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Autore: IosonoOmbra    03/09/2012    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come possa essere stata l'infanzia dell'infido e traditore dio dell'inganno? Avete mai desiderato sbirciare nel passato del potente e superbo dio dei fulmini? E magari, fatemi indovinare, non dispiacerebbe anche sapere cosa sia accaduto a Thor e Loki, una volta tornati ad Asgard dopo il tradimento di Laufeyson. Beh, io so questo e molto altro perciò... non vi resta che leggere...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un arrivo inaspettato
 
Avevo 5 anni quando arrivò Loki.
Mio padre era tornato dalla tremenda battaglia a Jotunheim, le sue vesti erano intrise del sangue
dei giganti, e un occhio gli era stato ferito durante lo scontro.
Gli corsi incontro, tutto emozionato nel vedere il mio eroe di ritorno, e ricordo che la sua espressione
mi parve strana.
Sotto l’orrore e la fatica che le atrocità della guerra procurava ogni volta al suo animo,
sembrava essere felice per qualcosa.
Il suoi sguardo incrociò il mio e lo vidi sorridere con gli occhi, come se fosse illuminato dall’interno
da una calda luce di speranza.
Dev’essere successo qualcosa di molto bello su Jotunheim perché mio padre sia così felice, pensai.
Ricordo ancora l’emozione che provai nel guardare quei eroici e coraggiosi guerrieri asgardiani,
incrociare i loro sguardi impavidi, e nel vedere i loro mantelli svolazzanti impregnati di
sangue rappreso; per me tutto ciò era il più bello degli spettacoli, ancora non ero in grado di
scorgere il vero e crudele aspetto della guerra. Sta di fatto che tra armature luccicanti,
e scroscianti applausi, non notai affatto il piccolo fagotto che mio padre teneva stretto in grembo,
protetto come se fosse il più grande e glorioso bottino di guerra.
 Qualche giorno dopo fui convocato da mio padre, dicendomi che c’era una cosa molto
importante che lui e mia madre volevano mostrarmi.
Credendo che mio padre mi avesse riportato qualche regalo da Jotunheim corsi a perdi
fiato fino alla sala del trono.
La luce dorata del mattino entrava attraverso le enormi vetrate della sala, creando suggestivi
e favolosi giochi di luce; tutto sembrava essere avvolto da una patina di oro scintillante.
La polvere brillava in aria come pagliuzze di magia, incorniciando il sorriso sereno e
paziente sul volto dei miei genitori.
“Padre, mi avete fatto chiamare?”, chiesi, senza fiato.
“Sì, Thor, io e Frigga volevamo mostrarti una cosa e... penso che tu...”
Odino si bloccò, sembrava impacciato e non sapeva bene quali parole usare.
Lanciò uno sguardo supplichevole, con il suo unico occhio, in direzione di Frigga,
e mia madre gli sorrise comprensiva.
Si voltò verso di me e, facendomi segno di avvicinarmi, mi disse:
“Su, Thor, vieni avanti... è meglio che lo veda tu stesso...”
Mi avvicinai senza capire cosa stesse succedendo, ma notai che mia madre teneva
qualcosa in grembo.
Quando fui abbastanza vicino Frigga me lo mostrò: era un neonato, un bambino piccolo
come uno scricciolo.
Lo guardai meglio, sporgendomi in avanti, con gli occhi colmi di meraviglia.
Il bambino aveva delle morbide guance rosee, una testa piccola e bianca,
e lunghe ciglia nere ricurve.
Teneva la boccuccia morbida di latte, socchiusa, e sembrava stesse dormendo.
Mi meravigliai nel constatare quanto candida fosse la sua pelle, simile al colore,
ancora non del tutto maturo, dei boccioli di rosa, o, ancor meglio, alla patina luminescente
che avvolge la luna, nelle notti serene.
“Cos’è?” domandai infine.
Ci fu un secondo di silenzio, poi Frigga si avvicinò a me, porgendomi quella creatura dalla
bellezza incontaminata.
“Un giorno ci dicesti che avresti tanto desiderato un fratellino, cosa ne pensi di lui?”
“Un fratellino?”
Guardai sconcertato quel fagotto silenzioso.
“Ma è minuscolo!”
“Di questo non devi preoccuparti, Thor, crescerà bello e forte proprio come te...”
Frigga mi sorrise e io mi accigliai un poco.
Si dice che la prima impressione sia tutto, non è vero?
La prima sensazione che ti nasce nel cuore nei confronti di una persona, è quella più profonda,
più ancestrale e naturale, quella che sarà il dogma, l’inizio di una futura simpatia o antipatia.
Gli misi un dito dentro una manina, e lui la chiuse subito stretta a pugno, assumendo
un’espressione contrariata, come se avesse qualcosa da recriminare.
Era forte quel bambino, lo percepii subito, non per la convinzione con cui strinse la sua mano,
ma come subito dopo aprii gli occhi, di un blu lattiginoso, per fissare lo sguardo dentro il mio.
Vi lessi passione sopita, virtù, intelligenza, e forza, tanta forza... e volontà.
Mi fissò per un lungo istante, come chi cerca di capire quello che gli succede; infine emise un
vagito capriccioso e, liberando il mio dito, si mosse per girarsi verso Frigga.
Mi venne da sorridere, osservando quella scena buffa, e perciò dissi:
“Mi piace. Penso che sarà proprio perfetto come fratellino!”
I miei genitori si illuminarono sentendo questo, ma in realtà le mie parole avevano rivelato
solo in parte quello che il neonato aveva scatenato nel mio cuore.
Con un solo sguardo mi aveva fatto innamorare, e per un momento tremai immaginando cosa
avrebbe potuto fare una volta cresciuto, quando avrebbe imparato a parlare.
“Come si chiama?” chiesi allora tutto d’un fiato.
I miei genitori si guardarono un momento colti alla sprovvista e poi mio padre borbottò:
“A questo ancora non abbiamo pensato... hai qualche idea, Thor?”
Lo guardai meglio e, ricordando quanto la sua pelle mi fosse sembrata bollente con un solo contatto,
il suo nome affiorò nella mia mente come se fosse sempre stato lì, aspettando quel momento.

