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Autore: Rei Hino    31/08/2012    2 recensioni
William Shatner/Leonard Nimoy
William Shatner ha una crisi di gelosia durante le riprese di Bread and Circunses. Uno scambio di attori e una 'calda' riconciliazione.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Boh, Fatanera mi ha costretta a questa cosa, o non avrebbe postato la sua, quindi ho dovuto XD
Qualche spiegazione è necessaria: allora il tutto nasce da un mio ricordo alterato. Ero straconvinta che Flavius dell’episodio Bread and Circuses avesse fatto Deathwatch insieme a Leonard Nimoy. Non è lui, ma rimango ancora convinta XD
Deathwatch è un film gay ambientato in una prigione, del 1966, che, per ovvi motivi, mi provoca forti scompensi ormonali ma anche moltissima gelosia perché il solo uomo che può spupazzarsi Nimoy è Shatner! Dunque ho trasposto questa mia personale lotta interiore a Shatner, la cui gelosia si scatena durante le riprese di Bread and Circuses.
(Alla fine non era Flavius ad aver fatto Deathwatch ma Michael Forest, che ha interpretato Apollo in Who mourns for adonais, ma io e Bill rimaniamo ancora convinti su Flavius XD)

 
Highly Illogical
 
William Shatner, in quella tuta grigia da prigioniero romano, era poggiato pigramente con la schiena a una delle panche, dove altri attori, comparse e figuranti, stavano parlottando tra loro, chi entusiasta, perché nuovo a quel lavoro, chi seccato di quelle continue interruzioni delle riprese, chi terribilmente annoiato e ormai rassegnato. Come al solito il teatro era nel caos, e il signor Senensky, il regista di turno, continuava a istruire gli operatori che stavano avendo qualche difficoltà, nulla di nuovo insomma.
“Anche i gladiatori… che diavolo tireranno fuori ancora?”
Bofonchiò DeForest avvicinandosi, mentre brandiva quella spada palesemente finta, con aria pressoché comica. Il più giovane continuava a fissare dritto davanti a sé, scrutando con attenzione Leonard che provava la coreografia del combattimento insieme a uno dei ‘gladiatori’
“Bill?”
De lo chiamò punzecchiandolo con la punta della spada
“Ehi”
“Mh?”
Finalmente Bill rispose, facendogli un rapido sorriso.
“Che stai rimuginando?”
Domandò De adagiandosi con la schiena alla stessa panca, continuando a far ciondolare quella spada avanti e indietro
“Come si chiama quel tipo?”
“Chi?”
“Flavius”
Shatner indicò davanti a sé, l’uomo alto, muscoloso e bruno con cui Len stava ‘combattendo’, il gladiatore Flavius
“Ah, Rhodes”
“Mmm”
Mugugnò Bill incrociando le braccia al petto, De lo fissò incuriosito qualche momento, con le sopracciglia aggrottate, il ragazzo biondo sembrava davvero concentrato su ciò che stava guardando, quasi ne fosse affascinato.
“Ti piacciono altri e bruni eh?”
Disse l’uomo, senza nemmeno sapere bene che espressione o tono assumere, optando per un viso divertito alla fine, prendendo un po’ in giro l’amico. Bill si accigliò e si voltò a guardarlo incuriosito
“Cos…?”
Il sorriso divertito sul volto di DeForest era palese, sembrava anche sul punto di ridacchiare
“De, ti prego… Ha un’aria familiare…”
Concluse mormorando, riprendendo a fissare Rhodes mettere a tappeto Len. L’immagine di quell’uomo che sbatteva a terra il suo uomo fu un terribile dejà vu e Bill seppe in quel preciso istante perché quel tipo gli era così familiare e la sua espressione divenne decisamente torva. De stava per domandargli quale problema avesse adesso ma Ralph Senensky diede improvvisamente la pausa pranzo, in anticipo, evidentemente a causa di qualche problema tecnico, così Kelley diede una pacca sulla spalla dell’amico ed entrambi avanzarono verso l’uscita.
 
