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Autore: rainandteardrops    04/09/2012    15 recensioni
Dove c'era lei, il sole spariva.
Al suo fianco potevi chiaramente vedere la scia di dolore che la accompagnava da parecchi anni ormai e che, con il tempo, si era intensificata, invece di ridursi.
Era più bianca del latte, magra al punto da riuscire ad intravedere le ossa, sotto la sua pelle chiara.
Ma era bella da morire.
Aveva due occhi grandi e verdi, come le foglie degli alberi in primavera, e dei lunghi capelli che al sole ricordavano la sabbia rossa del deserto.
I vestiti le scivolavano addosso, troppo larghi per lei, e sembrava talmente fragile che potevi facilmente immaginarla inginocchiata per terra, con la testa fra le mani, mentre i capelli le coprivano automaticamente il viso, in modo da nascondere la tristezza che traspariva costantemente dai suoi occhi.
Ma se ti avesse permesso di entrarci, avresti scoperto un mondo intero.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the brightest darkness.

1. he's an idiot.


Appena Liam fu abbastanza vicino, mi avvolse in uno dei suoi abbracci caldi e protettivi. Poggiai il mento sulla sua spalla, abbracciandolo a mia volta, ricordando per un istante il bambino paffutello che mi correva incontro ogni volta che mi vedeva. «Come stai?», dissi sottovoce, senza aspettarmi una vera risposta, mentre nelle mie orecchie percepivo l'eco della sua voce squillante, lontana anni e anni.
Sciolse l'abbraccio con lentezza estenuante, e presi a fissare la sua nuova chioma. Passai la mano tra i suoi capelli corti e scuri, quasi rimpiangendo i suoi riccioletti. 
Seguì con lo sguardo la mia mano, divertito. «Non ci vediamo da una vita, Cassie!», esclamò poi sorridente, e notai quanto fosse divertente la sua espressione, con gli occhi socchiusi e brillanti e le guance piene.
Automaticamente, le mie labbra si piegarono all'insù. «Hai proprio ragione», asserii.
«Sei così... diversa», e la sua espressione si spense radicalmente, facendosi perplessa, poi prese a squadrarmi dall'alto in basso.
Mi guardai fugacemente le gambe, messe in mostra dagli unici shorts che avevo portato con me. Odiavo mostrare il mio corpo, ma il pensiero che mi era passato per la testa mentre preparavo la valigia era stato: 'Sto andando in un posto dimenticato da Dio, chi vuoi che mi noti'. E invece, eccomi in compagnia del mio primo amico e del coglione numero uno. Non avevo ancora imparato che nulla andava secondo i piani.
«Le persone cambiano, Liam», dissi. Dall'ultima volta che l'avevo visto era passato circa un anno. In quell'arco di tempo, avevo ricevuto una sua telefonata solo il giorno in cui erano morti i miei genitori, perciò non sapevo bene se considerarlo ancora il mio migliore amico. 
Dopotutto, anche lui mi aveva abbandonata.
Appena pronunciai quelle parole, il mio sguardo si spostò sul ragazzo accanto a lui. Zayn se ne stava sulle sue, con i jeans scoloriti a vita bassa e una delle solite magliette bianche aderenti che avevano come unico scopo quello di mettere in mostra il fisico palestrato. Lo guardai in viso, reprimendo un moto di rabbia e tristezza. Ritrovai nei suoi occhi il mio sguardo impaurito; ricordai le sue labbra trasformarsi in un sorriso storto e compiaciuto che nasceva ogni volta che i suoi insulti facevano breccia, i capelli modellati con il gel ai quali dava una ritoccata tutte le volte che si avvicinava a me. 
Ricordavo perfettamente gli ultimi tre anni delle superiori, perché erano stati un inferno. Il nuovo arrivato si era rivelato il mio peggiore incubo. 
«Però scommetto che il tuo amichetto non è cambiato di una virgola», mi rivolsi a Liam, senza neanche guardare il diretto interessato.
«Non sono affari tuoi, bambolina», sentire di nuovo la sua voce era come un pugno nello stomaco. Era lo stesso tono irritante, sfacciato, compiaciuto e strafottente che lo aveva sempre contraddistinto, e che mi aveva spaventata per tre lunghissimi anni. Ricordavo anche tutte le volte che me ne stavo seduta in un angolo, in fondo alla classe, sentendomi invisibile ma allo stesso tempo troppo ingombrante a causa del mio fisico. Ricordavo anche tutti i 'sei grassa' che non mi facevano dormire la notte, o i 'sei orribile, nessuno ti vuole' che mi facevano tornare a casa in lacrime. Mi chiedevo come fosse possibile che dopo quasi un anno di tregua, senza neanche esserci visti da lontano, utilizzasse ancora quelle maniere.
«Senti, stronzo», con uno scatto mi voltai verso di lui, puntandogli un dito contro con fare minaccioso. E mi avvicinai pericolosamente a grandi passi, sentendomi per un attimo invincibile. Liam mi afferrò il polso, fermando la mia avanzata. «Che sei venuto a fare qui? Se pensi di poter continuare ad insultarmi, allora ti sbagli di grosso.», dissi, inchiodandolo con lo sguardo. 
