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Autore: darkronin    06/09/2012    8 recensioni
Sequel di "Il labirinto visto dal castello". Quindi è la mia prima -vera- fic su Labyrinth.
Sono passati esattamente dieci anni dall'avventura nell'Underground.
La vita di Sarah ha subito particolari cambiamenti ma ancora non le sono chiare molte delle cose occorse in passato, specialmente l'atteggiamento di Jareth.
Il decimo anniversario scivolerà via come una giornata tra tante o dobbiamo prepararci a una nuova avventura? Verranno chiariti i punti controversi e le incomprensioni?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tela di diamante'
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34. Non è tutto oro quel che luccica






Il grido angosciato che sgorgò spontaneo dalle sue labbra fu accompagnato da un violento terremoto. All'interno dell'ambiente chiuso, si levò uno strano vento innaturale che andò a condensarsi attorno alla sua figura, facendo danzare le vesti e i capelli. Come il fiume che scorre verso la cascata, così il vento saliva a lambirne la figura.
Rajeth scoprì il volto che aveva protetto, in un gesto istintivo, col braccio. Toby e Immanuel erano raggomitolati in un angolo della sala, protetti dalla folta pelliccia di Marking
“Datti una calmata!” ringhiò il moro rizzandosi nella tempesta, facendosi improvvisamente scudo con la magia, le vesti che pendevano di nuovo placide. Le afferrò il polso e la costrinse a un bacio non voluto. Lei lo respinse subito, furibonda “Ricorda cos'eravamo” le disse ferito da quel comportamento “Ricorda chi ti è stato vicino per tutto questo tempo.” Disse tornando ad avvicinarla
“Stammi lontano...” sibilò lei, stravolta
“Io ho vissuto nel tuo mondo, io so cosa vuol dire... Jareth non ti avrebbe mai amata davvero. ”
Il dolore per la perdita dell'uomo ai suoi piedi le si riversò addosso, travolgendola come una frana incontrollata. Urlò di dolore, ancora una volta. Il vento esplose da lei, cambiando direzione, distruggendo tutto nel suo turbinare. “Non dirlo mai più!” gli intimò
“Ho detto solo la verità, Sarah. Sei libera di credere quello che preferisci. Ma lui ti ha solo usata” replicò Rajeth svettando controvento
“Anche tu!” ringhiò lei e il vento si fece più compatto e tagliente. Il moro barcollò sotto il peso delle sferzate di rabbia e quando ritrovò la posizione eretta, era coperto di tagli sanguinolenti
“Cosa vuoi fare? Uccidermi per vendicarti? Non sei il tipo, Sarah!” replicò sarcastico.
Il vento esplose un'altra volta, violentissimo, scagliandolo contro il trono e mandandolo a gambe all'aria. Poi, com'era comparso, il vento si quietò. “Io non sono come te!” ringhiò, gli occhi ridotti a due fessure glaciali.
Nel silenzio carico di tensione che ne seguì, una risata sguaiata proruppe alle loro spalle, facendoli sobbalzare entrambi per la sorpresa.
Steso a terra, in un lago di sangue, Jareth teneva gli occhi coperti dalla mano guantata.
“Ti ho appena ucciso..” sibilò irritato il fratello
“Errore!” lo canzonò l'altro “Hai pensato a tutti i dettagli, tranne il più significativo...” disse l'altro tirandosi a sedere a fatica. Gli scappò un gemito di dolore. Si guardò le vesti sozze e lacere e una smorfia di riprovazione gli attraversò il volto.
“A cos'è che non avrei pensato...” sbottò l'altro incrociando le braccia al petto, offeso
“A lei...l'hai sottovalutata...” disse Jareth osservando Sarah, che lo guardava a sua volta, ipnotizzata.
“Non capisco dove ho sbagliato...” sibilò l'altro strizzando gli occhi
“Lei è la mia donna, hai poco da fare...” sghignazzò il biondo, tendendo la mano alla ragazza. Che non si mosse.
“Lei amava me! Morto tu, c'ero io a sostituirti!” ringhiò l'altro “Ancora una volta” precisò
“Amava... hai ragione. Si tratta del passato.” precisò il biondo “La tua presunzione ti ha fatto perdere di vista un piccolissimo dettaglio.”
“Taci!” Sbraitò lanciandogli addosso con rabbia. Ma nulla si levò dalle sue mani. Anzi, un tremendo capogiro lo costrinse a inginocchiarsi a terra. Ansava in cerca di ossigeno e la visione si era fatta scura, con sprazzi violacei laddove la luce si infrangeva su oggetti chiari e luminosi. “Cosa..?” Rajeth era perplesso. Cosa gli stava succedendo? Dov'erano finiti i suoi poteri?
Jareth rise in risposta, divertito e sollevato “Non ti agitare troppo. Dimentichi quanto può essere distruttivo il suo potere? Ringrazia che si sia trattenuta e ti abbia solo privato delle forze. Per ridarle a me!”
Rajeth alzò gli occhi dalle proprie mani e lo squadrò rabbioso “Lei non può...”
Jareth lo interruppe “Perché? Ragiona, cretino!” lo rimproverò
“Tu non le hai fatto nulla, quella notte!” ringhiò indispettito
Il biondo stirò un sorriso comprensivo “Marking ha schermato davvero bene il tuo potere... Così sei convinto che non le abbia fatto nulla, eh...” disse lasciando scivolare sulla donna impietrita un'occhiata lasciva
“Non sei il tipo!” precisò il moro
Il Re di Goblin batté le mani sulle cosce e si tirò su “Se è questo che pensi...Allora più che del rancore della mia donna...” sottolineò “...forse avresti dovuto temere il potere di una vergine innamorata...” Arricciò le labbra e continuò “Quello che non avevi proprio calcolato è che potesse essersi davvero innamorata di me, giusto? Perché una vergine è potentissima...”
“Ha ammansito Bellfast, ne è la prova concreta...” ribatté l'altro
Jareth gli diede ragione con un cenno della testa “Ma ha anche un potere smisurato, che non sa tenere a bada e che avrebbe stordito quel pusillanime di un ciuchino anche se avesse perso la sua purezza... Potere che potrebbe esserle rimasto in corpo, dopo avermelo riconsegnato tutto, solo se avesse giaciuto con me. Il fatto che, vergine o meno, sia innamorata di me, del morto che tu hai così vilmente offeso, ha amplificato la sua rabbia. Non l'avevi calcolato...” sorrise comprensivo. “Sottraendo a te tutti i poteri per riportare in vita me... direi che l'unico vincitore sono io. Non trovi?” Rajeth tacque, buttandosi a sedere, le braccia buttate a penzoloni sulle ginocchia. “Potrei risparmiarti la vita...” sogghignò il biondo, avvicinandosi a Sarah e prendendole la mano “Se lei lo vorrà...” aggiunse baciandogliela. Come ridestatasi da un lungo sonno, la ragazza batté le palpebre un paio di volte, guardandolo smarrita “Bentornata...” disse lui, contento e soddisfatto. Le prese il mento con la mano libera, carezzandole la guancia in piccoli cerchi e avvicinandosi per baciarla.



