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Autore: Christine23    21/03/2007    41 recensioni
“Granger, visto che non hai nulla da metterti, perché non restiamo a casa?Così non devi indossare nulla e intendo letteralmente” alito sul suo orecchio con tono malizioso, prendendo a tracciare dei lievi baci sul suo collo.
Non l’avessi mai fatto.
“Draco, quante volte ti ho detto che noi dobbiamo andare dai miei?Loro ti vogliono conoscere da secoli, e, prima per un impegno, poi per un altro, abbiamo sempre rimandato. Perciò è inutile che cerchi di corrompermi. Tu ci verrai, a costo che ti ci trascino io stessa!” mi scansa in malo modo, severa.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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a casa dei suoi

A casa dei suoi


Dopo aver elencato alla mia dolce metà almeno un miliardo di validissimi motivi per cui il sottoscritto non dovrebbe assolutamente uscire di casa stasera, mi ritrovo seduto sul letto della nostra camera a schivare vestiti che volano da ogni parte; naturalmente tutti lanciati con spaventosa mira verso la mia bellissima faccia.
Maledizione. Non ho niente da mettermi” piagnucola Hermione, guardando verso di me come se fosse mia la colpa.
Niente? Sono praticamente seppellito vivo  e tu dici niente?” mi libero dell’ennesimo vestito che mi è finito in testa.
Lei mi ignora bellamente, tornando a provarsi  altri vestiti;  mi chiede ogni due minuti come sta, io le rispondo che lei sarebbe divina anche con un sacco addosso, ma se ne frega altamente di quello che penso e arriva sempre alla conclusione che non si piace. Allora che me lo chiede a fare?
“Granger, visto che non hai nulla da metterti, perché non restiamo a casa?Così non devi indossare nulla e intendo letteralmente” alito sul suo orecchio con tono malizioso, prendendo a tracciare dei lievi baci sul suo collo.

