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Autore: SnixTheUnicorn    02/09/2012    1 recensioni
Dal capitolo tre:
[...] - Anche se ho molti pretendenti qui al 'City Of Sun', sai? Ma la politica del villaggio turistico parla chiaro ed io concordo pienamente con questa regola: non dobbiamo avere relazioni con i clienti. Va contro la nostra professionalità. - [...] - Ma a volte trasgredire le regole è divertente, non trovi, San? - sussurrò Brittany al suo orecchio, provocandole un brivido a dir poco piacevole.
AU.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Poggiò la schiena sul sedile dell'auto, cercando di trovare una posizione comoda. Avrebbe dovuto affrontare un viaggio di venti ore circa se non di più e doveva essere il più rilassata possibile.
Chissà come Kurt l'aveva convinta ad andare insieme a lui a Miami... forse Kurt sapeva giocare bene la carta degli occhi da cucciolo e quella del migliore amico o forse le allettava l'idea di trascorrere un bel mesetto lontana da casa sua per godersi un meritato riposo. Fatto stava che Santana si trovava in quell'auto insieme a Kurt, pronta per andare a Miami.
- Non sei eccitata all'idea di andare a Miami? - chiese Kurt, mentre ingranava la marcia ed usciva dal vialetto di casa Lopez. - Sole, mare... -
- Belle ragazze. - lo interruppe Santana sogghignando. - Con i costumini succinti o magari le troveremo in topless... - Kurt fece una faccia schifata, ignorando le parole dell'amica. Non voleva immaginare le ragazze in quel modo, non era per niente una bella immagine! - ... E tanti bei ragazzi per te, ovviamente. - aggiunse la ragazza, non appena vide la smorfia di orrore che era spuntata sul viso dell'amico.
- Adesso sì che si ragiona! - esclamò Kurt felice dell'affermazione della sua migliore amica.
Se quattro anni fa gli avessero detto che lui e Santana Lopez sarebbero diventati migliori amici e che sarebbero partiti insieme per le vacanze estive, non ci avrebbe creduto e sarebbe scoppiato a ridere.
Invece quella ragazza era più dolce e fragile di quanto potesse apparire... anche se Kurt non glielo avrebbe mai detto in faccia: era il suo migliore amico, ma ciò non toglieva che Santana sapeva come minacciare la gente. D'altronde non l'avevano soprannominata 'il demonio del McKinley' senza motivo.
- Sei una lagna quando stai zitto. - si lamentò Santana inforcando gli occhiali da sole. - Anche se certe volte è un sollievo, perché quando inizi a parlare di cose totalmente gay sei davvero insopportabile. -
- Io sono gay, - rispose calmo Kurt. - ed è normale che parli di argormenti "da gay". -
- Io sono lesbica e mica parlo di cose da lesbica. - ribattè la ragazza inarcando il sopracciglio.
- Oh andiamo! Ti metti a squadrare le ragazze e poi fai dei commenti a volte anche poco consoni e la cosa peggiore è che io mi devo sorbire i tuoi discorsi da allupata cronica. -
- Non sono allupata cronica! - borbottò Santana incrociando le braccia sotto al seno.
- Ah no? - Kurt la fissò per una manciata di secondi per poi fissare la strada. - L'altra volta al Breadstix hai letteralmente spogliato con gli occhi quella povera ragazza che mangiava in tranquillità! -
- Aveva la camicetta molto sbottonata. - si giustificò Santana. Non era mica colpa sua se quella ragazza metteva in mostra le proprie grazie. Aveva gli occhi e mica poteva chiuderli di fronte a tanta bellezza.
Chissà come faceva Kurt a privarsi della graziosità del corpo femminile per un corpo più rude e meno bello come quello maschile.
- Okay, ma non dire che quando usciamo non fissi tutte le ragazze! -
- Mi piace fissare la preda prima di passare all'attacco. - sogghignò la ragazza, mentre Kurt emetteva un verso di disapprovazione.
- Fai paura. - ammise Kurt, anche se stava sorridendo. - Spero che non ti innamorerai mai, perché altrimenti chissà cosa faresti a quella povera ragazza sfortunata. -
- Oh, lo vuoi sapere? - sussurrò con voce suadente, mentre una mano raggiungeva la gamba di Kurt, il quale si era irrigidito talmente tanto da sembrare una statua. - Potrei darti una dimostrazione... - Kurt spalancò gli occhi e la sua espressione era spaventata, sconvolta e inorridita.
Scoppiò a ridere. - Kurt, sei proprio uno spasso! - esclamò, mentre si asciugava le lacrime che le uscivano per il troppo ridere. - Dovrei anche offendermi. Nessuno si è mai schifato di me. -
Kurt riprese a respirare - non si era nemmeno accorto di aver smesso - e poggiò una mano sul petto, il quale si alzava e si abbassava ad un ritmo molto veloce, come se avesse corso alla maratona di New York. - Ti odio. - disse, mentre Santana ricominciava a ridere. - Ti odio. - ripeté a voce più alta. - Ho avuto seriamente paura... -
- ... che ti violentassi, Kurt? - lo interruppe, smettendo di ridere. - Kurt, sei troppo egocentrico. A parte il fatto che per qualche strana ragione io e te siamo amici e poi... - lo guardò. - ... ti mancano i requisiti fisici necessari per piacermi. -
- Sono carino lo stesso. - affermò passandosi una mano tra i capelli. - Anzi, sono bellissimo, quindi ti capirei se volessi... -
Santana gli diede un piccolo schiaffo sulla spalla, interrompendolo e come aveva predetto, Kurt fece un urletto poco virile che le causò un'altra risata.
Con Kurt al suo fianco sapeva che la sua vacanza sarebbe stata divertente. Aveva fatto bene a dire di sì, non se ne sarebbe pentita.

