppure mai una volta mi sono pentita della scelta che ho fatto, la mia vita sarebbe potuta essere sicuramente diversa da adesso ma non riesco neanche ad immaginarla ormai senza quell’adorabile peste.
“Mammaaaaa….mammaaaa….”
Mi volto verso Micheal che corre ansioso verso di me.
“Che c’è amore?”
“Voglio giocare a tennis…voglio giocare a tennis…”
“Oddio Micheal, ma come ti vengono certe idee…il campetto sarà occupato…e poi la mamma è stanca…”
Rapidamente le lacrime riempiono i suoi occhi e la sua boccuccia inizia a farsi tremula, non resisto a vederlo così.
“Ti prometto che quando saremo a casa ti ci porto a giocare a tennis…”
“Ma io voglio giocarci ora…Yuri è andato a giocarci con il suo papà…”
Adesso sono i miei occhi a farsi lucidi, da quando è nato mi sono fatta in due per riuscire a fargli sia da madre che da padre consapevole della gravosa mancanza maschile nella sua vita, il mio bambino non avrebbe mai dovuto sentirsi diverso dagli altri, lo avevo promesso a me stessa, ma non potevo neanche immaginare quanto possa essere dura riuscire a tener fede a tale promessa.
“Ho sentito bene…qui abbiamo un piccolo giocatore di tennis…”
Taylor si avvicina a noi, si accovaccia portando il suo viso all’altezza di quello di Micheal che timidamente gli risponde di non aver mai giocato.
“Ah no? Mmm…ma non sai che io riconosco i campioni dal loro odore? E qui mi sembra di aver fiutato qualcosa. Vediamo un po’…”
Con aria buffa avvicina al naso a quello del mio bimbo che lo guarda attento in attesa del responso.
“Eh si, non mi sbagliavo…è proprio un campione quello che abbiamo qui.”
Micheal mi guarda con il viso colmo di gioia.
“Hai sentito mamma? Sono un campione…”
Passo una mano tra i suoi capelli già arruffati.
“Ma io lo sapevo che eri un campione…”
Volgo lo sguardo verso Taylor che mi sorride dolcemente per poi tornare a prestare attenzione al mio piccino.
“Allora campione…che ne dici di fare due tiri?”
Micheal mi fissa supplicante.
“Ti prego mamma, posso? Dimmi di si, ti prego…”
Annuisco con la testa finendo travolta dalla sua gioia devastante, le sue manine si aggrappano alle mie costringendomi ad alzarmi buffamente sotto lo sguardo divertito di Tay che a sua volta viene trascinato dalla piccola peste. Arriviamo al campo da tennis al ponte inferiore della nave, Micheal già corre veloce sul prato sintetico, Taylor si sta apprestando a seguirlo quando poggio con leggerezza la mia mano sul suo avambraccio.
“Grazie…”
Un dolce sorriso è la sua risposta. Squadro le sue spalle palestrate mentre raggiunge Micheal e inizia a dargli lezioni su come si impugna la racchetta, osservo con tenerezza la scena che mi si presenta d’avanti agli occhi gioendo della risata cristallina di mio figlio, mordicchio il mio labbro inferiore per trattenere le lacrime che i miei pensieri troppo malinconici e colmi di rimpianti.
Guardo l’orologio e richiamo l’attenzione del mio piccolo, Micheal non ha lasciato un attimo di respiro al povero Taylor che si è lasciato torturare sempre col sorriso sulle labbra, il pomeriggio sembra essere volato è già ora di prepararsi per la cena di stasera. Stanchi ma sorridenti mi raggiungono, Micheal, eccitato, inizia a inondarmi con i suoi racconti guardando con occhi d’ammirazione Kevin.
“Ora però dobbiamo proprio andare a farci una bella doccia che sei tutto sudato. Saluta Taylor e ringrazialo…”
“Grazie Tay…”
“Onorato di aver giocato con un vero campione…”