“Tutto ok? Non ti ho sbatacchiato troppo, spero”
Rhodes Reason sorrise e porse educatamente la mano a Leonard Nimoy, per aiutarlo ad alzarsi da terra
“Ah ormai ci sono abituato, vengo sempre sbatacchiato su questo set...”
Leonard sorrise di rimando pulendosi un po’ i calzoni, vedendosi accanto, con la coda dell’occhio, un William Shatner con le braccia incrociate al petto e gli occhi assottigliati scrutare il ‘gladiatore’ che si allontanava stirandosi pigramente le braccia.
“Tutto bene Bill?”
Len gli scosse la spalla, posando a terra quel ridicolo -e fintissimo- scudo blu.
“Oh sì, certo, tutto bene! Non dovrei? Tutto benissimo, tu resta qui a farti sbatacchiare, io vado a pranzo!”
Cacciò fuori Bill tutto d’un fiato, per poi allontanarsi rapidamente, a grandi passi, verso i camerini.
Leonard rimase assolutamente interdetto e con la mano ancora sollevata nel vuoto, vide De ridacchiare e lo guardò in cerca di aiuto. L’uomo dagli occhi azzurri alzò le braccia e scosse la testa
“Ah non guardare me, la donna è tua!”
Sorrise e alzò le spalle
“Beh, se fate pace ci vediamo in mensa”
E uscì fischiettando dal capannone.
 
 
Bill lasciò socchiusa la porta del camerino, il tempo di sciacquarsi il viso e poi sarebbe andato di corsa a mangiare. Ripensò al modo in cui aveva risposto a Len e a come era andato via, ridacchiò tra sé, avrebbe voluto davvero vedere la faccia paonazza di Leonard, sicuramente visibile anche sotto tutto quel trucco giallastro, ma la sua testardaggine l’aveva spinto ad incamminarsi prima di vedere una qualsivoglia reazione dell’amico.
Si guardò qualche secondo allo specchio del piccolo bagnetto, si era davvero incaponito per una cosa del genere? Sorrise ancora, tra tutte le cose infantili e stupide che aveva fatto e che faceva ogni giorno questa senza dubbio le batteva tutte, o quasi, ma lo stesso non riuscì proprio a farci niente; era geloso di Len.
Era sempre stato geloso di Len in fondo, quello che avevano era qualcosa che conoscevano solo loro –almeno ufficialmente- e così sarebbe sempre stato. Andava bene il più delle volte, a volte un po’ meno.
A volte voleva semplicemente far sapere a tutti che sì, quell’uomo era suo. E invece l’avrebbero saputo solo loro due, per il resto della vita… ma non era un problema, quasi sempre almeno.
Uscì dal bagno e fece un piccolo balzo sul posto ritrovandosi Len, in piedi, con le braccia conserte, adagiato alla porta.
“Ok, vai”
Gli disse l’uomo bruno, Bill aggrottò le sopracciglia avvicinandosi alla specchiera, che dilatava l’ambiente facendolo sembrare più grande di quanto fosse in realtà
“Cosa?”
Len continuava a fissarlo con lo sguardo assottigliato e una seria espressione, quasi stesse osservando chissà quale strano oggetto curioso e sconosciuto
“Spiegami. Sai, a volte vorrei essere telepatico davvero per riuscire a capire come funziona la tua mente”
“Quanto sei divertente, Len”
Mormorò il biondo estraendo una sigaretta dal primo pacchetto che gli capitò a tiro, quello di DeForest. Leonard sbuffò
“No seriamente, stavolta non ti sto dietro”
“Ah però dietro lui ci stai eccome eh…”
Bofonchiò di nuovo con la sigaretta tra le labbra aprendo il suo pacchianissimo accendino dorato. Leonard rimase ancora più basito, davvero non aveva la più pallida idea di che cosa stesse dicendo l’amico
“Non sono nemmeno sicuro di voler chiedere spiegazioni a questo punto…”
Bill buttò fuori il fumo dalle labbra e girò il viso verso di lui, con gesti nervosi
“Lo sai che ho visto Deathwatch, non tutto, qualcosa”
L’uomo bruno annuì, capiva sempre meno
“Quindi?”
William si avvicinò continuando a guardarlo, ora era arrabbiato e gli puntò contro un dito accusatorio
“Oh quindi, il signor ‘ci metto mesi ad accettare anche solo il pensiero di voler andare a letto col mio amico Billy’ non ha problemi di sorta ad amoreggiare con quel gigante di quattro metri!”
 
