Avvertenza: Questa non è una fanfiction sui Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio. Nota:Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.
Pokemon Master
di Ace Sanchez
PARTE 1: RITORNO
Un freddo ghiacciato scivolava attraverso la notte nera; freddo, a parte
quel vento caldo e innaturale che soffiava da sud col suo forte odore di
fumo acre. Attraverso l'oscuro cielo senza stelle, leggermente coperto da
nubi, un chiaro di luna intermittente splendeva sulla foresta verde e
folta, rivelando a poco a poco una serpeggiante pista di distruzione. I
resti degli alberi, ormai bruciati, giacevano in disordine sul percorso
devastato - alcuni ancora tizzoni ardenti di piccole fiamme tremolanti -
assieme ai rami caduti e agli altri frammenti, intervallati dalle impronte
di giganteschi animali.
Una figura scura avvolta in un mantello nero e lungo attraversò
quasi silenziosamente quella che una volta era una foresta, con le pieghe
ribelli di quel manto che si agitavano dandogli l'aspetto di un'ombra
galleggiante. L'unico suono era l'asciutta vegetazione che schiacciava
sotto stivali neri e spessi mentre avanzava lungo la pista. Occhi dorati
ingoiarono quello scenario, osservando il paesaggio devastato. Si aggiustò
il piccolo zaino sulla spalla con una mano, per sostenere la marcia che
improvvisamente si stava trasformando in una corsa. Ormai era tornato a
casa...
Fiamme scoppiettarono e fuochi bruciarono. Il piccolo villaggio era
un'unica pira ardente. Dappertutto grida e panico, nel caos delle persone
che scappavano, cercando scampo dalle orde nemiche. Apparendo
improvvisamente da sud, bruciando tutto e mostrando assoluta mancanza di
misericordia per le loro vittime, pokemon enormi e ostili assistevano i
loro istruttori nella violenta e crudele incursione. Il villaggio era
completamente impreparato. Gli istruttori della città e i loro
pokemon furono intercettati e uccisi non appena si affacciarono dalle loro
case.
Il gigantesco, vermiglio Charizard alto quasi come due persone, prese un
altro respiro e sputò una lunga lingua di fuoco verso i resti
avvizziti della scuola, ormai ridotta a un cumulo di macerie. Laggiù
invece un tauros seminava devastazione attraverso le case con le sue corna
acuminate come pugnali, sotto i comandi del suo istruttore, calpestando
senza cura tutto ciò che gli si parava davanti. Altri edifici come
il comune della città resistevano ancora, spargendo il sangue degli
schyter e dei pinsir. Lentamente, gli assalitori avanzavano verso i
magazzini, nel centro della città, dove era custodito un tesoro in
grano e cibo. Dietro a una casa in fiamme, una giovane ragazza dai capelli
scuri gridò mentre un uomo con capelli rossi e chiodati la
scagliava contro il muro rovente. Vicino, il suo kangaskhan guardava
affascinato. L'uomo schiaffeggiò la ragazza con violenza.
"Smettila di urlare, cagna e prendi questo come una vera donna!"
cominciò a lavorare alla patta e ad allentare i suoi pantaloni. Fu
improvviso, e se ne accorse solo quando la nuda terra incontrò la
sua schiena al punto che dovette sputar fuori l'aria dei suoi polmoni.
Quando riaprì i suoi occhi vide una figura alta, scura, coperta con
un mantello nelle ombre della notte, china su lui. La ragazza si voltò
indietro, spaventata, e sedette tremante contro un piccolo albero. Rimise
gli occhi sulla figura ombrosa e per un attimo sentì un freddo
pugnale rigirare nel suo cuore. C'era qualche cosa familiare in questa
persona... Poi ringhiò di rabbia. E commise il suo errore di
valutazione. Questo era solo un povero pazzo che voleva fare l'eroe.
"Kangaskhan, prendilo!" rise. "Masticagli le ossa, fagli
sentire il dolore in ogni sua sfumatura." Già sibilando in
rabbia a causa dell'attacco al suo padrone, il grande pokemon canguro non
ebbe bisogno di farselo ripetere. Lanciò un ringhio inumano e
sguainati i suoi artigli acuminati cominciò a caricare. Ma un
rapido calcio fermò l'attacco del pokemon, mentre uno dei suo arti
veniva afferrato e usato contro di lui, penetrando nel suo ventre come un
coltello da macellaio. Il kangaskhan guardò il suo avversario, la
confusione ormai padrona della sua mente animale, il suo torace una fonte
di sangue scuro.