Il suono secco di un ceffone risuonò in aria. I due fratelli rimasero sbigottiti. Non ebbero il tempo di riprendersi che Sarah aggirò il sovrano, dirigendosi a passo svelto verso il fratellino. Lo prese per mano, carezzò Marking e fissò Immanuel, lasciando a intendere che dovessero mettersi in piedi.
“Sarah?” domandò Jareth confuso, correndole appresso e afferrandola per il polso, affinché si girasse.
“Non osare toccarmi...” sibilò ritraendosi “Mi hai usata, brutto schifoso...”
“Non è vero...” protestò lui “Sapevo che avresti reagito così e ne ho approfittato per farti confessare...”
“Cosa? Che sono una stupida? Che, anche se sapevo non avrei dovuto, mi sono fidata di un essere subdolo come te?” rantolò nella foga di insultarlo “Sì, bravo, bella scoperta... a far innamorare la gente con belle paroline sono capaci tutti...” disse fissando anche Rajeth “Siete proprio fatti della stessa pasta..” commentò amara.
Jareth e Rajeth si guardarono, perplessi “Guarda che nessuno ti ha mentito...” protestarono in coro. Ma lei non li badò e tornò dalla sua famiglia. Li prese per mano e fissò, gelida, i due maghi “Non voglio vederti mai più...” disse con tutta la rabbia che aveva in corpo “Guai a te se oserai farti vedere. Potrebbe essere la volta buona che deluda le vostre aspettative e mi trasformi in assassina!” Ringhiò furiosa.
Di colpo la sala si svuotò. Dei terrestri non c'era più alcuna traccia.



