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Autore: Hidden Writer    04/09/2012    1 recensioni
«Bene bene bene... quindi è possibile rintracciarli eh?»
Dal telefono uscì un suono stridulo, quasi deformato dal tono scocciato che l'altro conversante utilizzava, ma si intese chiaramente un “si”.
L'uomo chiuse il cellulare, davanti a lui stava in piedi un energumeno di circa due metri e dieci, scuro di pelle e decisamente scontroso. Poggiò il telefonino sul tavolo, si lasciò andare in un ghigno soddisfatto. Poi sussurrò:
«È fatta, Chef.»

Un nuovo reality.
Un vincitore.
Ventitré perdenti.
Dieci milioni di dollari.
Sarebbe eclatante, ma ho dimenticato una frase:
Chris e Chef.
E a buon intenditor, poche parole. ^.^
Dal capitolo 19:
La rossa posò delicatamente i piedi, correndo per assecondare la spinta del parapendio, mentre l'indiano non era stato alquanto rapido, e strusciava sul terreno con tutto il corpo. Si fermarono dopo circa un minuto. Inanzi a loro c'erano tutti i concorrenti. Lui sputò una boccata di terra.
«Come... come siete arrivati qui?!» Era sbigottito.
«I paracaduti erano sotto le panche.» Spiegò calmo il chitarrista, mentre Izzy osservava lo sguardo in cagnesco del compagno di squadra.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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1916 – New hour

part 1





Pensionati Senza Nome.


Trent era sdraiato sulla panca della classe economica del dirigibile, poiché avevano viaggiato ancora lì.

Si guardava circospetto intorno, lo sguardo sottile di tre ragazzi della sua squadra lo intimoriva a tal punto da non farlo riposare. Nel frattempo gli altri due non erano certo un buon appoggio, in quanto limonavano ad occhi chiusi.

Lui si staccò un attimo da lei.

Una voce scaturì dai megafoni.

«Attenzione, mozzarelle, prendetevi un paracadute e gettatevi, oggi non si atterra!» Era chef.

«Paracadute? Non ci sono paracaduti!» Strillò Trent.

«Allora gettatevi senza! E svelti!» Ribadì il cuoco.

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Noah lo interruppe.

«Vita, perché mi odi così tanto9?!» Mormorò.

«Tranquillo, gamberetto, ti devo un favore, no? Vieni!» Izzy lo tirò a sé ed estrasse dalla sua valigia un lenzuolo.

«Reggiti!» Gli porse un lembo di questo e si gettò fuori dal portellone, trascinandolo giù.

Il poveretto strillava come un vitello, poi smise, scoprendo di colpo che galleggiavano nell'aria.

«Divertente, eh? L'ho imparato quando ero con gli scouts!» Spiegò la rossa ridendo.

«Eri una scout?» Domandò lui.

«Ero con gli scouts, infiltrata professionista, rubavo le merende a tutti!» Fece una pausa, vedendo che l'indiano la guardava deluso.

«Era divertentissimo!» Rise follemente, passò un po' di tempo.

Noah sgranò gli occhi verso il basso.

«Izzy?» Balbettò.

«Sì?»

«A te puzza proprio tanto la vita, vero?» Ormai la sua voce era un grido.

«Come?» Domandò la rossa.

«Gira questo coso!» Strillò a pieni polmoni, mentre la guglia di un palazzo si avvicinava sempre più.

Lei sembrò divertita, poi all'ultimo storse le gambe, virando bruscamente.

«Ma sei impazzita?!» La rimproverò, mentre la terra si avvicinava.

«Occhio!» Lo allarmò.

La rossa posò delicatamente i piedi, correndo per assecondare la spinta del parapendio, mentre l'indiano non era stato alquanto rapido, e strusciava sul terreno con tutto il corpo. Si fermarono dopo circa un minuto. Inanzi a loro c'erano tutti i concorrenti. Lui sputò una boccata di terra.

«Come... come siete arrivati qui?!» Era sbigottito.

«I paracaduti erano sotto le panche.» Spiegò calmo il chitarrista, mentre Izzy osservava lo sguardo in cagnesco del compagno di squadra.


FFFZZZ

Noah era seduto a terra.

«Non so come gli sia venuta l'idea di usare quel sistema... ma sono abbastanza colpito.»

Abbozzò un sorriso, probabilmente forzato.

FFFZZZ


«1916, entra in vigore, per la prima volta, l'ora legale!» Annunciò fiero il presentatore.

«E che c'entra il palazzo?» Domandò Linsday.

«Il palazzo è il luogo in cui passerete la notte insonne più lunga della vostra vita!» Si lasciò andare in un sorriso.

Gwen impallidì, per quanto fosse già lattea.

«Vuoi riproporre la Maratonotte? Di nuovo?!» Quasi strillò, ma venne immediatamente rassicurata.