Non l’avessi mai fatto.
“Draco, quante volte ti ho detto che noi dobbiamo andare dai miei?Loro ti vogliono conoscere da secoli, e, prima per un impegno, poi per un altro, abbiamo sempre rimandato. Perciò è inutile che cerchi di corrompermi. Tu ci verrai, a costo che ti ci trascino io stessa!” mi scansa in malo modo, severa.
San Salazar ,è da un anno che aspettano di conoscermi; sbuffo sonoramente al pensiero che, probabilmente, subirò un interrogatorio da parte dei suoi genitori.
Almeno fosse stata solo una cena intima tra noi, invece no! Ci saranno anche amici di famiglia babbani. E Hermione sa quanto io sia scorbutico e a disagio con persone che non sconosco; forse, se fingo di sentirmi male, dovrei riuscire a cavarmela.
“Che ne pensi di questo?”
Mi giro verso di lei, per poco non mi sento davvero male; è avvolta in un vestito nero lungo fino al ginocchio, il corpetto, ricamato da alcune rose, aderisce perfettamente al seno non molto prosperoso, la pelle vellutata della schiena nuda è visibile attraverso una serie di lacci incrociati.
Mi ordino di non prenderla di peso e buttarla sul letto per strapparle il vestito di dosso, perché altrimenti non riusciremmo mai ad arrivare in un  orario decente a casa Granger.
Divino” mi sorride radiosa, catturandomi le labbra in un bacio che non ha nulla di casto. Io cerco in tutti i modi di non saltarle addosso, e lei mi bacia così?
“Oh, ma  è tardissimo! Sono già le sei e mezza! Vai subito a farti la doccia, Malfoy!” mi ordina categorica, dopo aver dato un’occhiata all’orologio.
Sospiro rassegnato, faccio per dirigermi in bagno, quando, guardando nuovamente Hermione che si sfila quel vestito-ti prego- saltami addosso, mi sorge un dubbio: questi amici di famiglia, quanti anni avrebbero esattamente?
“Hermione, che età hanno questi amici di famiglia?” domando con cautela, cominciando a sfilarmi la maglietta e la cintura.
“Sono coetanei dei miei genitori, perché?”mi guarda confusa.
“Così, chiedevo” alzo le spalle, ora, più tranquillo, raggiungo il bagno con addosso solo un asciugamano intorno alla vita.
“Poi ci sarebbe loro figlio, Nick” mi dice come se niente fosse.
Mi blocco con la mano a mezz’aria sulla maniglia della porta; Nick? Nome proprio di persona maschile? E lei ha intenzione di andare là con quel vestito-saltami addosso, dove c’è Nick, nome proprio di persona maschile?
Nick?” sibilo lentamente, tornando in camera.
“Ci conosciamo fin da bambini” risponde con tono vago, facendomi presagire che non  abbia detto proprio tutto quel che c’è da sapere.
“E..?”incalzo a continuare con lo sguardo.
“Siamo stati insieme per poco tempo, mentre frequentavo il sesto anno” confessa finalmente,  minimizzando la cosa.
Il suo ex?
Scegli un altro vestito” sentenzio irremovibile.
Cosa? Che ti prende?” spalanca la bocca stupefatta.
“Ho detto di sceglierne un altro. Non farmelo ripetere” insisto ancor più irritato.
Di che era di fronte a me con gli occhi spalancati dalla sorpresa, la vedo gettarsi sul letto con la mano sulla pancia, scossa da risate sguaiate.
“Che diavolo hai da ridere?” ringhio, sollevando un sopracciglio.
“Malfoy è geloso, Malfoy è geloso!” inizia a canticchiare tra una risata e l’altra.
Geloso? Tsk. Un Malfoy non è mai geloso.
“Non essere ridicola” ribatto, mantenendo una calma forzata.
Lei continua a ridere, rotolandosi di tanto in tanto sul materasso.
Non aggiungo nient’altro, eccetto un grugnito animalesco, dopodichè  mi dirigo ,deciso, verso il bagno.
“Draco, dai, scherzavo” mi raggiunge in bagno, accostandosi alla porta della doccia, dove io sono già occupato a lavarmi.
Cerco di ignorare il suo corpo mezzo nudo, coperto solo dalla biancheria intima, limitandomi a massaggiare i capelli con lo shampo.
“Mi fa ridere il fatto che tu possa essere geloso. Dio, ti sei visto?” si morde le labbra, incapace di resistere alla tentazione di accarezzarmi il torace insaponato.
Acceso da un’irrefrenabile voglia, che mi ha scatenato la sua carezza, la sollevo per i fianchi e la chiudo dentro con me.

                                                                   

                                                                                         ***

 

Scruto con occhio critico il mio riflesso allo specchio; giacca nera, camicia bianca perfettamente stirata, capelli ancora umidi spettinati, mento sbarbato.
Hermione, intanto, esce dal bagno,  vestita e truccata di tutto punto; i capelli sono raccolti in un grazioso chignon, lasciando nuda la pelle del collo, dove un leggero rossore segna il punto in cui lui l’ho morsa, durante l’impeto dell’amplesso dentro la doccia.
Contemplo la cravatta che ho in mano, indeciso se indossarla o meno; Hermione si accosta di fianco a me, ci guardiamo intensamente attraverso il riflesso dello specchio.
“Non essere nervoso. Gli piacerai sicuramente” mi accarezza il collo delicatamente, per poi sostituire le dita con le labbra, posandomi un bacio all’altezza della giugulare.

