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Autore: Reira74    31/08/2012    5 recensioni
E se? E se Melkor avesse vinto e i Valar fossero scomparsi? Dimenticate se potete quello che vi ha raccontato Tolkien e provate a seguirmi in questa ipotetica Terza Era... solo che non c'è stata più nessuna era dopo la Prima che non si chiama neppure prima perché non aveva senso numerarle...
Credo abbiate capito il concetto, Melkor ha vinto, ma dove c'è un Tiranno ci sono dei valorosi Eroi che gli si oppongono. Se vi interessa conoscerli aprite la porta ed entrate in questo nuovo mondo....
NOTE: Avevo cancellato questa storia per sbaglio, chiedo scusa a chi la seguiva
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Melkor vincitore'
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DISCLAIMER:Il mondo di Arda e tutti i suoi personaggi sono di proprietà di Tolkien e di chiunque ne possieda i diritti.

 Esgalwath è profondamente ispirato (tanto che mi sento in obbligo di metterlo nei disclaimer anche se non viene mai citato) a Zevran Arainai del vidogioco Dragon Age di proprietà della BioWare che si è unito (non carnalmente... immaginate più una specie di possessione) al Principe degli Elfi creando questo “nuovo” personaggio che spero apprezzerete.

 Per quanto riguarda la storia è del genere fantasy più classico, quindi vi ricorderà moltissimi autori, per citare i miei preferiti che sicuramente in qualche modo avranno influenzato queste pagine potrei dirvi (escluso Tolkien ovviamente): R.A. Salvatore, Terry Brooks, U.K. LeGuin,  M. Weis e T. Hickman, M.Z. Bradley... e molti altri... (scusatemi ma non posso citare tutti gli scrittori di fantasy esistenti altrimenti non vi resta più il tempo per leggere la storia)

 

 Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.


Pairing:  Un elfo e un uomo... chi sono? Non fatevi ingannare dai nomi li conoscete benissimo!

 

Warnings: Ovviamente Slash, anche se piuttosto blando, almeno inizialmente... Hey accontentatevi! (schivando pomodori) Non doveva neppure esserci... ma a quanto pare non ho saputo resistere.


Rating:  Parte basso poi lo alzerò a causa di alcuni capitoli, ma per la maggior parte è una storia tranquilla.


Riassunto:  Dimenticate tutto quello che il professore vi ha raccontato...

 Prima Era... Purtroppo per Arda Melkor è riuscito a sconfiggere i Valar e ora regna incontrastato col titolo di Dio/Re.

La situazione peggiore è vissuta dagli Elfi, i Priminati nonché prediletti dei Potenti, che si sono rifiutati di voltar loro le spalle fino alla fine, e sono stati quasi completamente sterminati nell'Ultima Grande Battaglia, i superstiti sono diventati servitori (o peggio) nelle case degli Umani controllati direttamente da Melkor (che nonostante la vittoria teme la loro forza) con la magia.

 Per Umani e Nani la vita non è tanto tragica, essendosi alleati col vincitore godono di una relativa libertà, o perlomeno della libertà di cui si può godere sotto il giogo della tirannia, ma dopo diecimila anni la vita scorre tranquilla, la gente accetta quello stato di cose perché così è sempre stato e non possono immaginare una vita diversa...

… Le persone semplici si sa non si pongono domande sulla morale, si nasce, si lavora, si pagano i tributi e si muore...

… Ma dove c'è un tiranno, sempre, prima o dopo, qualcuno si sveglierà dal torpore e vedrà la possibilità di un mondo migliore...

Sempre dove c'è un Tiranno un manipolo di Eroi si ergerà a difendere quegli ideali da tempo dimenticati.

Giungiamo così a quella che sarebbe la Terza Era, se ci fosse stata la Seconda, cosa che non è successa, hai tempi che tutti voi conoscete, ma che purtroppo non riconoscerete...


Note:  Ricordo che quando ho parlato dell'idea di una What if? Che andava indietro fino alla Prima Era qualcuno (non sai quanto avevi ragione TajMa!) mi ha definita coraggiosa... folle era un termine più appropriato... mi sono ritrovata in mano un vespaio, tutta la storia andava riscritta per dare un senso alle cose, tradizioni, luoghi, persino i nomi (è già... il caro professore doveva dare un significato anche a quelli!) come poteva essersi evoluto il mondo in un arco di più di 10.000 anni? Pensateci sono tantissimi, la nostra Era Glaciale è finita 12.000 anni fa e guardate quanto ci siamo evoluti noi!?!

