La (vera) fine
della storia
"Ecco - pensò Angelo - è venuto il
momento in cui mi chiede i soldi". In realtà se lo era già aspettato, solo
sperava che il vecchio non pretendesse troppo. Quasi leggendogli nella mente, i
marinaio disse: "No,no, non voglio soldi, stai tranquillo. Ti devi
impegnare in qualcosa di ben diverso. Dovrai dire una preghiera per quei
marinai, tutti. Una bella preghiera, di quelle importanti. E poi devi accendere
una candela, bella grossa. Guarda, una di quelle lì". E indicò con il
bastone una mensola dove stavano impilati in bell'ordine dei ceri di media
grandezza.
Il
ragazzo rimase un momento sconcertato, chiedendosi se aveva capito bene, ma
poi, ritenendo la richiesta ragionevole, rispose: "Va bene, lo farò, lo
prometto. Ma ora mi dica cosa è successo dei fuggiaschi". Il vecchio lo
guardò, come a valutare se poteva fidarsi o meno. Poi, deciso che Angelo
avrebbe adempiuto all'impegno, riprese il racconto.
"Christian, avendo stabilito di
raggiungere l'isola di Pitcairn, si diresse alle coordinate indicate sulle
carte, ma giunto a destinazione, dovette constatare che l'isola....non c'era. Controllo'
più volte la posizione ma, o le carte erano sbagliate, o i suoi strumenti erano
guasti.
Malgrado ciò non si arrese e continuò a
cercare finchè il malcontento dei suoi compagni non arrivò al limite. Dopo
circa 4 mesi, quando ormai si era giunti quasi ad un nuovo ammutinamento, come
per magia, apparve l'isola, a circa 180 miglia dalla posizione indicata. Il
capitano Carteret aveva semplicemente
sbagliato i calcoli della longitudine di 3 gradi e 2 primi.
Era perfetto, nessuno li avrebbe mai
trovati. Fu impossibile, per le caratteristiche delle coste dell'isola,
approdare con la nave. Così Christian, con due compagni, su una scialuppa scese a terra per verificare che il luogo
fosse in grado di ospitarli. Esso risultò disabitato, ricco di vegetazione e di
frutti, con numerose sorgenti di acqua dolce e abbondante selvaggina. Era
fatta. Avevano trovato la loro casa.
Con la scialuppa, in diversi viaggi,
trasportarono sull'isola tutto ciò che era trasportabile. Per gli oggetti più
grossi ed ingombranti, costruirono una grande zattera. Poi, di comune accordo,
decisero di affondare il Bounty. Non potevano rischiare che qualche nave di
passaggio lo vedesse e quindi tradisse la loro presenza. Con la morte nel
cuore, dopo averlo spogliato di tutto, lo incendiarono e rimasero a guardarlo
per tutta la notte, mentre il fuoco portava via la nave e con essa il loro
collegamento con il mondo civile, un mondo che per loro, fuggitivi e reietti,
era ormai precluso, pena la morte.
Il piccolo gruppo di 28 persone, i nuovi
abitanti dell'isola, restò finchè non
scomparve anche la sommità dell'albero più alto. Ora, per loro iniziava una
nuova vita, nella speranza che avessero fatto
la scelta giusta. Le cose all'inizio andarono abbastanza bene. Il lavoro per adattarsi
alla nuova casa assorbiva un pò tutti.
La costruzione di abitazioni, la
preparazione del terreno per le coltivazioni, l'allestimento dei recinti e
alloggi per il bestiame, portò tutti a collaborare in modo abbastanza equo,
tenendo la mente delle persone lontana da strani pensieri, attacchi di
nostalgia, recriminazioni e ripensamenti.
Poi, superati i momenti di attività più
intensi, la normalità della vita sull'isola fece riaffiorare antichi problemi.
Pregiudizi, gelosie, ripicche. I rapporti fra i marinai e i Tahitiani tornarono
a farsi tesi. La scintilla finale scoccò quando morì la moglie del marinaio John
Williams.
Questi era il fabbro e l'armaiolo e
quindi svolgeva un lavoro essenziale per tutti gli isolani. Praticamente era
sempre impegnato per risolvere i vari problemi che emergevano durante la vita
quotidiana e si rendeva conto di essere importante per la comunità. Pretese
perciò che gli venisse consegnata un'altra donna.