"Kangaskhan?" l'uomo disse con terrore. Nessuno uomo potrebbe
essere forte abbastanza per fare ciò che la figura coperta dal
mantello aveva appena fatto. Continuò a chiedersi chi fosse, finchè
un pugno non si scavò la via attraverso la sua faccia, e tutto
divenne nero.
Sbuffando una grande nube di fumo scuro, l'enorme Charizard guardò
i magazzini affamato, mentre quasi tutti i razziatori concentravano i loro
sforzi sui pochi sopravvissuti, che ancora combattevano, ormai solo
animati dal desiderio di portarsi all'inferno qualche nemico. Sbuffò
in un tono nasale e grezzo al suo padrone.
"No," la donna calva e alta rispose con uno sdegnoso riso
soffocato. "Gli approvvigionamenti che noi stiamo razziando
verrebbero distrutti." guardò uno degli altri razziatori. "Tu!
Usa il tuo tauros per rompere i muri. Poi noi potremo divertirci con i
sopravvissuti." le risate risalirono dalla sua gola mentre il suo
subordinato dirigeva il suo pokemon toro alla carica. Un improvviso, suono
marcio fece voltare i predoni. Davanti a loro, un schyter era atterrato
con una delle sue lame bagnate del suo stesso sangue. I suoi arti, spade
al posto di braccia, erano state in qualche modo usate per impalarlo. La
sua testa di serpente pendeva dal collo, ormai retta solo da un tendine
sanguinolento.
"Il mio scyther!" uno dei razziatori gemè. "Chiunque
ha fatto questo, lo ucciderò!" Dalla parte posteriore di un
edificio in fiamme, uscì una figura alta, avvolta in un mantello
lungo e nero. Il mantello si stava agitando sinuosamente, leggermente, nel
vento caldo, rivelando il corpo magro ma muscoloso di un uomo, un cadavere
avvolto in un sudario dell'oscurità. La sua faccia era celata nelle
ombre del cappuccio, lasciando intravedere solo occhi brillanti di bronzo.
Sembrava che la faccia fosse solo quella: buio, e due punti di ardente
luce metallica. Che si restrinsero minacciosamente.
"Bastardo arrogante! Credi di essere un Maestro di Pokemon, solo
perchè hai quel tuo putrido mantello?" lo sbeffeggò lei
. "Circondatelo!" Charizard, tauros, pinsir e i loro istruttori
avvolsero l'estraneo. I pochi superstiti del massacro che ancora
difendevano i magazzini li osservarono dalle finestre, spaventati e
sperando in un miracolo.
"Le tue ultime parole?" fu la domanda della donna. "Prima
di essere arrostito?" Il suo charizard sbuffò eccitato,
lasciando che anelli di fumo nero dissipassero la luce della luna.
Lo straniero allentò lo zaino. Una piccola creatura, un'ombra nera
quasi quanto il suo padrone, ne venne fuori.
"Pikachu... scelgo te." La voce era soffice ma profonda;
l'ordine potè appena essere sentito dai suoi avversari. C'era
qualcosa di pericoloso in lui, che insinuò la paura nei cuori dei
predoni. Poi loro guardarono in giù al pokemon dell'estraneo
coperto con un mantello. La creatura si rivolse al suo maestro, alta al
massimo un piede. Sembrava un pikachu, il piccolo, grazioso topo elettrico
con orecchie a punta e una lunga coda a forma di lampo. Ma non era del
solito colore giallo brillante, perchè tutto il suo corpo era una
macchia nera, su cui dominavano due occhi ardenti, blu, brillanti quasi
quanto i fuochi che stavano divorando la cittadina. A parte quei due punti
luminosi, sarebbe stato completamente invisibile nella notte. Lei rise.
"Quello è un pikachu soprannaturale, estraneo, ma Charizard
farà arrosto quel tuo coso in un attimo! Charizard, lanciafiamme!"