“Che bel casino...” commentò Rajeth
“Sta zitto, idiota!” replicò Jareth con un sorriso divertito sulle labbra
“Al mio posto avresti fatto lo stesso.” precisò il moro.
Il biondo sbuffò, mani ai fianchi. Si voltò e andò a dargli una mano a rimettersi in piedi “Sì... anzi, l'ho fatto...” soffiò.
“E ora che facciamo?” disse l'altro osservando la distruzione lasciata dalla ragazza: i drappi pendevano inerti e laceri dai loro supporti, le balconate erano franate riempiendo la sala di polvere e macerie.
“Per prima cosa, sistemiamo...” mormorò angustiato Jareth. In un baleno, tutto tornò al suo aspetto originario e caotico.
Rajeth storse il naso “Preferivo la mia versione pulita e ordinata...” commentò
“Avrai tempo per metterti a lucidare i pavimenti nel tuo regno...” rispose il biondo
“Ti ricordo che io non ho un regno” protestò l'altro incrociando le braccia al petto e soffocando una smorfia di dolore. “Non più, almeno”
Jareth si volse e, in un batter d'occhio, lo rimise in sesto “Tu hai sempre avuto un regno tutto tuo, nascosto in un anfratto nell'Aboveground, che porta il tuo nome..”replicò calmo il biondo
“Com'è che io non ne ho mai saputo nulla?” ribatté sarcastico l'altro
“Perché l'ho scoperto durante quest'anno di malattia... Mamma e papà ne hanno parlato davanti a me, convinti che fossi del tutto incosciente...” si giustificò lui, andando a sbracarsi sul suo trono pacchiano. Batté le mani tra loro e, quando le riaprì, un immagine tridimensionale aleggiava sui suoi palmi. Un piccolo regno, incastonato tra montagne cristalline bagnate da uno splendido lago argentato. Avvicinandosi, come volando su di esso, si intrufolarono tra le stradine, si immersero nei profumi e nei colori del luogo. “Che te ne pare? E' il Rajstan e l'emblema del re...” disse posando un dito sulla pietra che era incastonata nell'amuleto al collo del fratello “E' la Rajeta, guarda un po'...1”Il moro rimase a osservare inebetito il piccolo diorama tra le mani del fratello “Mi dispiace, Rajeth... ho dovuto vincere. Se volevo consegnarti le chiavi di questo posto, non avevo altro modo... Si sarebbe manifestato solo allo scioglimento della maledizione...” disse con un sorriso stanco.
Rajeth si rialzò di scatto, piantando le mani sui fianchi “Non dire cazzate! Tu l'hai fatto per lei, non certo per me. E comunque la maledizione non è sciolta nemmeno per niente...”
“Diciamo che ho preso due piccioni con una fava... me ne vuoi?”
“Mi hai imbrogliato, re degli imbroglioni!” sbuffò esasperato
“Lo prendo per un complimento!” sorrise il biondo “Quanto alla maledizione... direi proprio che ci siamo, invece...”
“Non avrai discendenza da lei, come non l'avrò io, mettitela via... adesso trasmetteremo le nostre colpe per altre sette generazioni...Siamo intrappolati nelle tele che avevamo tessuto per imprigionarci a vicenda” borbottò l'altro “Continueremo questa cosa del rapire bambini per farci da sostituti. E per ogni bambino preso, un suo familiare, con cui non avrà che minimi legami di sangue continuerà a perpetrare le conoscenze dell'Underground...”
“Ma se per te si è attivato il regno...” commentò Jareth levando le sopracciglia “...inoltre la conoscenza è andata frammentata. Ci sono i Grimm, da una parte, detentori del sapere tradizionale, dall'altra Sarah con quel dannato libretto e Toby che verrà da me tra qualche anno... come le concili queste cose?”
Rajeth rimase a rimuginare “Effettivamente... Allora spiegami come farai ad avere una discendenza. E da lei, poi...Non che sia necessario, lo sappiamo benissimo ma sarebbe una prova...”
“Mio caro...” sorrise compiaciuto “Lei non mi odia affatto...”
Rajeth lo guardò schifato “Avevi previsto anche questo?”
Il biondo mosse la testa, pensieroso “Non proprio così... sapevo che il giochetto non le sarebbe piaciuto e mi avrebbe posto qualche condizione... ma, tutto sommato, non dovermi far vedere non è nemmeno la più terribile delle punizioni...” ghignò compiaciuto
“Sei un maniaco!” sbottò l'altro “E la porterai all'esasperazione, già lo so...”
Al posto del regno comparve una sfera luminosa e Jareth stirò un sorriso “Oh, sì...ormai è solo questione di tempo. Basterà un colpetto per farla capitolare...”



