Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: dont_know_me    04/09/2012    2 recensioni
-Astar, Meihjr, Daftar- invocò la Shandar -noknet lober isbant- continuò dopo aver preso un respiro veloce -Efun Mousder!- concluse con un'esclamazione acuta e penetrante, mentre apriva gli occhi di scatto e l'anima tornava al suo corpo. Darren la afferrò per le braccia un attimo prima che cadesse: ormai lasciare il suo corpo la lasciava molto spossata, era ora che passasse il ruolo all'erede.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2- IL VILLAGGIO

 

Corse fino al villaggio e si preparò ad entrare: non era più il benvenuto da quando era stato nominato Guardiano.

Ma doveva entrare.

Il villaggio era piccolo, circondato da un semplice steccato di legno, e le case erano modeste abitazioni di legno e pietra. Nessuna aveva più di un piano tranne... beh, tranne quella di Sandor.

Quel pallone gonfiato era riuscito ad ottenere la carica di Alto guerriero grazie all'influenza di suo padre, e da allora non faceva altro che sperperare e fare sciocchezze con il suo bel gruppo di leccapiedi. Era uno sbruffone, ma per fortuna niente di più.

Ma era il peggior individuo con cui Darren volesse mettersi a discutere.

Prese un bel respiro e si incamminò verso il villaggio uscendo dal bosco.

Amava la foresta.

Certo, ultimamente era pericoloso starci con tutti quei Mousder in giro, però era una parte fondamentale del Guardiano. Ne aveva bisogno.

Quando era nel centro della foresta di Heilmoure, nella sua casa, poteva percepire tutto ciò che gli accadeva intorno: ogni singolo animale, ogni singola pianta e ogni creatura magica era parte di lui, gli dava energia e ne prendeva altra in cambio. In costante simbiosi tra le anime. Era fantastico.

Ed era per questo che gli riusciva così difficile allontanarsi dalla foresta, gli sembrava sbagliato, contro natura.

Entrò ad Heilmoure guardandosi attorno circospetto e puntò subito verso la casa della Shandar. Era la casa più a Est del villaggio e per arrivarci bisognava attraversarlo completamente.

Il villaggio si estendeva a forma di goccia in una larga valle circondata dalla foresta che cresceva sulle alte montagne di Grandal. Era una bolla di pace in un mare di orrori.

Oltre alle montagne, almeno così si diceva, regnava il caos più totale.

Gli anziani raccontavano di grandi deserti, mari infiniti colpiti da immense bufere, dove cadeva ghiaccio dal cielo e sgorgava lava dalla terra, in un continuo terrore per chiunque osasse allontanarsi da Heilmoure.

Ma Darren non ci credeva davvero. Secondo lui era solo la paura dell'ignoto che faceva parlare così gli anziani.

Era fermamente convinto che non potesse essere davvero così tragico, aveva la sensazione che ci fosse del bello anche al di fuori della sua terra natia.

Più che averne una sensazione, lo sapeva. Se lo sentiva. Era parte di lui un qualcosa che non riusciva ad identificare, e per questo credeva che se solo avesse messo piede fuori dalla valle avrebbe capito.

Ma non poteva andarsene. Non ancora, almeno.

 

Camminando immerso nelle sue riflessioni, non si accorse subito del gruppo di teppisti che gli stava venendo incontro.

Sandor. Maledizione.

Era l'ultima persona che avrebbe sperato di incontrare. E ora era lì, davanti a lui, con il suo sguardo strafottente stampato in faccia.

-Ma guarda un po'... il vagabondo è tornato in città- disse scatenando l'ilarità del gruppetto di guerrieri alle sue spalle. -E scommetto che porti guai- aggiunse con un ringhio, mettendo la mano sull'elsa del lungo pugnale che gli pendeva al fianco.

-Solitamente non mi porto dietro i guai, vedi, piuttosto li incontro casualmente per strada insieme ai loro amichetti- rispose acido Darren ruggendo a sua volta. -In ogni caso, vado di fretta: se non ti dispiace, togliti di mezzo- aggiunse subito prima che Sandor potesse reagire.