L'enorme dragone alato preparò il suo attacco. Un vento potente
sorse, l'aria arruffava il mantello e muoveva avanti e indietro le
orebbhie del pikachu nero. Poi il Charizard si piegò in avanti e
esplose una lingua di fiamme rossa e brillante verso il pokemon e il suo
padrone. Ma improvvisamente il suono di elettricità rimbombò
nell'aria serale e il fuoco fu respinto da un scudo di energia elettrica e
nera. Mandò scintille e sibilò mentre deviava la fiamma.
"Pikachu. Tuonovortice." Un cenno col capo. Improvvisamente, il
crepitio elettrico tornò a farsi sentire e un bagliore misterioso e
scuro circondò il pokemon. I razziatori indietreggiarono,
spaventati. Loro mai avevano visto un simile attacco. Un vento acuto
cominciò a sibilare e ruotare intorno al pikachu e al suo maestro.
Polvere, foglie e frammenti della distruzione circostante cominciarono a
mescolarsi e sorgere. Pietre e assi si alzarono nell'aria della notte. Il
charizard cominciò a scivolare in avanti nonostante il suo peso
enorme. Grugnì confuso, poi la paura lo fece scivolare più
velocemente. Agitò le sue ali poderose per decollare, ma quello era
solamente un errore, perchè fu tirato dal ben più potente
vento che turbinava intorno. I razziatori cominciarono a tremare, così
come tutto quello che non fosse saldamente ancorato al terreno. I tauros
strillarono mentre i loro zoccoli cercavano un appiglio. Ma il vento stava
divenendo troppo forte.
"Che diavolo di un attacco è questo?" l'istruttore del
charizard gridò nella confusione come il suo pokemon tentò
di attaccarsi a lei per rimanere a terra. Era inutile. La velocità
del tornado creato dal pikachu li risucchiò entrambi e presto la
città era avvolta da una macchia rotante di pokemon e uomini. Poi
pikachu gridò.
"PIKA!" e un anello di elettricità distruttrice eplose
dal centro del vortice - dal pikachu stesso. I predoni e i loro pokemon
videro un lampo di luce scura, e poi più nulla.
Solo la figura coperta con un mantello e il pikachu rimasero in piedi,
in silenzio. Intorno a loro, i razziatori e i loro pokemon giacevano
svenuti, se non morti, fumanti come le case che avevano bruciato. Il
Charizard era definitivamente morto, il suo corpo spezzato in due pezzi
distinti, in parte sfilacciati e maciullati. Un nuovo fetore aleggiò
nell'aria, quello di carne bruciata. "Bel lavoro, Pikachu." Il
nero piccolo topo elettrico guardò il suo allentatore con affetto.
"Pii." E saltò dentro lo zaino, la sua piccola testa che
spuntava fuori la cima. Gli abitanti cominciarono a avvicinarsi dal loro
nascondigli. Il più vecchio, che era più probabilmente il
loro leader o sindaco, parlò. "Q-quello era davvero
impressionante." guardò al pikachu con vistosa preoccupazione
e rabbrividì. "Come può un pokemon essere così
piccolo e così potente?" Lui scosse la sua testa, e il vecchio
guardò di nuovo lo sconosciuto. "M-ma, chi è lei?".
L'estraneo alzò la sua mano verso il cappuccio che gli copriva
testa e lo tolse lentamente, appoggiandolo dietro alle sue spalle. Era
bello, la faccia di un giovane che sembrava essere nel suo primo
ventennio, sebbene i suoi occhi oro-marroni sembrassero più vecchi
del resto del corpo. Il vento serale soffiò di nuovo, soffiando il
fumo del villaggio distrutto sullo sfondo. Arruffò i lunghi capelli
neri dell'estraneo, che nascosero metà della sua faccia. Lui soffiò
via un ricciolo di capelli fuori dagli occhi, e rispose alla domanda. "Sono
Ash. Sono tornato."
