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Autore: Sammy_    01/09/2012    7 recensioni
Una promessa.
Questo era tutto ciò che rimaneva a Martha.
Una promessa fatta da un ragazzo qualunque prima che la fama lo travolgesse rivoluzionando la sua vita.
La promessa di rincontrarsi dopo un anno, nello stesso luogo, alla stessa ora …
Martha non perdeva la speranza ma un forte dubbio l’assaliva: Harry Styles si sarebbe mai ricordato di lei e della loro importante promessa?
“io sarò qui per te, tu ci sarai?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’LL BE HERE FOR YOU
 
Londra.
Solito cielo grigiastro, solito venticello leggero che mi scompigliava i capelli, solito trambusto per le strade affollatissime.
Era esattamente una giornata come tutte le altre ma non per me.
Entrai nella stazione piena di aspettative e raggiunsi la panchina su cui, esattamente un anno prima, avevo incontrato quel ragazzo così speciale.
Io non avevo dimenticato la promessa che ci eravamo fatti ma avevo paura che invece lui non sarebbe venuto.
In fondo, in un anno erano cambiate tante cose, perlomeno per lui visto che, insieme alla sua band, era diventato un cantante di fama mondiale.
E io, Martha Parker, ero davvero convinta che nonostante tutto lui si ricordasse ancora di me, anche se in fondo sapevo di essere incredibilmente ingenua.
Si, forse ero solo una povera illusa …
 
UN ANNO PRIMA
 
-          Okay nonna, buon viaggio, ci rivediamo presto!
-          Grazie tesoro mio – disse lei avvolgendomi in uno dei suoi abbracci stritolanti – promettimi che verrai a trovarmi presto a Manchester, va bene?
-          Certo nonna, stai tranquilla!
 
Le stampai un bacio sulla guancia rugosa e poi l’aiutai a salire sul treno.
Arrivata nel suo vagone, si affacciò al finestrino e mi salutò con un cenno della mano fino a quando il treno non partì.
Vederla andare via era sempre un po’ triste, da quando io e i miei genitori ci eravamo trasferiti a Londra sentivo costantemente la mancanza dei miei parenti, quelli che invece erano rimasti a Manchester.
Mia nonna ci veniva a trovare spesso però, mentre io, nonostante lo promettessi continuamente, non andavo mai da lei.
Mi sedetti sull’unica panchina vuota del binario e tirai un lungo sospiro malinconico.
Avevo voglia di rimanere un po’ lì, ad osservare la gente nella stazione, quella felice che accoglieva i nuovi arrivati, e quella triste che salutava chi era in partenza.
In quella stazione, si poteva trovare ogni tipo di emozione sui volti delle persone.
 
-          Scusa, posso sedermi?
 
Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo davanti a me.
Era alto e snello, i capelli castani tutti arruffati, due grandi occhi verdi e un sorriso mozzafiato.
Wow …
 
-          Si, certo …
 
Il ragazzo si sedette accanto a me abbandonando il suo pesante bagaglio per terra.
Io mi feci piccola piccola per lasciargli più spazio, mentre lo osservavo di sottecchi.
 
-          Stai per partire anche tu o aspetti qualcuno? – mi chiese lui incuriosito.
-          In realtà nessuna delle due cose, ho accompagnato mia nonna che è già partita.
-          Allora perché sei rimasta qui?
-          Non lo so … mi è sempre piaciuto questo posto – risposi con una scrollata di spalle.
 
Non capivo perché fosse così interessato a me ma mi sentivo lusingata perché di solito i ragazzi come lui non mi si filavano minimamente.
 
-          Io sto per partire – continuò distogliendomi dai miei pensieri – vado ad Holmes Chapel, la mia città natale.
-          Ah … - fu tutto quello che riuscii a dire.
-          Oh, ma che cafone, non mi sono neanche presentato! – esclamò battendosi una mano sulla fronte – io sono Harry, Harry Styles!
-          Piacere, sono Martha – non sentii il bisogno di specificare anche il mio cognome e non capivo perché lui l’avesse fatto.
-          Martha my dear!
-          Cosa scusa?
-          Martha my dear – ripetè lui con un sorriso che mise in mostra le sue adorabili fossette agli angoli della bocca – la canzone dei Beatles.
-          Ah, certo!  La conosco … - sorrisi a mia volta, anche se il mio sorriso in confronto al suo era una smorfia.
 
