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Autore: littleLadyDark    04/09/2012    0 recensioni
Un parco, un Kibum intento nella lettura e sopraffatto dai propri pensieri ma poi… arriva una presenza, una persona che spazzerà via quei pensieri rendendolo nuovamente sereno.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve gente ^^ ecco qua con un'altra One-shot. Spero che sia di vostro gradimento, miraccomando lasciate un commentino anche piccino piccino in modo che io possa sapere se la storia vi sia piaciuta o meno, ci tengo ok? *occhi da cucciolone*

prima di lasciarvi alla storia vi posto i link di due pagine, se avete piacere passate a dargli occhio ^-^

http://www.facebook.com/IlSantuarioDelSommoDioPolloOnewFanpage?ref=pb <--- questa pagina la consiglio alle MVP in particolare, o a chi vuole farsi due risare per merito del nostro caro Lidah =)


http://www.facebook.com/Krystal.Seiya.23 <--- questa pagina invece cerca di promuovere ff



Jonghyung e Key non mi appartengono in nessun modo, così come gli Shinee.
Tutto ciò che è narrato in queste pagine è solo frutto della mia fantasia, e ovviamente non ci guadagno assolutamente nulla.




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Era un giorno di fine agosto e Key era seduto su una panchina del parco di Namsan[1]
Una brezza frescolina gli scompigliò dolcemente i capelli, alzò il volto dal libro che stava leggendo e sbuffando, si sistemò la frangia.

-Aish! Dannato venticello!- disse incrociando le gambe e sedendosi meglio sulla panchina.

Amava la lettura, essa sapeva immergerlo in un mondo parallelo tutto suo.
Le parole scorrevano sotto i suoi occhi e in men che non si diceva, esse si trasformavano in immagini nella sua mente, catapultandolo in un’altra realtà.
Più dolce, magica e a volte malinconia, ma non per questo spiacevole.

‘La mente soppesa e misura,
ma è lo spirito che giunge al cuore della vita
e ne abbraccia il segreto;
e il seme dello spirito è immortale.
Il vento puo' soffiare e placarsi,
e il mare fluire e rifluire:
ma il cuore della vita
è sfera immobile e serena,
e in quel punto rifulge
una stella che è fissa in eterno.’
[2]

Quella frase lo fece destare dalla lettura e finì per perdersi nei suoi pensieri e nell’analizzazione di quelle parole.
Quasi non se n’era accorto… l’estate ormai era volta al termine, quello era l’ultimo giorno d’estate e nell’aria già si respirava l’aura settembrina, quell’aria fresa e gelida al tempo stesso.
Quell’aria che spazza via il caldo avvolgente dell’estate, quello che ti penetra nelle ossa provocandoti calore e colorendo la pelle.
La costatazione che ormai quella splendida stagione, fatta di colori vivi, caldi e gioiosi stava finendo, gli provocò una morsa allo stomaco.
Non aveva mai amato il mese di agosto, era un mese che trascorreva troppo velocemente secondo lui,
 i giorni passavano e il sole e il caldo scomparivano, con lo scorrere del tempo.  
Provava una nota quasi malinconica in quei pensieri.
Si domandava: se mai la tristezza avesse avuto parola, cosa avrebbe mai svelato della sua anima in quel momento?!

‘Interrogo la tristezza e scopro
che non ha il dono della parola;
eppure, se potesse,
sono convinto che pronuncerebbe
una parola più dolce della gioia.’
[3]

Nel giro di pochi giorni tutto era e stava per cambiare.
Non c’era più l’ombra delle giornate afose e asfissianti, esse avevano lasciato posto a delle giornate decisamente più fresche e ventilate dalla velatura malinconia dei cielo plumbeo.
Non sapeva se era il tempo atmosferico in sé o il fatto che con la conclusione dell’estate egli avrebbe intrapreso un nuovo ciclo della sua vita, a renderlo malinconico.
Il suo animo in quei giorni di fine agosto era piuttosto triste, sbiadito, riflessivo e piuttosto pensieroso.
L’idea di inoltrarsi in un nuovo cammino lo spaventava un po’, l’idea di non avere certezze solide sul cammino che avrebbe da li a poco intrapreso, lo preoccupavano.
Rimase così, immerso nei suoi pensieri mentre osserva il cielo mutare, da un limpido azzurro ad un roseo-aranciognolo, per un bel po’.
La contemplazione di quel posto, dell’atmosfera in cui era immerso, lo tranquilizzava.
Davanti a lui si estendeva un piccolo laghetto abitato da graziose paperelle e  da qualche cigno selvatico; il tutto era contornato da fiori di loto e da ninfee.

***


Perso nell’ammirazione del paese, non si accorse di due braccia possenti, ma dalla morsa dolce, che lo abbracciarono da dietro.
Kibum sorrise a quel contatto, posò il libro sulle gambe e portò in seguito le mani ad accarezzare le braccia che lo stavano stringendo a sé.
Non c’era bisogno che si girasse, sapeva benissimo a chi quelle braccia appartenessero.
Socchiuse gli occhi inebriandosi del suo profumo dalle note fresce di felce.
Delle labbra scorsero lungo il suo collo, facendolo sussultare e la calda voce di Jong lo invase di amore e calore.