Una luce calda e portatrice di speranza si affacciò sulla sulla
città e la bagnò con i suoi salubri raggi. Nonostante
questo, l'aria era ancora un gelido sibilo fra le macerie. Gli invasori
aveva causato danno così estesi che sarebbe passato molto tempo
prima che tutto fosse potuto tornare come prima. Il suono di martelli che
si scagliavano sulle incudini tuonò con forza nel cielo mattutino e
il fruscio del bosco fluì attraverso le case distrutte. Ash sbuffò,
scaldandosi una delle sue mani sul fuoco, e centellinò il suo tè
dividendolo con gli altri. Poi lui si appoggò al tronco bruciato di
un albero alto e cacciò i capelli fuori dei suoi occhi. Avrebbero
mai trovato la pace in questo mondo, i bambini?? Lui continuò a
osservare le folle di ragazzi, infanti e adolescenti che si aggiravano in
una città fatta di macerie fumanti. Alcuni gli vennero presso.
"Quel mantello vuol dire che sei un vero Maestro di Pokemon?"
"Perchè non hai altre sfere-pokè?"
"Sciocco, lui ha solamente un pokemon."
"Come mai hai solamente un pokemon?"
"Mai ho sentito di un Maestro con solamente un pokemon."
"Signore, perchè il tuo pikachu ha un colore così
strano?" Queste furono le domande che gli fecero. Lui non poteva
credere di essere stato, un tempo, ancora più fastidioso di quei
bambini. Aveva dovuto essere un vero tormento. Pikachu, da parte sua,
masticò rumorosamente la sua mela, guardando il fuoco con
insistenza. "Pika-pii..." Poi una voce nuova parlò. "Ho
sentito parlare una volta, di un pokemon nero, anzi, 'ombra'." Era
una donna dallo sguardo scettico, che li aveva osservati da lontano da un
po di tempo tempo, ma che solamente ora era venuta più vicino. Era
una bella, bionda donna che probabilmente aveva fatto girare la testa a
molti uomini. Ash la ignorò e guardò in giù per
contemplare le bolle nel suo tè. "Si dice che fosse
imbattibile, e che era una volta il campione della Lega Pokemon." I
bambini che sentono questo, diventarono muti. Cominciarono a guardarlo con
timore. Alcuni indietreggiarono tremando. "Poi un giorno scomparve..."
Ash mise a terra il suo boccale, raccolse il suo mantello lungo e rimase
in piedi. Era tempo di andare via, per lui. Guardò in alto per
trovare che tutti i bambini erano fuggiti spaventati. Uno degli
adolescenti era ancora là, comunque.
"Signore, non ho pensato nemmeno per un istante che tu fossi uno di
quei cattivi della Lega," disse con forza. Era la ragazzina che aveva
salvavo la notte scorsa. "Nessuno di loro potrebbe essere eroico e
bello come te..." La donna bionda rispose con uno sbuffo. "Lei
non sa con chi sta parlando..." Ash cominciò ad arrotolare
impassibilmente il suo sacco a pelo. "Sei una ragazza a posto. Ma non
mi conosci." strinse il suo pugno guantato e lo fissò, i suoi
pensieri ormai lontani mille miglia "Non sai niente di me."
Apparentemente permanentemente nascosto da uno strato denso di nubi
grige, il sole del pomeriggio si mosse lentamente attraverso la sua
traiettoria discendente lungo il cielo. Anche il vento stava cominciando a
farsi intenso, arruffando il mantello e il cappuccio di Ash, ma le rovine
abbandonate della città erano zitte. Quasi troppo. Neanche i grilli
stavano spicciolando le loro canzoni, sebbene là il fogliame fosse
cresciuto eccessivamente sulle rovine spellate. Allentato, il mantello
nero di Ash copriva le sue spalle. Presto avrebbe dovuto combattere.
Qualcuno lo stava seguendo.
"Chu..." Pikachu disse malinconicamente dalla spalla sinistra di
Ash mentre come lui si guardava intorno, fra i resti di quella che una
volta era Viridian. I ricordi lo afflissero. Era la prima città che
aveva raggiunto, quando ancora per lui essere allenatore era un sogno. Se
non fosse stato per l'infermiera Joy, Pikachu non sarebbe stato al suo
fianco, e probabilmente nemmeno lui. Quasi di sicuro, se le cose fossero
andate diversamente, sarebbe morto. Ash comprese la tristezza di pikachu.
Rimasero lì a pensare, guardandosi l'un l'altro.
Ash osservò il muro della diroccato di uno dei vecchi edifici.