I suoi compagni non intendevano
rinunciare alle loro mogli e alla fine decisero di togliere una donna ai
tahitiani. Ne scaturì un conflitto che toccò il suo culmine il 20 settembre
1793. Quel giorno si passò alle armi e alla fine della giornata avevano trovato
la morte tutti i tahitiani ma anche quattro inglesi, compreso Christian che
vedeva così concludersi miseramente il suo sogno di una vita libera e semplice
per la quale aveva rinunciato a tutto. Aveva appena 29 anni.
I superstiti, trovarono comunque il
modo di andare avanti se non altro per sopravvivere. E le cose sembravano
essersi abbastanza sistemate quando, nel 1796, il marinaio McCoy trovò il modo
di distillare l'alcool dalla pianta locale del Ti. Purtroppo era un alcool
pesante e tossico che portava quasi subito ad una grave forma di
intossicazione.
McCoy ormai completamente intossicato,
mezzo pazzo ed in preda ad un terribile delirium tremens si gettò a mare dopo
poco tempo con una pietra al collo. L'anno successivo morì in un tragico
incidente la moglie del marinaio Quintal. Questi, distrutto dal dolore, pur
sapendo il rischio che correva, si dette all'alcool. Impazzì anche lui in breve
tempo. Un giorno, aggredì i suoi compagni, armato di ascia, accusandoli di
tutto quello che di brutto gli era successo. Furono costretti ad ucciderlo per
difendersi.
Ormai sull'isola, a parte le donne ed i
bambini, erano rimasti solo il marinaio John Adams, di carattere piuttosto
mite, cosa questa che lo aveva tenuto sempre fuori dai guai, e il guardiamarina
Edward Young che aveva stabilito un ottimo rapporto con le donne dell'isola.
Adam aveva notato che dal Bounty era stata scaricata una grande quantità di
libri.
Incuriosito da quanto potessero
contenere, pregò il suo compagno che gli insegnasse a leggere. Divenuto piuttosto
abile nella lettura, si gettò a capofitto nel nuovo impegno e, con grande
meraviglia, si rese conto che quanto leggeva gli apriva l'accesso ad un nuovo
mondo del quale non aveva mai nemmeno supposto l'esistenza.
Fu molto colpito dal contenuto dei libri
a sfondo religioso ed in particolare dalla Bibbia che lesse più volte. Non
poteva fare a meno di paragonare il messaggio che recava con quanto era
successo in quel viaggio. Lui era un ignorante ma gli altri, gli eruditi, gli
ufficiali, come avevano potuto restare indifferenti alla parola di Dio?
Ne discuteva continuamente con il suo
compagno che però non aveva le risposte o più semplicemente non le cercava. E
poi il 25 dicembre del 1790, anche Yuong morì per una grave malattia polmonare.
Adams a quel punto, ritenne suo dovere prendere in mano la situazione delle 10
donne e dei 23 bambini presenti sull'isola ed organizzare una società conforme
ai precetti della parola di Dio, basata su elementi di moralità, di onestà, di
correttezza e nella quale, fra i principali precetti, fosse bandito l'alcool
per sempre.
E ci riuscì. Nel 1814 le due navi
inglesi Briton e Tagus 'riscoprirono' l'isola. La notizia del ritrovamento di
quella particolare comunità, giunse rapidamente in patria. I risultati ottenuti
da Adams nell'organizzare la colonia secondo un profondo senso religioso, gli
fecero ottenere l'approvazione ed il perdono della società inglese.
I fatti avevano dimostrato come 'anche
un fuorilegge, un delinquente che si era macchiato di gravi crimini' potesse
convertirsi e, ispirato dalla parola di Dio, far del bene agli altri. Adams era
ormai considerato un patriarca e potè finalmente vivere gli ultimi anni della
sua vita veramente in pace.
E alla fine John Adams morì. Quanto dolore e
quanta violenza aveva veduto! Coinvolto, suo malgrado, in atti tremendi. Forse,
in certi momenti, avrebbe potuto ribellarsi ma non ne ebbe mai il coraggio. E
questo indubbiamente fu il suo più grande peccato. Non era un eroe, era un uomo
semplice che si trovò coinvolto in cose più grandi di lui. Ma nell'ultima parte
della sua vita, fece di tutto per rimediare, pregò e pregò e insegnò agli altri
a farlo e non si risparmiò mai davanti a nessuna fatica, a nessun impegno. Trasmise
per quanto possibile i precetti per una vita retta, l'onestà, la lealtà, la correttezza
e, per quel che potè, una accettabile moralità.
C'era sempre, per tutti. E un
giorno, io lo spero proprio, un giorno forse il Signore lo perdonerà".