Leonard Nimoy sgranò gli occhi e, per quanto avesse cercato strenuamente di resistere, non riuscì assolutamente a trattenere una risata e si portò una mano al viso stropicciandosi gli occhi.
William Shatner era la persona più ‘singolare’ che avesse mai conosciuto, questo lo aveva appurato da tempo, ma quella specie di bambino troppo cresciuto non smetteva mai di lasciarlo interdetto e beh, di divertirlo, tra le altre cose.
“Primo; non urlare”
Riuscì a dire una volta essersi ricomposto, seppur la sua espressione rimaneva comunque comica, a differenza di quella di Bill che continuava a fumare con un viso serissimo
“Secondo; hai mai provato a parlare con uno psicologo di questa tua incapacità di discernere realtà e finzione, vita e lavoro?”
Aveva un bel sorriso, palese che trovasse l’intera situazione alquanto divertente, ma Bill continuava a non ridere affatto. Len si schiarì la voce.
“Andiamo Billy ma sei serio? Mi stai davvero facendo una scenata di gelosia su un film?”
Lo guardò negli occhi cercando di fargli capire quanto la cosa fosse assolutamente fuori luogo, in tutti i sensi.
Bill non gli aveva mai nascosto di essere geloso, come del resto lo aveva ammesso anche lui, seppur la cosa fosse come minimo grottesca; entrambi erano sposati, avrebbero continuato ad essere sposati, avrebbero continuato a frequentare donne, comunque i loro matrimoni attuali sarebbero andati, per mille motivi, giusti o sbagliati che fossero. Quindi la loro gelosia poteva a tratti sembrare assolutamente ridicola ma, in verità, nonostante questo, nonostante tutto, loro si appartenevano e questa appartenenza reciproca ed esclusiva nella sua fattispecie portava con sé un certo senso di possesso, l’uno per l’altro, ed era quanto mai solido, reale.
 
“Avevi le sue mani ovunque!”
Esclamò Bill posando la sigaretta nel portacenere
“Ti ha sbattuto sui muri, sulla branda, ti sei appeso alle grate di quella cella e…”
“Sì grazie me lo ricordo!”
Leonard lo fermò, in una reazione molto poco professionale era diventato quasi bordeaux in viso al ricordo di quelle riprese.
“E non ti ha dato nemmeno un po’ fastidio?”
Len adagiò la testa sulla porta dalla quale non si era proprio mosso e alzò gli occhi al cielo
“Billy, è lavoro! Mi dà più fastidio non avere le sopracciglia!”
“Beh a me ha dato fastidio, nonostante…”
Shatner alzò le sopracciglia, quelle scene che aveva visto erano state assolutamente una visione celestiale e c’erano state un paio di inquadrature che gli avevano provocato una ben solida e quasi immediata erezione e sicuramente non se ne sarebbero andate mai via dalla sua mente
“…diciamo che mi ha dato molte cose ma sicuramente molto fastidio”
Leonard sorrise e scosse la testa
“Parla colui che ha una donna ogni puntata…”
Mormorò, Bill si accigliò e incrociò di nuovo le braccia al petto, mettendo quel suo adorabile broncio
“Non c’entra, le donne sono una cosa, gli uomini un’altra…”
Bofonchiò, in maniera assolutamente molto tenera, o che almeno a Len così parve in quel momento. D’altro canto Bill aveva ragione, loro due erano un’eccezione l’uno per l’altro.
Esclusività. Possesso.
“…e l’unico uomo che può sbatterti a destra e a manca, sul pavimento, su una branda e dove gli pare sono io!”
Concluse William emettendo anche un sospiro seccato, Len ridacchiò di nuovo
“Tutto questo romanticismo quasi mi commuove…”
Allungò un braccio verso di lui
“Vieni qui… idiota...”
Mormorò con un dolce sorriso che a Bill costò alquanto non ricambiare, ma il canadese decise di continuare tenere il broncio mentre si avvicinava all’amico, accoccolandosi sul suo petto.
 