Parte del Centro Medico che aveva salvato la vita di pikachu,
probabilmente. Ora quella città non era altro che un un tumulo
abbandonato. Anche l'aria diceva morte. Era stata una delle prime città
ad essere distrutte durante le Guerre Oscure. Una nube di polveri raccolte
dal vento lo colpì, e lui tenne la sua mano sul suo naso e sulla
bocca. Poteva sentire ancora il prurito sul suo collo. Chiunque fosse, li
stava ancora seguendo. Teneva una distanza di sicurezza e non sembrava
avvicinarsi... non ancora. Le orecchie di Pikachu si drizzarono.
"Pika?" Ash guardò il piccolo pokemon che cavalcava la
sua spalla.
"Sì, c'è qualcuno che ci segue, Pikachu. Ma non sembra
voglia farsi avanti..."
"PIKA!" Il muro di pietra accanto al quale stavano camminando
esplose di colpo, trasformandosi in una grandine di pietre acute.
Frammenti e schegge caddero su di loro, una salva di lance acuminate,
pioggia dolorosa che seguiva il fragore di quel tuono.
"Cosa...?" Ash grugnì, mentre lanciava pikachu verso la
salvezza, giusto un attimo prima di venire colpito dall'onda d'urto e
rotolare lateralmente lungo il selciato della vecchia strada. Dopo essersi
allontanato a sufficienza dal pericolo, dondolò sui suoi piedi,
saltò e aspettò sulla cima del muro opposto. Si tolse il
cappuccio del suo mantello e asciugò il sudore della fronte con la
mano. Sentì fluire il sangue. "Pikachu! A me!" Il suo
compagno saltò per raggiungere di nuovo la sua spalla sinistra. Poi
si voltò verso la scena dell'attacco con occhi socchiusi. Polvere
dappertutto. Era difficile perfino vedere il muro sul quale si trovavano.
Alzò la sua mano per dare sollievo al suo volto e cercò
rapidamente coi suoi occhi. Non gli era capitato spesso di non sentire il
pericolo. Solo *loro* potevano avvicinarsi in quel modo.
Finalmente il polvere si adagiò al suolo. C'era una varco di circa
una dozzina di piedi, che squarciava il muro davanti a loro in due. Poi,
cigolando, lembi spessi e grigi cominciarono a spuntare dalle pietre, fra
le macerie. Grandi artigli, simili a pugnali spuntarono dai resti del
muro, e una testa di serpente sorse da ciò che doveva essere il
corpo. Gli occhi si aprirono per fissare la preda. Erano di un adirato
rosso sanguinolento.
"Il traditore," la testa sibilò.
"Golemdor," Ash disse, preparandosi a quello che stava per
accadere. "Sei tu che hai interferito con l'incursione al villaggio
di Pallet, ieri." continuò il pokemon "Tu ci hai deluso
per l'ultima volta, Ashura. Oggi la tua storia finisce. E' giunto il tempo
che paghi per la tua slealtà."
"Io non credo proprio." Ash sorrise. Gli occhi di serpente si
voltarono rapidamente, fissandosi sul pikachu sulla spalla di Ash. "Vedo
che tu viaggi ancora con il tuo amichetto." focalizzò
completamente la sua attenzione sul roditore. "Avresti potuto avere
il potere, come tutti noi altri. Perchè viaggi ancora con
l'assassino?". "Pika-pikachu!" Pikachu rispose adirato. Ash
socchiuse i suoi occhi al sentire il nome con cui il Golem lo aveva
chiamato.
"Sei un disonore per tutto il nostro genere!" ruggì in
replica alla risposta che Pikachu aveva dato. "Terremoto!" un
enorme pugno di pietra si scagliò contro il terreno. La terra fu
scossa e una grande fessura corse rapidamente verso il muro da cui Ash
osservava la scena. Si lanciò in aria, e lanciò Pikachu di
lato solo un attimo prima che il terremoto potesse avere la possibilità
di raggiungerlo e di travolgerlo - come accadde al muro di pietra, che si
sbriciolò sotto i suoi piedi. Come lui atterrò leggermente
sul terreno di ginocchio, con una mano afferrò saldamente il suo
mantello. Il massiccio Golem continuò a controllare il suo attacco
Terremoto, questa volta usando ambo i suoi pugni. Ash riuscì
faticosamente ad evitare le fessure di distruzione che lo inseguivano con
una capriola all'indietro, appoggiandosi agevolmente su di una mano,
scansando gli attacchi, sgusciando tra le rovine, mentre attraverso il suo
corpo poteva sentire i sussulti della terra.
