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Autore: mamogirl    03/09/2012    1 recensioni
(Companion fic of "Am I Sexual?") E in quel momento Nick non poteva fare altro che riaffermare, con convinzione in gocce di amore e sesso, che non c’era nessun altro al mondo, nell’universo conosciuto ed anche in quelli non ancora scoperti, che potesse farlo sentire in quel modo. Apparteneva a Brian, gli apparteneva esattamente come Brian apparteneva a lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Littrell, Nick Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Am I the only one?”


 

La prima volta che Nick si era sentito porre quella domanda da parte di Brian, si era sentito preso in contropiede. Non solo per la domanda in sé ma per il tono con cui Brian l’aveva pronunciata, così piccolo ed indifeso quasi come credesse sul serio che potesse esistere qualcun altro con cui Nick volesse dividere il suo cuore, la sua anima e la sua vita. In quei primi momenti di smarrimento, Nick aveva semplicemente concluso che fosse stata la febbre a far parlare in quel modo Brian; così, tra una carezza ed un bacio, aveva riposto quell’insicurezza lontano dal loro mondo. Non c’era un’altra risposta a quella domanda se non un no, non c’era né poteva mai esserci qualcun altro all’infuori di Brian.
Ma quella domanda era diventata un tarlo, silenzioso, ma pur sempre presente in quell’angolo della sua mente dove lo aveva rinchiuso. Ogni tanto, quando meno se lo aspettava, quel pensiero riappariva dal nulla e si sedeva al suo fianco, tenendogli compagnia per qualche minuto. E, mentre insieme osservavano Brian, Nick si rendeva conto che aveva sempre dato per scontato che, fra i due, il più bisognoso di rassicurazione fosse lui. Era stato un errore di valutazione perché, stando più a contatto ed incominciando a esplorarsi con più cura e attenzione, Nick aveva scoperto che sotto quel sorriso che non si spegneva mai, nemmeno nei momenti più duri, e quella luce negli occhi alla costante ricerca dell’angolo più positivo in ogni situazione, sotto tutto questo c’era un’intricata impalcatura di fragilità così strettamente intrecciate fra loro che era impossibile tagliarne una senza fra crollare tutto il resto.

 


“Am I the only one?”

 


La seconda volta, Nick non aveva potuto nemmeno usare la scusa del delirio causato dalla febbre. Brian era cosciente, più di lui che vagava su quel sottile confine fra il mondo reale e quello dei sogni. La strada sotto di loro veniva mangiata via dalle ruote del tourbus, le altre macchine e moto che sfrecciavano al loro fianco aggiungevano un rumore quasi conciliante, di certo molto più piacevole del motore e del continuo cambiamento di marce. Le dita di Brian picchettavano sulla sua pelle, un ritmo che doveva scandire quelle parole che all’inizio erano solamente suoni facenti parti di una melodia per Nick. Ma poi, quel poco di lucidità rimastogli aveva preso il soppravvento e le vocali e consonanti avevano incominciato a prendere significato.
“... a volte mi domando che cosa ci faccio io con te. Che cosa ti fa scegliere me rispetto a qualcun altro? Non sono speciale, non ho nient’altro da offrirti se non il mio cuore. Ed anche quello non è perfetto. Il mondo ti vuole e là fuori ci sarà qualcuno più perfetto di me, qualcuno che non ha paura di seguire il suo cuore, che non teme di commettere errori e di deludere le persone. Meriti qualcuno di molto più coraggioso, meriti qualcuno che non abbia paura di mostrarsi per quello che è... e di difetti ne ho tanti. Eppure... eppure mi ami. E a me basta tutto ciò.”
Nick aveva aspettato.
Aveva aspettato che Brian si sdraiasse accanto a lui e che appoggiasse il viso sulla sua spalla, nascondendo volto ed occhi nel collo; aveva aspettato fin quando non fosse stato sicuro che Brian stesse dormendo, tenendo ascolto dei suoi respiri. Solo in quel momento, si era voltato, sdraiandosi sul fianco in modo da poter osservare il ragazzo lì vicino a lui: come sempre, pochi minuti trasformatosi in lunghi attimi, erano stati sufficienti per ricordare ogni singolo dettaglio che lo aveva fatto innamorare di Brian.
“You’re the only one.” Avevano sussurrato le sue labbra prima di appoggiarsi sulla fronte del ragazzo.

 


 

“Am I the only one?”

 



La lezione più grande che Nick aveva imparato da Brian era stato cercare sempre di fare la cosa giusta. Cambiavano i canoni, ciò che uno definiva giusto mentre per l’altro non era, ma il punto in comune era quello di non avere rimorsi né torturarsi a fine giornata su quello che si era potuto fare e che, invece, non era stato compiuto.
Quella notte, per Nick, era differente. Aver fatto la cosa giusta non aveva cancellato dal suo cuore i rimorsi ed i rimpianti. Anzi, aveva creato dentro di lui il luogo perfetto in cui questi si erano nascosti, avevano costruito le loro case ed avevano dato inizio a quello che sarebbe stato un lungo soggiorno.
Quella notte, il sonno non sarebbe mai arrivato e nemmeno le lacrime, rinchiuse e rigettate indietro perché lui non le meritava, oh no, non meritava di piangere quando era stato lui l’unico fautore di quella situazione.
Quella notte, il suo compagno sarebbe stato il viso di Brian, i suoi lineamenti contorti in quel dolore che non avrebbe mai permesso di lasciar uscire fintanto che si trovavano l’uno di fronte all’altro. No, conosceva Brian e sapeva che si sarebbe lasciato andare solo quando oscurità e silenzio lo avrebbero avvolto come una pesante coperta, l’unico nascondiglio dove lasciar cadere la maschera di persona forte e di eroe. Quante notti lo aveva trovato in un angolo, i singhiozzi racchiusi in silenziose lacrime per non svegliarlo e il corpo tutto rannicchiato su se stesso, quasi come volesse scomparire fisicamente pur di non crollare.
E quella notte avrebbe dovuto farlo da solo, non avrebbe più avuto le sue braccia che lo avrebbero preso e offerto un appoggio per non cadere, per ancorare un po’ di forza e per lasciare che qualcun altro, lui, si prendesse carico delle responsabilità e si prendesse cura di quell’anima che aveva solo bisogno di essere ascoltata ed accarezzata.
Quella notte, per Nick, il silenzio della camera sarebbe stato colmo di quella domanda che lo avrebbe tormentato per tutto il tempo, pronunciata in quel tono che spezzava un pezzo di cuore ogni volta. Am I the only one?
A Brian aveva mentito, gli aveva detto, ripetuto ed urlato che non lo era quando, in realtà, la sua risposta era sempre stata una. Ma fare la cosa giusta, a volte, era la cosa più difficile e la più dolorosa.