Una folata di vento scompigliò i fogli non ancorati sulla scrivania. La stanza sembrava soffocante e troppo piccola per contenere tutta quella gente.
Sarah tirò un sospiro di sollievo e si andò a buttare sulla prima poltroncina che trovò. Lo studio di Immanuel era caldo e accogliente come lo ricordava. Alzò lo sguardo sull'orologio a muro: era passata solo poco più di un'ora.
Un'ora qua, tre ore là. Eppure le pareva fosse passata un'eternità.
“Potrei avere dei problemi, Sarah...” disse il professore, riportandola alla realtà.
Quella aprì gli occhi, stanca “Non ti sei assentato che pochi minuti...cugino...” lo canzonò
“Parlavo di Marking...” disse comprensivo.
“Lo porto fuori io!” si offerse Toby, ritrovando l'entusiasmo.
“Fa attenzione!” lo ammonì la sorella
“Passerò inosservato... se è altro che ti spaventa... non ti preoccupare... abbiamo il figlio di Grarmr qui, no?”disse carezzando il grosso cane nero. Sarah lo lasciò uscire senza insistere più di tanto.
Non fece in tempo a salutarlo e riposare un attimo gli occhi che qualcuno bussò allo studio del professore. Immanuel la guardò perplesso. Lei gli fece cenno di aprire pure: avrebbe improvvisato una giustificazione, se gli fosse stata richiesta.
Dalla porta si affacciò il volto preoccupato della sua bionda amica Gloria “Professore, chiedo scusa...” cominciò senza accorgersi di Sarah “Volevo chiederle se lei sa nulla di...Sarah!?” sbalordì nel constatare la sua presenza “Ma… che ci fai vestita così elegante? E non eri andata via con Mister Tenebra?” Sarah le lanciò un'occhiata carica di rancore “Ok, ho capito, sto zitta...”
“Me ne stava giusto parlando...” si intromise Immanuel “Pare che le cose non siano andate proprio benissimo...”
“Quindi sei andata a recuperare tuo fratello, l'hai portato qui e gli hai affidato Marking per poter parlare... ok.. scusa... torno fuori... quando vuoi...” disse stringendosi nelle spalle, felice della propria giustificazione.
“No, Gloria!” la invitò stancamente la mora “Scusa... sono io che dovrei chiederti di Matt...”
“E' un cretino!” rispose quella in un'alzata di spalle
“Gloria... visto che... sono a casa... vuoi passare Halloween con me e Toby? Vuoi venire anche tu?”disse rivolgendosi al professore.
Gloria sbiancò a quella confidenza “Certo che fai in fretta a riprenderti...”
Sarah la guardò perplessa, non capendo la frecciata
“Siamo cugini...” si giustificò Immanuel che, invece, aveva colto perfettamente. “E se per te non è un problema....” disse rivolgendosi a Sarah “...io vengo volentieri”
La bionda si rilassò visibilmente, guardando, improvvisamente, con occhi nuovi, quell'uomo non molto più grande di loro. “Quasi quasi...L'idea di andare con sconosciuti tanto per farlo indispettire non è che mi piacesse molto. Facciamo un pigiama party?” domandò scettica.
Sarah la folgorò con lo sguardo “Nemmeno per idea! Qualcosa ci verrà in mente...”
“Fatta!” esultò la bionda “Allora posso andare tranquillamente a lezione... a stasera...” disse facendole l'occhiolino “Io porto il dolce.”
Chiusa la porta, Sarah si rilassò visibilmente “Basta che non le venga l'idea di fare una seduta spiritica... non credo lo reggerei, oggi... non sono in vena...”
Immanuel sghignazzò “No... credo proprio di no...”
Neanche fossero stati nel mezzo di un'evocazione, la radio si accese autonomamente con un tonfo sordo. Dal gracchiare statico si levarono lentamente le note di una canzone ritmata
Sarah sbiancò. Iutrepi. Perché le faceva questo scherzo? Perché ora? Cosa voleva ancora da lei?