«No, ma è simile. Questa sfida durerà sette precisi giorni! Il massimo della durata di qualunque sfida. Dovrete vivere in quel palazzo, ma rispetterete precisi orari:

Ore otto: sveglia;

Ore otto e mezza: colazione;

Ore dieci e mezza: pulizie della stanza;

Ore tredici: pranzo;

Ore tredici ed un minuto: silenzio tombale;

Ore quattordici: fine silenzio tombale;

Ore venti: cena;

Ore ventuno e mezza: piccola sfida;

Ore ventitré: nanna.

Ma attenzione: ogni giorno, dalla notte vi verrà tolta un'ora e mezza di sonno, quindi alla fine della sfida passerete l'ultima notte insonne.»

A quest'ultima precisazione i concorrenti sgranarono gli occhi, atterriti.

«Che cos'è il silenzio tombale?» Domandò Greg, abbastanza interessato.

«Ognuno di voi avrà un microfono con sé, microfono che misurerà i decibel della vostra voce.» Ne tirò fuori uno e lo mostrò.

Era un cerchio con una circonferenza graduata regolata da una lancetta. Era suddivisa in tre colori: verde, molto ristretto, giallo, occupava più metà cerchio, e rosso, un settore ampio neanche dieci gradi.

«Durante la giornata potrete parlare liberamente, ma durante il silenzio tombale la lancetta non potrà superare l'area verde. Se entrerà nell'area gialla la vostra squadra perderà a prescindere dalla sfida, ma non vi sarà detto subito, e se entrerà nell'area rossa sarete eliminati per direttissima, nulla potranno le teste di Chris e di Chef. Ah, dimenticavo... se vi disfarete del microfono sarete eliminati dal reality.» Spiegò pazientemente.

«E la piccola sfida?» Chiese Noah.

«In quella sfida parteciperanno solo i concorrenti che hanno meglio pulito la stanza, e il vincitore di quella piccola prova avrà in privato un indizio per trovare la testa dell'immunità o del potere eliminatorio. Entrate.» Aprì loro le porte della reggia.

«Naturalmente non potremmo uscire da qui, vero?» La domanda retorica di Duncan giunse al conduttore, che con un sorriso si complimentò con il punk per la sua perspicacia.

«Come da programma.» Commentò.

«Un momento... Chris, ma come si farà a vincere?» Chiese innocentemente Cody.

«È molto semplice: l'ultimo giorno dovrete compiere l'ultima piccola sfida, ma a questa parteciperanno dei volontari, ognuno di una squadra. Quest'ultima sfida deciderà la squadra vincitrice.» Spiegò.

«E allora la settimana a sgobbare e a non dormire a che serve?» Ribatté il nerd.

«A stancarvi per bene.» Il conduttore rise di gusto.

«Ah, aspettate, dobbiamo sorteggiare i compagni di stanza!» Li richiamò mentre entravano.

«Cosa?!» Diciotto voci si levarono incredule.

«Già. Chef?» Il cuoco si presentò con una cesta di palline.

«Allora, incomincerò io a pescare il primo nome» Frugò nella cesta con emozione e tirò fuori una biglia.

«Deejay, vieni a prendere il tuo compagno o la tua compagna di stanza.» Il ragazzone si avvicinò lentamente, infilò la mano fra le sfere e pescò quella più in fondo.

«Bridgette.» Lesse.

«Vedi di tenere le mani a posto!» Strillò Geoff al ragazzone, minacciosamente.

Deejay scoppiò a ridere, costatando però che il texano era serio, maledettamente serio.

«Bene, il prossimo che verrà a prendere la biglia è... Ty... che c'è scritto?» Lesse attentamente.

«Mi chiamo Tyler, è chiaro? TYLER!» Sbraitò lui, memore delle provanti esperienze di dimenticanza di Linsday.

«Calma... Tyler...» Scandì Chris, mostrandosi quasi offeso.

«Starai in stanza con... Greg!» Lesse quindi.

«Poi... Noah starà in stanza con Alex, Eva con Courtney e Geoff con... Duncan.» Pescava velocemente le palline di vetro.

«LeShawna starà con... Justin. Linsday con Izzy e Gwen con...» Continuò, lasciando tutti in suspance.

Il nerd guardava ammiccante Gwen. La gotica era finita: comunque sarebbe andata sarebbe stata da schifo, tesa o terribilmente imbarazzata.

«Trent!» E Duncan vide rosso.

«Quindi Heather e Cody condivideranno la stessa stanza.» Finì Chris, chiudendoli dentro, una volta consegnate loro le chiavi.

Tutti percorsero i corridoi, tranne alcuni che si attardarono fuori a parlare. Trent stava per avvicinarsi alla gotica, di spalle, ma una forte presa all'altezza del colletto lo intercettò, trascinandolo sino a farlo cozzare con il solido muro del castello. Il volto del punk copriva minaccioso la sua visuale.

