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Autore: Shannonwriter    31/08/2012    4 recensioni
La storia di come Finnick ed Annie si sono conosciuti e innamorati secondo me. Mi secca un pò che non ci sia stato raccontato qualcosa di più su di loro quindi ho deciso di mettermici io :) Dal primo capitolo: "Ammetto di essere rimasto meravigliato da quelle sue parole e dalla luce nei suoi occhi mentre mi raccontava quanto amasse il Distretto 4, nonostante tutto, e di quanto non volesse lasciarlo. Ma non piangeva come avrebbe fatto qualunque altra ragazza vicina alla mietitura, non puntava i piedi, lo accettava e basta. Ebbi la netta sensazione che Annie Cresta fosse diversa da ogni altra ragazza che avessi mai incontrato."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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È come con un castello di sabbia. Ti siedi là sulla sabbia e ti ritagli il tuo pezzo di spiaggia lontano dagli altri. Sei lì col tuo secchiello e la paletta e ti adoperi per un'ora a tirare su quel castello. Ci metti tutta la tua attenzione, levighi la superficie, fai tutto quello che serve perché quella manciata di sabbia si trasformi in qualcosa di bello. E quando hai finito, sei soddisfatto di te, hai il tuo bel castello. Ma il fatto è che se non ci stai attento un'onda vi si infrangerà contro e lo butterà giù come niente. Con Annie è proprio così. Ci ho messo sedici giorni a rimetterla in sesto, con tutta la buona volontà, le storielle e gli abbracci, e in un attimo l'arrivo di quell'uomo l'ha fatta crollare, come un castello di sabbia. Le è bastato vedere la mia faccia totalmente priva di speranza. Attraverso la stanza in un lampo e la afferro prima che sbatta la testa sul pavimento cadendo. Sento Clorin urlare. Tolgo i capelli dalla faccia di Annie e vedo che ha lo sguardo spento, quasi come quando l'avevo trovata a gironzolare sonnambula per il giardino. Le do degli schiaffetti leggeri sulla guancia per farla riprendere. “Annie? Annie?” la chiamo allarmato.

“Che cosa diavolo sta succedendo?? Finnick!!” Clorin tuona alle mie spalle.

“Te ne vai...è presto, è troppo presto” mormora Annie piena di sconforto.

Le accarezzo la testa, non so cosa rispondere, solo un “no” l'aiuterebbe ma non posso mentirle. Clorin mi toglie dall'imbarazzo di cercare una risposta valida spingendomi via.

“Oh, Annie che cosa ti succede? Annie parlami!” si china accanto a lei prendendo il mio posto. Annie chiude gli occhi e sviene.

Clorin rimane immobile per due secondi e poi gira la testa verso di me, gli occhi pieni di ira. “Vattene”

“Per favore, mi lasci restare..” la prego, perché non voglio lasciare sola Annie e la sua reazione mi sta facendo preoccupare.

“Vattene. Ora” scandisce fulminandomi con lo sguardo.

Mi secca ma è sua madre e non posso impedirle di mandarmi via da casa sua se vuole. Addio alla nostra tregua.

Esco ma non mi arrendo. Come la prima volta che mi aveva cacciato faccio il giro dell'abitazione e mi ritrovo sul retro, davanti alla finestra di Annie. Da lì assisto al momento in cui Clorin trascina a fatica la figlia nella sua stanza e poi la adagia sul letto. Le passa una mano sulla fronte, spostandole la frangetta e credo che si stia assicurando che non abbia la febbre. Dalla sua faccia si direbbe di no. Va alla finestra per prendere qualcosa e si accorge di me. Dannazione! Mi lancia un altro dei suoi sguardi raggelanti e chiude con un gesto le tendine, per sicurezza mette anche il catenaccio. Il messaggio è chiaro: stavolta non ti intrufoli qui dentro.

Fa un po' più fresco fuori, quando si è alzato questo vento? Forse sono stato troppo impegnato ad essere arrabbiato col mondo (ma soprattutto con Redbone) per notare il cambiamento del tempo. È la perfetta sintesi di questa giornata; un momento io ed Annie ci stavamo divertendo, eravamo insieme e stavamo bene, un momento dopo è finito tutto. Ci credo che è crollata, l'arrivo di quel bastardo è stato troppo anche per me. Alzo il capo e osservo il cielo. Non c'è più traccia delle nuvole bianche e soffici di oggi pomeriggio, è possibile che si siano dissolte così in fretta? Credo addirittura che pioverà presto a giudicare dalla tonalità grigio-azzurra del cielo (e qui non succede spesso). Dunque finisce qui. Domani tornerò a Capitol City e non vedrò Annie per chissà quanto tempo. Forse Redbone starà facendo la spia con Snow riguardo la nostra relazione proprio adesso. Tremo al pensiero che un giorno potrebbe usare quest'informazione contro di me.