  ***

Kurt scese dall'auto, felice che i suoi piedi possedessero ancora la capacità di camminare. Si stiracchiò un po', poggiando una mano sulla propria bocca quando si accorse che stava per sbadigliare.
Guidava da tre ore ed iniziava a sentire la stanchezza sul proprio corpo, così aveva deciso di fermarsi alla prima pompa di benzina con bar annesso per comprare qualcosa da sgranocchiare durante il viaggio.
Afferrò i lembi della sua maglietta, tirandola verso il basso, per poi lisciarne le pieghe che si erano formate.
Non gli andava di svegliare Santana: era così dolce quando dormiva da sembrare quasi un angelo. Quasi, perché definire Santana Lopez 'angelo' era come definire se stesso etero, ma era comunque carina. Aveva poggiato la testa sul finestrino e le sue labbra avevano formato un broncio così adorabile che avrebbe voluto abbracciarla e stringerla forte come un peluche. Le voleva un gran bene e sapeva che Santana, in uno strano modo contorto, ricambiava anche se non glielo diceva spesso, ma a Kurt importavano i fatti e non le parole e Santana glielo aveva dimostrato più volte.
Entrò in quella sorta di bar/supermercato in cui vi erano esposti per lo più cibo e qualche cd vecchio e scadente che sicuramente il signor Schuester, il loro insegnante di spagnolo e del Glee Club, avrebbe apprezzato.
Quell'uomo non aveva proprio il senso del gusto e dell'innovazione!
Arrivò di fronte allo scaffale dei dolciumi ed afferrò il pacchetto di caramelle gommose che sia lui che Santana amavano tanto e poi si avvicinò al bancone del bar, ordinando un bel po' di muffin caldi al cioccolato che erano sempre una delizia. Prese anche due lattine di Coca-Cola belle fresche e andò a pagare tutta quella montagna di roba.
- Ha una busta? - domandò Kurt imbarazzato al cassiere che tra l'altro era pure carino. Gli sembrava una domanda pressoché stupida ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a portare tutto in macchina.
Fortunatamente il bel cassiere non la reputò una domanda stupida e lo aiutò a sistemare tutto dentro una busta di carta, facendo attenzione che le lattine non schiacciassero i muffin.
Ringraziò il cassiere ed uscendo dal negozietto, tornò all'auto dove un'assonnata Santana faticava a tenere gli occhi aperti.
- Dov'eri? - chiese sbadigliando non appena Kurt si sedette al suo posto.
-Ho preso qualcosa da mangiare. - rispose sorridendogli.
- E perché non mi hai svegliata? -
- Sai come si dice? - Kurt la guardò. - Mai svegliare il cane che dorme. -
Santana lo fulminò con lo sguardo e poi decise di comcentrarsi su quel buonissimo odore che proveniva dalla busta.
- Ci sono i muffin al cioccolato e le caramelle. - spiegò Kurt. - E due lattine di Coca-Cola. - Santana sorrise eccitata mentre tuffava la sua mano nella busta alla ricerca di un muffin.
- Sappi che ti amo. - disse quando addentò famelica il muffin.
- Oh, l'ho sempre saputo! - esclamò il ragazzo prendendo un muffin anche lui.
- Potremmo fare una capatina a Las Vegas e sposarci. -
- È sempre stato il mio sogno. - asserì dopo aver mandato giù il boccone.
- Chi mette il vestito da sposa? Tu o io? -
Kurt rise e le diede una piccola spinta, mentre Santana sorrideva ed addentava il muffin.  

