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Autore: St. Jimmy    04/09/2012    2 recensioni
Billie Joe guardò la ragazza. Era davvero bella. Parlarono assieme per quasi due ore in quell'asettica camera d'ospedale, chiacchierando del più e del meno.
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“Billie,” lo interruppe Dirnt.
“Cosa?” L'espressione di serietà sul volto dei due uomini si trasformò rapidamente in preoccupazione e una scintilla d'orrore attraversò le loro iridi chiare. Fu Frank a parlare.

[Ormai consueta OS post disgrazie italiane. Una volta scritta una sull'Heineken perché non scriverne una sull'I-Day? Avvertenze: il concerto non viene nemmeno nominato. Grazie ad Elvis Costello per il capolavoro]
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALISON



1.


“Hey, sei sveglio allora,” disse la ragazza con un grande sorriso stampato in volto. Billie girò a fatica la testa sul cuscino bianco del letto d'ospedale. Diavolo, ma era sempre stata così pesante? Sorrise di rimando, nonostante questo gli costasse parecchio sforzo.
“Ti ho sentito sbadigliare, ho pensato che non dormissi più,” spiegò la ragazza. Aveva lunghi capelli biondi e brillanti occhi celesti. La sua pelle candida splendeva nella luce della camera.
“In effetti mi sono appena svegliato,” rispose Billie, poi rise “a dire il vero non so nemmeno come ho fatto ad addormentarmi. Devono essere stati tutti quei farmaci immagino”. La sua interlocutrice si girò su un fianco per poterlo guardare in faccia. Quei letti erano scomodi, non c'era che dire.
“Come ti chiami?” domandò. Billie rimase interdetto per alcuni secondi. Davvero non sapeva chi fosse? Be', tanto valeva non svelarglielo, almeno non del tutto.
“Billie Joe. E tu?”
“Io mi chiamo Alison. È un piacere conoscerti, non mi andava proprio di stare tutto il giorno bloccata su questo stupido letto a non fare nulla. È carino poter parlare con qualcuno.” Billie sorrise.
“Già, sai che palle altrimenti. Tu perché sei qui? Se posso chiedere, naturalmente.”
“A dire il vero non ne ho idea,” ridacchiò Alison, “i medici dicono che sono svenuta, ma io non ricordo nulla. So solo che mi sono risvegliata qui, e che ora sei sveglio anche tu. A proposito, il tuo soggiorno qui è dovuto a...?”
“Gastroenterite. Diciamo che oggi è proprio una giornata di merda.” Risero assieme. “Però ora mi sento meglio, insomma, se sono riuscito a dormire qualcosa dev'essere migliorato, no?” Alison annuì, i denti bianchi brillanti. Billie Joe continuò: “Hai un accento familiare. Di dove sei?”
“San Rafael, California. Sono in Italia con degli amici.”
“Anch'io sono qui con degli amici, in un certo senso. Wow, non credevo di trovare qualcuno delle mie parti qui.”
“Delle tue parti? Da dove vieni?”
“Be', in questo momento dalla Germania, ci sono stato fino a ieri, ma sono di Oakland.”
“Oakland! Mio fratello vive lì, dice che è un gran bel posto.” Armstrong si sentì confortato: era sempre una bella sensazione trovare qualcuno della propria zona all'estero, in questo caso praticamente dall'altro lato del mondo.
“Ma aspetta, Germania? Forte! Non ci sono mai stata, com'è?” Billie guardò la ragazza. Era davvero bella, sembrava quasi una di quelle tipe perfette in ogni situazione dei film in televisione. Oltretutto aveva un'aria familiare, anche se non ricordava di aver mai conosciuto nessuna Alison prima. Provò ad indovinare la sua età: diciannove, vent'anni? Forse ventidue o ventitré, ma poteva averne anche ventiquattro a quel che ne sapeva. A pelle gli piaceva. Aveva un viso dolce e simpatico, pareva proprio una persona sincera e solare. Ripensò a ciò che gli aveva domandato. Non ha chiesto cos'hai fatto in Germania, ha chiesto com'è la Germania. È interessata al paese, non alla tua privacy.
Le labbra gli si distesero in un sorriso compiaciuto: Alison gli piaceva perché per lei lui era una persona normale.
“È un gran bel posto, ho visto città stupende e poi...”
Parlarono assieme per quasi due ore in quell'asettica camera d'ospedale, chiacchierando del più e del meno, raccontando di viaggi ed esperienze vissute, e nonostante Billie, preso dalla conversazione, le avesse involontariamente svelato chi fosse lui in realtà e quale fosse il suo mestiere, non una volta Alison tentò di indagare sulla sua vita privata. Se ne sarebbe reso conto conto solo in seguito.


