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Autore: Skred    06/09/2012    0 recensioni
«Secondo la tradizione Giapponese si dice che ogni persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Seguendo questo filo, si potrà trovare la persona che ne porta l'altra estremità legata al proprio mignolo: essa è la persona cui siamo destinati, il nostro unico e vero amore, la nostra anima gemella. Le due persone così unite, prima o poi, nel corso della loro vita, saranno destinate ad incontrarsi, e non importa il tempo che dovrà trascorrere prima che ciò avvenga, o la distanza che le separa, perchè quel filo che le unisce non si spezzerà mai, e nessun evento o azione potrà impedire loro di ritrovarsi, conoscersi, innamorarsi.»
Tuttavia, questa storia non è ambientata in Giappone, tutt'altro, benvenuti nella terra della grande mela... l'America!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passate altre due settimane e i miei giorni scolastici trascorrono in piena tranquillità.
Yuki e Renji finalmente vanno un po’ d’accordo, quindi stranamente … sono felice.
Oltretutto sto iniziando a legare anche con i miei compagni di classe, ma cosa ancora più importante: nessuno, oltre Renji, era ancora riuscito a intuire che io fossi una ragazza. Oggi è sabato e sono le quattro del pomeriggio; mi sto dirigendo nella camera di Renji: mi ha invitato a stare da lui per la prossima settimana. Ho davvero bisogno di stare un po’ senza la parrucca e senza quelle odiose bende che mi comprimono ogni via respiratoria: che vita. In giro a quell’ora non vi era mai nessuno o quasi …
«Una ragazza?» Cosa ci faceva nella parte maschile soprattutto il sabato? Se l’avessero vista, sarebbe finita davvero nei guai. «Ehi, tu … che cosa ci fai qui?» Mi avvicinai a lei. Aveva lunghi capelli biondi ed era pure più alta di me!  «O-oh … m-mi sono persa». Sussurrò. «È pericoloso stare in giro, vieni con me». Ero solidale nei suoi confronti, anch’io i primi giorni mi perdevo sempre, quindi sapevo bene come potesse sentirsi. «V- vuoi farmi … qualcosa?» Che? «Ma cosa dici! Cerco solo di evitare che ti mettano in punizione!» Il mio viso era rosso, completamente rosso. Sembravo davvero un poco di buono che tentava di violentare la prima ragazza che vedeva? Lei era comunque una stupida. Le afferrai la mano ed a passo spedito ripresi a camminare verso la mia meta. Raggiunta aprii la porta con il doppione delle chiavi che lo stesso Renji mi aveva dato: mi aveva preso davvero in simpatia quel ragazzo. «Accomodati pure».Le feci cenno di entrare e di fare come se fosse in camera sua. «È la tua camera?» Chiese, guardandosi intorno. «No, di un amico». Incuriosita, scrutava bene ovunque.
«Caaapisco … il tuo nome?»
«Mi chiamo Jun, invece tu?»
«Selene! Piacere». Mi tese la mano ed io per educazione ricambiai la stressa. «Dobbiamo trovare il modo per farti tornare di là senza che qualcuno se ne accorga … mi chiedo ancora come tu abbia fatto ad arrivare di qua però …»  Ero davvero confuso. Era possibile che si fosse mossa passando così inosservata? «… aaah, quando torna Renji vedremo!»Non ero bravo nell’ideare dei piani, mi sarei affidata a quello stratega. «Oh? E chi sarebbe?»
«Il proprietario della stanza». Parli del diavolo e spunta Renji. La porta si spalancò e il ragazzo fece la sua entrata. «Ciao Renji!»
«Jun … mi pare di aver invitato soltanto te». Non era per niente felice. «Scusami! Si era persa, quindi ho semplicemente cercato di aiutarla!»La mia era solo una buona azione. «Portandola qui? Lo sai che se ci scoprono finiamo anche noi nei guai? Sei un disastro, piccoletto». Sospirò.
«Chi saresti, quindi?»
«Piacere, Selene!» Energicamente la ragazza si presentò anche al nuovo arrivato. «Oltretutto, mi sembra strano vederti così gentile».
«Che cosa stai cercando di dire?»Io ero sempre gentile! A modo mio, ma lo ero. «No, no. Nulla». Lo vedevo bene, rideva! Dopo qualche secondo di silenzio, si udii un rumore piuttosto strano, sembrava quasi il verso di un’animale. «Ecco … avete qualcosa da mangiare?» Ma si rivelò essere semplicemente lo stomaco della ragazza. «Ma guarda un po’».Renji era sempre di più scocciato. «Uh! Esco a prendere qualcosa!» Mossi un passo ma fui subito bloccato: la ragazza si era aggrappata al mio braccio. «Aspetta … resteresti con me?»Fissò un attimo Renji, per poi riportare il suo sguardo su di me. «Lascia stare, esco io».Detto ciò, il ragazzo uscì.  «Cos’è? Non ti andava di rimanere sola con Renji?» Non che avesse tutti i torni.«Hmm, no, non è quello il motivo».