                                                                                                 ***

 

 “Loro sanno che noi non… eravamo molto amici a scuola?” chiedo, fissando con ansia la porta in legno della casa di Hermione.
Prende a mordicchiarsi le labbra con fare nervoso, evitando di guardarmi.
“Ti prego, dimmi che non gli hai detto che ero uno stronzo, il figlio di un Mangiamorte, che mi odiavi…e tutto il resto” arruffo i miei capelli, agitato.
“Sì. Purtroppo

Cazzo. Mi detestano.
Hermione suona il campanello; ogni possibilità di fuga va a farsi benedire.
Dopo pochi secondi,  il signor Granger, un uomo abbastanza alto, sulla quarantina, con capelli scuri e profondi occhi castani, apre la porta.
“Tesoro! Fatti abbracciare!” esclama raggiante, soffocando la figlia in un tenero in abbraccio.
“Non così stretto, papà. Mi soffochi” soffia con difficoltà, liberandosi dalle sue braccia.
“Oh, sì. Scusami, cara” sembra non essersi ancora accorto della mia presenza, talmente concentrato sulla figliola che non vedeva da tempo.
“Papà, ti presento Draco” con un sorriso mi invita a fare un passo in avanti.
Il sorriso che l’uomo ostentava poco innanzi, svanisce di colpo; mi guarda in tralice di sottecchi, mantenendosi a distanza.
“Piacere di conoscerla” farfuglio educatamente, porgendogli la mano.
“Il famoso Draco, eh commenta impettito, stringendomi un po’ troppo vigorosamente la mano.
Merda. Mi odia.
Resto in silenzio, lo stomaco inizia a vorticare come se all’interno ci fossero delle api; Hermione mantiene un sorriso tirato stampato in viso, cercando di ignorare la strana tensione che si è creata.
“Dov’è la mamma?” la sua voce esce stranamente acuta.
“In cucina. Sta ancora trafficando ai fornelli. Perché non vai ad aiutarla? Così io e Draco facciamo due chiacchiere” le propone, senza distogliere gli occhi dal sottoscritto.
La supplico con un’occhiata disperata di non lasciarmi nelle sue grinfie, ma Hermione solleva le spalle e abbozza un sorriso divertito, lavandosene le mani.
“Accomodati, figliolo”” mi indica il divano in pelle rossa al centro del salone.
Hermione scompare in fondo al corridoio fischiettando allegramente.

Maledetta donna.
Il signor Granger si accomoda su una poltrona posta esattamente di fronte a me; Grattastinchi, il gatto di Hermione, si arrampica sulle sue gambe e si acciambella sulle cosce.
Mugola di apprezzamento quando inizia ad accarezzargli la schiena; tra il pelo fiammeggiante dell’animale, spicca il grosso anello che l’uomo indossa nel mignolo destro.
Non so perché, ma le scena sembra ricordarmi terribilmente un film babbano che Hermione mi ha costretto a vedere: forse si chiamava il Padrino?
“Allora, Draco. Che intenzioni hai con mia figlia?” domanda apparentemente distratto, continuando ad accarezzare la bestiola.
Vuole sapere se intendo sposarla?
Ingoio a vuoto, con le mani sulla nuca pronte ad spettinare i capelli; gesto che faccio sempre quando sono nervoso.
“Non abbiamo ancora parlato del nostro futuro, è un po’ presto, ecco. Ma le assicuro che ho intenzioni serie”
Mmm. Da come mia figlia ci parlava di te, in passato, sembrava ad dir poco fantasiosa una vostra relazione ” perché la sua voce si è abbassata di almeno tre toni? Sembra proprio che l’abbia modulata nello stesso modo dell’attore di quel film.
“Lo so. Stento ancora a crederci anche io. Ma sono cambiate molte cose, ecco” accenno un sorriso malinconino, ripensando agli anni trascorsi ad Hogwarts.
“Lo spero. Non ci siamo fatti una buona opinione di te, figliolo
“Hermione mi odiava, e a buon ragione anche. Il mio comportamento era provocato da cose che non sto neanche a spiegarle, è una storia complicata” spiego amaramente.
Mmm, ti credo. Figliolo, che religione pratichi?” socchiude gli occhi, sporgendosi verso di me.