***

Aveva preso il posto di Kurt, il quale aveva cercato di resistere il più a lungo possibile, ma non c'era riuscito: era crollato come un bambino.
Lo sentì mugugnare nel sonno, era una cosa che faceva spesso quando dormiva male.
Le venne in mente la prima volta che Kurt le aveva chiesto di dormire a casa sua: era sconvolto per tutto quello che stava succedendo con Karofsky, uno spietato giocatore di football del McKinley, ed aveva necessariamente bisogno di Santana. Le aveva raccontato di come Karofsky lo avesse brutalmente picchiato e di come poi, dopo essersi bloccato improvvisamente, lo avesse baciato con foga.
Santana aveva sgranato gli occhi: non riusciva a credere che quella specie di armadio a quattro ante fosse gay.
Ricordava quanto Kurt avesse pianto perché per lui era stata una costrizione, un violenza.
Voleva ricevere il suo primo bacio da un ragazzo dolce e che lo rispettava, non da quel bestione che gli aveva reso la vita un inferno da quando aveva poggiato i piedi sul suolo del McKinley.
Santana lo strinse a sè, nonostante odiasse le dimostrazioni di affetto, e gli accarezzò la schiena. Le si spezzò il cuore al sentirlo singhiozzare così disperatamente tanto da voler uccidere Karofsky, se lo avesse avuto davanti. Kurt era così piccolo ed indifeso e quel mostro gli aveva fatto del male, non solo fisicamente, ma anche al cuore. Kurt tirò col naso e si allontanò dal corpo della ragazza per poterla guardare negli occhi.
- Ti voglio bene. - sussurrò Santana e Kurt sussultò. Santana Lopez non lo diceva a nessuno, neanche a Quinn Fabray, la sua migliore amica.
Il ragazzo non rispose e Santana non se ne preoccupò. Sapeva che Kurt le volesse bene.
Gli afferrò la mano e gliela strinse.
- Dormiamo. - disse solo, mentre Kurt annuiva.
Si erano posizionati sotto le coperte senza sciogliere quel contatto tra le loro mani e spensero le luci delle abat-jour. Kurt sentiva i suoi occhi farsi sempre più pesanti, anche a causa delle lacrime e si addormentò quasi subito, stringendo la piccola mano di Santana.
Lei, a differenza di Kurt, non riusciva a prendere sonno: immaginava di uccidere Dave Karofsky nel modo più lungo e doloroso possibile, costruendosi anche un alibi perfetto per non essere arrestata. Poteva anche chiedere un piccolo aiuto a Puck, il quale non si sarebbe di certo tirato indietro, e forse anche a quel tonto di Finn, sperando che non se ne uscisse con le sue solite opinioni da falso moralista. Magari era fortunata e poteva approfittare della scarsa acutezza di Hudson dicendogli che voleva specializzarsi in chirurgia e che Karofsky si era gentilmente offerto come cavia.
Sorrise del suo piano geniale, ma smise quando sentì borbottare Kurt.
- Kurt? - lo chiamò incerta.
Ma Kurt non rispose e continuò a lamentarsi, così accese la luce e vide che il ragazzo dormiva ma con un'espressione accigliata in volto.
Stava avendo un incubo o comunque il suo sonno non era tranquillo. Spense la luce e lo abbracciò con molta tenerezza.
- Ci sono io con te. - sussurrò, nonostante sapesse che Kurt non potesse sentirla. - Non ti abbandonerò mai, Kurt Hummel. - promise e gli diede un bacio sulla guancia.
E mentre Santana scivolava anche lei in un sonno profondo, sapeva che avrebbe mantenuto la promessa.

Continuò a guidare senza fiatare per non svegliare Kurt, mentre fissava le poche auto davanti a lei che guidavano a velocità moderata.
Avevano guidato per sedici ore, escludendo le piccole pause per il pranzo, per la cena e per bisogni fisiologici, ed il traffico non era così elevato.
Così a quasi mezzanotte, erano arrivati a Gainesville, in Florida e Santana sentiva la metà sempre più vicina, a cinque ore di distanza, che in confronto a tutte quelle ore in auto sembravano cinque minuti.

La stanchezza era scomparsa improvvisamente, lasciando il posto all'eccitazione dovuta al fatto di essere quasi arrivata.



***

Okay, sono tornata. Long. Au. Brittana&Klaine.
Sì, Brittany e Blaine ci saranno, tranquilli.
Baci (:
  
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