Micheal gongola per le parole di Taylor stringendo la mia mano, un saluto appena accennato per noi due e ognuno riprende la sua strada. Non è tempo per lasciarsi andare a mesti pensieri, con difficoltà presto attenzione ai mille racconti confusi del mio piccolo mentre raggiungiamo la nostra cabina e iniziamo a prepararci per andare a cena, Micheal è un fiume in piena, non riesce a contenere le emozioni vissute nel pomeriggio, quel sentirsi meno diverso dal Yuri che lo guardava dal campetto accanto mentre giocava felice con suo padre.
Scioccamente le parole di Taylor tornano alla mia mente:  “Ashley l’unico nostro errore è stato non lottare per la nostra storia”, e mi ritrovo a pensare a come sarebbe stato se quel giorno non avessimo scritto la parola fine, se le nostre vite fossero rimaste intrecciate come un tempo, pensieri troppo dolorosi per essere affrontati adesso che ormai non è più tempo.
Apro la porta del ristorante e lascio passare il mio bambino dinanzi a me, corre spedito sgattaiolando tra i vari tavoli mentre a rilento lo seguo osservando i vari commensali: giovani fidanzatini, tenere famiglie, coppie attempate; solo stasera sembra essere così palese quanto io sia diversa da tutti loro che hanno qualcuno con cui dividere la loro vita, le loro gioie, i loro dolori.
“Mamma c’è Taylor…”
Non aspetta una mia risposta e si fionda diritto al suo tavolo, imbarazzata lo raggiungo, Tay è seduto insieme agli altri ragazzi, probabilmente amici suoi, gente del suo giro, attori e attoruncoli che hanno diviso ancora di più le nostre strade, afferro nervosa la mano di Micheal e senza alzare lo sguardo da terra gli dico di andare via.
“Amore non dare disturbo, forza andiamo…”
La voce calda di Tay placa le mie parole.
“Mi farebbe piacere cenare con te campione, ma non so se la mamma…”
“Mamma ti pregoooooo….”
Gli occhi smeraldi di Tay catturano i miei.
“E va bene…”
“Sei un mito mamma.”
Domando scusa ai suoi convitati e mi incammino verso il nostro tavolo dove ad uno ad uno prediamo posto noi tre, Micheal non lascia un attimo di tregua a Taylor che asseconda con dolcezza ogni sua richiesta, i nostri discorsi si incrociano tra loro senza mai incontrarsi, vero mattatore della serata è il mio piccolo che non resta zitto un solo istante riempiendo i silenzi imbarazzanti tra noi.
Finita la cena usciamo tutti e tre sul ponte, Taylor prende Micheal sulle sue spalle e inizia a spiegargli i nomi dei vari astri che risplendono in cielo questa notte.
“Le vedi le sette stelle più brillanti? Quella è l’orsa maggiore, , le quattro stelle formano un orso inseguito da tre cacciatori formati dalle tre stelle di coda…”
Micheal ascolta rapito le sue parole fino ad addormentarsi sfinito da quest’interminabile giornata.
“E’ crollato…”
Sono le prime parole che mi rivolge.
“Deve essere stanchissimo…”
Continuiamo a camminare lentamente accarezzati dalla luce della luna.
“Perché non me l’hai detto?”
La sua domanda a bruciapelo mi confonde. Negli anni ho accumulato talmente di quelle risposte eppure adesso mi sembrano tutte estremamente banali.
“A che pro avrei dovuto farlo? Ammettere di avere sbagliato forse tutto nella mia vita dopo la nostra storia? Confessare che avevi ragione? Che Sean era solo un grandissimo stronzo?”
Rispondo acida. Sospira vistosamente cercando di restare calmo. Avvolge le mie spalle con il braccio e mi stringe forte a te facendo crollare il muro che avevo prontamente innalzato intorno a me, sfiora la mia fronte con le labbra tenendomi più stretta a lui. Abbasso la guardia e i toni delle mie parole.