Che razza di domanda è?
“Ehm, protestante. Anche se non sono molto praticante, a esser sincero”
l’uomo si sporge ulteriormente, il suo sguardo ha un non so che di minaccioso.
“Noi siamo cattolici e molto praticanti. Come ben sai, mia figlia deve arrivare pura al matrimonio. So che è ardua la tentazione, ma voi non avete fatto niente, giusto?” ora è a due spanne dal mio viso.

Lui vuole sapere se sono andato a letto con sua figlia?!
Cioè, crede che Hermione, stando col sottoscritto, possa essere ancora vergine?!
Inizio a tossire, cercando di scacciare il ricordo di me ed Hermione avvinghiati e nudi sotto la doccia.
“Draco, ti farò un’offerta che non potrai rifiutare” ma cos’è, un imitatore sfegatato di quell’attore?
“Se tu non tocchi mia figlia, io lascerò la tua virilità intatta”
Sbarro gli occhi, allarmato porto d’istinto una mano all’altezza del cavallo dei pantaloni; Hermione compare nel salone, il suo sguardo perplesso vaga da me a suo padre,  infine esplode in una fragorosa risata.
L’uomo la segue a ruota,  cosa che mi preoccupa ancora di più; mi stanno prendendo in giro?
Quell’uomo ha minacciato di castrarmi, san Salazar! Cosa c’è da ridere?!
“Non ci posso credere che tu abbia di nuovo recitato il padrino!” sghignazza incredula, asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“Sai che non riesco a resistere, tesoro!” ridacchia anche lui, allo stremo delle forze, sfilandosi l’anello di prima.

Mi ha preso per il culo.
“Ha sempre recitato la parte del padre all’antica con i ragazzi che frequentavo!” spiega sorridente.
Magari, se ne fossi stato informato prima, non avrei fatto figure di merda.
“Draco, scusami se ti ho spaventato” mi sorride rassicurante; tiro un sospiro di sollievo a pieni polmoni, abbandono la posizione tesa e rigida che avevo assunto per rilassarmi completamente contro la spalliera del divano.
Continuiamo a chiacchierare ancora un po’, finché la madre di Hermione fa la sua comparsa in salotto con un largo sorriso.
Hermione le assomiglia in modo impressionante: stessi capelli, stesso colore di occhi, perfino lo stesso identico nasino arricciato. “Draco, che piacere conoscerti, finalmente! Hermione ci ha parlato tanto di te!” la donna mi stringe affettuosamente la mano.
“Il piacere è mio, signora Granger”  
“Chiamami Jane, caro! Sapessi quante cose meravigliose ci ha detto Hermione su di te” esclama entusiasta, lanciando un’occhiata piena di complicità alla figlia.
Fulmino Hermione con uno sguardo, offeso di esser stato ingiustamente ingannato; lei mi ritorna un sorriso divertito.
“Ne sono lieto” mormoro, mantenendo gli occhi fissi su Hermione.
“A proposito, non mi avevi detto che era un così bel ragazzo” la signora Granger fa l’occhiolino alla figlia, la quale si gode il mio viso imporporato dall’imbarazzo.
Jane si congeda per andare ad aprire la porta, gli altri ospiti devono essere arrivati; mi irrigidisco come un manico di scopa.
Un ragazzo alto, non tanto quanto me, dai capelli castani e gli occhi celesti, fa capolino dal corridoio.
“Hermione! Quanto tempo!” esclama felice il fantomatico Nick, correndo ad abbracciarla, sotto gli occhi irrequieti del sottoscritto. 
“Nick, come stai?” finalmente la lascia andare.
“Bene. Anche tu, vedo. Cavoli, sembra che siano  passati secoli dall’ultima volta che ti ho visto” il tizio la fissa dalla testa ai piedi con ammirazione.