Comunque tornando al presente quella che doveva essere una breve Fanfic su un personaggio ha cominciato a ribellarsi e a crescere per rendere più reale questo mondo.

Spero di essere riuscita almeno in parte in questo intento, se non ce l'ho fatta perdonatemi, e non lesinate le critiche perché sono il modo migliore per migliorare.



*CAPITOLO 1*


Il mio nome è Halvilisson* e sono qui per raccontarvi una storia, anzi due storie.

La prima la conoscete tutti è quella che avete sentito mille volte e narra di come Melkor l'Illuminato, da solo si oppose all'oppressione dei perfidi Valar, riuscendo a unire sotto la sua giusta causa, la giovane razza degli uomini, quella dei nani, dei draghi e persino le potenze rinnegate come i Balrog e gli altri spiriti, persino gli Istari riconobbero la verità delle sue parole, lottando contro l'oppressione dei Dimenticati.

Solo i Priminati, restarono soggiogati dalle menzogne degli Oppressori, purtroppo le loro menti erano semplici, poco più sviluppate di quelle delle bestie, e come le bestie il loro animo era avido di sangue e amavano assai la lotta, fu quindi facile per quegli sciagurati soggiogarli e scagliarli contro il nostro Giusto Signore, e fino alla fine Egli, seppure nella sua infinita bontà molto ci provasse, non riusci a portare la ragione nei loro cuori feroci.

Molto se ne dispiacque, ma per raggiungere il suo scopo e distruggere i Valar Rinnegati, dovette quasi estinguere quelle prime creature, che, seppure non perfette, egli amava come figli.

Cercò con la magia di migliorare i sopravvissuti, ma dopo secoli di esperimenti riuscì solo a creare la nuova razza degli Orchi, che sebbene più disciplinati degli elfi, ancora indulgono nella disobbedienza.

Più di diecimila anni sono passati dai terribili giorni della Guerra dell'Ira, il Nostro Signore uscì vittorioso, i crudeli Valar vennero annientati così come i loro stolti servitori, da allora Arda ha conosciuto solo Ere di pace guidata dalla luce di Melkor il Pacificatore.

Pochi Elfi sono stati magnanimamente risparmiati, perché nessuno possa dimenticare il passato, naturalmente, vista la loro indole aggressiva ogni Elfo deve essere registrato al Signore in persona ed è solo Lui a poterne autorizzare la proprietà.

Fin dalla nascita viene loro imposto un Sigillo che garantisce la loro obbedienza e gli impedisce di far male a se stessi e ad altri, la maggior parte di loro è tenuta come animali esotici e curiosi nelle esposizioni delle città, dove possono essere osservati in sicurezza, solo ai Lord più ricchi e potenti a volte è concesso di possederne uno personale e incredibile ma vero pochissimi tra i bordelli più eleganti hanno ottenuto la licenza per metterne uno a disposizione dei clienti più facoltosi e perversi, dietro ferree misure di sicurezza e ulteriori vincoli magici.


Questa storia la conoscete tutti, ma come dicevo c'è un'altra storia, una storia che nessun umano dalla breve vita conosce e nessuno ricorda, che pochissimi nani ricordano e nessuno osa raccontare, che forse tutti gli elfi racconterebbero ma nessuno può parlarne.

Io conosco questa storia, la sentii migliaia di anni fa dalle labbra di un nano morente, che in quel momento nulla più temeva, insieme a due compagni la sentimmo e non vi credemmo.

Nella sua innocenza uno di noi racconto quelle parole al nostro Signore, il giorno dopo la sua testa pendeva dalle mura del castello.

Il mio secondo amico si recò dal Saggio Sire a chiedere spiegazioni e non venne più rivisto, così nessuno seppe mai che eravamo in tre ad aver sentito quella storia.

Con nessuno ne feci parola, perché guardando le orbite vuote divorate dai corvi del mio compagno avevo in fine compreso che c'è una storia che tutti conoscono, ma è quella sconosciuta che si avvicina maggiormente al vero.