Lanciò un urlo lancinante mentre una grossa scheggia di pietra a
forma di pugnale penetrava nelle sue carni, conficcandosi nella gamba. Ash
scivolò in preda al dolore, finendo disteso a faccia in giù,
stringendo nelle sue mani la ghiaia.
"Chu!" Pikachu gridò, cercando di distrarre il Golem
enorme. Un lampo nero cominciò a scintillare dalle sue guance. "Pi
di Pika!" Il Golem grugnì e fermò il suo attacco del
Terremoto.
"Sei mio!" urlò mentre cominciava a caricare il piccolo
pokemon. Ash guardò con apprensione.
"Attento, Pikachu!"
"PIKA!" rispose il roditore, il corpo che scoppiettava
violentemente mentre scagliava un fulmine di nera energia verso il Golem.
Nonostante la potenza incerdibile dell'attacco elettrico e oscuro, la
creatura di roccia lo dissipò innocuamente. L'enorme essere di
pietra continuò la sua folle corsa furibonda.
"No!" Ash chiamò disperatamente pikachu. Grugnendo di
dolore, estrasse il pezzo di pietra dalla sua gamba, poi scattò,
spingendo il suo amico fuori dalla portata dell'avversario. Il Golem gridò
frustrato per la perdita del suo obiettivo primario, dopo essersi fermato
con fatica. Poi guardò a Ash che giaceva vicino, sul terreno, con
un barlume malevolo nei suoi occhi sangue-rossi. Lo afferrò con uno
dei suoi enormi pugni e comiciò a spremere la vita fuori dal suo
corpo: violenti colpi cominciarono ad esplodere sullo stomaco
dell'allenatore.
"E' la tua ora," il Golem ridacchiò. Aprì
leggermente il palmo per vedere il volto della sua vittima e poi,
sbuffando in una risata grezza, gli diede due pugni sul torace col braccio
libero prima di lanciarlo via come un giocattolo rotto. Ash rimbalzò
sul terreno incontrollabilmente con una tonfo sordo, scivolando
dolorosamente con la schiena sul terreno accidentato. Il suo mantello si
lacerò in più parti mentre il suolo roccioso e frastagliato
gli graffiafa il corpo, finchè alla fine terminò la sua
sanguinosa corsa schiantandosi contro un masso, tutto il corpo che gridava
di dolore. Lo stomaco di Ash vomitò sangue e saliva mentre lui
cercava di rialzarsi. Ma non ci riuscì, e rotolò a terra.
Lentamente, riuscì a mettersi a carponi, cercando di ignorare le
proteste del suo corpo.
"Mi hai fatto proprio arrabbiare, Golemdor. Ora ti farò vedere
come mai mi chiamano assassino." La sua voce era bassa e calma. La
sua voce era morte. Il Golem lo guardò confuso. Si era aspettato
che la creatura umana fosse ormai senza vita. Morto. D'accordo, questo era
stato una volta un Maestro di Pokemon, il migliore nella lega, ma al cuore
delle cose, lui ancora era una creatura umana, piccola. Aveva dato
abbastanza colpi nel suo torace da fracassare calcestruzzo, le sue ossa
avrebbero dovuto sgretolarsi.
"Come puoi essere ancora in vita?"
"Domanda pertinente!" ghignò Ash, prima di scagliarsi
verso di lui così velocemente da sembrare un'ombra. Il Golem tentò
di scansarsi, ma era molto lento, e non potè evitare il massiccio
doppio calcio diretto alle sue gambe, poi un altro e un altro. Polvere si
levava a ogni colpo, e il Golem fu schiacciato con la testa all'indietro.
Ma sembrò imperturbato. "Sciocco! Non puoi neppure pensare di
danneggiarmi" urlò in risposta all'attacco che sembrava non
averlo nemmeno graffiato. Dopo tutto, durante le Guerre Oscure, questo
Golem aveva guadagnato una certa reputazione, era diventato Pokemon
Supremo. Ash fece una pausa nel suo attacco rapido, appoggiandosi al
calcagno, prima di sferrare un singolo colpo, dando una strana curvatura
al suo pugno e centrando il bersaglio con le nocche, trapassando entrambe
le gambe del suo avversario. Poi saltò indietro, alto nell'aria,
quindi con una torsione girò su se stesso, e atterrò leggero
su ciò che rimaneva del muro. Il suo atterraggio fu talmente
soffice che sembrò che gli stivali si fossero appoggiati sull'aria,
e non sulla pietra.