Speriamo che ne passino almeno altri cinquanta di secoli.
Tossisco sonoramente con lo scopo di interromperli; Nick si volta infastidito verso di me, mal celando il suo dispiacere nel vedermi.
“Draco, Nick. Nick, Draco” fa le presentazioni un’allegra, troppo allegra, per i miei gusti, Hermione.
“Il ragazzo di Hermione” stritolo la sua mano in una morsa letale.
Piacere di conoscerti” accenna un sorriso finto, ricambiando con medesimo vigore la stretta.
“I tuoi genitori?” domanda confuso il signor Granger, dopo averlo saluto calorosamente come un figlio.
“Purtroppo c’è stato un imprevisto. Sono fuori per lavoro”
“Toh, guarda” commento ironico a tono basso,  in modo tale che il tizio non possa sentirmi.
“Hai detto qualcosa, Draco ?” pronuncia il mio nome arricciando le labbra come se fosse una cosa disgustosa.
“No. Ti sbagli”.
La situazione è comica; io sono di fronte al tizio, che mi guarda con disprezzo, ricambiato da me, ovviamente, ed Hermione, posizionata al centro tra noi due, sovrastata dalla nostra altezza, ci guarda entrambi con apprensione.
“La cena è pronta!” annuncia soddisfatta Jane, ponendo fine a quella lotta di sguardi.

 

                                                                                                ***

 

Casualmente, Nick ha deciso di sedersi accanto ad Hermione, così lei è imprigionata al centro tra me e lui.
Draco, sono curioso di sapere come vi siete innamorati tu ed Hermione ” si rivolge a me, tagliente, sorseggiando il suo bicchiere di vino.
“E’ stata una cosa graduale” rispondo freddamente.
“Strano, sai. Lei non mi ha mai parlato bene di te”
“Lei non mi ha proprio parlato di te, invece” ribatto con un ghigno.
Nick serra sia la mascella che la mano stretta intorno al bicchiere.
“Ti odiava” mi informa di qualcosa che so già perfettamente.

Che essere inutile.
“Chi disprezza compra, caro” prendo il coltello per tagliare la carne, avendo voglia di usarlo per fare ben altro.
“Oh no, vi prego! Raccontateci come è scoppiato il colpo di fulmine!” ci supplica la madre di Hermione, curiosissima, facendoci andare l’acqua di traverso.
“Non mi sembra il caso, mamma…” protesta Hermione imbarazzata, ricordando come era scoppiato.


