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Autore: ValeAki    05/09/2012    4 recensioni
L’amore è l’amore e si sa,
se due persone si amano
questo sentimento rimarrà intatto attraverso gli anni,
lo spazio e il tempo, e in ogni forma.

Ok, ecco qui questo piccolo esperimento!
Quattro fic su quattro diversi pairing che sono comunque collegati alla 5927 (questa coppia merita più ammmore xD)
Spero vi piacciano e buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: G, Giotto, Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattro modi di amare

L’amore è l’amore e si sa,
 se due persone si amano
questo sentimento rimarrà intatto attraverso gli anni,
 lo spazio e il tempo, e in ogni forma.

 
“Primo, oggi avete da fare?” chiese G., avvicinandosi al biondo. “G. non c’è nessuno, puoi anche non chiamarmi così.” Sbuffò l’altro, tornando poi a sorridere. “Comunque sì, sono libero. Come mai la domanda?” chiese, mettendo su una faccia incuriosita. G. sgranò gli occhi, ed ebbe l’impressione che il terreno sotto di lui si fosse infranto. “C-come ‘come mai la domanda’? Non ti ricordi che giorno è oggi?” chiese, allibito. Giotto scosse il capo, con gli occhi aperti e attenti. “Oggi è... il nostro anniversario.” Finì G., con un soffio. Giotto incurvò piano le labbra in un dolce sorriso, avvicinandosi a lui. “Scemo, pensavi davvero che me ne sarei dimenticato?” sorrise di nuovo, allacciando le sue braccia dietro il collo di G., mormorando le ultime parole sulla bocca del rosso, che rispose al bacio. “Chissà...” sorrise il Guardiano della Tempesta, un sorriso che Giotto conosceva bene. Da quel momento, la giornata sarebbe stata davvero movimentata. Ma andava bene così. “Ti amo.” “Anche io.”
 
“Ragazzi, che ne dite di fare un giro portando con noi le nostre box armi? Saranno contenti di poter uscire dalla box!” Propose Tsuna, rivolgendosi agli altri Guardiani. “Ottima idea, Juudaime!” esclamò Gokudera, infiammando l’anello e prendendo la box in mano. Gli altri fecero lo stesso, facendo uscire le box. Così ecco Natsu, Uri e Garyuu, più in là Mukurow, Jiro e Kojiro. La rondine volava felice nel cielo, mentre Garyuu si allenava con Ryohei all’estremo. Mukurow se ne stava accanto alla spalla di Chrome, mentre Yamamoto accarezzava Jiro. In disparte, Natsu e Uri si coccolavano a vicenda, abbracciandosi con le morbide zampette. “Ahah, sono uguali a voi!” esclamò Yamamoto, riferendosi a Tsuna e Gokudera, mentre quest’ultimi diventavano paonazzi in volto. “Taci, idiota del baseball!” imprecò Gokudera, messo a bada da un solo gesto di Tsuna. A volte, qualcosa di semplice come un bacio poteva calmare gli animi, come avevano anche fatto poco prima il leone e il gattino.
 
“Juudaime! Sono arrivato!” esclamò Gokudera, da dietro l’ingresso di casa Sawada, attendendo che Tsuna andasse ad aprire. Quando il cancello fu aperto, Gokudera s’accomodò dentro, levandosi le scarpe e mettendosi le pantofole. Quel giorno erano soli in casa, nemmeno l’avessero programmato. Si sedettero a terra, uno di fronte all’altro. “Juudaime, che cosa dovevate dirmi?” chiese l’argenteo, mentre Tsuna, rosso in volto, spostava lo sguardo freneticamente, scorgendo di tutto tranne che il suo interlocutore. “Ehm... ti va se domani usciamo insieme...?” domandò, mordendosi subito dopo il labbro. Gokudera gli sorrise. “Beh, come sempre!” esclamò. Tsuna chiuse gli occhi, sospirando appena. “Ufficialmente, non come amici.” Balbettò. Gokudera rimase incredulo, mentre piano gli occhi si facevano lucidi. Si fiondò su Tsuna, abbracciandolo con una dolcezza che chiunque avrebbe detto non gli apparteneva. Chiunque tranne Tsuna, che sapeva che la Tempesta sapeva calmarsi, quando voleva, rivelando una dolcezza del tutto inaspettata. Lo baciò piano, sulle labbra, mentre poi si scostava appena. “Va bene... Tsunayoshi.” Disse, con la voce un po’ incerta nel pronunciare il nome. “Puoi anche chiamarmi Tsuna!” lo rimproverò, dolcemente, mentre si accoccolava meglio contro il suo petto. Finalmente, avrebbe potuto comportarsi con lui come in quei momenti, fuori da quella stanza, vivendo un amore libero senza paura delle opinioni altrui.
 
“Juudaime, ecco i rapporti di Fuuta.” Disse Hayato, posando la pila di fogli nella scrivania, mentre Tsuna se ne stava sulla sedia, rivolta verso la grande vetrata del suo ufficio. “Grazie.” mormorò, senza avere la forza per parlare più forte. Le cose stavano andando davvero nel verso sbagliato, i Millefiore non gli davano tregua, e tutte le famiglie dei conoscenti dell’ormai Decimo dei Vongola erano dovute scappare per non essere in pericolo. “Sai, Gokudera-kun...” iniziò, sempre con quel tono basso di voce, attirando più vicino a se il suo braccio destro “...vorrei tornare a dieci anni fa, quando tutto era più calmo.” Finì in un soffio, abbandonandosi alla comoda poltroncina. “Juudaime...” sussurrava, Gokudera. E fece la cosa che in tutti quegli anni riusciva sempre a risollevare il proprio boss, lasciando che quelle labbra si incurvassero in un sorriso tenero. Lo baciò, con tutta la dolcezza che avesse, ricordandogli che qualunque cosa sarebbe successa, bastava guardare alla sua destra, e che lui sarebbe accorso sempre a salvarlo ed aiutarlo. E ad amarlo.

                                                                                                
   
 
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