Eppure mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, forse aveva partecipato ad una di quelle soap opera orripilanti che mia madre guardava sempre dopo pranzo.
O forse faceva il commesso da Abercrombie …
Mentre io lo osservavo insistentemente, come se potesse servirmi a ricordarmi dove l’avessi già visto, lui teneva lo sguardo fisso sul display del suo cellulare, stava leggendo un messaggio che gli era appena arrivato.
Quando finì di leggerlo, lo ripose e poi puntò i suoi occhi verdi sul mio viso facendomi avvampare.
 
-          Posso chiederti una cosa?
-          Certo, dimmi …
-          Tu lo segui X-Factor?
-          Si, ogni tant,o quando capita …
-          Ah, allora capisco.
-          Che cosa?
-          Il motivo per cui non mi hai riconosciuto.
-          Vuoi dire che … tu hai partecipato ad X-Factor?
-          Si, con la mia band, mai sentito parlare degli One Direction? Siamo arrivati terzi! – disse con una punta d’orgoglio nella sua voce.
-          Oh, in effetti mi sembrava di averti già visto e il nome One Direction mi suona familiare ma, come ti ho già detto, non seguo X-Factor in modo assiduo.
 
Harry annuì e sorrise ancora. Cavolo, stavo per andare in iperventilazione!
Il suo modo di sorridere e di gesticolare mentre parlava erano assolutamente irresistibili.
 
-          Abbiamo firmato un contratto con la SYCO e presto pubblicheremo il nostro primo album …
 
Continuava a parlare ma io lo ascoltavo appena, non che non mi interessasse quello che stava dicendo ma ancora stentavo a credere di essere lì, seduta in una stazione in mezzo al caos, a parlare con uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto che, tra l’altro, era sul punto di diventare molto famoso.
 
-          Scusa, ti starò annoiando a morte – disse dopo un po’ abbassando lo sguardo leggermente imbarazzato – è che sono così felice per quello che mi sta succedendo che davvero non posso fare a meno di raccontarlo a chiunque incontro.
-          Oh, lo capisco, stai tranquillo – quasi senza pensarci gli posai una mano sulla spalla ma la ritrassi subito come se scottasse – insomma … voglio dire … anche io al posto tuo sarei euforica!
-          E invece di te che mi dici?
-          Di me? Oh, su di me c’è davvero poco da dire, sono la ragazza più ordinaria che esista al mondo. Vado a scuola, studio, esco con le amiche. Non ho un hobby né un talento particolare. Mi piacerebbe saper cantare ma sono stonatissima – ammisi infine con una risatina.
-          Però ti piace sederti nel bel mezzo della stazione e osservare la gente che passa, giusto?
-          Si, è vero … - mormorai mentre le mie guancie si imporporavano – trovo che sia una cosa molto interessante.
 
In quel momento però delle altre persone non mi importava assolutamente nulla, la mia attenzione era del tutto concentrata sul ragazzo seduto al mio fianco.
Parlavamo da appena dieci minuti eppure, la timidezza che di solito mi caratterizzava, sembrava essere scomparsa, come se Harry fosse un amico che conoscevo da tempo.
 
-          Sei bella, lo sai?
 
Cosa, cosa, cosa? L’aveva detto sul serio? Mi trovava bella? Mai e poi mai mi era successa una cosa del genere! Insomma, io non mi ero mai considerata carina, figuriamoci bella, e nessun ragazzo si era mai degnato di fare un commento carino nei miei confronti.
E invece Harry era riuscito a farmi sentire lusingata, anche se le mie guancie erano diventate più rosse di un pomodoro.
Era davvero riuscito a trovare qualcosa di bello in me, una semplice ragazza con i capelli biondi, gli occhi color nocciola semi nascosti dalla frangetta e un corpo esile assolutamente privo di curve?
 
-          Grazie, anche tu sei bello! – sorrisi per smorzare l’attenzione.
-          “Martha my love” – cominciò a cantare lui senza smettere di guardarmi e sorridere – “don’t forget me, Martha my dear…”
 
Quel momento. Il suo sguardo. La sua voce.
Non avrei mai dimenticato nulla, soprattutto quella canzone che, ne ero certa, sarebbe diventata la mia preferita.
 