Eravamo nel pieno mese di Dicembre del nostro ultimo anno ad Hogwarts; in quel periodo ero cupo e inquieto, a causa della situazione in cui mi trovavo.
Ero stato solo un ragazzino viziato in passato, non avevo ancora capito quanto potesse essere terribile diventare quello che i miei genitori volevano che diventassi, fino a quel momento.
Quel giorno, feci quello che di solito facevo quando volevo liberarmi dai pensieri: volare sotto la pioggia, farmi investire da quel getto gelido e sfidare il vento.
La pioggia, che fino a quel momento era solo fitta, si tramutò in una vera e propria tempesta; la forza del vento mi fece perdere il controllo della scopa e caddi.
Non seppi mai cosa successe esattamente, ma, mentre precipitavo, rassegnato al mio destino, sentì il mio corpo arrestarsi di colpo.
Mi ritrovai sdraiato sull’erba del campo di Quidditch con tutte le ossa integre, ancora vivo;non misi subito a fuoco la figura chinata su di me.
“Malfoy, stai bene? Sei precipitato da più di 3000 metri di altezza, sono riuscita a fermarti appena in tempo!” strillò una voce femminile, nel tentativo di coprire il rumore della pioggia e l’ululato del vento.
L’immagine divenne finalmente nitida; quasi mi venne un colpo quando vidi la Granger, bagnata fradicia, con il viso ancora segnato dalla paura.
“Credo di sì” sussurrai intontito.
Nel frattempo, la tempesta peggiorava di secondo in secondo; sarebbe stato impossibile ritornare al castello in quelle condizioni, a mala pena riuscivamo a reggerci in piedi senza esser trasportati via dal vento.
Ci mettemmo al riparo all’interno degli spogliatoi, in attesa che la tempesta cessasse.
“Che ci facevi fuori, Granger?” le domandai con quella tipica “gentilezza” che riservavo solo a lei.
“Potrei farti la stessa domanda. Solo un idiota come te poteva avere la bellissima idea di farsi un giro sulla scopa durante una tempesta” rimbrottò acida, strizzandosi i capelli bagnati.
“Fatti i cazzi tuoi” esordii, non curandomi minimamente della mia maleducazione.
“Oh, figurati, non mi devi ringraziare, Malfoy. Ti ho solo salvato la vita, che vuoi che sia” commentò sarcastica.
“Nessuno te lo ha chiesto” un sorriso amaro scappò dal mio controllo, quando andai a sedermi su una panca.
Hermione notò quel mezzo sorriso e stranamente rimase in silenzio.
“E’ meglio restare qui finché non smette” propose, controllando le condizioni del tempo attraverso la finestra..
Feci un debole cenno d’assenso col capo; mi afferrai la testa tra le mani, gemetti di dolore quando mi accorsi di avere un grosso taglio sulla fronte e diversi altri sul viso, che dovevo essermi procurato durante la caduta, andando a infilzarmi contro qualche ramo.
“Ma tu sei ferito” Hermione mi venne subito vicino, appena se ne accorse; fece apparire un piccolo kit di pronto soccorso con un semplice movimento della bacchetta.
Poi, fece qualcosa di assolutamente imprevedibile, si sedette sulle mie gambe, facendomi sussultare di sorpresa e non solo; sentii una carica elettrica tale che dovetti premere i palmi sulla panca per sorreggermi.
“Granger, che diavolo stai facendo?” grugnii perplesso.
“Ti curo le ferite, ingrato” mi rinfacciò stizzita, premendo un batuffolo di cotone pieno di disinfettante contro il mio labbro, che sfiorò involontariamente con le dita.
Cominciai a sentirmi accaldato, eppure sapevo bene che fuori c’erano solo 2 gradi.
“Seduta su di me? Granger, non immaginavo fossi attratta dal sottoscritto” sorrisi sprezzante.
“Non dire sciocchezze, Malfoy. E’ il modo migliore per farti curare, impedendoti di ribellarti. E poi, solo una sordo-cieca potrebbe trovarti attraente” arrossì leggermente.
“Quindi, l’intera popolazione femminile di Hogwarts è sordo-cieca” conclusi ironico.
“Beh. Sì” balbettò, si trovava in difficoltà.
“Se fossero davvero solo le sordo-cieche a trovarmi attraente, sarei sicuro che mi amano davvero per quello che sono. Non perché sono bello e ricco. Sono contento di non piacerti, vuol dire che non sei una che bada all’apparenza” di nuovo quel sorriso amaro che sfuggiva al mio controllo.
Ci fissammo negli occhi per un tempo indefinito, studiando i nostri visi, notando anche particolari fisici di cui non ci eravamo mai accorti, visto che in tutti quegli anni ci eravamo limitati solo a vederci
e non a guardarci; il contatto visivo si spezzò solo quando lei mi sfiorò il taglio che avevo sul labbro, tracciandone le curve con le dita.
Chiusi gli occhi di scatto, la sua pelle contro la mia ebbe lo stesso effetto dell’acqua fresca dopo giorni interi di disidratazione.
Senza rendercene conto, le nostre  labbra, dapprima, iniziarono ad accarezzarsi lentamente, sfregandosi languide, poi,  si morsero con impeto, cercando di esplorarsi sempre di più, agognandosi sempre di più.
Non mi ero mai sentito in quel modo prima d’allora, così elettrizzato, vivo, eccitato in modo quasi doloroso; mi chiesi come avessi fatto a vivere per tutto quel tempo senza averla mai baciata.
Invasi da quell’improvvisa e violenta passione, ci ritrovammo stesi sulla panca, uno sopra l’altra;  le artigliai la cosce con possessione, accarezzandole in modo lascivo, lei, sospirò di piacere contro mia bocca, tuffando le mani nei miei capelli ancora bagnati.
Saremmo stati capaci di andare oltre se, la Mcgranitt, che era venuta a cercarci, non fosse entrata all’improvviso nello spogliatoio.
Solo in seguito seppi perché Hermione si trovava nel campo di Quidditch quel giorno: adorava stare sotto la pioggia, proprio come me.