"Eri già morto fin dal primo colpo." affermò
calmamente, avvolgendosi nel suo mantello. Troppa calma nel comportamento
di quel piccolo uomo. Il Golem improvvisamente capì.
"Che cosa diavolo - NOOO!" Le sue gambe cedettero
improvvisamente, sbriciolandosi in polvere più fina di quella di
una clessidra. Il torso del pokemon, alla perdita del suo appoggio, cadde
al suolo e Golem si ritrovò a pancia all'aria "Impossibile!
Questo non è possibile! Sono indistruttibile!" Tentò di
rimettersi in posizione con le sue braccia, ma perse nuovamente
l'equilibrio e rimase a terra. Ash allungò il suo braccio destro e
Pikachu ci si appoggiò.
"Golemdor, nulla su questo mondo è indistruttibile.
Specialmente non tu" lanciò Pikachu in alto, nell'aria. "Finiscilo!
Lampo distruttore!" A mezz'aria, pikachu girò su se stesso e
comiciò ad emettere scariche di nera elettricità. "Sciocchi!
Sono immune agli attacchi elettrici!."
"Davvero?" disse Ash, riparandosi dietro il mantello.
"PIKA!" L'aria intorno a pikachu ruggì improvvisamente
con un tuono e fra le scintille un lampo nero discese verso il Golem. "Che
cosa...?" gridò mentre il piccolo roditore lo centrava nello
stomaco e lo trapassava come come una pallottola attraverso la carne.
Pikachu perforò il suo corpo pietroso, e il Golem cominciò a
vibrare in modo incontrollabile,sgretolandosi. "Che... diavolo...
di... di... attacco..." Non potè finire la sua domanda. Il
corpo di Golem divenne nero e cominciò a collassare, crollando su
se stesso in una folle implosione. Poi il rimbombo delle folgori e i
bagliori dell'esplosione del lampo nero, e il Golem fu dissolto in una
nube di polvere e ciottoli.
Quando il tuono cessò, tutto che era rimasto nel centro del cratere
era il piccolo pikachu nero. Ai suoi lati, un anello di roccia e polvere
bruciata, raccolta in piccoli cumuli sabbiosi. Restava solo la testa da
rettile della creatura, a una dozzina di metri di distanza. Ma presto
anche quella fu solo un altro mucchietto di sabbia umida.
"Pikachu... Ritorna." Il topo elettrico saltò sulla
spalla di Ash e si rifugiò nel suo zaino.
Il suono di un applauso. Ash si voltò rapidamente e dalla sua
posizione, in piedi sul muro, evide una persona avvolta nel blu, che lo
applaudiva. Lui, o lei, stava seduto su uno dei muri traballanti di un
edificio distrutto, appoggiandosi pigramente su di esso, con le braccia
incrociate.
"Solamente un vero Maestro di Pokemon potrebbe sconfiggere uno degli
otto Pokemon Supremi" Lui in qualche modo *conosceva* quella voce.
"E tu chi saresti?" La figura avvolta nel mantello nlu si alzò
in piedi, occhi color acqua lo fissarono con intensità dall'ombra
del cappuccio.
"Sono Mistaria. E ho una proposta da farti."
Fine della prima Parte
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POKEDEX
PIKACHU OMBRA
Tipo 1: Ombra
Tipo 2: Elettricità
Attacco: Tuonovortice
Tipo: Elettricità/Volo Un potente uragano si forma intorno
al Pikachu. Quando gli avversari sono risucchiati dal tornado, un anello
di energia elettrica e distruttiva esplode al suo interno.
Attacco: Lampo Distruttore
Tipo: Elettricità/Normale
Pikachu gira su se stesso, viene avvolto da un'aura di energia elettrica che usa come proiettile per trapassare il corpo della vittima. Questo vibra poi e esplode, lasciando solo Pikachu sul posto. Efficace contro i pokemon roccia.