Mi rassegno (per ora) a non poter vedere Annie e inizio a camminare senza meta. Non posso starmene fermo qui e non ho nemmeno voglia di tornare da Mags, mi vergogno un po' per la scenata con la sedia e se andassi da lei finirei col parlare di cose che al momento vorrei evitare. Cammino per un'ora credo, passo dal centro tanto per cambiare, do un'occhiata alle vetrine dei negozi di articoli da pesca, di alimentari, guardo tutto, la vita che scorre normalmente. Passo davanti a una scuola di addestramento. Un sacco di bambini la frequentano, è una precauzione necessaria se si vuole essere pronti alla grande battaglia. Nonostante il Distretto 4 sforni ogni anno un sacco di tributi “favoriti” come li chiamano tutti, non si racconta mai che esistono delle scuole fatte apposta per prepararli, formalmente sono delle semplici palestre e nessuno ti può impedire di tenerti in forma, giusto? I bambini non mi giudicano. Loro mi credono un eroe e sono le uniche facce tra la folla che ancora sorridono e saltellano per riuscire a vedermi bene quando passo. È un evento praticamente, perché girare per il centro abitato mi mette sempre di cattivo umore. Ma oggi a chi importa? Sono già di umore nero e voglio solo allontanarmi, più lontano, più lontano. Arrivo al porto, con le sue barche ormeggiate, dalle più grandi e attrezzate alle più modeste. Dal pontile cerco di individuare quella di mio padre. Dopo la mia vittoria agli Hunger Games gliene ho comprata una più bella di quella che avevamo prima ma ancora oggi quando ci vediamo mi dice che a volte gli manca la sua vecchia bagnarola. Non ho mai capito perché diventi così nostalgico a riguardo, era solo un oggetto, solo una barca tirata a lucido ma sempre meno bella delle altre. Ma lui ci è affezionato continua a dire. Con quella ultimo modello ci si possono fare un sacco di cose, c'è ogni tipo di attrezzo da pesca, compreso un tridente, come se potesse servirmi ancora, ma me l'ha donato una delle mie “conoscenti” di Capitol City e non ho potuto dire di no. C'è anche un sacco di spazio all'interno, brandine comode, amache, frigo bar e via dicendo. Il cielo è sempre più scuro, si prepara un temporale. Torno senza fretta sui mie passi e mi capita di ascoltare uno stralcio di conversazione tra due marinai accanto alle loro barche ormeggiate.

“Ma li hai visti i delfini, Frank?” dice uno.

“Diamine non me ne parlare! Ero fuori con la barca ed eccoli lì! Non ci volevo credere! Peccato che fossero così distanti, avrei potuto prenderne almeno uno con la mia rete nuova!” risponde l'altro amareggiato.

Sento lo stomaco contorcersi se penso a quello che simboleggiano i delfini per me ed Annie, la libertà. E c'è gente che se ne frega della bellezza di quegli animali, men che meno del fatto che sono ormai rarissimi. Voglio dire, io non ne catturerei mai uno.

Avanzo più svelto e me li lascio alle spalle. Ora ho l'immagine di quei due delfini in testa. Un tuono rimbomba minaccioso lassù, i gabbiani volano via in gruppetti. Dove saranno quei delfini? Nelle acque di quale distretto avranno trovato rifugio? Un altro tuono. I bambini corrono al riparo via dalle strade, si alza il vento, più freddo. Ora ripenso anche alla barca di mio padre, sana e salva proprio dove dovrebbe essere, al porto, ma in balia delle onde che la fanno ondeggiare a destra e a sinistra. Quella barca spaziosa...Man mano che mi avvicino al Villaggio Dei Vincitori le preoccupazione dalle quali avevo cercato di fuggire si ripresentano ad una ad una. Non voglio andarmene, non voglio. Come starà Annie senza di me? Delle minuscole goccioline d'acqua iniziano a cadere sulla mia spalla, poi le sento sulle guance e tra i miei capelli, sempre più numerose. Mags ha detto che lei non ce l'aveva avuta una fortuna come la mia da giovane, la fortuna di trovare l'amore mentre invece io si e quindi dovrei tenermelo stretto; ha detto che Annie è speciale. E risento anche la sua voce. Oh Finnick, non sarebbe bello se potessimo nuotare lontano anche noi, dove nessuno ci potrebbe prendere? Quelle parole si ripetono ancora e ancora, battono e ribattono nella mia mente. C'è un soluzione per noi? Un tuono più forte degli altri rimbomba nel cielo e all'improvviso è tutto chiaro: i delfini, la barca, Annie e io. Scapperemo.

