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Autore: Allegra_    31/08/2012    3 recensioni
"I capelli erano legati in uno chignon, il trucco per la prima volta posato sul suo volto, e gli occhi … i suoi occhi avevano qualcosa di speciale, oltre la luce che sempre li distingueva da quelli altrui erano velati di lacrime, e allo stesso tempo ridenti, felici, erano gli occhi di una persona che finalmente compiva un sogno.
E ancora una volta non potei fare altro che compiacermi pensando che si, ero io il suo sogno. "
Ennesima One-Shot Nachidad ... spero vi piaccia :)
Leggete & recensite.
Un bacino
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scorci Di Vita - Le Coppie Più Belle '
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<< Amore vado a lavoro !!! >> urlo per farmi sentire, fermo sull’uscio della porta.
<< Torna presto Gaucho >> mi risponde mia moglie venendo a salutarmi.
Indossa un grembiule da cameriera tutto sporco di farina, i capelli raccolti in una coda distrattamente, tanto che ne fuoriescono parecchi ciuffi castani, senza un velo di trucco, eppure con un viso perfetto.
Si accorge che la sto fissando e mi spiega imbarazzata: << Stavo provando a fare una torta, ma a quanto pare è un po’ più complicato di come pensavo … >> sorride timidamente per poi aggiungere << Ho chiesto a Mar di venire ad aiutarmi più tardi >>
Rido di gusto sentendo una risata più giovane provenire dal corridoio, e faccio per ribattere, quando una voce femminile lo fa al posto mio.
<< Mamma sai benissimo che zia Mar è la cuoca peggiore del mondo !!! >> esclama la ragazzina portandosi una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio.
Martina.
È bellissima nella sua divisa scolastica verde, rossa e blu – frequenta la Rockland, ovviamente –, i capelli raccolti in due trecce nere, e un sorriso derisorio stampato in volto.
Questa ragazzina è il mix perfetto tra me e Caridad: le somiglia molto esteriormente, eppure ragiona come suo padre, da egoista, antipatica, ma con un cuore enorme.
Ricordo ancora il giorno del parto, fu il più felice, e allora stesso tempo il più preoccupante e stressante della mia vita.

La Paisa si era messa in testa di dover partorire in casa, non voleva andare in uno di quei “luoghi mortali”, come aveva affettuosamente ribattezzato gli ospedali.
Io ero parecchio nervoso.
Insomma, una cosa era avere un gruppo di medici che le stava attorno, e dover stare solamente fuori ad aspettare con l’ansia che cresceva, ma un’altra era dover rimanere accanto a lei tutto il tempo urlandole di spingere e prendendo la testa del neonato una volta venuto alla luce.
Dopo la prima contrazione svenni davanti a tutti i miei amici che erano venuti ad aiutarci, e che ancora oggi mi rinfacciano di essermi comportato da perfetto idiota.
Solo perché Mar, Jaz, Vale, Mel, Tefi e Kika avevano avuto un taglio cesario all’ospedale migliore di tutta Buenos Aires … altrimenti avrei voluto vederle le loro reazioni !!!
Al mio risveglio però, non ci fu una sgridata di quelle megagalattiche di mia moglie ad aspettarmi, e nemmeno le risate stupide dei miei migliori amici … a farmi rinvenire fu un pianto, il pianto più dolce e melodioso che avessi mai udito in vita mia.
<< Saluta papà Martina !! >> sorrise Caridad nonostante fosse sfinita dopo tutto quello spingere.
<< Martina … >> sussurrai prima che una lacrima iniziasse a scendere lungo la mia guancia.
<< Nostra figlia Gaucho >> rise Cari mentre si lasciava andare anche lei ad un pianto di gioia.
Quello fu il momento più bello della mia vita.

<< Hey man, sei rimasto imbambolato come un gallo zoppo ??? >> mi prende in giro Marty schioccando le dita davanti ai miei occhi.
Anche il suo modo di parlare è una perfetta fusione tra quello mio e della Paisa, che al sentirlo suona alquanto divertente e bizzarro.
<< No, stavo solo pensando >> sorrido guardandola negli occhi nocciola come i miei, dentro i quali però brilla sempre quella luce che caratterizza quelli di Caridad.
<< A cosa ??? Al matrimonio tuo e di mamma ?? >> mi chiede curiosa scoccando un’occhiata complice con la donna accanto a lei.
<< Credi forse che non me lo ricordi ??? >> le domandò scettico e un po’ irritato: fu un giorno magico che segnò la mia vita per sempre, non potrei mai dimenticarlo.
Sorride annuendo ed allora, offeso, iniziò a raccontarle ciò che ho conservato nella mia mente e anche più fondo, nel mio cuore.