Leonard lo strinse a sé, carezzandogli la nuca con una mano, il viso di Bill era adagiato sul suo collo, ne sentiva il respiro caldo e la morbidezza della sua bocca carezzare il suo pomo d’Adamo.
Quei momenti erano perfetti, non c’era altro e non c’era nessuno, c’erano solo loro. E l’uomo bruno sorrise di nuovo non appena sentì William strusciarsi un po’ contro di sé, con una semi erezione bella pressata contro la sua coscia.
“Scusa ma, adesso Bill?!”
La rapidità con la quale Shatner riusciva ad eccitarsi lo lasciava sempre –piacevolmente- stupito. A detta di Bill era lui a fargli questo effetto immediato, non che avesse prove tangibili –nemmeno le voleva del resto- ma in parte aveva ragione. Quella segretezza, quel rischio perpetuo, quell’attenzione continua, quel senso del proibito che aleggiava nell’aria, erano senza dubbio un forte stimolante.
 
Bill alzò le spalle con noncuranza
“Oh è che ho tutto il giorno in testa le immagini di quel film”
Mormorò, continuando a strusciare l’inguine contro la sua gamba e la bocca sulla sua gola. Len alzò un sopracciglio
“Non ti davano fastidio?”
Riuscì a soffocare un uggiolio quando Bill passò la punta della lingua dietro l’orecchio sinistro, un punto estremamente sensibile. Bill gli morse appena il lobo carezzandogli il viso con la mano, tirò su il collo per guardarlo in volto, incantandosi qualche momento sulle proprie dita che carezzavano le sottili labbra dell’uomo più alto, e sorrise. Nessun sorriso alla Shatner, ma un dolce e affettuoso sorriso
“Tu non hai la più pallida idea di quanto sei maledettamente sexy, vero?”
Leonard si sentì di nuovo arrossire. Certo qualcuno gliel’aveva detto, anche Sandra, in tempi migliori, nonostante i suoi lineamenti gli avessero precluso a priori molti ruoli nel corso della sua carriera, non se n’era certamente mai fatto un problema. Ma quando era William Shatner a incantarsi sul suo aspetto e a ricoprirlo di complimenti, quel William Shatner che si vantava dei suoi lineamenti perfetti con ogni ragione del mondo, il suo ego, naturalmente, saliva.
“Beh…”
“In un contesto del genere poi!”
Difficile spiegare che effetto gli avesse fatto vedere Leonard in simili scene… Certo lui poteva vederlo avere un vero orgasmo ogni qual volta voleva ma l’immagine di Len attaccato alle sbarre di una cella e ansimante di sicuro non l’avrebbe più abbandonato.
“Non so, pensa se ci fossi stato io…”
Ronfò con un sorrisetto, lasciando qualche bacio sul mento e sulla mascella dell’amico.
Non ci mise molto a Leonard a palesarsi quell’immagine alla mente e beh… oh, la trovò assolutamente magnifica. Come magnifica erano le dita dell’amico che giocavano con la leggera peluria del suo petto, com’erano magnifiche le sue labbra e la sua lingua che carezzavano a mordicchiavano tutta la sua gola e com’era assolutamente magnifica la sua erezione pressata contro il suo inguine.
“Mmm…”
Mugolò e Bill sorrise
“Ecco”
Leonard intrufolò le mani sotto la maglietta grigia, andandogli ad accarezzare la bella schiena calda
“Mi dà anche fastidio in effetti…”
Bofonchiò piegando la testa e andando a depositare un piccolo bacio sul suo collo
“Ma tra l’altro…”
Si ritirò su e lo guardò incuriosito, c’era ancora qualcosa che non tornava
“…non mi è ben chiaro perché ti sia venuto in mente adesso”
William aggrottò le sopracciglia bionde e fermò i suoi sensuali movimenti
“Mi sembra ovvio! Che fa quel tizio, ti segue? Tra tutti gli attori del mondo proprio lui?”
