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Autore: Marthyisdead    01/09/2012    2 recensioni
Piccolo sfogo, dedicato verso la fine ad un musicista, ma preferisco mettere tutto questo nella sezione "originali".
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Fissava le onde infrangersi sulle rocce scure, come le sue speranze di stare bene davvero un giorno, senza dover mentire agli altri e a sé stessa, senza doversi nascondere dietro al suo solito sorriso forzato, senza dover piangere in silenzio di nascosto da tutto e tutti.
Sentiva l’acqua schizzare ed arrivare al viso, scontrandosi con le sue lacrime silenziose che le facevano male come mille lame taglienti.
I suoi capelli sciolti erano mossi da quel vento fresco e piacevole che caratterizzava il paesaggio del mare, quel vento fresco e rilassante, riscaldato un poco da quel sole che tramontava e da quell’aria calda a cui il sole stesso dava vita sin dalle prime ore del mattino.
Le macchine percorrevano la strada, le persone camminavano per il lungomare, ma solo lei era seduta lì su uno scoglio a fissare le onde.
Le piacevano quei momenti, cercava sempre un momento tranquillo per stare lontana dagli altri e sola con sé stessa.
E non pensava a niente.
Fissava le onde e non stava né bene né male, e in quel momento avrebbe voluto sentirsi così per sempre.
Niente più gioia, niente più rabbia, niente più illusione, niente più delusione, niente più dolore.
Semplicemente niente, fermo immobile.
 Avrebbe voluto dire addio alla sua vita fatta di continue illusioni e sofferenze, avrebbe voluto sparire, avrebbe voluto cambiare, essere perfetta per sé stessa e non per gli altri.
Avrebbe voluto essere più dura e fredda, ma non ci riusciva, perché lei non prendeva in giro, lei voleva bene davvero.
Avrebbe voluto semplicemente essere ascoltata come lei ascoltava tutti gli altri, non pretendeva di essere capita, voleva solo essere ascoltata, avrebbe voluto qualcuno con cui sfogarsi, avrebbe voluto non sentirsi più inutile e sbagliata come ogni volta.
Voleva stare bene, ma si accontentava della sensazione di staticità che la attraversava.
 
Vagava, vagava per le strade senza fine, vagava senza una meta e senza pensare, non curandosi di ciò che succedeva al di fuori del suo mondo fatto di auricolari e musica.
 
Poi, ad un certo punto, una chiamata.
 
Una voce che le dice di tornare a casa vista l’ora tarda, una voce che non è la sua, una voce che lei non vuole sentire.
 
Dov’era la sua voce, quella sua dolce e tenera voce che la faceva sorridere, dov’era quella voce che le cantava dolci melodie nella notte, dov’era quella voce che la faceva rabbrividire ogni volta?
 
Dov’era lui?
 
Lui semplicemente non c’era, non c’era mai stato a livello fisico in fondo, ma era entrato nella sua vita così, inaspettatamente e senza preavviso, rimanendoci, e diventando lui stesso la vita di lei.
  
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