Quel giorno feci una scelta, scelsi la via della verità, ero uno dai Custodi del Sapere, ma compresi quanto vano fosse quel titolo, eravamo custodi del nulla, solo di ciò che Melkor l'Ingannatore considerava degno conoscere.

Quel giorno scelsi la via della pazienza, e per anni nell'ombra cercai, le tracce del reale passato, camminai nel mondo, silenzioso come il vento, ascoltando i lamenti sussurrati vicino al focolare, non era amore quello che legava la gente al suo Dio-Re, ma paura, una paura così profondamente radicata che neppure si accorgevano di provarla.

Raccolsi attorno a me un manipolo di saggi e sempre nascosti continuammo la nostra ricerca, I Custodi del Sapere Oscuro ci chiamava Melkor, e sempre ci dava la caccia, ma sfuggenti come nebbia eravamo e il nostro potere aumentava.

Quel giorno scelsi la via della pazienza, ma oggi dopo quasi cinque millenni, sono qui a raccontarvi questa storia, perché giunto è il momento di agire.

Chi sono io? E come posso essere vissuto tanto a lungo? Come il vostro Dio-Re e i Valar io sono eterno, vivevo alla corte di Eru Ilúvatar, egli mi creò solo a loro inferiore, io sono un Maiar, uno di quelli che cedette al fascino della sua voce suadente, a quei tempi ero conosciuto come Olórin e saggio ero considerato, saggio non lo fui davvero, ma forse non è troppo tardi per porre rimedio.


Era ormai tarda mattinata quando un giovane uomo percorreva i grigi corridoi decorati da arazzi dei più svariati periodi della fortezza tra le montagne, dirigendosi a lunghe falcate, con la tranquillità di chi conosce bene la strada che sta percorrendo, verso lo studio del vecchio.


La fortezza di Ýridhindhren* sorgeva nel punto in cui le Montagne Nebbiose si congiungevano ai Monti di Ferro, in una profonda vallata scaldata dai vapori vulcanici dove il tempo non mutava mai con le stagioni, fatta della stessa pietra grigia dei monti appariva come un ammasso casuale di edifici, di stili e dimensioni diverse, ma nel suo disordine presentava una certa bellezza.

Costruita in origine come uno spartano rifugio in pietra sull'isola al centro del lago si era ampliata nei secoli con il sopraggiungere di nuovi seguaci che nel tempo si erano uniti al Maiar, maghi, eruditi, storici, linguisti, ma anche gente semplice con l'unico intento di aiutare chi li aveva aiutati, tutti uniti da un unico obbiettivo, riportare al mondo la verità sul loro Signore.

Quella che ormai appariva, soprattutto grazie all'aiuto dei nani, come un'imponente fortezza, ospitava centinaia di persone, organizzate in due gruppi principali, gli Eruditi e gli Stregoni, avevano chiamato se stessi Lehtaristari* per sottolineare il fatto di non essere influenzati da Morgoth.

Gli Eruditi si occupavano di raccogliere e catalogare ogni tipo di conoscenza che potessero trovare, dalla pergamena più antica alla testimonianza di un contadino, il mosaico che cercavano di comporre era tanto ampio quanto lacunoso e nulla poteva essere ignorato, col trascorrere dei secoli la biblioteca del palazzo era diventata la più completa e eterogenea raccolta di sapere si potesse trovare ad Arda.

Gli Stregoni invece cercavano di affinare i loro poteri, anche con l'aiuto degli antichi tomi trovati dagli studiosi, in modo da poter contrastare il potere degli Stregoni Neri addestrati da Melkor, ognuno agiva in base alle sue doti e al suo carattere quindi c'era chi si prodigava per curare, chi preferiva difendere e chi non disdegnava attaccare, i più vecchi e dotati insegnavano ai più giovani, in questo modo anche quelli la cui magia scorreva solo lievemente nel sangue imparavano a essere utili.

Entrambi i gruppi poi collaboravano assieme per studiare i manufatti che gli Harmairoitlar* portavano, spesso si trattava di potenti oggetti magici che andavano maneggiati con cura.

Solo i più fidati tra loro conoscevano la vera identità dell'uomo che tutti chiamavano Maestro, per gli altri era solo un Istari, molto potente e molto anziano con un grande sogno che volevano aiutare a realizzare.