Nimoy scosse la testa, davvero non lo stava proprio seguendo
“Cosa? Chi? Che stai dicendo?”
“Flavius! Robert, Rodrez, Rod, come si chiama!”
Len si stropicciò gli occhi e abbandonò di nuovo il capo sulla porta, arreso ormai
“Ho un gran mal di testa…”
Sospirò, Bill appoggiò il mento sulla sua spalla, di nuovo con quel broncio arrabbiato da bambino
“Lo so che è lavoro ma quando lo guardo mi viene in mente tu che lo coccoli tutto, è normale che mi sia venuto in mente…”
Leonard aggrottò le sopracciglia, senza muoversi
“Guarda che non è lui…”
“Cosa?”
Il più alto sospirò e abbassò il viso per guardarlo, Bill sembrava essere caduto dalle nuvole
“Il ragazzo con cui ho fatto Deathwatch, non è lui”
“Sì che è lui!”
Len lo prese per le spalle e piegò leggermente il busto in avanti, guardandolo negli occhi
“Billy, darlin’, non sono ancora rimbambito a tal punto, non è lui”
William appariva alquanto confuso e continuò a indicare la porta
“Ma… è alto, grosso e…”
“E non è lui”
Stava per aggiungere ‘Non è lui, ma il nostro Apollo all’inizio della seconda stagione’ma non lo ritenne opportuno, l’ultima cosa che gli ci voleva adesso era una scenata di gelosia di William retroattiva.
“E anche se fosse?”
Si limitò a domandare con un sorriso. Bill non trovò null’altro da dire e nulla con cui ribattere e poggiò di nuovo il viso sul compagno
“Lo voglio fare io un film così con te…”
Bofonchiò col volto seppellito nella maglietta dell’altro, Len sorrise, non sembrava male come idea ma qualcosa al basso ventre gli comunicò il contrario
“Magari sarebbe meglio di no…”
Gli afferrò i fianchi e lo tirò a sé, spingendolo sulla propria erezione
“…succederebbe questo in scena, non sarebbe auspicabile…”
Bill sorrise mordendosi il labbro inferiore e alzò il viso verso il compagno, sfiorandolo con la punta del naso, Len si avvicinò alle sue labbra
“E noi abbiamo la realtà, meglio, no?”
Soffiò sulla sua bocca carnosa e umida, prima di assaporarla, finalmente.
 
Leonard mantenne gli occhi aperti, socchiusi, mentre Bill lambiva gentilmente le sue labbra, succhiandole appena, leccandole con la punta della lingua, con le mani quasi artigliate alle sue spalle, nella carne.
La bocca di William Shatner era qualcosa di inspiegabilmente meraviglioso e avrebbe potuto passare ore a baciarla. Mosse piano la mano sul legno chiaro della porta e rigirò la chiave nella serratura, chiudendola, per poi posare le dita finalmente di nuovo sui morbidi fianchi del compagno.
La lingua di Bill si era fatta strada e aveva trovato la sua, mentre i movimenti del suo bacino diventavano sempre più veloci. Len gli slacciò i pantaloni e Will gemette non appena le lunghe dita pallide di Nimoy si strinsero intorno al suo membro.
“Nnngh… cazzo…”
Bofonchiò portandogli le mani intorno al collo e stringendosi a lui ancora di più.
Len slacciò e abbassò anche i propri calzoni e prese entrambi i loro sessi con la mano, facendoli sfregare insieme, uno sopra l’altro, lentamente, mentre tutti e due gli uomini accompagnavano quel moto con i movimenti dei loro fianchi.
Movimenti all’unisono, medesimo ritmo che cresceva contemporaneamente, in un’assoluta complicità e naturalezza, come fossero amanti da anni e anni.
Anche Bill portò una mano tra i loro ventri, stringendo l’altra ai folti capelli scuri di Len e avventandosi di nuovo sulla sua bocca, per soffocare i gemiti di entrambi.
 
