Sorriso grottesco
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Perde la voce, e quando la ritrova non gli appartiene più: smorzata, acidula,
ossessivamente apatica.
Il corpo schizza sangue ad ogni
fiato; inquieti rumori gli levano il capo.
Il mostro scuro falsa un sorriso, senza affetto.
Denti digrignati cercano di simulare un ricordo perduto, ultimi resti dell’un
tempo ambito ed onnipresente sorriso materno.
Non v’è traccia di sua madre, che è nella sua testa, non lì.
Indietreggiare senz’arti, è quanto il corpo esanime possa permettergli per
salvarlo da oscene rimembranze; odiando quella creatura con ogni forza, potrà
evitare di temerla così tanto.
Quel che le sue stesse mani hanno prodotto.
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[Note:
Basato su uno dei momenti più intensi di tutta la storia, il
risultato della trasmutazione della mamma
(pagg. 36/40), e su
un passo toccante e decisivo (da pag. 17 in avanti) di un discorso ad essa correlato di Ed & Al, del
volume 11. Una delle poche storie, fino ad ora, dedicate a questo momento nel fandom
italiano, successiva solo a Livin' in a sin, di Melchan.
Date un'occhiata ai links, nel caso non aveste letto il corrispettivo cartaceo della vicenda o voleste leggere altro correlato a questo passo della trama di fma e non
solo.
Mutata la mia sconsolata energia distruttiva, in seguito ad una visione che mi
ha resa a lungo apatica, in energia costruttiva, ho scritto questo.
Terribilmente sentito.
Le recensioni, per inciso, mi riempiono di gioia.]