“Loki.”

“Perché Loki, tesoro?”
“Perché Loki vuol dire fuoco. E mio fratello deve avere un bel nome...”
Tutti convenimmo che era la scelta più giusta, e anche quando ce ne andammo, e mio fratello fu
portato dalle allevatrici, dentro la mia testa risuonava quel nome come un eco silente, marchiando
la mia anima a fuoco, ed entrandomi sotto la pelle, dentro i muscoli, fondendosi con il mio nome,
per non sciogliersi mai più.
Dopo tutti questi secoli... dopo tutto quello che ha fatto... dopo tutto questo...
Il suo nome è ancora qui, dentro il mio cuore.
Fuso come l’argento con l’oro.

Angolino (piccolo piccolo) dell'autrice:
Della serie miss incostante, la suddetta povera e disgraziata scribacchina del fine settimana si appresta ad una piccola raccolta di one-shot in cui potremo sbirciare sull'infanzia di loki e di thor.. quest'idea mi ronzava dentro la testa da tempo, ma avevo il terrore di metterla su carta, credendo che fosse troppo banale come idea.. beh, speriamo di tirare fuori qualcosa di originale, che ne dite?
Per il momento partiamo con una one-shot abbastanza corta, dell'arrivo di loki.. protagonista indiscusso ormai di qualsiasi cosa scriva.. ç__ç ma va beh.. sorvoliamo! perciò.. se avete letto la one-shot, se avete dato un'occhiata anche ai miei spoloqui blateranti..
COMMENTATE e ditemi cosa ne pensate.. :) Bacioni!!!
Jack
   
 
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