And tonight I wanna lay it at your feet 2
'Cause girl, I was made for you
And girl, you were made for me

I was made for lovin' you baby
You were made for lovin' me
And I can't get enough of you baby
Can you get enough of me

Tonight I wanna see it in your eyes
Feel the magic …
[E stanotte lascerò tutto ai tuoi piedi/ perché, ragazza, io fui creato per te/ e, ragazza, tu fosti creata per me.
Io fui creato per amarti/ tu fosti creata per amare me/ e non posso averne abbastanza di te/ puoi, tu, averne abbastanza di me?
Stanotte, voglio vederlo nei tuoi occhi/ senti la magia...]



Sarah non perse tempo, afferrò il telecomando e spense brutalmente la radio. “Creato per me, un corno!” sbottò. Stava ancora imprecando quando quella, ostinata, si riaccese

Still written in the stars3
And written in your eyes
the prophecy fulfills
the dream that never dies
[Rimane scritto nelle stelle/ e scritto nei tuoi occhi/ la profezia è compiuta/ il sogno che non morirà mai]


La ragazza lanciò un'occhiataccia all'elettrodomestico, andò al muro, senza scomporsi eccessivamente, e staccò la presa dalla corrente. Tutto ciò era veramente fastidioso.
“E' sempre così?” domandò Immanuel, un ciglio alzato perplesso, lo sguardo perso davanti a sé. Chissà cosa stava pensando?
“Non sempre...” rispose sollevata.
Un lieve raschiare dagli altoparlanti la rimise in allerta

Hell is living without your love4
Ain't nothing without your
Touch me
Heaven would be like hell
Is living without you
[Vivere senza il tuo amore è l'inferno/ non è niente vivere senza/ toccami/ il paradiso potrebbe essere come l'inferno/ E' -così- vivere senza di te...]


Profondamente irritata, la ragazza si stava armando di santa pazienza per andare a recuperare la radio dal suo ripiano, in alto, pronta a lanciarla fuori dalla finestra. Forse intuendone le intenzioni, quella cominciò a cambiare freneticamente una frequenza dopo l'altra

Call me, call me, my love5
You can call me any day or night
Call me
[Chiamami, mio amore/ puoi chiamarmi sempre, giorno o notte/ chiamami!]

You know my name6
[Tu conosci il mio nome]

I'm a wild child, come and love me I want you7
My heart's in exile I need you...
[Sono un bambino selvaggio, vieni e amami, io voglio te/ Il mio cuore è in esilio, ho bisogno che tu...]

