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Autore: Letterenascoste    01/09/2012    3 recensioni
"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"
"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"
"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"
Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.
"Buongiorno!" le urlò da lontano.
"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Cuor di Burro.

Prologo:

L'amore è ciò che caratterizza la vita di molte persone.
Molte donne non concepiscono una vita in solitudine e sono sempre in continua ricerca dell'anima gemella, del colpo di fulmine, della metà perfetta della mela.
Ma lei, Johanna Richardson, non cercava nulla di simile, o per meglio dire aveva già da tempo rinunciato all'idea di trovare un compagno.
Eppure le sue aspettative non erano poi così elevate: Al diavolo il principe azzurro, le sarebbe bastato anche un principe sbiadito che si presenti con in mano una pizza.

Pizza= piatto preferito di Johanna. La mangiava quasi ogni giorno. Sia perchè non era capace di far un uovo sodo, sia perchè la riteneva maledettamente buona... e poi era diventata amica di Sam, il fattorino delle pizze.

"Non capisco proprio perchè io non riesca a trovare nessuno che voglia condividere l'eternità con me" diceva mentre addentava un pezzo di pizza al salame piccante "Insomma guardami, sono una bomba" disse al proprio gatto.

Tremor = splendido esemplare di gatto siamese. Ha dieci anni di vita ed è leggermente grassottello... sarà perchè anche lui era ghiotto di pizza.

Tremor guardò la propria padrona: Una donna di trentadue anni che il sabato sera se ne stava in pigiama, con i corti capelli corvini spettinati legati in una minuta coda di cavallo, con indosso una vestaglia da notte bianca colorata da qualche schizzo di pomodoro.

"Maaaaooo" rispose il gatto strisciandole contro una gamba.

Erano le nove di sera e Johanna stava cercando di fare il bagno a Tremor che per tutta risposta l'aveva costretta a corrergli dietro e in un modo o nell'altro riuscì a farla bagnare completamente.

Driiiin.
Driiiin.
Driiin.

"Ma dove l'ho messo il telefono" diceva spostando a destra e a manca i cuscini, le sedie, i soprammobili.
Poi si fermò un istante. "Ma... io non ho un telefono" disse poi dubbiosa guardandosi ancora in giro.

"Credo che il suono provenga dalla porta" disse una voce familiare da dietro la porta, appunto.

"Oh certo" disse Johanna avvicinandosi ed aprendo la porta di ingresso "Professor Silente"

"Non è tua usanza chiedere chi vi è dietro la porta prima di aprire, Johanna?" chiese il professore ancora fuori la porta "Dovresti essere più cauta"

"Ha ragione, aspetti un attimo" disse subito Johanna richiudendo la porta.

"Chi è?" 

Il professor Silente si ritrovò a sorridere tra sè e sè. "Albus Silente"

Johanna a quel punto aprì la porta "Professore, ma che gradita visita. Non pensavo proprio fosse lei"

Albus Silente sorrise sornione vedendo che la sua vecchia alunna era cambiata ben poco.

"Che fa" disse Johanna "Non entra?"

"Aspettavo che mi invitassi, veramente" ammise Silente.

"Perchè... Lei è per caso uno di quegli esseri che senza invito non possono entrare? Lei... Lei è un vampiro?" disse Johanna con le lacrime agli occhi "Oh professore mi dispiace. Ora la dovrò uccidere conficcandole un paletto di legno lì dove un tempo batteva il suo cuore... E io non ce l'ho neanche un paletto di legno"

"Rassicurati mia cara" disse Silente sempre più divertito "Non sono ancora un vampiro"

"Ah... no?" chiese la donna "Lo dimostri"

Silente a quel punto fece un passo dentro la piccola casa.

"Oh... bene, si accomodi allora"

Silente si accomodò in un salottino piccolo, disordinato e leggermente sporco.

"Ti sei trasferita da poco?" chiese un po' scombussolato.

"No, no..." disse Johanna, poi si guardò intorno "Si, da due giorni"

"Tutto chiaro allora! Non voglio rubarti tempo mia cara, andrò dritto al sodo. Sono qui per offrirti la cattedra di pozioni"

"Oh... bhè... non saprei" disse Johanna titubante "Sarà piena di bruciature e poi non credo che si intorni con il resto dell'arredo"

"Suvvia" disse Silente "Sai bene che intendo il posto di insegnate"

"Ah... non so... sono piena di impegni"

Silente si guardò elequentemente intorno. 

"Va bene, accetto" disse poi Johanna un po' mortificata.

"Ottimo, prepara il baule e datti una ripulita... Domani è il primo di Settembre!"



Angolo autrice:

Salve a tutti.
Inanzi tutto, se siete arrivati a leggerto fin qui sotto è un buon segno ;)
Non vi ruberò altro tempo, voglio solo segnalare che questa ff non è altro che la rivisitazione di un'altra storia da me scritta qualche anno fa: Profezie d'Aprile. L'intento è di migliorarne il contenuto sia a livello grammaticale che narrativo!

Ringrazio chiunque abbia letto.

Un abbraccio,

Alexis.
   
 
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