«E allora perché non hai fatto uscire me?» Non lo avessi mai fatto. Perché dovevo essere così maledettamente curioso? «Perché tu mi piaci di più». Di colpo, si slegò la cravatta che portava al collo e senza nemmeno darmi il tempo di poter aver un qualsiasi tipo di reazione, mi afferrò sbattendomi contro la ringhiera del letto.«Che diavolo ti prende?!»Esclamai, confuso. Non mi rispose, pensava semplicemente a legarmi con cura i polsi grazie alla cravatta. «Adesso ci divertiamo».
Intanto Renji tranquillamente stava raggiungendo il piccolo negozio alimentare che si trovava all’interno della scuola. A un tratto fu attirato dalle chiacchiere di un gruppetto di ragazzi.
«Ehi, avete sentito cosa dicono?»
«Sì, un travestito maniaco gira per la scuola!»
«… parlano di Jun?» pensò il ragazzo. «Pare che ci sia un ragazzo che si veste da ragazza! Cose da pazzi».
«Ahahah, immagini? Credi che sia una ragazza … e poi invece ti ritrovi la sorpresa! Davvero, ragazzi, dovremo stare attenti». Renji sbiancò.
«Scusatemi … si ha qualche descrizione fisica di ‘sto tizio?»
«Hmm … dicono sia un biondino e sia abbia dei capelli molto lunghi, proprio come quelli di una ragazza».
«Capisco, grazie».
Compresa la situazione e sospettando che il travestito di cui quei ragazzi stessero parlando fosse proprio la ragazza che ora era in camera sua insieme a me, Renji scattò via, sperando di arrivare in tempo. Per fortuna non aveva percorso troppa strada. Quando si ritrovò davanti alla serratura della sua stanza, inserii la chiave, le fece fare un giro e aprii di colpo la porta. «Jun! Tutto … a … posto … » La scena che si parò davanti ai suoi occhi lo lasciò completamente senza parole.Si portò una mano sul viso che ormai stava diventando completamente rosso. «Il mio … bacio … con una … ragazza». Sì, avete capito bene: quella ragazza mi era saltata addosso e nello stesso momento in cui Renji aveva aperto la porta, lei aveva staccato le sue labbra dalle mie. «Ragazza un corno! Quello è un ragazzo». Scosse il capo e successivamente  indicò il colpevole. Per lo meno non ero stato baciato da qualcuno del mio stesso sesso. «Allora mi hai scoperto». Di colpo il suo tono di voce era cambiato: ora parlava come un ragazzo! «Levati subito da Jun prima che ti prenda a botte!» Renji era davvero infuriato, tanto ché si avventò subito su quel tizio, levandomelo da sopra. «Aaaah … un ragazzo, è un ragazzo …»Io intanto ero completamente andato. «Jun, riprenditi!» Mi slegò i polsi e poggiandomi le mani sulle spalle, tentava di farmi ritornare in me. «Penso che ormai possa andare via». Certo, aveva commesso il delitto e ora fuggiva! «Ci vediamo, mio piccolo Jun». Renji decise di farlo andare via senza opporre resistenza, la cosa più importante ora era farmi riprendere. «Ecco perché era più alto di me …» Commentai, ritornando in me.«Era questo il tuo unico problema?» Rispose. «Non ti rendi conto?» Disse, tutto esaltato. «Cosa?» Che cosa aveva notato di così emozionante? «Lui ti ha baciato credendo fossi un ragazzo, però tu sei una ragazza. Tecnicamente non c’è nulla di strano. Ma lui ti ha baciato da donna e tu lo sei, quindi può essere anche … però … aspetta, potrei  considerarvi anche entrambi maschi. Sono un po’ confuso». Che razza di  ragionamenti stava facendo?! «Tu sei quello confuso?! Sono io quello che è appena stato baciato da uno sconosciuto!» Ancora non ci credevo. «E se non fossi arrivato io, sarebbe andato ben oltre …» Fece notare che alcuni bottoni della mia camicia fossero sbottonati.«Aaaaaaaaah, non farmi pensare!» Il mio viso divenne dello stesso colore della mia parrucca. Non volevo immaginare cosa mi sarebbe potuto accadere. Non avrei aiutato più gli sconosciuti, questo è ben certo! «È colpa tua. Non dovresti essere così ingenuo … mio piccolo Jun».
«Smettila, smettila! Ti odio». Iniziai nervosamente a muovermi in direzione del bagno.«Ora dove vai?»
«Devo disinfettarmi la bocca». Avevo ancora sulle labbra la saliva di quel pervertito, se ci penso mi viene il vomito! La mia povera bocca era stata profanata senza alcun ritegno. «Dai, non dirmi che era il tuo primo bacio!» Lo fissai qualche secondo, voltandomi in seguito di scatto. «Ahahha, Jun! Mi farai morire! Ahahaha!» E allora? Non ero di certo una persona che si metteva col primo che le capitava! Per me l'amore era una cosa importante e quello sì, era il mio primo bacio e mi era stato rubato! «Ti odio. Torno in camera mia». Non sopportavo più la sua presa in giro. «No, no, aspetta! Scusami!» Mi bloccò dalle spalle prima che potessi muovermi ulteriormente. «Maledetto. Avrebbe dovuto baciare te!» Avevo voglia di piangere. «Io attiro solo belle ragazze, non i pervertiti!» Mi diede una pacca sulla spalla, credendosi d’aiuto. «Ti odio. Ti odio. Ti odio».

   
 
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