Aveva l'aspetto di un vecchio il Maestro, con lunghi capelli e la barba imbiancati, era in quel momento seduto nel suo studio, circondato come sempre da pergamene che ricoprivano interamente l'ampio tavolo scuro, però non stava leggendo, comodamente seduto su una poltrona di broccato rosso che faceva risaltare in modo bizzarro le umili vesti grige, fumava da una lunga pipa, aspirando lentamente e osservando dalla grande finestra verso i giardini, dove alcuni ragazzi giocavano spensierati, ragazzi che erano nati li, ragazzi che non avevano ancora conosciuto il dolore del mondo se non attraverso le storie dei grandi.

Quanto tempo era passato da quando era giunto su quell'isola, quanto tempo era passato da quando il primo uomo aveva chiesto di seguirlo, quell'uomo era morto ed era ormai polvere ma molti erano venuti dopo di lui, non aveva voluto questo, non l'aveva cercato, ma la decisione presa tanti anni prima era stata il sassolino che aveva smosso la valanga e ora erano una comunità numerosa e ben organizzata, quello che lo spaventava però era il potere raccolto su quell'isola... quasi tutti quelli che possedevano un briciolo di magia e non volevano sottostare all'Ingannatore finivano per raggiungere quel luogo... strani sogni, strane coincidenze che portavano ai giusti incontri, era successo troppe volte perché potesse ancora credere alla casualità, c'era un Potere all'opera nel mondo e lo aveva scelto per portare avanti il suo disegno, ma quale che fosse questo Potere non gli era dato saperlo, non si era mai manifestato se non attraverso quella che molti definirebbero solo fortunata casualità... lui era al mondo da troppo tempo per credere alla fortunata casualità... questo Potere gli stava dando le armi per combattere ma non quelle per vincere, non si illudeva sul fatto che la loro piccola comunità per quanto ben addestrata potesse sopportare un attacco ben eseguito, erano troppo pochi... L'unica cosa che li aveva salvati fino a quel momento era la segretezza. Ma per quanto tempo ancora potevano nascondersi agli occhi dell'Oscuro Signore? Per quanto tempo Lui avrebbe sottovalutato una tale concentrazione di magia? Perché era questo che faceva, li stava cercando questo è vero, ma se li avesse ritenuti realmente una minaccia, li avrebbe trovati da tempo. Per quanto tempo la vita sarebbe continuata pacifica in quella valle celata dal fumo dei vulcani e dalle alte cime?

Con questi pensieri si girò ad accogliere l'uomo che attendeva sull'uscio aperto, un giovane dai lunghi capelli scuri e la pelle abbronzata di chi preferisce la vita all'aperto, gli abiti di cuoio semplici su cui spiccava una lunga e minacciosa spada, portava un piccolo arco in spalla, certamente più adatto alla caccia che alla battaglia, ma il particolare che era impossibile non notare erano gli occhi di quell'uomo di un azzurro così intenso da ricordare le profondità dell'oceano e come l'oceano rispecchiavano in superficie le correnti del suo animo.


 -Ho sentito che mi stavi cercando Halviliss-

-Sei giunto infine amico mio, a lungo ti ho cercato, è giunto il momento di smettere di cercare la conoscenza e agire per trovarla, ma non posso farlo da solo e necessito del tuo aiuto-

-Parli come sempre per enigmi, ma da tempo mi fido delle tue parole. Parla dunque, quale missione mi attende, in quale nuova mortale ricerca dovrò dirigere i miei passi-

-Mortali non lo sono mai state, tant'è che sei qui a rimproverarmi o parlo forse con uno spirito?-

-Mortali non lo sono state per fato e abilità, non certo per mancanza di pericoli-

-E sia, ma il fato ti è propizio e l'abilità non ti manca. Ma prima di chiedere nuovamente il tuo aiuto voglio che tu conosca l'intera storia, perché se grandi ti erano parsi in passato i pericoli ora ti dico che niente ti parranno davanti a ciò che sto per chiederti-

-Parla dunque, hai la mia attenzione e molto hai risvegliato in me la curiosità-

-Ascolta perché ciò che ti rivelerò sarà la mia condanna a morte se male ho interpretato il tuo cuore, oggi metterò il mio destino e quello di molti nelle tue mani-


Parte della storia che raccontai già la sapete, rivelai il mio nome e la mia natura e poi raccontai la seconda storia, quella udita dal nano, quella che cambiò la mia vita.