«Se tu la sfiori anche solo con il pensiero, ti cavo gli occhi e me li bevo in un cocktail!» Gli sussurrò all'orecchio.

Lui si divincolò.

«Rilassati, non siamo che compagni di stanza, e le stanze hanno anche due bagni.» Tentò di rassicuralo.

Lui non cambiò affatto espressione, ma lo lasciò andare, puntandosi due dita nelle pupille e indicando poi quelle del chitarrista.

«Ti tengo d'occhio, Elvis.» Si allontanò.


FFFZZZ

Trent era perplesso.

«Ammetto che non mi sarebbe affatto dispiaciuto sfiorare Gwen, anche con qualcosa di più di un pensiero... ma non l'avrei fatto comunque, in rispetto suo e di Duncan.»

Sospirò.

«Credo.»

Sgranò improvvisamente gli occhi.

«Questa la tagliate, vero?»

FFFZZZ


La notte trascorse veloce, e subito dopo questa un gallo squarciò le orecchie ai ragazzi. Un gallo di nome Chef.

«Sono le otto, sveglia, pelandroni, sveglia!»

La colazione era come sempre uno schifo, d'altronde il cibo era sempre stato lo stesso. Geoff era assai poco tranquillo, pensava continuamente al suo accordo con un certo e biondo irlandese.


FFFZZZ

Geoff aveva gli occhi socchiusi e l'espressione abbattuta.

«Non meriterebbe di tornare a casa, in fondo il suo non era un cattivo piano... ma Alex non mi lascia scelta, perciò...»

Si bloccò.

FFFZZZ


«Questa sfida è meno difficile del solito, non credi?» Commentò Duncan, rivolto ad Alex.

«Non posso darti torto...» Lui bevve un bicchiere di succo, scoprendo tristemente che non si trattava di succo. Sputò il tutto a terra, disgustato.

«Ma questa roba è rivoltante!» Esclamò.

Una lama gli sfiorò la guancia, graffiandola appena, e il coltello si piantò nel muro. I concorrenti ammutolirono.

«È... è ottima, Chef. Complimenti...» L'irlandese sudava freddo, mentre il cuoco rideva crudelmente.

«Bel colpo!»10 Aggiunse Duncan, guardato in cagnesco dal compagno.

«Ah, ma per favore, siete ridicoli. Non dovreste sottovalutare Chris, lo sapete meglio di me.» Vaneggiò Heather.

«Ora di pausa! Svago, chi dorme è eliminato!» Chef aveva la sensibilità di un secondino, in quanto prese a spinte i concorrenti pur di svuotare la mensa.

Heather cercava costantemente la statuetta dell'immunità, rovesciava tutti i mobili, veniva naturalmente imitata da Gwen, che aveva però scopo di legittima difesa. Nel frattempo Greg rimaneva in stanza ad intagliare nel legno la testa di Chef, cercando di farla il più possibile simile all'originale.

Arrivò l'ora delle pulizie di stanza.



Geoff e Duncan


Geoff si mise subito al lavoro, notando la risatina di scherno di Duncan.

«Lascia perdere, amico, non ne vedo la necessità.» Lo informò.

«Non sono d'accordo, ottenere l'immunità o il potere eliminatorio è un gran vantaggio!» Ribatté.

«Sì, ma si da il caso che non c'è bisogno di rendere la stanza ordinata e pulita.» Spiegò con semplicità.

Il texano lo guardò interrogativo.

«È necessario però che lo sembri.» Terminò.

E Geoff s'illuminò.

Entrambi incominciarono a nascondere ogni oggetto fuori posto, a spolverare ed ammucchiare la sugna sotto il tappeto. Ci misero meno di dieci minuti, solo che al punk era rimasta in mano una lampada da tavolo.

«Grande... e questa?» Commentò.

Il biondo aprì la finestra.

«A te l'onore, Duncan.» Ordinò, e con un ululato di divertimento il punk la scagliò con tutte le sue forze fuori.

Ma la finestra dava nel cortile del castello, non all'esterno di esso.



Heather e Cody


Cody era sbracato sulla sedia, mentre Heather rifaceva la sua parte di letto, la sua parte di stanza e il suo bagno.

«Dovresti lavorare anche tu.» Lo ammonì lei.

«E perché? Non ho paura di essere eliminato, e Chris non ci controlla di certo!» Rispose calmo.

«Oh, sì, invece, questo è un reality show, genio.» Ribatté lei.

«Ci concederà almeno un po' d'intimità, no?» Parlò saccentemente.


Chris osservava il monitor numero otto.

«Eh eh eh... Nah, gli ascolti calerebbero!» Ridacchiò.