 “Il treno per Holmes Chapel è in arrivo al binario quattro” annunciò la sgradevole voce dell’altoparlante.
 
Ecco, sapevo che quel momento idilliaco sarebbe finito presto.
Harry si alzò sollevando da terra la sua valigia.
 
-          Martha … anche tu sei un po’ pazza come me?
 
Quella domanda mi lasciò completamente spiazzata. Cosa voleva dire?
 
-          Dipende … perché?
-          Ti va di stringere un patto?
 
Continuava a fare il misterioso e io avevo paura di fare la figura della stupida perché ancora non riuscivo a capire cosa avesse in mente.
 
-          Tra un anno, incontriamoci qui, alla stessa ora. Ti va?
-          Cosa? Oddio ma allora sei davvero pazzo!
-          Te l’ho detto, tu lo sei?
-          Forse, insomma … non saprei!
 
Harry poggiò nuovamente la valigia a terra e mi fece alzare stringendomi forte le mani.
I nostri sguardi erano incatenati mentre le mie ginocchia si facevano molli come budini.
Era tutto così assurdo …
 
-          Tra un anno, io sarò qui per te, tu ci sarai?
-          Si – sussurrai senza quasi pensarci – ci sarò …
 
Harry sorrise per l’ennesima volta e si sporse verso di me per lasciarmi un leggero bacio sulla guancia, molto vicino alla bocca.
I brividi mi percorsero la schiena e per un attimo temetti davvero che le mie ginocchia cedessero facendomi cadere a terra.
Harry si allontanò con il suo bagaglio dandomi le spalle e salì sul treno del binario quattro.
E poi sparì della mia vita all’improvviso … esattamente così come vi era arrivato.
 
UN ANNO DOPO
 
E questa era la mia, anzi, la nostra storia.
Più ci ripensavo e più mi sentivo stupida nel ritrovarmi lì, seduta tutta sola su quella panchina.
Una donna che trasportava dietro di sé un enorme trolley rosso cupo, si sedette accanto a me, al SUO posto, e cominciò a frugare nella sua borsa.
Quando trovò ciò che stava cercando, ovvero un biglietto per il treno di colore giallognolo, si rialzò e senza dire una parola si allontanò da me trascinando via il suo bagaglio.
Ero di nuovo sola.
In realtà “sola” non è il termine giusto calcolando l’andirivieni di persone presenti alla stazione, ma era come se, seduta su quella panchina, fossi isolata dal resto del mondo.
Poggiai una mano vicino al mio fianco, nel punto in cui lui sarebbe dovuto essere, non avrei permesso a nessun altro di occupare quel posto, anche se solo per un secondo.
 
Non verrà Martha, non verrà …” diceva un’odiosa vocina nella mia testa.
 
E cominciavo davvero a credere che fosse vero.
No, Harry non sarebbe mai venuto, ormai lui era famoso, aveva conosciuto milioni di ragazze molto più belle di me,modelle, attrici, cantanti.
Come poteva ricordarsi delle timida Martha Parker, la ragazza con cui aveva scambiato a malapena due parole?
Mi sentii anonima e insignificante.
Una bambina mi passò accanto con il suo trolley rosa di barbie e mi sorrise impercettibilmente, prima di correre dietro a sua madre.
Chissà dov’era diretta, chissà se un giorno anche lei avrebbe conosciuto un ragazzo che le piacesse così tanto da impedirle di mangiare e dormire per almeno un mese, cosa che era successa a me dopo il mio primo incontro con Harry.
Sbuffai per il caldo.
Fuori c’era un sole a picco, infatti avevo messo un paio di shorts beige ma sopra indossavo il mio maglione blu porta fortuna e anche se era troppo pesante, non me lo sarei levato per nessuna ragione al mondo.
 
-“Martha my love, don’t forget me, Martha my dear …”
 
Oh mio Dio.
Quella voce, quella canzone …
Alzai la testa di scatto verso il ragazzo che si era appena seduto al mio fianco e incrociai un paio di meravigliosi occhi verdi.
 