Ricordo quel giorno con un sorriso ebete a solcarmi il viso; no, non è proprio il caso di raccontarlo ai Granger.
“Stavo volando sotto la pioggia, ho perso il controllo della scopa e sono caduto. Lei si trovava lì e mi ha salvato in tempo. E poi…si è presa cura di me” spiego su due piedi, tralasciando i dettagli e sanando la curiosità dei suoi genitori.
“Hermione è sempre stata fatta così!” concorda orgogliosa la madre.
“Vado un attimo in camera mia, torno subito”ci informa Hermione con uno strano luccichio negli occhi; la seguo con lo sguardo uscire dalla sala da pranzo, attento a non perdermi nemmeno un dettaglio della sua andatura elegante.
“Oh, ho dimenticato di prendere la torta di mirtilli!” si ricorda improvvisamente Jane, alzandosi.
“Non si preoccupi, vado a prenderla io” si offre volontario Nick, già in piedi.
“Grazie caro, sei molto gentile”
Gentile un cazzo. Vuole raggiungere Hermione.
Aspetto che esca dalla stanza, poi mi rivolgo ai Granger.
“Scusate, dov’è il bagno?”
“Al piano di sopra, in fondo al corridoio a destra” mi risponde il signor Granger con uno strano sorriso, come se avesse capito tutto.
Mi materializzo direttamente davanti la porta della camera di Hermione, accostando l’orecchio.
“Cosa stai facendo?” come avevo previsto, Nick è lì dentro.
“Nick, perché sei qui?”.
“Volevo parlarti. In privato”
“Di cosa?”

“Non puoi stare con lui. Sono io quello giusto per te”
“Draco è l’uomo più giusto per me che esista” si altera lei.
“Herm, per me è come se questi anni non fossero mai passati, ti amo ancora, lo capisci?”
“E’ un problema tuo”