 

 

“Am I the only one?”

 

 

Come Brian avesse fatto a perdonarlo e riprenderlo con sé, Nick non ne aveva idea.
Lo aveva pregato, certo. Lo aveva anche supplicato, si era inginocchiato e non aveva lasciato nessuna remora nell’ammettere che aveva commesso l’errore più grande della sua vita, quello per cui avrebbe cercato di redimersi in ogni modo possibile ed impossibile. L’atto più difficile non erano state le parole, né promettere che non sarebbe mai più accaduto. No, l’azione più difficile era stato dimostrare e convincere Brian che lo amava ancora e che non aveva mai smesso di farlo.
C’erano stati momenti in cui gli era sembrato impossibile ritornare a ciò che erano stati. Non erano più le stesse persone, l’esperienza e la vita li avevano irreparabilmente cambiati anche se non avevano scalfito, nemmeno per un solo millimetro, ciò che li rendevano Brian e Nick, due uomini che avevano imparato quanto prezioso potesse essere il vero amore e quanto dolore poteva arrecare con sé. Ma ogni singola ferita, ogni cicatrice che ora era visibile solamente ai loro occhi, valeva la pena se permetteva loro di vivere ancora così, stretti l’uno all’altro pronti ad affrontare l’ennesima tempesta in attesa di un sole o di un arcobaleno.
E, come sempre, a risolvere i suoi dubbi ci aveva pensato Brian.
“Non possiamo più essere ciò che eravamo, Nicky. Eravamo ingenui, credevamo di poter conquistare tutti e di poter affrontare qualsiasi cosa solamente con un bacio. Ora... ora siamo più forti, ora abbiamo più esperienza nei nostri bagagli e sappiamo che non è una favola e che per arrivare al lieto fine bisogna prima affrontare le lacrime e i momenti bui. Siamo cambiati. E devi permettere al nostro rapporto di cambiare insieme a noi.”
Ma dietro quella sicurezza, dietro quella voglia infinita di non lasciarsi sopraffare dal passato, vi era un’insicurezza che Nick sapeva non sarebbe mai riuscito a guarire. Era intrecciata a quella domanda sempre così innocente ma che racchiudeva in sé tanti altri quesiti impliciti che lui cercava sempre di rispondere nel modo più onesto e veritiero che conoscesse. Labbra e dita, baci e carezze, abbracci che presto si trasformavano in luoghi perfetti in cui nascondersi e lenire altro dolore, più profondo e più nero. Ma c’era sempre un filo di luce in più ogni volta. Ed era la speranza che, un giorno, il sole sarebbe tornato a splendere oscurando per sempre le nuvole.

 

 

“Am I the only one?”

 

 


Ora, quella domanda, non era più timida ed impacciata.
Ora, quella domanda, non nascondeva nelle sue rime quell’intricato intreccio di insicurezze.
Ora, quella domanda, veniva pronunciata nel più roco dei toni, in quella voce così bassa e sensuale che Nick si scioglieva al solo udirla, forse perché sapeva che era lui, davvero, l’unico che potesse sentirla.
E non c’era risposta, non c’era altra risposta se non un sì pronunciato anch’esso sottovoce, mormorato in un orecchio mentre le mani accarezzavano quella pelle che nessun altro avrebbe mai più potuto toccare. Brian era suo ed era il suo strumento più prezioso: erano corde che non avrebbe mai perso la loro intonazione, erano tasti che componevano la più armoniosa melodia e note che non potevano semplicemente essere trascritte su di uno spartito.
Quella domanda, ora, veniva pronunciata mentre le mani lo accarezzavano e modellavano come se fosse semplicemente cera, non più ossa e muscoli. Era pronunciata in quel momento, in quell’apice dove tempo e spazio si fondevano insieme ed i loro corpi si muovevano in un unico movimento, come se le leggi della fisica non avessero più senso di esistere. E in quel momento Nick non poteva fare altro che riaffermare, con convinzione in gocce di amore e sesso, che non c’era nessun altro al mondo, nell’universo conosciuto ed anche in quelli non ancora scoperti, che potesse farlo sentire in quel modo. Apparteneva a Brian, gli apparteneva esattamente come Brian apparteneva a lui.
“Yes, you’re the only one.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

______________________________________

Ed ecco qua la seconda parte. :D Non so perchè ma, quando si parla di Brian, un po' di angst ce lo devo mettere. lol 
Spero che vi siano piaciute queste due fic, un po' differenti da quello che solitamente scrivo! Ma nella vita bisogna anche pur sperimentare, no? 
Come sempre, ringrazio tutti coloro che leggono, anche chi lo fa silenziosamente. ^_^
Cinzia

   
 
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