...my love for you is burning like the sun 8
Oh everything I do, I do it just for you
My sexy, sexy lover, oh tell me there's no other
Tell me there's no other, deep in your heart
[Il mio amore per te brucia come il sole/ Oh, tutto quello che faccio, lo faccio solo per te/ Mio sexy sexy amore, dimmi che non c'è nessun altro/ Dimmi che non c'è nessun altro, in fondo al tuo cuore]



Sarah ebbe un moto di disgusto verso la radio. Arricciò le labbra, infastidita. Non gli aveva mai dato corda, ma in quel momento non ce la fece più a trattenersi e la stazione scartò, risintonizzandosi con un fastidioso raschiare, tagliente e caustica, in una risposta sarcastica.

What is Love?9
Baby, don't hurt me!
Don't hurt me, no more
[Cos'è l'Amore? Carino, non ferirmi! Non ferirmi, mai più]


Poseguì, poi, con velocità e ritmi quasi epici, assecondando la propria rabbia

I need a hero.10

I'm holding out for a hero 'til the end of the night.
[Ho bisogno di un eroe/ io sto cercando un eroe fino alla fine della notte]



Quindi scivolò più agguerrita, furiosa e inferocita.

You come on strong with a great big smile
11
But your teeth are as sharp as a crocodile
You promise me the moon and the stars and the sun
But you never did nothin'for anyone
Can't look me in the face or straight in the eye
I'd buy the movie rights for your alibi
I wonder how low you will go
I wonder how high your head will blow
You're psychopathic liar
Your soul is on fire
You're bluffin'with nothin'
While the stakes are gettin'higher
Why trust you
You never made a dream come true
Why trust you
Give me one good reason, one good reason why

You come to me all teary-eyed
With your big tall tale way up to the sky
Begging on your knees for another chance
But everybody knows that's a song and a dance
There used to be a time when you were the best
You had the fastest tongue in the west
Ya gave a look and a line like nobody else
You'd try to sell the Bible to the devil, Himself
You sadistic little liar
You're walking on the wire you're bluffin'up with nothin'
And the bills are gettin'higher

The noose is getting tighter
Your face is turning whiter
[Ti fai avanti con un gran bel sorriso/ ma i tuoi denti sono affilati come quelli di un coccodrillo/ Mi hai promesso la luna e le stelle e il sole/ ma tu non fai mai niente per gli altri/ Non riesci a guardarmi in faccia o dritto negli occhi/ Potrei comprare i diritti cinematografici per i tuoi alibi/ Sono curiosa di sapere quanto in basso ti spingerai/ e quanto in alto sbatterà la tua testa/sei un bugiardo spicopatico/ La tua anima è sul fuoco/ Bluffi col nulla/ mentre la posta in gioco si fa sempre più alta/ perchè dovrei crederti?/ non hai mai realizzato nessun sogno/ perché crederti?/ dammi una buona ragione, una sola buona ragione/
Vieni da me in lacrime/con la tua bella favola, così enorme che arriva al cielo/ elemosini sulle ginocchia un'altra opportunità/ Ma ora tutti sanno che quella è la solita canzone e danza/ usata ai tempi di quando eri il migliore/ Hai la lingua più veloce del West/Tu tiri un'occhiata e una linea come nessun'altro/ potresti provare a vendere la Bibbia al diavolo stesso/ Tu piccolo sadico bugiardo/ cammini sul filo bluffando con nulla/ e il conto si allunga
Il cappio si fa stretto e la tua faccia sbianca
]



La radiò ruggì rabbiosa, lasciandosi per ultima quella minaccia. Sentiva di star usando il suo potere in modo molto consapevole. Allo stesso modo, sperava che quelle parole gli arrivassero forti e chiare. Pensava di aver finalmente chiuso la faccenda quando, dopo un attimo di incertezza, la radio cantò con rammarico

Have I said all I can say?12
You're my everything
You make me feel so alive
If I die tomorrow
[Ho detto tutto ciò che potevo dire?/ Tu sei il mio tutto/ Tu mi fai sentire così vivo/ Se domani morissi...]


Basta! Era stufa di perdere tempo ed energie con uno del genere.
Ora si metteva anche a minacciare il suicidio? Che facesse! Stupido viziato!
Abbandonò i suoi intenti distruttivi, per non fare il suo gioco, salutò Immanuel, rimandando a quella sera le chiacchiere e uscì sbattendo la porta. Sentiva che quello non era altro che l'inizio di un'altra lunga, estenuante, partita.



