Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: F13    03/09/2012    3 recensioni
"Il dottore indubbiamente può vantare familiarità con il termine “impossibile”, fin troppe volte il termine “impossibile” sulla sua bocca ha perso di ogni significato trasformandosi in “possibile”, oppure in un “non impossibile; solo improbabile”. Nonostante questo la parola "impossibile" rimbombava chiara e tonante nella sua testa in quel momento, mentre fissava attonito un'inconsapevole Rose Tyler chiacchierare in un bar sperduto ai confini della galassia."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Doctor - Altro, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell'autrice: scritta per la Community Piscinadiprompt sul Prompt: Doctor Who, Eleventh/Rose, "Hai l'aria familiare. Vieni da lontano?"

Ci sono delle impercettibili citazioni sparse che,ovviamente, non sono farina del mio sacco, come del resto non lo sono i personaggi.

Spero risulti una storia gradevole e, anche solo minimamente, in linea con i personaggi originali ( non oso davvero sperare tanto però XD)


Wordcount: 1428
Rating: G
 

Un bar al termine dell'universo



Era successo in uno sperduto bar ai confini della galassia in una data che non si era dato pena di ricordare ma stando a quello che stava bevendo sicuramente in un'annata ottima per il vino dolce dell'asteroide B612.

Mentre sommergeva di parole una fin troppo cortese aliena dalla pelle azzurrognola e svariate paia di occhi, si era bloccato a metà di una frase con lo sguardo fisso, inebetito ad osservare qualcosa oltre la spalla della sua interlocutrice (che probabilmente aveva ringraziato il dio più in voga del momento per l'attimo di silenzio).

Il dottore indubbiamente può vantare familiarità con il termine “impossibile”, fin troppe volte il termine “impossibile” sulla sua bocca ha perso di ogni significato socialmente condiviso trasformandosi in “possibile”, oppure in un “non impossibile; solo improbabile” o in un “ce la faremo, c’è una possibilità su un milione, ma ce la faremo”. Nonostante questo la parola "impossibile" rimbombava chiara e tonante nella sua testa in quel momento pensando a chi aveva davanti agli occhi.

In quello steso locale; con una disinvoltura che pochi avrebbero palesato tra esseri arancioni o blu, dotati di squame o tentacoli, radiosa come avrebbe voluto conservarla in tutti i suoi ricordi, stava Rose Tyler che ridacchiava alla battuta di un uomo di spalle. Dopo una frazione di secondo il dottore riconobbe nel interlocutore di Rose il clone della sua precedente rigenerazione. Alto, smilzo e con immancabili All Stars ai piedi. Stranamente alcune cose parevano non cambiare mai, ed era così strano osservarsi dall' esterno, ma quel se stesso più giovane e così umano non riusciva a calamitare completamente la sua attenzione che invece si concentrava su Rose.

Vederla ridere, serena ed esaltata in quell' angolo di galassia gli causò una morsa nostalgica a cui non era davvero preparato. Non si sarebbe mai aspettato di poterla rivedere un giornoe non aveva affatto preso in considerazione quanto, nel vederla, si sarebbe reso conto di quanto avesse sentito la mancanza di quella ragazza bionda che lo aveva accompagnato in così tanti viaggi.

Eppure eccola lì, Rose Tyler con il suo dottore, che sebbene non fosse più lui, non di meno è il dottore della sua Rose.

Per un attimo si chiede il come e il perché si trovino in questo universo, ben consapevole che per certe coincidenze è inutile fermarsi a speculare, certe cose succedono e basta e a lui succedono con allarmante frequenza ora che ci pensa, ma probabilmente da qualche parte, ben nascosta, c’è una ragione per tutto.

E deve essersi fermato a ragionare parecchio, evidentemente questa sua rigenerazione è più incline al rimuginio di quanto sia disposto ad ammettere, perché la sua interlocutrice è sparita e al suo posto, proprio a poco meno di un metro da lui stava proprio Rose Tyler, tutta umanità e capelli biondi che lo fissava come aspettandosi una risposta a una domanda che lui non aveva sentito.

“Hei! Pronto? Ci sei?”

“Io?” Il dottore si raddrizzò, cercando di darsi un tono “Certo che ci sono, ovvio dove altro dovrei essere?” domandò di rimando alla ragazza che lo guardò sorridendo. “Sembrava non fossi molto tra noi. Comunque è bello trovare un altro umano da queste parti.”

“Umano? Sì, sì giusto: Umano!” disse aggiustandosi le bretelle e cercando di darsi un tono “proprio un umano sì, senza dubbio sono un umano!”

Rose probabilmente lo trovò un gesto buffo perche trattenne una risata, mentre il dottore iniziava a sentirsi tremendamente a disagio, combattuto tra l’istinto di allontanarsi più possibile da quell' incontro così legato al passato e quello invece di continuare a chiacchierare con Rose. come ai vecchi tempi.

“Io mi chiamo Rose, il tuo nome invece? O devo chiamarti qualcosa tipo “l’umano”?”