«Fidati, ci controlla, e non sarà felice di vederti inoperante.» Ribadì Heather.

«Mi fai ridere!» La sfotté lui.

In quel preciso istante il cadavere di una lampada da tavolo sfondò la loro finestra e atterrò accanto al povero Cody, che balzò in aria come un gatto spaventato e corse a nasconderti sotto il letto.


FFFZZZ

Heather era piuttosto divertita.

«Allorché mi sono chiesta: perché non sfruttare la situazione?»

FFFZZZ


«Vedi? Ti conviene lavorare se non vuoi che lui sfoderi l'artiglieria pesante!» Lei era tranquillissima, mentre lui tremava come una foglia.

Si alzò in fretta e furia e lavorò doverosamente, sistemando le lenzuola.


L'ora di silenzio totale che seguì il pranzo non fu affatto difficile, ma la cena fu alquanto sorprendente.

«Chef? Dov'è... dove sta questa cavolo di cena?» Eva batté il pugno sul tavolo.

«Questa è la piccola sfida, anticipata. Dovete preparare una cena impeccabile che io assaggerò.» Spiegò divertito il cuoco, ma non tutti ne erano proprio entusiasti.

«I partecipanti sono: Heather e Cody, Eva e Courtney e Geoff e Duncan!» I due amici si batterono il cinque.

«Voglio un antipasto da Eva, un primo piatto da Geoff, un secondo da Courtney, un contorno da Heather, un piatto di frutta da Cody e un dolce da Duncan. Entro un'ora.»

Si dileguò, ma le dispense contenevano quantità ridotte di cibo di varietà ridotte per il ridotto budget che veniva sperperato per il ridotto alloggio di Chris.

«Cominciamo bene...» Sussurrò tra sé e sé Courtney.




9 = A tutto reality: il Tour, Vedo Londra.


10 = A tutto reality: L'isola, puntata 1




Angolo dell'autore

Dunque...

Fra non molto ci sarà il secondo doposhow, lo dico per la felicità di chi rivuole Alejandro dei concorrenti eliminati in gioco, perché, come avrete visto nel Doposhow's Corner di qualche puntata fa, ci sarà un gioco chiamato Seconda e Terza chance.

Vi spiegherò tutto a tempo debito.

Un'ultima informazione... questa puntata potrebbe arrivare a durare più di quattro capitoli, io cercherò di sintetizzare, ma essendo la durata della sfida molto ma molto lunga, non aspettatevi che finisca entro il terzo capitolo. u.u

Recensite!

A te la linea, Josh!

Enjoy it!



FFFZZZ

Andiamo... non era male il Facci sognare Josh...

Ripeto, patetico.

Josh? Quando arriva Melanie?

Sfortunatamente per voi so perché la reclamate tanto, e vi assicuro che farò in modo di farvi sparire quei randelli.

E di tenerle lontane da lei, visto che arriverebbero a picchiarla a mani nude.

Ottimo consiglio, Scott. Non sei così scemo.

Hey, tu, mi apri la porta?

Ma non puoi farlo da sola?

Mi rovino l'abbronzatura, genio.

Sì, e magari anche la manicure...

Già, infatti io faccio tutto con le pinzette, mi ci scaccolo anche, vuoi vedere?

Ann Maria, ragazzi, una nuova opinionista!

Però... non sei male, piccola...

Ann Maria si ritrae.

Che schifo!

Si sente una voce da fuori la porta.

Fuori gli attributi, soldato! Sfonda quella porta!

Ma... non basterebbe bussare?

Sfondala!

Sissignora!

La porta va in frantumi.

Brick e Jo, signori! Due indispensabili elementi per il pubblico parlante!

Un ragazzino nero, basso e occhialuto si rivolge a Scott.

Hey... ti riconosco! Tu eri quello che mi appendeva per le mutande all'attaccapanni, alle medie!

Cameron, anche lui qui per restare!

Oh, cavolo... sì, sono io, e allora?

Allora potrei arrabbiarmi sul serio!

Strilla. Dopodiché si tappa la bocca e riassume quella vocetta ridicola e poco virile.

Se... sempre se ne hai voglia...

Ciao, io sono Harold!

Ah, sì, quello con cui mi hanno detto di non parlare mai e di far tacere in caso di logorrea?

Harold abbassa mogio il capo.

Beh, che dire, io vi saluto!

Giù, soldato, flessioni!

Quante?

Indeterminate! Finché non mi andrà più di vedertele fare!

Ma... ma...

Falle!

Sissignora!

Brick si sdraia a pancia sotto e incomincia a fare i piegamenti.

Uno, due, tre, quattro... più veloce, soldato!

Sissignora... anf!

Così, bravo! Ventiquattro, cinque, sei, sette otto, nove, trenta, più veloce!

FFFZZZ

  
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