2.


“Bill!” Mike lo abbracciò, tirandolo nella spaziosa auto nera con lui e Frank. Gli baciò la fronte fredda e lo fece sedere accanto a lui.
“Mike, così mi uccidi!” si lamentò Billie abbozzando però un sorrisetto. Era felice di poter tornare dai suoi compagni, l'aria di ospedale lo demoralizzava.
“Allora, com'è andata? Stai bene ora?” chiese Tré rassicurato dal sorriso di Billie.
“Non sono ancora guarito del tutto ovviamente, ma va molto meglio, sì. Pensa che sono anche riuscito a dormire.” Cool gli passò un braccio attorno alle spalle. “Lo so fratello, chi credi sia venuto a rimboccarti le copertine oggi pomeriggio? Sembravi un bambolotto quarantenne e malaticcio a dimensione reale,” fece una pausa, “o meglio, in formato convenienza.” Mike sghignazzò sotto i baffi.
“Ah ah ah, che simpatico Frank,” ribatté Billie sarcastico. Ecco, se c'era una cosa che non gli era mancata questa erano le battute di Tré sulla sua altezza (o forse volevi dire bassezza). Nel complesso però era bello vedere che i suoi amici cercavano di tirarlo un po' su di spirito. Michael fece finta di annusare l'aria.
“Sai di ospedale, che schifo!”
“Sai com'è, ci ho passato la giornata, è difficile che sappia di zucchero filato.” Tré gli scompigliò i capelli color della pece. “Sì, l'ironia è tornata, stai decisamente meglio. Ma dimmi, ti hanno trattato bene? Tutto a posto lì dentro?”
“Tutto regolare, anche se sentir parlare i medici con quel loro assurdo accento italiano e non poter ridere per paura di vomitare è stato davvero deprimente. Però Alison è stata davvero un toccasana, una persona veramente dolce e simpatica. E anche parecchio carina, a dirla tutta.”
“Woo hoo, Billie Joe Armstrong si fa conquistare dalle infermiere!” lo canzonò Mike.
“Ah, ma piantala, sai che non intendevo in quel senso. E comunque Alison non è un'infermiera, era la mia compagna di stanza, abbiamo parlato tutto il pomeriggio dopo che mi sono svegliato.” Improvvisamente nella vettura calò il silenzio, Michael e Frank si guardarono negli occhi, i volti distesi in espressioni serie, lasciando Billie confuso in mezzo a loro. Armstrong passò una mano di fronte al viso di Mike come a vedere se fosse sveglio.
“Hey ragazzi, che vi prende? Non ho detto nulla di male, ho solo-”
“Billie,” lo interruppe Dirnt.
“Cosa?” L'espressione di serietà sul volto dei due uomini si trasformò rapidamente in preoccupazione e una scintilla d'orrore attraversò le loro iridi chiare. Fu Frank a parlare.
“Tu eri da solo in quella camera.”




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A/N
Al prossimo anno, Green Day, ci si vedrà prima o poi. Sono davvero dispiaciuto per Billie, per fortuna però ora sta bene.
E voi, a presto folks!
Love & Respect
Jaymz
   
 
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