 

~

 

Procedo a passo spedito verso casa, ha cominciato a piovere forte e sono ormai fradicio. Non vogliono che stia con qualcuno? Vogliono avere il completo controllo su di me? Beh l'hanno fatto per anni ma ora sono stanco. E se stanno anche solo pensando di avvantaggiarsi anche di Annie hanno fatto male i loro conti. L'idea di scappare è folle, rischiosa ma è sempre meglio di un futuro incerto governato da quei pagliacci. Non è poi così impossibile da realizzare; ruberemo la barca di mio padre, è l'unica possibilità, poi navigheremo non troppo a lungo fino a un altro distretto e abbandoneremo la barca per poi procedere via terra. Spero con tutto il cuore che la mia popolarità che è certamente più ampia altrove ci permetta di ottenere un po' d'aiuto se necessario, giusto per nasconderci quando verranno a cercarci (perché verranno). Quanto alla meta è presto detto: il 12 o il 13. Ci sono i boschi nel 12 e nonostante non li conosca sarebbe di certo il luogo ideale per non farsi trovare. Pare che ci sia poca sorveglianza laggiù il che fa sempre comodo. Ma è più probabile che finiremmo nel 13, se non altro è più sicuro. È deserto, o almeno è quello che tutti dovremmo credere. In realtà i soliti bene informati di Capitol City mi hanno fatto intendere che ci fosse ancora qualcuno là il che mi ha sempre incuriosito. Quale occasione migliore per verificare? Se davvero ci fossero delle colonie ci ospiterebbero di certo.

Sono le sette circa quando arrivo a casa di Mags e mi precipito in camera. Lei non la vedo, probabilmente è nella sua stanza. Mi affretto a preparare la mia borsa da viaggio riempiendola con tutto quello che mi capita tra le mani. Non ho tempo da perdere, devo correre da Annie e non so, rompere il vetro per entrare e poi portarla via. Chi se ne importa di sua madre. Sono totalmente assorto nei miei pensieri che sobbalzo quando sento bussare alla mia finestra. Quasi come un fantasma Annie è appollaiata lì fuori, indossa un'altra delle sue camicie da notte bianche con il primo bottone slacciato davanti, ha i capelli bagnati per la pioggia e aspetta che io le apra. Corro da lei e sollevo il serramento. Subito le mie mani corrono al suo viso.

Annie, stai bene?” chiedo immediatamente ansioso.

Lei fa un cenno deciso con la testa. La esamino più attentamente, mi sembra stanca ma nulla di più. “Vieni ti faccio entrare, piove a dirotto là fuori” la invito e la aiuto a scavalcare dentro la mia camera. Prendo la mia giacca e gliela metto sulle spalle. Cerco anche un asciugamano e quando lei si siede sul mio letto lo uso per asciugarle delicatamente i capelli. Mi spiega che sua madre le ha dato lo sciroppo per dormire ma lei ha fatto finta di berlo ed è potuta sgattaiolare fuori visto che Clorin la crede fuori combattimento. Furba. Per tutto il tempo guarda in basso. So perché, è demoralizzata e la capisco ma non ha ancora sentito il mio piano.

Ascolta Annie, riguardo a oggi..”

Quando hanno detto che devi andare?” taglia corto lei.

Esito e poi prendo un respiro profondo. “Domani. Ma c'è qualcosa che devo dirti...” inizio a dirle a voce bassa ma mi blocco quando lei alza lo sguardo su di me, i suoi occhioni verdi sui miei. Smetto di asciugarle i capelli e poso l'asciugamano.

Va bene così. Posso farcela.” dice.

Mi lascio sfuggire un'espressione incerta.

No davvero, oggi ho reagito in maniera esagerata, lo so ma ero stanca e avevo paura ma...ora sto bene, andrà bene lo prometto. Devi andare, lo capisco” continua dicendo tutto insieme, cercando di apparire forte.

Le prendo la mano tra la mia, tengo la voce bassissima. “Annie scappa con me.”

Spalanca gli occhi evidentemente colta di sorpresa. “Che stai dicendo??”

Non possiamo restare qui, non posso saperti da sola, devo portarti via” rispondo stringendo di più la presa sulla sua mano.

Annie aggrotta la fronte cercando di seguire il mio discorso. Scuote la testa. “No, Finnick è una pazzia”

Ok sono pazzo. Vieni via con me”

No” ribatte con più enfasi ritraendo la mano.

Non me l'aspettavo. Credevo sarebbe stata contenta, infondo è stata lei la prima a parlare di fuga.

Perché no?” sussurro.

Sospira. “Dove vorresti andare Finnick?”

Nel 13.”