“Non ti sembra di aver esagerato?” domandò Immanuel accigliato, buttato contro lo schienale, meditabondo e per nulla sconvolto da quel gioco a rimpiattino tra la ragazza e la radio “Non mi sembri proprio in fin di vita... anche se lei ha minacciato di ucciderti già due volte...”
Jareth sorrise sornione, appoggiato alla finestra davanti alla scrivania del docente. Era divertente spiare le reazioni di Sarah dal vivo senza che questa potesse vederlo a sua volta. “Tu dici?” disse con aria innocente
“Comunque, mi sembra molto poco corretto quello che stai facendo...” Lo redarguì ancora l'uomo
Jareth arricciò le labbra pensieroso “Lei ha detto che non voleva più vedermi... non che non la dovessi più importunare o altro.”
“Conoscendoti, comunque, la sfilza delle cose che avrebbe dovuto dirti di non fare, avrebbe dovuto tendere a infinito... perché tu, lo stratagemma per aggirare i vincoli, lo trovi sempre, non è vero?” Domandò esausto. Aveva tanto di quel materiale su cui lavorare che sarebbe campato di rendita per il resto dei suoi giorni “Non intendi lasciarla in pace, vero?”
Jareth sorrise malizioso e soddisfatto “Quel che è detto è detto...”












- - - - - - - -

E qui si conclude la nostra avventura. Tutto è bene quel che finisce bene...
scusate lo scherzone dello scorso capitolo ma era una cosa che quel demente aveva in testa dal primissimo capitolo ù_ù;
Spero vi sia piaciuta.
Il finale è aperto a un eventuale seguito che non ho ancora in mente.
Se mi verranno idee decenti e se vorrete, ci proverò.
Ma per ora, meglio chiudere qui.
:)
Baci a tutti!







1    In realtà ho fatto un po' un minestrone, come accennato in precedenza: il Rajstan di per sé non c'entra proprio nulla con la fic. L'ho usato solo per il nome e per l'origine che rimanda all'aspetto di Rajeth (che è anagramma del nome Jareth).
Ma la leggenda all'origine di tutto è quella di Dolasilla da cui ho estratto solo alcuni dettagli, in modo che l'origine non fosse rintracciabile. Gli elementi che ho preso sono: la Rajeta, pietra “meravigliosa, raggiante e invincibile” (a casa mia, pietra che risponda a queste caratteristiche è il diamante) del mago Spina de Mul che aspetta solo la sua legittima regina e originaria del Lago d'Argento, dalle cui canne si potevano produrre delle punte invincibili (che, ancora, mi rimanda al diamante); l'armatura in pelo di Marmotta bianca di Dolasilla su cui gravava la maledizione, relativa al cambio di colore della stessa) e il nome attribuito, prima al re traditore, poi al passo che lo ricorda, Falzarego: Falso Re. Il diamante poteva starmi bene come pietra per Rajeth ma era troppo simile al cristallo di Jareth. Quindi l'ho reso nero, raro e invincibile, con proprietà specifiche diverse dal cristallo. D'altronde era il cattivo, quindi...
Da qua il titolo. Quello che ha fatto Rajeth non era che tessere una tela per imprigionare i suoi rivali.

2    KISS, Dynasty, 1. I was made for lovin' you

3    Blackmore's Night, Fires at midnight, 1. Written in the stars

4    Alice Cooper, Trash, 9. Hell is living without you

5    Blondie, Call Me

6    Chris Cornell, You know my name

7    W.A.S.P., The Last Command, 1. Wild Child

8    Modern Talking, Alone, 2. Sexy, Sexy Lover

9    Haddaway, What is love

10    Bonnie Tyler, Secret Dreams and Forbidden Fire 9. Holding out for a hero

11    Alice Cooper, Trash, 4. Why trust you

12    Mötley Crüe, Red, White & Crüe, disco 2, 15. If I die tomorrow

   
 
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