Eravamo tutti in piedi,ad aspettare Caridad nella costruzione di legno ubicata sulla spiaggia a Punta Del Este.
Aveva insistito tanto per sposarsi lì, diceva che se proprio non si poteva fare in campagna – avevo pronunciato un secco e deciso NO, quando me l’aveva chiesto – quello era il luogo che più la rappresentava.
Mar, Jaz, Vale, Kika, Mel, Tefi, Cielo, Paz, Hope, Mal, Nico, Camilo, Simon, Thiago, Tacho, Rama, Luca, Teo, Jaime, Luna, Pedro, Justina, Feli, Alelì, Luz, Cris, Monito … non ho mai capito come, ma quel giorno c’erano tutti, più una miriade di altre persone delle quali ne conoscevo appena la metà.
<< Bisogna invitare tutta la gente del mio vecchio paese >> era stata la sua spiegazione quando le avevo chiesto il perché di tutti quei nomi nella lista << E poi, anche le persone del tuo vecchio quartiere, di quello dove abitiamo adesso, gli amici importanti che Nico ha al ministero, le ex compagne di scuola di Paz e Hope … >>
Per intenderci, al nostro matrimonio era presente più della metà della popolazione di Buenos Aires e dintorni .. un vero delirio, lo aveva definito Simon.
Cari arrivò in perfetto orario, seguita dalle sue damigelle d’onore: Alai, la figlia di Tacho e Jazmin, e Martina, la nostra piccolina di appena 3 anni, che teneva per mano la biondina accanto a lei camminando incerta dietro la madre.
Quest’ultima era stupenda quel giorno.
Il vestito bianco che aveva indosso le arrivava un po’ sopra le ginocchia terminando con del merletto color panna il quale richiama le ballerine che portava al piede.
I capelli erano legati in uno chignon, il trucco per la prima volta posato sul suo volto, e gli occhi … i suoi occhi avevano qualcosa di speciale, oltre la luce che sempre li distingueva da quelli altrui erano velati di lacrime, e allo stesso tempo ridenti, felici, erano gli occhi di una persona che finalmente compiva un sogno.
E ancora una volta non potei fare altro che compiacermi pensando che si, ero io il suo sogno.
Senza che me ne accorgessi neppure, troppo preso a guardarla, arrivò il momento di scambiarci le promesse.
<< Gaucho, io Caridad Martina Cuesta, prometto di amarti per tutta la mia vita, di darti tutta me stessa senza sconti, di non annoiarti troppo con le mie storie sulla campagna >> tutti risero alla sua espressione divertita al dire quell’ultima frase << di crescere gli altri 20 figli che avremo dopo Martina, di non stancarmi mai del tuo essere un po’ egocentrico ed egoista, anzi di vedere solo la parte migliore di te, che ti giuro amerò sempre, sempre.
Non lascerò che dei semplici incidenti di percorso ci separino, starò con te fino alla fine, fin quando nel nostro orto non moriranno tute le piantine, e allora sarà il momento di andarcene entrambi, ma tenendoci per mano, ad ogni costo.
Da quando ti ho conosciuto ho capito che eri la persona giusta per me, l’unico gallo capace di far fare gli occhi dolci a questa gallina spennacchiata. >> ancora altre risate, mentre io la guardavo sorridendo felice.
Il prete annunciò che era il mio turno, così deglutii prima di prendere parole.
<< Io … ho capito perché hai scelto di sposarti qui Caridad.
 Questo posto è magnifico, è puro, semplice, senza alcuna imperfezione.
Il profumo di questo mare ti inebria i sensi, la sola vista di fa venire voglia di tuffarti al suo interno, e all’improvviso desideri ritornare bambino per poter giocare con la sabbia. >> mi guardarono tutti confusi da quelle mie parole, tranne lei, la quale sembrava capire.
<< Quello che sto cercando di dirti Paisa, è che tu ami questo posto, perché sei questo posto.
Tu coinvolgi tutti con la tua allegria, riesci ad attirare tanta di quella gente semplicemente con un sorriso, mi fai diventare bambino ogni volta che ti guardo e desidero soltanto stringerti a me per non lasciarti andare mai più via.
Ti amo Caridad, e spesso penso di non essere abbastanza per te, insomma io sono solo un ragazzo ricco e viziato che ama divertirsi, mentre tu sei un biglietto di sola andata per il Paradiso.
E ti prometto che questo non cambierà mai. >> qualche lacrima iniziò a rigarle la guancia ed io non potei fare a meno di pensare quanto fosse bella nonostante quelle.
Caridad era quanto di migliore avessi mai visto, mai avuto.
E così ci baciammo mentre al dito risplendevano le nostri fedi d’oro: ce l’avevamo fatta, nessuno avrebbe più potuto separarci.