-Ehi, vagabondo, dove credi di...-

-Ah, già, dimenticavo! Il vostro intervento nella foresta non è più necessario: li ho eliminati entrambi. Ora se volete scusarmi...- e, dicendo questo, sgusciò tra quei bamboccioni diretto alla casa della donna.

Non rimaneva molto tempo, ormai era questione di giorni e l'incantesimo doveva essere pronto per quel momento. Aveva bisogno di tutti gli ingredienti.

 

La casa della Shandar si raggiungeva attraversando un piccolo ponte che sovrastava un ruscello, ramificazione minore del fiume che abbeverava tutta la valle: il Weindrint.

La casa era posizionata nella parte più estrema della “goccia” che creava il villaggio, in pratica ne chiudeva la forma.

Il Weindrint sorgeva a Nord, sulle vette più alte delle montagne e scendeva lungo i pendii formando cascate meravigliose. Poi giungeva alla valle e lì si divideva in due ramificazioni principali che circondavano quasi completamente il villaggio, rendendo fertili le pianure di tutta la valle.

Ma la ramificazione minore che separava la casa dal resto del villaggio non sorgeva lì per caso.

Si diceva che, fin da quando il villaggio era stato creato, tra le genti che lo abitavano ci fosse una donna, custode di un potere speciale, che aveva il compito di proteggere il suo popolo. Per farlo, dovette studiare a lungo un modo che le permettesse di amplificare il suo dono e dirigerlo in modo da creare uno scudo. Fu allora che ebbe l'illuminazione, trovò la soluzione nell'acqua che accarezzava tutto il perimetro del centro abitato. Avrebbe sfruttato il fiume e creato una barriera.

Ma per mantenerla attiva c'era bisogno di un continuo afflusso di potere, e quindi dovette condividere la sua aura vitale, la sua energia e la sua anima con un uomo e con la foresta. L'uomo che scelse fu colui che le aveva rubato il cuore, e ne fece il primo dei Guardiani. Ma per garantire l'afflusso costante, sia lui che lei dovevano vivere al di fuori della barriera, e condividere la loro anima con la foresta. Potevano entrare nel villaggio solo se sicuri che l'altro ne era fuori per mantenere costante il bilanciamento, o l'intero incantesimo si sarebbe spezzato. Ciò che non avevano ancora capito, era che l'incantesimo richiedeva qualcosa di più per mantenersi. La vita stessa.

I due protettori non potevano avere la stessa durata di vita, perché dovevano garantire che in morte di uno ci sarebbe stato l'altro e viceversa. Quindi non potevano avere la stessa età.

Fu per questo che la donna, dopo aver partorito una sua discendente ed averla addestrata per venti lunghi anni, decise di uccidersi. Ormai sapeva bene che non sarebbe vissuta ancora a lungo, era malata gravemente e decise di regalare gli ultimi anni della sua vita al Guardiano, per permettergli di garantire un successore anche alla sua stirpe.

La Shandar si sacrificò e pochi mesi dopo nacque l'erede del Guardiano, di quasi trent'anni più giovane della Shandar. Con il passare del tempo e delle generazioni, si era arrivati ad un salto di quasi quarant'anni, fino a quando...

Non adesso. Non puoi permetterti distrazioni.

Morendo, la donna aveva bilanciato le età garantendo protezione costante al suo villaggio.

 

Lei aveva adempiuto al suo compito. Ora spettava a Darren.

 

 

il mio spazietto: bene, eccomi qui con il secondo capitolo (con un bel po' di tempo di ritardo, vi chiedo perdono!). Ringrazio tantissimo chi ha letto questa storia e soprattutto Lelaiah e Fyre97 che hanno recensito. Vi ringrazio enormemente!

Inoltre un grazie particolare va ad Antony_ che mi ha messa tra gli autori preferiti! Un bel coraggio, complimenti ;)

Vi ringrazio ancora di cuore di seguirmi e... beh che altro dire: al prossimo capitolo!

Un bacione, charly

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: dont_know_me