Nel 13? è deserto laggiù!” ribatte.

Forse no” rispondo concedendomi un mezzo sorriso.

Annie mi guarda confusa e sta per dire qualcosa ma scaccia il pensiero e passa ad altro. “Non pensi alla tua famiglia?”

Loro se la caveranno.”

E a Mags? A lei hai pensato?”

Sussulto. Annie ne approfitta per continuare con la lista di persone che ci lasceremmo indietro. “E mia madre. Io non voglio che la prendano per colpa mia. Li tortureranno tutti se noi scappiamo, lo sai vero?”

Ora le sue parole fanno breccia nelle mie difese. Il mio piano non sembra più così inattaccabile, non è più così fattibile. Mi accorgo che nell'elaborarlo ho volutamente tralasciato i rischi maggiori ossia non quelli che correremmo io ed Annie ma quelli che affronterebbero i nostri cari. Come ho potuto non contare Mags che ha fatto così tanto per me? E nemmeno i miei si meritano di morire a causa mia. La consapevolezza che non c'è via di scampo si abbatte su di me come un mucchio di mattoni.

Finnick?” mi chiama Annie, le sue dita raggiungono il mio viso.

Non c'è via di scampo, non c'è via di scampo.

Finnick?” chiama ancora con apprensione, mi scuote la spalla.

Sbatto gli occhi e metto a fuoco il suo viso. “Annie non so cosa fare. Non voglio lasciarti” dico senza neanche pensarci, la voce che si spezza sulle ultime parole.

Annie mi guarda tanto intensamente che credo che riesca a leggere tutta l'inquietudine che mi porto dentro e non mi piace. Questa vulnerabilità, il non riuscire a proteggerla e essere la persona giusta per lei mi distrugge. “è come dicevi tu. Non voglio fare quelle cose.”

A quel punto Annie mi abbraccia forte. Ma non è abbastanza, la voglio sentire più vicina e la tiro verso di me tanto da farmela sedere in braccio, il mio petto contro il suo. C'è solo il rumore della pioggia scrosciante a farci compagnia, nient'altro. Le sue labbra trovano il mio collo, si spostano piano sul mento, poi sulla mia bocca. Di nuovo quella sensazione, di essere esattamente con chi dovrei essere, di non volermene andare mai, mai. Le nostre labbra si separano dopo un tempo che mi sembra infinito e rimango con la fronte appoggiata alla sua.

Come posso andarmene dopo questo? Come posso lasciarti?” chiedo in un sussurro. Dico tutto quello che mi passa per la testa ormai, inutile censurarsi con lei.

Mi passa una mano tra i capelli. “Non mi lascerai, tu tornerai per me.”

E tu mi vorrai lo stesso nonostante tutto?” domando insicuro.

Annie si allontana un po' e si toglie la mia giacca dalle spalle. Infila una mano sotto la sua camicia e ne estrae il cordoncino con la sua conchiglia portafortuna, poi se la sfila. Me la porge.

No, Annie questa è tua” rifiuto con decisione.

È nostra” insiste mettendomela al collo. “Finnick, ti potranno portare anche dall'altra parte di Panem ma non avrà importanza finché il tuo cuore rimarrà qui. Io non vado da nessuna parte. E quando avrai una giornata pessima e sentirai che non ce la fai più, che hai dato tutto, devi stringere questa conchiglia e sapere che sto pensando a te e che ti aspetto. Lo farai per me?”

Rimango esterrefatto dalle sue parole. Questa è la portata dell'amore di Annie verso di me. Ecco quanto mi conosce, anche se abbiamo passato così poco tempo insieme, non ha importanza perché lei mi conosce lo stesso. Non dubita di me perché sa che tornerò per lei. Come una barca che ritorna al porto dove è al sicuro, protetta.

Stringo la conchiglia e porto la mano libera al suo volto. I suoi occhi brillano di lacrime che si stanno appena formando ma si sforza di sorridere un po'. È molto più forte di quanto la gente possa pensare. Mi sporgo e la bacio.

Certo che lo farò” le prometto. “Tornerò sempre da te” e mentre glielo dico penso che se io ed Annie siamo stati davvero così fortunati da essere scampati agli Hunger Games, dall'esserci trovati quando l'uno aveva bisogno dell'altro, allora magari la speranza non è perduta. Forse saremo ancora più fortunati e troveremo un modo per stare insieme nonostante tutto.

 

Note: Ok, siete arrivati alla fine della mia umile versione di come Finnick ed Annie si possono essere innamorati. Vi è piaciuta? Opinioni finali? Credo di non avere nient'altro da dire se non grazie ancora per avermi concesso la vostra attenzione e per aver seguito la mia fanfiction, alla prossima ;)

   
 
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