I loro umori si mischiavano tra le loro dita e la velocità aumentava sempre di più, Bill sollevò entrambe le loro magliette per sentire il contatto della pelle dell’altro, sentirne il calore - oltre che per evitare di sporcare i vestiti di scena-, Len scese con la mano che aveva sulla schiena del compagno e gli afferrò saldamente una di quelle bellissime natiche sode e perfette, affondando le dita in quella splendida carne
“A… asp…”
Bill bofonchiò qualcosa ma gli uscì solo un lungo e strozzato gemito e si riversò sulle loro mani e tra i loro corpi.
Il suo respiro era pesante e il cuore gli batteva forte fino in gola ma non accennò nemmeno a rallentare le spinte dei suoi fianchi, accompagnando quelle di Len, sempre più forti.
Leonard affondò il viso nella sua spalla, stringendolo ancora di più a sé, sentì le labbra di Bill sul collo e il suo intero corpo sostenerlo quasi mentre aveva iniziato a masturbarlo con entrambe le mani. Gemette ancora sotto le abili dita dell’amante che carezzavano tutta la sua lunghezza, stringendola nei palmi, muovendola sulla sua, sempre più forte, sempre più veloce.
Poche spinte ancora e si liberò anche lui, finalmente, chiamandolo appena, con dolcezza.
 
Rimasero forse ancora qualche minuto così, in assoluto silenzio, addossati su quella porta, l’uno sull’altro, finché i battiti cardiaci tornarono normali ed entrambi si resero conto di quanto scomodi fossero e di che ora dovesse essere.
“Non mi daresti mai retta se ti dicessi di trattenere ogni scenata, emozione e quant’altro fino a quando siamo soli, vero?”
Mormorò Len con la voce tornata normale, Bill scosse il capo
“Mai, sbandiererò sempre tutto ai quattro venti”
Rispose con un’assoluta serietà che non riuscì a mantenere per più di qualche istante. Leonard non rispose e scosse la testa, sì, William Shatner lo avrebbe fatto diventare matto.
 
 
“Len…”
Chiamò Bill, mentre, innanzi allo specchio del camerino, si ripassava un po’ di cerone, Leonard alzò il viso verso l’amico sistemandosi quell’orrida frangettina.
“Sei sicuro che non sia lui?”
Gli domandò il biondo, Nimoy alzò gli occhi al cielo
“Oddio…”
Mormorò scuotendo il capo e uscendo dalla stanza.
“Continuo a rimanere convinto!”
Gli urlò dietro Bill, posò il trucco e lo raggiunse a passi svelti nel corridoietto ancora deserto
“Len…”
Lo chiamò di nuovo
“…gli somiglia tropp…”
Ma non riuscì a finire la parola dato che si ritrovò imprigionato improvvisamente da un braccio di Leonard, con la bocca sulla sua.
Fu spinto contro la parete del corridoio mentre le labbra di Len, che continuavano a catturare le sue, gli impedivano ancora di parlare.
Non appena Nimoy si allontanò di qualche centimetro, Bill riuscì a vedere la sua espressione tipicamente vulcaniana; impassibile, curiosa e con un sopracciglio alzato.
Questa volta fu il biondo a rimanere del tutto interdetto, si guardò rapidamente intorno, ok, erano tutti a pranzo, ma Leonard lo aveva davvero baciato in mezzo al corridoio?! Dischiuse le labbra per dire qualcosa in proposito ma le richiuse ben presto senza riuscire a proferire una sola sillaba.
Len sorrise, soddisfatto di sé, non era facile lasciare William Shatner senza parole e proseguirono, insieme, affamati, verso la mensa.
 
 
 
 
 
   
 
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