Queste ultime parole furono pronunciate con la voce rotta dall'emozione e Angelo
vide distintamente delle lacrime negli occhi del vecchio, lacrime che questi si
affrettò a cancellare con il dorso della mano. Era sceso un profondo silenzio
che si protrasse per parecchi minuti. Angelo, ancora con la mente piena di
quelle scene, che gli erano state presentate in modo così completo che talvolta
gli era sembrato quasi di esserci. Il vecchio, con lo sguardo fisso sul
pavimento e la mente persa chissà dove.
Fuori il sole era completamente calato.
Ora solo le fiammelle delle candele illuminavano la zone dove essi si trovavano,
ormai in penombra. La particolare atmosfera di quel momento fu interrotta dal
rumore di una porta che veniva aperta e richiusa e da alcuni passi che si
avvicinavano. Riscosso all'istante da quei rumori, il vecchio ebbe un sobbalzo.
"Per bacco, il pastore che viene a chiudere la chiesa!" - e rivolto
al ragazzo- "Voi potete tranquillamente restare ma..... per quello che riguarda
me, diciamo che il pastore non avrebbe tanto piacere a vedermi qui. Siete un bravo
ragazzo e sono convinto che direte una preghiera per quei poveri sventurati e,
mi raccomando, accendete una candela per loro, quella grossa! Promettetemi che
lo farete".
Angelo si volse nella direzione da cui provenivano i passi e
poi di nuovo verso il vecchio, per salutarlo e rassicurarlo, magari per dargli
un po' di soldi, come compenso per il suo formidabile racconto ma l'uomo non
c'era più. "Ma come, un'altra volta? Come fa?". Si alzò e si diresse
verso la teca che conteneva il libro. Ora non si vedeva più quello strano alone
che aveva osservato di quando in quando durante alcune fasi del racconto. Il
volume conservava comunque una particolare attrazione, infondendo un senso di
rispetto e devozione a chi lo avvicinava. Certamente una suggestione, pensò Angelo.
Poi si accostò alla parete dove, fra gli altri, era appeso un quadro
raffigurante una scena serale.
Degli uomini, di spalle, che in piedi, su una
spiaggia, osservavano un vascello, che in mare, a breve distanza, era in preda
alle fiamme. Certamente la rappresentazione dell'incendio del Bounty e del suo
conseguente affondamento. Colui che aveva realizzato l'opera, era riuscito ad
infondere a quella tavola scolpita i toni di una realtà e drammaticità che
coinvolgeva in modo quasi angoscioso chi la osservava. A tratti, degli elementi
sembravano prendere vita, le fiamme, le onde, gli abiti degli uomini mossi dal
vento. Seguendo un impulso più forte di lui, prese il cero dalla mensola e lo
accese disponendolo accanto agli altri. Recitò una accorata preghiera per
quegli uomini che gli erano stati descritti così dettagliatamente, che gli
sembrava quasi di conoscerli. Poi, segnatosi, gli sembrò di riprendere il
contatto con una realtà da cui era stato separato all'inizio di quel fantastico
racconto, trascinato e affascinato da quella particolare figura di vecchio,
dotato della capacità di apparire e scomparire così all'improvviso.
Si rese
conto che dietro a lui, a pochi passi, era rimasto in silenzio, in rispettosa
attesa, un uomo di mezza età, robusto,
con un viso simpatico, brizzolato con un
paio di piccoli occhiali poggiati sul naso, che lo guardava con bonomia.
Angelo gli rivolse un cenno di saluto e l'altro a quel punto si presentò come
il pastore della comunità. Gli chiese se andava tutto bene e se per caso era lì
per parlare con lui. Angelo lo ringraziò e gli disse che grazie a Dio, aveva
comunque trovato in quel luogo ciò di cui aveva avuto bisogno. Poi salutando
uscì dalla chiesa per cercare il marinaio che lo riportasse a bordo della sua
imbarcazione. Il pastore sorridendo, si accostò alle candele accese, notando
subito quella appena aggiunta, poi scuotendo la testa si avvicinò al quadro che raffigurava gli ammutinati
mentre osservavano il vascello in fiamme. Guardando in particolare la figura
di un uomo di spalle, che appariva nel dipinto a fianco di Christian, vestito
con abiti di tela grezza ed un consunto gilet, disse: “Così ci hai rifatto di
nuovo eh, vecchio brigante. Hai ripetuto il tuo numero, come al solito, con il
turista di turno. Hai così bisogno di preghiere e di candele? Non ti bastano le
mie, di preghiere, che tutti i giorni penso a voi ed in particolare a te? Ma....,
dopo tutto non fai nulla di male e apparentemente sei piuttosto obiettivo, a
parte il fatto che non dici mai chi sei e che parte hai avuto in questa storia,
ma forse è meglio così”.