“Mi vergognavo Tay…era tutto dannatamente sbagliato, un giorno diceva di amarmi e quello successivo di punto in bianco mi ha lasciato senza un motivo ben preciso. Una settimana dopo ho iniziato ad avere dei ritardi, ero terrorizzata e sola…ho rimandato il test finché ho potuto, finché non ho trovato il coraggio di affrontare la verità. Mi sono sentita morire quando nella finestrella è uscito il segno positivo, non volevo credere fosse successo veramente a me. Mi è crollato il mondo addosso. Non sapevo che fare, sai bene come sono i miei genitori…disperata ho chiamato Sean e gli ho detto che avevo bisogno di vederlo.”
Sospiro per trovare la forza di continuare il mio racconto.
“E’ venuto a casa mia nel pomeriggio, era dannatamente agitato, quando gli ho mostrato il test lo ha scaraventato contro il muro e ha iniziato a inveire contro di me, aveva già un’altra relazione e io stavo rovinando i suoi piani, stavo rovinando la sua vita…”
“Che gran pezzo di merda.”
“E’ andato via sbattendo la porta alle sue spalle, lasciandomi nuovamente sola, per poi presentarsi il mattino seguente con una valigetta piena di soldi. ‘Tranquilla, risolveremo questo problema’, lo ripeteva come un ossesso. Problema…per lui il bimbo che avevo in grembo era nient’altro che un problema da eliminare.”
“Ashley…”
“Non avrei mai potuto ammazzare il mio bambino. L’ho cacciato fuori di casa lanciandogli dietro il suo sporco denaro, me la sarei vista da sola, non sapevo come ma ce l’avrei fatta…”
Il suo braccio mi avvicina ancora di più al suo corpo mentre i suoi occhi compassionevoli si posano su di me.
“Ti sarei stato vicino se mi avessi chiamato…”
“Non guardarmi in quel modo, te ne prego. Sono gli stessi di tutti quelli che guardano me e la mia vita, non voglio la vostra compassione Tay…non voglio proviate pena per me…quello scricciolo d’uomo sulle tue spalle è stata la cosa più potesse mai capitarmi, è tutta la mia vita…”
Si ferma di scatto portandosi di fronte a me, poggia le sue grandi mani sulle mie spalle e costringe i miei occhi a perdersi nella profondità dei suoi.
 “La smetti di dire idiozie? Io non provo pena per te, sono solo arrabbiato…”
Lo guardo allibita.
“…sono arrabbiato con Sean per come ti ha trattato ma sono arrabbiato soprattutto con me perché non ti sono stato vicino…”
Sorrido sarcastica.
“Come potevi? Avevi la tua vita da vivere, tutti avevate le vostre vite…”
Le sue labbra si posano morbide sulle mie.
“Lo vuoi capire che la mia vita ha senso solo quando ci sei tu? Ritrovarti su questa nave è stato il regalo più bello che la vita potesse farmi…”
Mi allontano da lui. Non posso permettermi tutto questo.
“Taylor non posso, non possiamo…Micheal…”

“Micheal è solo la tua schermata contro il mondo, sei tu a rifiutarti di vivere adesso non lui a impedirti di farlo. Ti amo Ashley, amo te, la tua vita, questo angioletto che dorme beato sulle mie spalle. Permettimi di starti vicino…”
Bacia dolcemente le mie labbra che rispondono lentamente ai suoi movimenti.
“Saremo nuovamente felici insieme…sei il mio destino.”
“E tu il mio…”
Mi stringe forte tra le sue braccia portandomi in un mondo tutto nostro, un mondo fatto di magia e di sogni, un mondo in cui non esistiamo nient’altro che noi.
“Non ho mai smesso di pensare a te …”

***
 

È passato ormai un anno da quella magica notte, guardo fuori alla finestra i miei due uomini che ruzzolano sul prato tra sonore risate e urla goliardiche, accarezzo con dolcezza il mio ventre.
“Speriamo che non sarei tremenda come il tuo fratellino…”
Sorrido amabilmente ai miei pensieri, quando meno te lo aspetti torna a splendere sempre il sole nella tua vita, guardo l’anello al mio anulare destro: per me è stato proprio così.
Sei sempre stato il mio destino!

   
 
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