L’abitudine gioca brutti scherzi a tutti, anche a chi può vantare qualche centinaio di anni per fare pratica. “John.. hem Jonathan sì ecco, proprio Jonathan!” Rose alzò un sopracciglio perplessa, ma sembrava troppo divertita per indagare oltre. “E cosa ci fai in questo angolo di galassia, Jonathan?”
Per rispondere a quella domanda il Dottore articolò una storia sconclusionata sul fatto di essere da quelle parti a causa di impegni importanti, che però, ovviamente, non avrebbe potuto spiegarle, spargendo al contempo dettagli al limite dell' assurdo e dell' improbabile e gesticolando eccessivamente durante tutto il discorso. Rose ascoltandolo cercava di trattenere le risate che il suo strano modo di parlare e muoversi gli causavano.

Gli era mancata la risata di rose, non sempre ovviamente, rispetto alla sua precedente rigenerazione era una persona molto meno nostalgica, ma gli era mancata.

“Sei un tipo buffo sai?”

“Tipo buffo? Come tipo buffo? E poi non siete un po’ troppi a darmi del tipo buffo ultimamente?”

Rose rise di nuovamente e stava ancora ridacchiando quando John li raggiunse, camminando spedito non guardando davanti a se ma una sorta di tavoletta luminescente e rumorosa che teneva in mano. Oggetto che il Dottore riconobbe subito come l’entropico equivalente di una cartina topografica pretenziosamente tecnologica.

Fermandosi fece un cenno di saluto allo sconosciuto che stava parlando alla sua compagna senza prestagli la dovuta attenzione prima di iniziare a parlare.

“Rose forse abbiamo trovato il passaggio che ci serviva, possiamo partire anche subito! Allonsy!”

Era strano per lui trovarsi di fronte al clone della sua precedente rigenerazione. Certo, strano come tante altre cose che gli erano capitate nella sua lunga vita; come il finire chiuso nella pandorica o l’essere stato al posto della spogliarellista nella torta di addio al celibato di Rory; ma decisamente ai primi posti nella sua classifica delle stranezze.
Era strano sentire un altro dire “Allonsy”. Era come essere di fronte a uno specchio che aveva il potere di deformare i suoi stessi ricordi.
Anche lui nella sua rigenerazione precedente si dondolava sui piedi in quel modo? O era una caratteristica propria sviluppata da questa persona? Un po’ umano, un po’ signore del tempo?

Doveva essersi perso un altro pezzo di conversazione, perché Rose era ormai giunta alle presentazioni. Probabilmente era vero che stava invecchiando.

“John, lui è Jonathan, stavamo chiacchierando mentre tu eri via. Non pensi anche tu che sia strano trovare un altro essere umano in questo quadrante? Eppure eccoci qua: tre umani ai confini della galassia!”

Rose rise di nuovo semplicemente felice per la coincidenza e John con lei, mentre nella mente del dottore scorrevano ricordi di quando invece era stato lui a ridere assieme a Rose per cose stupide e assurde.

Al dottore però non piacevano troppo le repliche ed era ora di smetterla di crogiolarsi nella nostalgia e togliere discretamente il disturbo, augurando privatamente a Rose e a Jhon tutta la felicità del mondo in tutte le lingue che conosceva. Probabilmente la cosa gli avrebbe preso un po’ di tempo, visto il numero di lingue che conosceva, quindi era meglio muoversi. Oltretutto ogni minuto in più aumentava il rischio che, per qualche stupida coincidenza, uno dei due potesse riconoscerlo e il Dottore avrebbe volentieri evitato questa eventualità. Troppe cose in sospeso da spiegare, da raccontare. No, non era proprio il caso.

“Ragazzi è stato davvero un piacere ma credo, anzi temo, davvero, di dovervi lasciare.” E alzandosi dalla sedia con uno scatto elastico, pirolettò su se stesso prima di riprendere i saluti. “Rose , John, è stato davvero, un piacere, forse ci rivedremo, probabilmente no, ma in ogni caso: buon viaggio.”

Rose lo stava salutando a sua volta cercando invece di convincerlo a rimanere ancora qualche minuto con loro in quel bar a parlare di, parole di Rose, stupide cose umane. Questo mentre il dottore sentiva lo sguardo di Jhon tremendamente concreto piantato in un punto fastidioso della nuca, forse l’altro stava comprendendo qualcosa. Dopotutto non era un semplice umano, o forse era solo geloso dell’ interesse che sembrava nutrire Rose, fino a prova contraria la sua compagna, verso quello sconosciuto.

Quando la ragazza si arrese a lasciarlo andare definitivamente i saluti toccarono a John che continuava a osservarlo in maniera probabilmente troppo perspicace, il Dottore si trovò a disapprovare la sua stessa intelligenza. "Alla prossima allora, ti lasciamo ai tuoi impegni. Buon viaggio anche a te!”
Il Dottore, nel tempo di quella frase, era già sgusciato via di qualche metro con un saltello, quando si bloccò di nuovo alla voce di John “Però sai che hai davvero un aria familiare? Vieni da molto lontano?”
Il dottore preferì non indagare assolutamente se quelle parole significassero che John avesse capito o meno, se avesse avuto la certezza della sua identità o solo un vago sentore. Fece invece una cosa che gli veniva ormai bene da secoli: corse via salutandoli con la mano come se quelle ultime parole non ci fossero state.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: F13