Dopo un ultimo sguardo alla sala della chiesa, per
valutare che tutto fosse in ordine, il pastore chiuse la porta e se ne tornò a
casa. Per quella sera non sarebbe venuto più nessuno. Nel buio, le candele
bruciavano e le loro fiammelle sembravano far muovere i personaggi intagliati
nei quadri. Il fuoco che stava consumando il Bounty sembrava vivo, come se
stesse divorando veramente il fasciame della nave mentre quegli uomini confusi,
amareggiati e pieni di incertezze ma speranzosi in un futuro migliore, lo
osservavano affascinati, ognuno con la mente persa nei propri dubbi e nei
propri fantasmi.
I (veri) protagonisti della storia :
Gli
ufficiali:
Tenente di vascello, comandante William
Bligh : abbandonato in una lancia al largo dell'isola Tonga, raggiunge
l'isola di Timor e da li torna in patria. Uscito indenne dalla commissione di
inchiesta, riprende la sua carriera militare.
Primo ufficiale Jonn Fryer : costretto
a salire nella lancia insieme a Bligh. Tornato in patria, continua carriera
militare.
Secondo ufficiale Fletcher Christian :
ritenuto l'organizzatore dell'ammutinamento. Si rifugia a Pitcairn dove viene
ucciso dai tahitiani.
Terzo ufficiale William Elphinston :
sulla lancia con Bligh. Muore a Timor per privazioni sopportate durante il
viaggio.
Medico di bordo Thomas Huggan : Muore a
Tahiti prima dell'ammutinamento per grave coma etilico.
Nostromo William Cole : leale,
costretto a salire sulla lancia con Bligh. Tornato in patria ha servito su
altre navi.
Capo artigliere William Peckover :
leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Tornato in patria ha servito
su altre navi.
Capo carpentiere William Purcell. Leale.
Con Bligh sulla lancia. Tornato in patria, ha continuato a servire su altre
navi.
I guardiamarina
:
John Hallet : guardiamarina. Leale. Sulla lancia con Bligh.
Tornato in patria ha continuato la carriera militare.
Thomas
Hayward :
guardiamarina. Leale. Sulla lancia con Bligh. Tornato in patria ha continuato
la carriera militare.
Peter
Heywood : aspirante
guardiamarina. Leale ma trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti
dall'equipaggio del Pandora, processato e graziato dal re.
George
Stewart : aspirante
guardiamarina. Leale ma trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti
dall'equipaggio del Pandora, muore nel naufragio del medesimo.
Robert
Tinkler : aspirante
guardiamarina. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Tornato in
patria riprenderà la sua carriera militare.
Edward Young : aspirante guardiamarina. Astenuto, con Christian a
Pitcairn, muore per una grave malattia polmonare.
I
sottufficiali:
Peter Linkletter : furiere. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Giunto a Timor,
muore poco dopo per privazioni dovute alla traversata.
John Norton : timoniere.
Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Ucciso dagli indigeni di
Tofoa, sacrificandosi per consentire ai compagni di fuggire dall'isola.
George Simpson : aiuto
nostromo. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Tornato in patria
servirà su altre navi.
James Morrison : aiuto nostromo. Leale, trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti
dall'equipaggio del pandora, alla fine del processo viene graziato dal re.
Servirà su altre navi.
John Mills :
artigliere. Ammutinato, con Christian a Pitcairn, ucciso dai tahitiani.
Charles Norman : carpentiere
Leale, trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti dall'equipaggio del Pandora,
al processo in patria viene riconosciuto innocente. Non salirà mai più su una
nave.
Thomas McIntosh : primo
carpentiere. Leale, trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti dall'equipaggio
del Pandora. In patria, processato e riconosciuto innocente. Servirà su altre
navi.
Lawrence Lebogue : velaio.
Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Per tutta la traversata seppe
ottenere dalle vele in massimo del rendimento. Tornato in patria, lascia la
professione di marinaio.
Charles Churchill : capo
armiere. Ammutinato, lasciato a Tahiti, ucciso dal marinaio Thompson
Josheph Coleman : armiere.
Leale, trattenuto sul Bounty. Arrestato a Tahiti dall'equipaggio del Pandora.