-Era vecchio il nano, molto vecchio anche per la sua razza, alcuni dicono che avesse più di tremila anni, si chiamava Durin il Senzamorte, e non furono gli anni a ucciderlo ma la spada di un orco, eravamo lì quando successe, cercammo di salvarlo ma era troppo grave, lui lo sapeva e per questo parlò. Aveva partecipato alla Guerra dell'Ira e aveva visto la luce degli Elfi, non la descrisse come un'aura malefica e malsana come sempre ci avevano raccontato, ma come una radiosa luce di pace, lui aveva visto il vero volto dei Valar, li aveva visti ritirarsi... bada bene, ritirarsi non morire, per evitare che quella guerra tra Potenze distruggesse ogni cosa, si erano ritirati per amore dei loro figli, tutti i loro figli. Anche io ero lì, eppure così ciechi erano i miei occhi che non avevo visto, ma un giovane nano aveva guardato e ricordato, si era alleato a Melkor non perché credesse alle sue parole ma per sopravvivere e far sopravvivere il suo popolo, perché aveva visto la crudeltà del suo sguardo e non voleva che i nani subissero il destino degli elfi. Per tutta la vita era restato fedele a quell'inganno per il bene della sua gente, ma nel momento della morte volle liberare il cuore da quel fardello. E disse un'altra cosa, quando i Valar si ritirarono anche gli Elfi lo fecero, e in molti erano sopravvissuti, fuggiti, celati alla vista dal potere degli Ainur, ma non alla sua vista forse perché il suo cuore piangeva per quel massacro... ma è importante che lui abbia visto, ora sappiamo che quello che viene raccontato è una menzogna e non tutti gli elfi perirono nella guerra.

A lungo ho cercato le prove a conferma di questo racconto e infine le ho trovate, poco per volta, raccogliendo frammenti di verità ora so che ciò che lui disse è vero.

Ciò che ti chiedo, amico mio, se accetterai, è ora di aiutarmi fuori da queste sale nella ricerca dei sopravvissuti e con il loro aiuto, se negli anni l'odio non li avrà corrotti, trovare la strada per i Valar così da chiedere il loro aiuto-


A lungo restarono in silenzio, il giovane e il vecchio, l'uno pensando a ciò che aveva appreso, l'altro attendendo la sua risposta.

-Mi hai dato molto su cui riflettere Maestro, non temere per la tua vita perché nel mio cuore non c'è amore per colui che chiama se stesso il Giusto Signore, molto ho viaggio e poco ho visto di giusto.

Questo però non significa che accetterò di aiutarti, molto mi hai dato da pensare e molte domande non trovano risposta. Perché quel popolo dovrebbe aiutare chi li voleva morti? Perché ora sarebbe diverso da allora per la sconfitta di Morgoth? Come trovare ciò che cerchiamo se pure un Ainur non ci è riuscito? Ma assieme a queste domande mi hai dato anche la speranza, la speranza in un mondo migliore, la speranza nella Luce che scaccia le Tenebre. Per questo non ti darò subito la mia risposta ho bisogno della notte per riflettere. Domani conoscerai la mia decisione-

 -E' giusto, niente mi sarei aspettato se non questo, ma vorrei fin d'ora che dimenticassi i miei nomi,  perché è troppo pericoloso pronunciarli fuori da queste sale. Halviliss è il nome di chi dovrebbe essere morto e Olórin un nome che nessuno dovrebbe ricordare. Ti sarei grato se mi chiamassi solo Mithrandir, il grigio pellegrino, poiché questo è il colore della nebbia in cui mi sono celato per tanto tempo, ed è un nome che non incute timore ne curiosità-

-Mithrandir, un nome appropriato concordo, un nome che verrà ricordato-

         




NOTE:

*Halvilisson: (Halda Nascosto+Vilissë Spirito+on)  Spirito nascosto

Ýridhindhren: (ýr Saggio+dîn Silenzioso+idhren Campo)  Campo del saggio silenzioso

Lehtaristari: (lehta Liberato+istar Saggio/Stregone) Stregoni liberi

Harmairoitlar: pl. (Harma Tesori+hir- trovare) Cacciatori di tesori

  
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