“ Non sai per quanto tempo ho pensato a te in questi anni, poi, ti rivedo adesso più bella che mai. Dio, Hermione, quel vestito mi sta pregando di saltarti addosso”
Apro la porta con una spallata, assisto in tempo allo schiaffo che Hermione stampa con violenza sulla guancia dell’altro, con  mio sommo piacere.
“La cucina è di sotto, Nick” gli ricordo, scoccandogli un’occhiata per niente amichevole.
Il tizio si avvicina a me con fare spocchioso.
“Lo so” sibila a tono di sfida.
Ghigno beffardo, avvicinandomi ulteriormente per sovrastarlo con la mia altezza.
“Granger, hai detto al tuo amico che sono un ex Mangiamorte, ovvero, un ex pazzo furioso assassino?” estraggo la bacchetta dalla tasca, facendola volteggiare pericolosamente tra le mie dita.
“Devo averlo dimenticato” Hermione finge un tono dispiaciuto, reggendo il gioco.
“Un M-Mangiamorte? Q-quelli che erano sudditi di Volde qualcosa?” balbetta Nick in preda al panico.
Hermione cerca di trattenere il sorriso che tenta di uscire fuori; scatto in avanti verso di lui, che cade a terra da solo, nonostante io non l’abbia sfiorato nemmeno con un dito. Goffamente riesce a rialzarsi e correre via dalla stanza; rimasti soli, scoppiamo a ridere come matti, fino a farci venire le lacrime.
“Hai visto che avevo ragione io? Non dovevi metterti questo vestito. E, visto che siamo in tema, non metterlo mai più” la attirò a me, usando quel tono intimidatorio che a lei piace tanto.
“Farò tutto quello che desideri, mio padrone” mugola al mio orecchio, colmandolo col suo alito caldo.
Tutto?” la spingo sul muro, facendo pressione sul suo corpo col mio; si aggrappa al mio collo in modo che io la sollevi in braccio, le imprigiono la bocca, solleticandole la lingua con la mia, finché non è lei stessa a renderlo ancora più impetuoso, spingendomi di più contro di lei. Preso dalla foga, abbasso la cerniera del suo vestito per intrufolarle una mano sui fianchi nudi, e poi giocare con l’elastico degli slip.
 La mia giacca  finisce per terra, lo stesso la mia camicia, che lei ha sbottonando velocemente; un gemito roco esce dalle mia labbra, provocato dalle carezze languide che mi percorrono la schiena.
Sovraeccitato, porto entrambe le sue mani a slacciarmi la cintura, una volta tolta, le abbasso il vestito, scoprendole il seno, su cui concentro tutte le mie attenzioni, carezzandolo con le labbra.
“Cosa eri venuta a cercare?” le domando col fiato pesante, preso dalla lussuria.
“La camicia che mi hai prestato la prima volta che abbiamo fatto l’amore” smette, momentaneamente,di baciarmi per indicarmi con un cenno del capo una camicia bianca piegata sulla sedia della scrivania.
La camicia della mia vecchia divisa di Serpeverde.
Riporto il mio viso alla stessa altezza del suo, le afferro il viso con le mani, baciandola con ancora più impeto di prima, se possibile, urlandole silenziosamente quanto la amo.
“Hermione, per caso, sai dirm-” il Signor Granger entra nella stanza, per poi arrestarsi impietrito.
Merda. Merda. Merda.
Mi scanso immediatamente da Hermione, la quale cerca di coprirsi col vestito che le sta miracolosamente in piedi, guardando l’uomo con il terrore puro dipinto negli occhi.
Non l’avessi mai fatto.
Il suo viso sembra parlare, e quello che dice è piuttosto palese: leva quelle zampe da mia figlia.
“Signore mi scusi i-io non v-volevo…” farfuglio cercando in tutti i modi il coraggio per guardarlo negli occhi.
“Ehm. Tranquilli, continuate pure, ehm, cioè volevo dire, fate finta che non sia successo nulla” l’uomo si precipita ad uscire dalla camera, imbarazzato più che mai, ma Hermione lo arresta.
“Papà, cosa dovevi dirmi?” come diavolo fa ad essere così calma?

Ci ha quasi beccati a scopare, cazzo.
“Nick è andato via di fretta, blaterando di un’emergenza, tu ne sai qualcosa?”
 “Assolutamente no” fa spallucce, fingendo perfettamente di esserne all’oscuro.
“Mah. Strano ragazzo” commenta confuso.
Forse non l’ha presa poi così male come credevo, sembra sereno; peccato che, l’occhiata omicida che mi lancia prima di chiudersi la porta alle spalle, smentisce la mia tesi.
Da appuntare nell’agenda: mai toccare Hermione quando ti trovi sotto lo stesso tetto dei suoi genitori.
Hermione prende a ridacchiare sotto i baffi, beccandosi il mio totale sguardo di dissenso.
“Smettila di ridere, Granger. Tuo padre me lo taglia, adesso, se non l’hai capito” le faccio presente con tono grave e sconsolato.
“Ma smettila!Mio padre avrà già dimenticato tutto!”

                                                                                                          ***

                                                     “Jane! Hai visto il mio fucile da caccia, per caso?!”


   
 
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