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Autore: NiallsUnicorn    04/09/2012    10 recensioni
Sono una barca in balia delle correnti contrarie, un cuore conteso tra ragione e sentimento, uno stupido corpo depredato da ogni bellezza, ormai sull'orlo del precipizio. Cado in ginocchio e in un urlo straziante mi porto le mani alle tempie, stringendo con rabbia.
Ma ormai è troppo tardi. In pochi secondi di disperazione, perdo semplicemente il controllo sulla mia mente. Un po' come un bambino ad una fiera di paese, che si lascia sfuggire un palloncino e lo guarda librarsi nell'atmosfera, prima di pretenderne un altro. Peccato che io non abbia una seconda possibilità.
[One shot su Annie Cresta nell'arena dei suoi Hunger Games]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Annie è quella che impazzì quando il suo compagno di distretto venne decapitato. Scappò via da sola e si nascose. Poi un terremoto distrusse una diga e la maggior parte dell'arena si allagò. Lei vinse perché era la più brava a nuotare.
 

-Peeta Mellark
 

[La ragazza di fuoco, Suzanne Collins.]

 
 
Un urlo.
Un urlo prolungato e agghiacciante, l'urlo di chi, in un secondo, ha perso tutto.
Mi accorgo che sono io ad urlare solo quando la gola inizia a bruciarmi, e mi porto le mani al volto pietrificato, senza riuscire a respirare.
C'è sangue ovunque. Sangue su ciò che rimane del collo di Jamie, il mio compagno di distretto. Sangue sulla sua testa, che giace a pochi centimeti dal suo corpo mutilato. E ancora sull'ascia che ha usato il ragazzo del distretto sette per decapitarlo, sulle sue mani, anche sugli stivali neri.
Mi sento la testa pesante, e il mio corpo mi suggerisce che sono in procinto di vomitare. L'ha decapitato! Quel bastardo ha decapitato colui che mi aveva guarita da tutti quegli orrori, prendendomi sotto la sua protezione e aiutandomi a sopravvivere! È surreale.
Sembra quasi che quel disgustoso involucro che è il mio corpo non mi appartenga più. È come guardare la scena dall'esterno, da una strana angolazione.
Il ragazzo con i capelli lunghi raccolti in una piccola coda brandisce un'ascia terribilmente colorata di rosso e avanza verso una giovane spaventata, con gli occhi sbarrati e incapace di spostare lo sguardo da quella testa mozzata. Nell'avvicinarsi, lui le da un calcio, facendola rotolare di lato.
Riesco a riprendermi solo quando vedo gli occhi bianchi e vacui di Jamie posarsi nei miei, e capisco di essere spacciata. Finirò come lui, penso inorridita. Più che un timore è una constatazione, perché ormai ci separano solo pochi passi e so che non ne uscirò viva.
Stringo gli occhi e attendo la morte in silenzio, imponendomi di non piangere. Ed è proprio mentre aspetto che l'ascia mi divori le membra, che succede.
Scappa,mi suggerisce una voce. È calda e vellutata, e sa di casa. Scivola nella mia gola divorata dalle fiamme delle disperazione come miele. La sua cadenza mi ricorda le onde del mare, ed è questo a convincermi a fare come dice. Spalanco gli occhi e mi volto di scatto, iniziando a correre verso il bosco. Dapprima sento il sibilo di una lama ad un niente dalla mia testa, dopo dei passi pensanti che mi inseguono, carichi di rabbia. Poi più niente. Ma, nonostante il silenzio sia ormai quasi assordante, io non mi fermo e continuo a scappare, mossa da un terrore cieco e incancellabile. I miei pensieri galoppano a briglia sciolta, e solo allora capisco che sto in realtà fuggendo da un qualcosa che mi perseguiterà per sempre, non importa quanta strada possa percorrere.
I rami degli alberi imponenti sembrano volermi ostacolare, e calano su di me in una morsa letale. Scoppio a piangere e lascio che quelle braccia mi trovino, che mi frustino, sperando che cancellino dalla mia anima tutte le sofferenze e le morti che ho affrontato negli ultimi giorni.
Sono una barca in balia delle correnti contrarie, un cuore conteso tra ragione e sentimento, uno stupido corpo depredato da ogni bellezza, ormai sull'orlo del precipizio. Cado in ginocchio e in un urlo straziante mi porto le mani alle tempie, stringendo con rabbia.
Ma ormai è troppo tardi. In pochi secondi di disperazione, perdo semplicemente il controllo sulla mia mente. Un po' come un bambino ad una fiera di paese, che si lascia sfuggire un palloncino e lo guarda librarsi nell'atmosfera, prima di pretenderne un altro. Peccato che io non abbia una seconda possibilità.
E allora piango, stringendomi le braccia al petto con foga, cercando di tenere in piedi il mio corpo che si sta sgretolando sempre più ad ogni singhiozzo.
Ci sono tante crepe nell'anima, tanti spiragli protetti da piccoli frammenti che si stanno staccando uno a uno, lasciandomi nuda nella mia vergogna.
Avverto la presenza della voce in un angolo della mia mente, credo aspetti che abbia terminato di rompermi prima di aiutarmi a rimettere a posto i cocci della vecchia me.
Va tutto bene,mi dice. Annuisco tentando invano di mantenere la calma, o almeno di recuperare la mia dignità asciugandomi le lacrime. Mi passo un braccio sugli occhi arrossati ma, nonostante abbia smesso di piangere, i singhiozzi continuano a mozzarmi il respiro. Ma il peggio deve ancora arrivare.
Improvvisamente scende un buio nero e opprimente, e il bosco viene avvolto dalle ombre, che calano su di me fredde come il ghiaccio. Sussurrano il nome di una ragazza, Annie, e si insinuano dentro di me, alla ricerca di quel briciolo di speranza e consapevolezza che brucia ancora nel mio petto. Urlo e agito le braccia, ma loro non mi ascoltano, e si stringono come un nastro oscuro attorno al mio cuore, spegnendo anche quell'ultimo barlume che mi teneva attaccata alla vita.
-Lasciatemi stare!- grido tra le lacrime, nascondendo il viso tra le mani. Vorrei solo che se ne andassero, che tornassero dietro a quella sfera luminosa con cui sono arrivate. Una sfera così terribilmente bella, che porta con se ricordi terribili e un dolore fisico, che mi sta distruggendo.
Sotto consiglio della voce mi sdraio dietro a un cespuglio, e mi faccio cullare dalle sue parole. Non urlare Annie, va tutto bene, dice.
E io ci credo. Perché non dovrei? Lei mi ha salvata da morte certa, lei ha dissipato le ombre malvagie, lei non mi abbandonerà come ha fatto Jamie.
Lui è andato via, abbandonandomi al mio destino, ma la voce non farà altrettanto.
Lei rimarrà per sempre, ne sono sicura.
 
