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Autore: Francibella    06/09/2012    1 recensioni
Neville Paciock non è solito intromettersi troppo nella vita dei propri figli, ma un giorno viene colto da alcuni pensieri, che lo porteranno a confrontarsi con Frank. 
"«Non sono gay, papi. Mi piacciono le ragazze, solo che…» Forse avrebbe potuto dirlo a suo padre. Lui l’avrebbe capito, sapeva cosa voleva dire non essere corrisposto. Lo sapeva di sicuro. «C’è una ragazza. Io ho una megacotta per lei, ma non mi guarda.»
«Perché? »
«Perché mi ha sempre visto. "

Neville decide allora di fare ciò che non dovrebbe, spingere Dominique Weasley nelle braccia di Frank, ma potrebbe non essere facile. Potrebbero volerci molto anni e molta fatica per tutti. Ne varrà la pena, alla fine?
Primo esperimento su Frank e Dominique e anche prima minilong dopo tanto tempo (non giudicatela dal riassunto, non è proprio il mio forte)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dominique Weasley, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Non è mio figlio!


«Hannah, ti devo chiedere una cosa.» Hannah Abbott alzò appena gli occhi dai fogli che aveva sul bancone. Erano le cinque di un giovedì pomeriggio di autunno inoltrato. Il locale era pressoché vuoto. I ragazzi non potevano uscire da scuola e gli adulti erano ancora al lavoro. Effettivamente la presenza di Neville Paciock, suo marito, nonché professore di Erbologia, era piuttosto sospetta. «Sei sicura che Frank sia mio figlio?» Questa volta Hannah con uno scatto fulmineo alzò la testa fino a incontrare gli occhi di suo marito. «Insomma, Alice è fisicamente identica a me, quindi siamo sicure. Augusta… Beh, sinceramente è così impacciata, goffa e timida che credo potrebbe essere solo figlia mia in… beh in tutto il mondo. Ma Frank…»
«Cosa ti fa dubitare della tua paternità?»
«Lui è così… figo.» La risata pura e cristallina di Hannah fece voltare i pochi avventori della locanda.
«Figo? Che termine poco da Professor Paciock
«Non prendermi in giro. Frank è bello e popolare. Insomma, è uno che piace. Non è come me.»
«Amore, anche tu eri figo l’ultimo anno.»
«Grazie, avevo guidato la rivolta contro Voldemort! Frank fa il Battitore a Quidditch!»
«È anche molto intelligente, o non sarebbe stato nominato Prefetto.»
«Appunto. Non sembra mio figlio.»
«Solo perché non è evidentemente disagiato, non vuol dire che non sia un Paciock. Ma dimmi cosa ti ha fatto maturare questa riflessione così profonda?»
«Li osservavo, oggi.»
«Chi osservavi?»
«I ragazzi. James, Albus, Scorpius, Fred e Frank, principalmente. Sono quelli belli, quelli che tutte guardano. Mi spiego gli altri, ma non mi ero reso conto che Frank fosse così… forte!»
«Neville, sei proprio tenero! Ma io devo controllare i conti e tu dovresti osservare meno i ragazzi.»
«Credi che sia fidanzato?» Hannah scosse la testa sconsolata e togliendo gli occhiali da lettura si concentrò completamente sul marito.
«Perché non glielo chiedi? Parla con Frank. Digli che hai notato che tutti lo vogliono, ma che non vuoi che si monti la testa. E buttaci dentro un riferimento alle ragazze, ma non farlo in maniera così… impacciata.»
«Sono un Paciock, Hannah, siamo impacciati per definizione, lo sai.» Neville scoccò un bacio alla moglie e si diresse verso la porta, troppo presto per sentire Hannah aggiungere a bassa voce «Lo so, Neville, lo so.»
                                                                                         ***
«Mi devo preoccupare, papà?» Neville stava sudando, a novembre inoltrato, e continuava a torcersi le mani.
«Ma no! Perché mai?»
«Sono stato convocato da un professore, tu che dici? Sai è la mia prima volta.»
«La prima volta?»
«Sì, che mi convocano.»