Ma lui sorrideva come al suo solito, come se non valessi nulla, come se i suoi occhi vedessero un coniglio e non un leone pronto a sbranarlo. Forse era così, forse ero solo convinta di poter reagire. La realtà era ben diversa, non bastavano le convinzioni.
«Cassie, smettila», sentii il sussurro di Liam alle mie spalle. Sfruttando la sua presa, mi tirò verso di sè. «E' acqua passata», disse, cercando un contatto visivo con me, ma io continuavo a fissare Zayn e il suo sorriso da 'prendimiasberle'.
«Però devi ammettere che a qualcosa è servito: adesso sei molto più magra», disse, indicandomi con una mano, quasi soddisfatto di se stesso.
Sentii il mio viso avvampare. «Sei un coglione di merda!», urlai, con tutta la forza che avevo in corpo. Mi avventai contro di lui, e riuscii solo a vederlo arretrare con un sorrisino da stronzo sul viso perché Liam mi afferrò entrambe le braccia, all'altezza dei gomiti, trattenendomi. «Ma che testa di cazzo sei!», mormorò lui, ma la sua voce apparentemente calma fu completamente coperta dalla mia. 
«Stronzo! Vattene via!», continuavo ad urlare, con le lacrime agli occhi. 
Mi sentivo impotente, in gabbia, e percepivo su di me il peso di quegli insulti, insieme alle decisioni che mi avevano spinta a rifiutare il cibo, a rifiutare me stessa. 
Liam mi trascinò ai piedi della scalinata, che a stento vedevo a causa della vista offuscata. La gola bruciava, gli occhi pizzicavano e le gambe cedevano. «Perché l'hai portato con te? Deve andarsene, non voglio più vederlo!», sibilai disperata, cercando di divincolarmi. 
Lui mi mollò, brusco. «Spesso dice cose insensate, ma ti giuro che è cambiato», cercò di giustificarlo.
«E' difficile crederci, sai?», feci io ironica, asciugandomi le lacrime. Le mie mani furono presto sostituite dalle sue. 
«Dagli una possibilità, avanti. Era venuto per scusarsi con te».
Mi sembrava impossibile credere alle mie orecchie. Forse avevo capito male, avevo ancora nella testa l'eco delle sue parole. «Scusarsi?! Stai scherzando spero».
Intanto lo vidi avvicinarsi, quasi sconfitto e come se qualcuno lo stesse trascinando con una fune. «Ehy?», riuscii a sentirlo, si stava rivolgendo a noi. 
«Che diav...», feci per dire, ma Liam mi diede uno scossone. Lo guardai basita. «Non puoi capire come mi ha fatta sentire, Liam, non puoi. Così come io non posso perdonarlo».
«Una seconda chance deve essere data a tutti.»
«Non ad una testa di cazzo che parla per dare aria alla bocca, merda!», dissi a voce troppo alta, e solo a ripensare a quello che era appena successo, le lacrime minacciavano di fuoriuscire. 
La sua voce ormai non era più un suono difficilmente distinguibile, lo sentivo benissimo. «Lo so, ho sbagliato tutto con te», si scusò Zayn. Feci una risatina sarcstica. «Non intendevo dire quello che ho detto. Hai ragione, sono stato un idiota ad insultarti senza motivo per tutto quel tempo».
«Uno stronzo», lo corressi.
«Uno stronzo, sì», mi concesse lui, stringendosi nelle spalle.
«Anzi no, un coglione, un vile, un bastardo senza cuore»
«Grazie», disse serio.
Feci spallucce, tirando su con il naso. «Prego».
Respirò profondamente. Sentivo su di me lo sguardo vigile di Liam. «Ricominciamo?»
«Ci penserò», stetti sulla difensiva, senza riuscire a comprendere tutto quell'interessamento nei miei confronti.
«Potrebbe aiutarti a rimettere in sesto la casa», propose Liam, assurdamente euforico.
«Cosa?», chiedemmo io e Zayn, nello stesso istante. 
Lui ci guardò con un'occhiata da genio incompreso. «Sì insomma, quel rudere ha bisogno di un restauro».
«Potrebbe chiamare un muratore», fece Zayn. «Sì, posso tranquillamente chiamare un muratore», e per la prima volta fui d'accordo con lui. 
Avrei preferito passeggiare nel fuoco piuttosto che passare delle giornate intere con Zayn. E di certo lui avrebbe detto lo stesso di me.
«Avanti, è un modo per 'ricominciare', no?». Quella frase zittì entrambi. Sì, ero disposta a dimenticare tutto, ma intendevo ricominciare con piccoli passi, non a grandi falcate.
All'improvviso, qualcosa nella mia visuale si mosse. Zayn si avvicinò a Liam e batté una mano sul suo petto. «Va bene, amico», e si diresse verso la casa.


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Sì, sono viva! ahahahah
Ecco a voi il primo capitolo. C'è già un po' di movimento come potete vedere. :)
Boh, non so che dire. Spero che la storia vi incuriosisca e che vi appassioni almeno un po'. Grazie a tutte le persone che già la seguono  e grazie a chi ha commentato! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione, sapete che le adoro. E prometto che stavolta risponderò a tutte :D
Un bacio, Clà.
  
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