Sono passati giorni da quando Jamie mi ha lasciato e, come sospettavo, la voce è ancora qui. È così bella e confortante, che mi fa credere di non essere sola in questo strano mondo di alberi, assassini e ombre. Mi dice quando mangiare o dormire e mi tranquillizza se necessario: è lei a scandire il ritmo della mia vita.
È una cosa in meno a cui pensare, e io le sono grata di essere qui con me. Mi chiedo come abbia fatto a vivere senza di lei, prima.
Rimane anche quando un fiume di sangue e di ricordi mi travolge, cercando di portarmi a fondo. Il suono della voce mi tiene a galla, e mi indica tutti quei disgustosi assassini che muoiono annegati, uno dopo l'altro. Finché non sono nuovamente sola con lei e le acque si ritirano, sostituite da una voce metallica tanto dissimile dalla sua e da un coro di urla di giubilo, così forti che sono costretta a coprirmi le orecchie con le mani.
Perché non se ne vanno? Perché deve sempre avvenire qualcosa di terribile e imprevisto a sconvolgere il flusso della mia esistenza? Cado in ginocchio sul suolo ancora fradicio, e stringo gli occhi per sfuggire a quella realtà così terribile.
Congratulazioni Annie, hai vinto. La voce sembra più triste del solito, ma non ha perso la bellezza e il fascino a cui non so resistere. Però continuo ad aver paura, perché quelle grida non cessano, perché il cielo sopra di me è stato oscurato, perché mi vogliono portare via da questo posto, adesso che sono rimasta finalmente sola con la voce.
-Cosa ho vinto?- chiedo con voce spezzata, cercando di sottrarmi a quella scaletta spuntata dal nulla che mi sfiora le spalle, invitandomi a salire.
Non voglio fare un altro giro su questa giostra della morte, non voglio!
Ma la voce è calma. La voce è una carezza, una medicina che guarisce tutte le ferite e ti lascia addosso solo poche cicatrici e un gran senso di benessere.
Andrà tutto bene,mi dice per l'ennesima volta.
Appoggio una mano su uno dei pioli della scaletta e mi lascio trascinare verso l'alto, verso una luce decisamente poco invitante. Andrà tutto bene Annie, non avere paura. L'ha detto la voce, e io mi fido di lei come di nessun altro al mondo.
Andrà tutto bene, finché lei rimarrà con me. 



My space:
Buongiorno a tutti :D
si, sono di nuovo io che rompo con una one shot, questa volta su Annie.
La povera Annie cwc mi sembrava giusto dedicarle qualcosa, perchè se la merita davvero. *piange sulla tomba di Finnick*
Ma non è questo il punto, lol.
Spero vivamente che vi sia piaciuta, e ringrazio chiunque abbia letto e recensirà (spero che qualcono lo faccia lol) questa storia, perchè ci tengo molto.
Grazie infinite :')
A presto! (mi spiace per voi, ma ho altre idee ancora da sviluppare *risata malefica*)
Bascii, medusa c:
   
 
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