«Beh sei qui come figlio. E io come padre. Ti devo parlare.»
Il primo pensiero di Frank fu che i suoi genitori stessero per divorziare, ma sapeva che in quel caso sarebbe stata Hannah a parlargli. Neville – suo padre – aveva il terrore dei discorsi. Se si trattava di Erbologia, andava tutto bene, ma parlare di avvenimenti personali lo terrorizzava. Successivamente pensò che forse suo padre aveva scoperto che Frank aveva passato tutte le risposte del test di Storia della Magia a Fred e James. No, non era possibile. Al lo aveva profondamente sgridato, ma non l’avrebbe mai detto a Neville!
«Di cosa?»
«In un certo senso… di te.» Doveva aver scoperto del test. Forse avrebbe dovuto scusarsi subito, ma voleva vedere come suo padre pensava di introdurre l’argomento. «E dei tuoi amici. James, Fred, Al, Scorpius, Ian Nott, Tom McLaggen e….»
«So come si chiamano i miei amici, papi, andiamo avanti.»
«Voi siete i fighi della scuola.» Frank dovette davvero trattenersi per non scoppiare a ridere. Cosa intendeva dire? Passandosi una mano tra i capelli, scosse la testa sconsolato. «E sono contento per te, immagino che sia una cosa bella. Tutti ti vogliono, tutti ti apprezzano. Avete i posti migliori in Sala Comune, la gente si sposta al vostro passaggio e…»
«Papà, non è un telefilm americano stereotipato sugli anni del liceo prodotto da MTV.»
«Eh?» Frank alzò gli occhi al cielo, suo padre ci aveva provato a conoscere la cultura babbana, ma nulla era entrato in quella testa sempre un po’ distratta.
«Lascia stare, papi. Quelle cose che dici tu, non accadono davvero. Tutti ci trattano diversamente solo perché siamo figli degli eroi del mondo magico. Nulla di più.»
«Non è vero! Siete belli, intelligenti, talentuosi. Guardati! Non sembri mio figlio, hai un bel viso, un fisico invidiabile, sempre quel sorrisino da bravo ragazzo. Sei quello che tutte le studentesse di Hogwarts vogliono. E lo so perché troppo spesso sento le loro conversazioni o ritiro bigliettini imbarazzanti.» Neville continuava il suo monologo incurante del rossore che si diffondeva sul volto di suo figlio. Forse se l’avesse notato non avrebbe più dubitato della sua paternità. «Voglio solo assicurarmi che voi non siate troppo…»
«Bulli? Tipo Draco Malfoy o simili?»
«Sì, più o meno.»
«Non lo siamo, papi. Fred fa i suoi scherzi a tutti, indipendentemente da chi siano. Al è un bonaccione, che vede sempre il meglio nelle persone. Scorpius è un po’ occupato a sentirsi a disagio. E James… Beh ecco James bulleggia un po’, ma lo teniamo sotto controllo. E io… beh nessuno si è mai lamentato.»
«Ok. E non approfittatevi delle ragazze, mi raccomando!»
«Papà!»
«Scusa, Frank, ma sai le avventure di una notte all’apparenza possono soddisfare, ma alla lunga… ti lasciano vuoto dentro.»
«Non ho avventure di una notte. E non ho nemmeno una ragazza, se questa è la prossima domanda.»
«Uhm… è molto strano.»
«Non sono gay, papi. Mi piacciono le ragazze, solo che…» Forse avrebbe potuto dirlo a suo padre. Lui l’avrebbe capito, sapeva cosa voleva dire non essere corrisposto. Lo sapeva di sicuro. «C’è una ragazza. Io ho una megacotta per lei, ma non mi guarda.»
«Perché? »
«Perché mi ha sempre visto. Sono sempre stato lì, sotto i suoi occhi, e adesso mi confondo tra l’infanzia e l’adolescenza. Posso ottenere solo sorrisi affettuosi e occhiate tenere. Di quelle occhiate cariche di significato che lancia agli altri nemmeno l’ombra. Mi piace da morire da un sacco di anni. All’inizio era qualcosa di scarsa importanza, ma adesso mi piace molto e io… Non ci pensa proprio, sai? Essere rifiutato è brutto, ma almeno mi avrebbe preso in considerazione. Invece no, non valgo nemmeno quello. È tremendo. Se fossi Frank o una carota sarebbe lo stesso.» Neville trattenne una risata e guardò il figlio con intensità.