Alla fine del processo in patria viene riconosciuto innocente. Servirà su altre
navi.
Thomas Denman Ledward :
infermiere. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Tornando in
patria da Timor muore nel naufragio della nave che lo trasporta.
Samuel John Smith : cuoco
maggiordomo del comandante. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh.
Tornato in patria continuerà a servire il suo comandante.
I marinai :
Henry Hillbrant : marinaio, bottaio. Ammutinato, lasciato a Tahiti. Imprigionato sul
Pandora, muore nel naufragio del medesimo.
Thomas Hall : marinaio,
cuoco. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Giunto a Timor, muore
poco dopo per le gravi privazioni patite durante la traversata.
Robert Lamb : marinaio,
macellaio. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh. Muore durante il
viaggio di ritorno in patria per le gravi privazioni sofferte durante la
traversata.
William Muspratt : marinaio sarto e aiuto cuoco. Ammutinato, catturato a Tahiti
dall'equipaggio del Pandora. Processato in patria, viene graziato dal re.
Cesserà di fare il marinaio.
Thomas Burkett : marinaio. Ammutinato, arrestato a Tahiti dall'equipaggio del Pandora. In
patria, processato, riconosciuto colpevole e impiccato a un pennone della nave
da guerra Brunswich.
Michael Byrn :
violinista. Leale, trattenuto a bordo del Bounty. Arrestato a Tahiti
dall'equipaggio del Pandora, processato in patria e riconosciuto innocente.
Thomas Ellison : marinaio apprendista. Ammutinato. Lasciato a Tahiti e arrestato
dall'equipaggio del Pandora. Processato in patria viene riconosciuto colpevole
e impiccato ad un pennone della nave da guerra Brunswich.
William McCoy : marinaio.
Ammutinato, con Christian a Pitcairn. Intossicato dall'alcool, impazzito, muore
suicida.
Isaac Martin : marinaio,
falegname. Ammutinato, con Christian a Pitcairn. Ucciso dai tahitiani.
John Millward : marinaio.
Ammutinato, lasciato da Christian a Tahiti ove viene arrestato dall'equipaggio
del Pandora. In patria viene processato, riconosciuto colpevole e impiccato ad
un pennone della nave da guerra Brunswich.
Matthew Quintal : marinaio. Ammutinato, con Christian a Pitcairn. Ha incendiato il Bounty.
Alcolizzato e violento e' stato ucciso per difesa dai compagni Young e Adams.
Richard Skinner : marinaio. Ammutinato, lasciato a Tahiti da Christian, ove viene
arrestato dall'equipaggio del Pandora. Muore nel naufragio del medesimo.
Alexander Smith : noto come John Adams. Marinaio. Astenuto, con Christian a Pitcairn.
Organizza sull'isola una seria comunità con i superstiti e ne diventa il
patriarca.
John Sumner : marinaio.
Ammutinato, lasciato a Tahiti da Christian, ove viene arrestato dall'equipaggio
del Pandora. Muore nel naufragio del medesimo.
Mathew Thompson : marinaio. Ammutinato, lasciato da Christian a Tahiti, ucciso dai nativi.
James Valentine : marinaio. Feritosi durante la traversata del Bounty verso Capo Horn,
muore per le maldestre cure del medico di bordo.
John Williams : marinaio,
fabbro. Ammutinato, con Christian a Pitcairn, ucciso dai tahitiani.
Giardiniere :
Davide Nelso : marinaio. Leale, costretto a salire sulla lancia con Bligh.
Muore a Timor a causa delle privazioni sofferte lungo la traversata.
Aiuto giardiniere :
William Brown : botanico. Ammutinato, con Christian a Pitcairn, ucciso dai
tahitiani.
Per concludere il viaggio:
Papeete (Tahiti) NTAA to Rarotonga Avarua NCRG 705 Mn
Rarotonga Avarua NCRG to
Tonga Fua'Amotu NFTF 958 Mn
Tonga Fua'Amotu NFTF to Nausori
NFNA 500 Mn
Nausori NFNA to Santo Pekoa NVSS 740 Mn
Santo Pekoa NVSS to Honiara Intl AGGH 560 MN
Honiara Intl AGGH to Jacksons AYPY 900 Mn
Jacksons AYPY to Weipa YBWT
440 Mn
Weipa YBWP to Mopah WAKK 370 Mn
Mopah WAKK to Darwin YPDN 660 Mn
Darwin YPDN to Timor Est WATT 419 Mn