                                                             ********************

<< Papà siamo arrivati !! >> mi avvisa Martina indicandomi l’enorme edificio di fronte a noi: la Rockland.
Parcheggio per poi voltarmi a guardala.
<< Vuoi che ti accompagni ??? >> le domando dolce: quella ragazzina è bellissima, proprio come sua madre.
<< No, manca ancora un quarto d’ora buono. Che dici se mi racconti qualcosa di te e mamma ?? Dopo la storia del matrimonio sono curiosa di sentire dell’altro !! >> mi sorride eccitata ponendo le mani giunte a mo di preghiera.
<< Vediamo … cosa vuoi sapere ?? >> le sorrido facendola esultare vittoriosa.
<< Hm … cosa hai pensato la prima volta che l’hai vista ??? >>
Con la mente vado a quel giorno di molti anni prima, quando la Paisa era appena arrivata alla Casa Magica.

La mia vita era diversa a quel tempo. Io ero diverso.
Frequentavo la ex fondazione del padre di Thiago solo perché lì si tenevano i corsi pomeridiani della Rockland, mai avrei creduto che un giorno l’avrei abitata e adorata.
Io e Gero uscivamo tutte le sere per andare in discoteca, rimorchiare, e poi portarci le ragazze a casa … sempre la stessa storia, che però a quel tempo consideravo la normalità.
E poi arrivò lei.
Una ragazza di 16 anni da poco compiuti, orfana di entrambi i genitori e proveniente da uno strano paesino della campagna.
Indossava una gonna con le balze all’antica, e sopra una maglietta dello stesso genere, i capelli legati in due codini alti, il viso angelico e senza un filo di trucco.
<< Sembra mia nonna !! >> risi alla battuta del mio amico guardandola di traverso.
Ma dentro sentivo che non era così, sapevo che quella ragazza era speciale, anche se non la conoscevo, riuscivo a … percepirlo.
Forse sarà stata la luce che aveva negli occhi e che tutt’ora ha, o magari semplicemente il suo essere diversa da tutte le altre, so solo che  me ne innamorai all’istante.
Ma avevo paura.
Paura del giudizio che la gente avrebbe potuto avere vedendomi insieme a lei, paura del poter essere considerato uno sfigato, paura che lei s’innamorasse di me e che avrebbe sofferto quando poi l’avrei sicuramente lasciata perdere.
Così le stetti alla larga, la trattai malissimo per quasi un anno, eppure Caridad non si perse mai d’animo.
Continuò a starmi accanto nonostante non facessi altro che farla piangere, s’innamorò del me stesso che riusciva a vedere sotto quella maschera che portavo, mi mostrò sé stessa per com’era davvero, facendomi capire che no, non m’ero affatto sbagliato sul fatto che fosse speciale.

Martina ha un’espressione scioccata stampata in volto.
<< Davvero l’hai penare così tanto per mettersi con te ??? >> mi domanda stranita.
Annuisco cercando di evitare il suo sguardo: in effetti per lei deve essere stato davvero brutto saperlo.
<< Certo che sei proprio uno str …. >> ma non riesce a finire la frase che le copro la bocca con una mano.
<< Sono pur sempre tuo padre !! Niente parolacce !! >> la ammonisco per poi guardare un punto di fronte a me ed iniziare a parlare con sincerità.
<< Mi ci è voluto un po’ di tempo per ammettere a me stesso ciò che provavo per Caridad, perché quando ho scoperto di essermi innamorato di lei non era ancora pronto ad accettarlo.
Così come non lo sono stato fino al giorno prima del matrimonio.
Continuavo ad avere il terrore di accorgermi che in realtà non l’amavo, di farla stare male, soffrire, piangere per me che non ho mai meritato, e nemmeno tutt’ora, le sue lacrime.
Però quando l’ho vista sull’altare ho capito che tutti i miei dubbi erano svaniti: noi due siamo fatti per stare insieme, come se qualcuno lassù avesse già deciso e a noi toccasse solamente comprenderlo.
Amo tua madre più della mia stessa vita, nonostante spesso le ho fatto credere il contrario.
Ormai non riesco più ad immaginarmi senza di lei e questo è … >> feci per concludere ma mia figlia lo fece al posto mio.
<< Amore contro ogni calcolo >>

 
Piccolo Angolo Di Luce:
Hola !!!! Ok, è la terza one-shot che scrivo sui Nachidad,
ma il fatto è che … li amo troppo !!!
Spero che questa vi sia piaciuta,
è ambientata molto dopo la quarta stagione
ed è completamente inventata da me, ovviamente.
Se vi va di leggere altre mie one-shot potete andare
A visitare la nuova serie che ho creato :
Scorci Di Vita – Le Coppie Più Belle.
Vi aspetto e mi raccomando …
Recensite !!!!!
Un bacino <3

   
 
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