-          Harry … - la mia voce era così flebile che probabilmente lui non mi sentì neanche.
-          Ciao Martha – disse sorridendomi in quel modo che solo lui sapeva fare – è bello rivederti.
 
Anche se ci avevo sperato fino all’ultimo, non pensavo che Harry sarebbe davvero venuto, non pensavo che avrebbe mantenuto la sua promessa.
 Invece era lì, in carne ed ossa, bello come sempre, anzi, forse anche di più.
Era più alto, più muscolo e con i capelli ancora più ricci e scompigliati.
Ma i suoi occhi, il suo sorriso e le sue adorabili fossette erano sempre gli stessi.
 
-          Sei venuto – riuscii a dire infine nonostante il mio tono di voce tradisse una certa emozione.
-          Certo che sono venuto – rispose lui come se fosse una cosa totalmente ovvia – te l’ho detto che sono pazzo! – smise di sorridere e mi guardò serio – ehi, non è che tu sei venuta qui per caso e non perché ci eravamo dati appuntamento?
 
A quelle parole scoppiai a ridere nonostante la tensione.
 
-          Oh Harry, quanto sei sciocco! È da un anno che aspetto questo momento solo per rivederti!
-          Anche io ho aspettato tanto … - sussurrò lui.
 
Un sorriso appena accennato si dipinse sulle sue labbra perfette, quelle stesse labbra che tante volte avevo sognato di baciare.
Solo allora mi venne in mente una cosa, frugai nella mia borsetta di camoscio e ne tirai fuori una copia di “Up All Night”, l’album d’esordio dei One Direction. Vidi lo sguardo di Harry illuminarsi e il suo sorriso allargarsi.
 
-          Sono diventata una vostra grande fan –gli spiegai senza riuscire a trovare il coraggio di guardarlo negli occhi – siete davvero bravi! Mi devi fare una dedica dopo, promesso?
-          Sicuro, e ormai avrai capito che sono uno che le promesse le mantiene sempre.
-          Già, ancora non riesco a credere che tu sia qui …
 
Tenevo lo sguardo fisso sulle mie mani che stavo letteralmente torturando a causa del nervosismo.
Harry allora mi prese il mento tra le dita per costringermi a guardarlo e una volta che i miei occhi color nocciola incrociarono i suoi, capii che sarebbe stato davvero difficile per me lasciarlo andare ancora una volta.
 
-          Ti arrabbi se faccio una cosa? – mi chiese lui quasi in un soffio.
-          Dipende da cosa … - riposi rabbrividendo quando sentii il suo fiato caldo sul mio viso.
-          È una cosa che avrei voluto fare un anno fa – spiegò lui con un sorrisetto innocente – e che ho aspettato di fare per un anno.
-          Allora credo che sia giusto che tu lo faccia – decretai.
 
Non dovetti aggiungere altro. Harry, senza distaccare le sue dita dal mio mento, si sporse verso di me e mi baciò.
Da prima fu un bacio a fior di labbra, poi approfondì la cosa.
Mi aspettavo di essere baciata, o perlomeno lo avevo sempre sperato quando sognavo il nostro incontro, ma in un primo momento rimasi comunque immobile dallo stupore.
Poi però, presa dalla foga del momento, gli gettai le braccia al collo e lo strinsi a me.
Harry Styles era stato solo un sogno per bene dodici mesi.
Adesso il mio sogno si era realizzato.
 
 
 
Cos’è successo dopo?
Bèh, io e Harry abbiamo deciso di frequentarci e le cose tra di noi stanno andando davvero bene.
Siamo felici, il nostro è un rapporto fantastico ma … questa è un’altra storia!
Penso che la cosa più bella sia il modo in cui ci siamo incontrati, persi e poi ritrovati.
La cosa più bella è che entrambi abbiamo mantenuto quella famosa promessa.
Una promessa che ha cambiato la vita di entrambi.
 
HELLO EVERYBODY!
QUESTA E’ LA MIA PRIMA OS, A PARTE UN’ALTRA CHE HO SCRITTO MA CHE ERA TRATTA DA UNA PRECEDENTE FF, QUINDI LASCIO A VOI I COMMENTI.
NON SIATE TROPPO DURI CON ME, PLEASE!
BACI SAM

 
  
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