-Ho fatto tardi? E’ da tanto che aspetti Bummie? - chiese con tono basso e armonioso

-N-no Jongie..- rispose con voce tremula

Era emozionato.
Pensare che.. Pur quante volte Jonghyun l’abbia abbracciato da dietro e con soavità e dolcezza, gli abbia sfiorato il collo con le labbra soffiandogli poi frasi con tono mellifluo, pur quante volte egli l’abbia fatto, rimaneva ogni volta affascinato e commosso da tali gesti.
Si girò nell’abbraccio ritrovandosi a faccia a faccia con lui, sorrise dolcemente, portò una mano ad accarezzare la guancia squadrata del moro.
Le dita affusolate scorrevano su quella pelle liscia e setosa al tatto, piccoli e delicati tocchi solcavano e la contemplavano.
Quest’ultimo voltò il viso e lasciò un impercettibile bacio all’interno del palmo della diva, il quale arrossì facendo imporporare le sue gote, risaltando così il suo viso niveo da bambolina di porcellana.
Jong abbassò il capo, si specchiò in quei occhi che lo avevano ammaliato ed incatenato a sé dal primo giorno che incontrò quella meravigliosa creatura, chiamata Key.
Gli prese il viso tra le mani, lo avvicinò al suo e con delicatezza appoggiò le labbra alle sue.
Da prima le sfiorò , le umettò un poco poi prima di mordicchiarle lievemente, finendo con inglobandole alle proprie.
Un bacio dolce, ma da subito dai toni passionali, bel presto quel bacio prese forma e divenne sempre più intenso; così Kibum, senza interrompere il contatto, piano piano si alzò dalla panchina rimanendo in ginocchio.
Allacciò le braccia al collo del suo amato e si lasciò guidare da quelle morbide e invitanti labbra.
Finito di baciarsi rimasero in quella posizione con gli occhi fissi l’uno sull’altro a guardarsi, studiarsi e a bearsi della bellezza del corrispettivo.
Occhi liquidi colmi di desiderio e amore erano i loro, ci si poteva ben leggere la passione e l’affetto che l’uno nutriva per l’altro.
Erano la metà dell’altro, si erano incontrati e trovati.
Jong appoggiò una mano al petto di Key e lo accarezzò prima di prendere tra le dita il ciondolo a forma di chiave che Kibum portava sempre con sé, non se ne separava mai e quel pensiero gli fece dipingere sul volto un amorevole sorriso, carico di dolcezza e sentimento verso il suo piccolo amore.
Quel ciondolo era il simbolo del loro amore, era stato la surgelazione della passione che l’uno provava per l’altro.

-perché sorridi? -gli chiese Bummie ad un tratto, vedendolo così in tento ad osservare il suo ciondolo tra le dita.

-per questo- rispose mostrandogli il ciondolo a forma di chiave ed alzando poi lo sguardo su di lui, regalandogli un sorriso mozzafiato.  
Un sorriso di una dolcezza disarmante che seppe sciogliere Kibum.

- e per questo- continuò mostrandogli l’altro ciondolo, quello che Jong portava, a forma di lucchetto.


Alla visione dell’altro ciondolo Kibum si avventò su di lui baciandolo con ardore, era il suo modo per ringraziarlo.
Ringraziarlo per essere sempre al suo fianco, per essere il suo migliore amico, il suo amante, il suo confidente.

-Saranghae- soffiò con un sorriso timido sulle labbra di Jong



A quelle parole Jonghyun non potè che stringerlo a sé.

‘Il canto della voce è dolce,
ma il canto del cuore
è la pura voce dei cieli.’
[4]

Quella parola sussurrata con emozione e flebile voce era la riprova che quando il cuore canta: l’amore si sprigiona.
Kibum era il suo usignolo.
Quello era il suo tesoro.
Il tesoro più bello e prezioso che la vita gli avesse mai potuto donare.
Era la chiave che aveva aperto il suo cuore, sciogliendolo dalle dissidie del passato che lo tormentavano.
Era il fiore delicato che si posava sulle sue labbra, che sapeva di fiorellini di pesco, che lo risvegliavano e lo facevano sempre sentire vivo e parte di qualcosa.. O meglio, di qualcuno.
Era la primavera, che aveva spazzato il gelido inverno in cui il suo cuore e il suo animo da troppo tempo ormai, si erano congelati.
Era la chiave che aveva aperto il lucchetto del cuore di Jong.
Con lui si sentiva completo, era quella parte mancante di sé che gli mancava e che per molto tempo aveva cercato e poi..
Ad un tratto, un bel giorno l’ha visto;
ha visto quel ragazzino dai lineamenti leggermente femminili, dai modi deliziosi da diva e dal caratterino di chi sa il fatto suo, l’ha visto e ha capito che era “lui”.
Lui era la parte mancante di sé, quella metà che tanto aveva disperatamente cercato.
In quell’abbraccio Key si sentiva protetto, in Jong aveva trovato la sua culla, la sua casa.
Sapete quando si dice: “quel’è il posto più bello e rassicurante in cui una persona possa stare” ed essa vi risponde  “il SUO abbraccio“??
Ecco. Per Kibum era così.
Lui si sentiva a casa e sereno tra le braccia di Jonghyun, avvolto dalle sue possenti braccia che gli davano protezione, calore, amore, sicurezza e pacatezza.
Per lui non c’era più bel posto di quello e mai e poi mai l’avrebbe voluto abbandonare.
Con lui si sentiva al sicuro e ogni incertezza spariva.
E così..
Con l’arrivo di Jong ,ogni pensiero e perplessità che invadeva la sua mente, scomparì magicamente lasciandogli una sensazione di rassicuratezza e pace.
Se c’era Jong al suo fianco tutto era possibile, se lui era al suo fianco le dissidie passavano, se Jong era con lui nulla lo spaventava.
Se il lucchetto accompagnava la chiave lungo il cammino essa non si sarebbe assolutamente persa tra le insidie che la vita gli poneva.


Note:
1 Namsan Park, è uno dei tanti parchi di Seoul, collocato nel distretto di Jung-gu.  In cima a questo parco si può trovare Torre di Seoul, dalla quale di può godere una magnifica vista della città.
2-3-4 sono tutte poesie del poeta libanese Kahlil Gibran



  
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