«Chi è?» Decise che l’avrebbe aiutato, in qualsiasi modo possibile.
«Dominique. Dominique Weasley.»
Certo, che difficoltà c’era? Era solo una delle ragazze più corteggiate in tutta la scuola.
                                                                                       ***
«Professor Paciock, mi devo preoccupare?» In Dominique non c’era traccia dell’alterigia e della superbia che aveva caratterizzato Fleur alla sua età. Dominique era una Weasley. Sorridente, gioviale, simpatica e alla mano. Rimaneva comunque una Veela e perciò molto bella. Convocarla era stato difficile, perché era una Corvonero e il professor Vitious avrebbe potuto chiedere spiegazioni, ma Dominique si era presentata all’appuntamento senza opporre resistenza. E ora era lì, seduta dove pochi giorni prima era stato Frank, che sorrideva. Neville la squadrava, mentre fingeva di cercare un documento. Era bella, sì, bellissima, ma non era quello che aveva fatto innamorare Frank – e mezza scuola. Era quel sorriso perfetto, da copertina l’aveva definito Alice. Dolce e affettuoso. Era quello che Frank diceva di poter avere da lei.
«No, Dominique, affatto. I tuoi voti sono abbastanza buoni.» Neville non mentiva, la giovane Veela se la cavava discretamente nella sua materia. «Sì, c’è stato un piccolo calo rispetto all’anno scorso, ma nulla di grave.» All’improvviso la risata di Dominique sferzò l’aria.
«Prof, davvero non immagina perché? La facevo più intelligente.» Forse avrebbe dovuto offendersi, ma Dominique diceva cose di questo tipo in maniera così genuina che era impossibile arrabbiarsi. «Sa con chi facciamo Erbologia quest’anno? Con i Serpeverde. Mentre l’anno scorso? Con i Grifondoro. E chi c’era? Quale giovane Grifondoro era così gentile da darmi una mano?» Neville la guardava spaesato. «Frank!»
«Ah. Io non… Oh beh meglio, se me l’aveste detto, avrei lasciato così le Case.» Dominique liquidò la cosa con una scrollata di spalle. «In ogni caso ti volevo parlare proprio di questo. Di Frank. Da un po’ di tempo è strano, con la testa da un’altra parte. Ho tentato di estorcergli delle informazioni e ho capito che si tratta di una ragazza.» Mentre parlava, Neville osservava le reazioni sul volto di Dominique. Per ora nulla. «Ma non una qualsiasi, una importante. E a quanto pare, lei ricambia i suoi… sentimenti. Solo che non mi dice chi è o cosa sta succedendo. Voglio che Frank abbia dei buoni voti, non voglio vederlo calare a scuola per una ragazza! Così mi chiedevo, non è che magari sai chi è questa ragazza?» Dominique scosse la testa «In realtà pensavo fossi tu, sai voi siete sempre così vicini e Hannah ha sempre detto che saresti stati una bella coppia» Probabilmente Hannah non aveva mai pronunciato i loro due nomi nella stessa frase, ma Neville doveva mentire. Almeno un po’. «Se non sei tu, fa niente, ma se sei tu non è che potresti parlargli? Sai… Non vuoi che si rovini la media, vero?»
Quando Dominique Weasley uscì dallo studio del professor Neville Paciock sembrava un po’meno serena di quando era entrata.

                                                                      


 




Nda. Non ero sicura che sarei arrivata a pubblicare davvero questa storia che mi frulla in testa da un po'. Ho pensato a questo pairing grazie a "You&me: feels like I'm in love" di MiaStonk (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=803646&i=1), ma questa long non è in alcun modo legata alla long di Mia. Semplicemente da lì è nata l'idea di una coppia Dominique/Frank.
Non so bene quanti capitoli verranno, ma non tanti, anche perché in parte l'ho già scritta, perciò...
Spero che possa piacere!

   
 
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