Ormai Clair, si trovava in quel posto buio e umido da quattro giorni, quasi senza mangiare, legata al muro da un paio di manette e con davanti i corpi massacrati dei genitori e della sorellina, ma la ragazza non si era rassegnata e aspettava ancora l’arrivo del suo salvatore piena di speranza. La sera stessa sentì dei passi provenienti dal piano superiore ma non era il passo zoppicante e strascicato, del mostro che l’aveva rinchiusa là dentro, erano passi decisi e svelti che piano piano raggiunsero la porta della sua cella, fu in quel momento che inizio a divincolarsi rumorosamente e a un certo punto si senti un tonfo, Sherlock Holmes, l’intelligentissimo investigatore privato, era riuscito a sfondare la porta e accorse incontro alla ragazza insieme al suo assistente il dottor John Watson. Sherlock dopo aver slegato il bavaglio che li copriva la bocca aprì le manette trasportandola fuori mentre Watson tamponava le ferite riportate su tutto il corpo. Usciti finalmente all'aria aperta portarono frettolosamente Clair nel vecchio studio di Watson al 221B di Baker Street, dove John iniziò a disinfettare le ferite e medicarla ; dopodiché si allontanò raccomandando a Holmes di non disturbarla perché doveva riposare. Clair era una fanciulla da gl’occhi verdi smeraldo, capelli neri come la pece e mossi, labbra rosse a forma di cuore e con carnagione chiara… i suoi vestiti erano da uomo precisamente una camicia bianca e logora, e un paio di pantaloni rattoppati al livello delle ginocchia; aveva le orecchie forate ma non possedeva orecchini; La cosa che colpiva di più era la cicatrice di una bruciatura che recava sul collo. Holmes, nel frattempo, osservava attentamente la ragazza, cercando con minuziosità qualche particolare che gli avrebbe fatto capire di che tipo di persona si trattava. La mattina del giorno seguente Clair aprì gli occhi e vide Holmes seduto davanti a lei: <> Sherlock contento della domanda rispose: <> Clair: << Le sue affermazioni sono tutte vere signor Holmes…>> Holmes ribatté: <> La ragazza sorrise squadrandolo attentamente da testa a piedi disse: << dato i buchi di siringa sulle braccia lei si droga abitualmente…. Le sue mani sono molto curate e presentano delle callosità sui polpastrelli, quindi ne posso dedurre che suona uno strumento a corda ……. è un appassionato di gialli…. E in fine non ama le donne a parte una che è riuscita ad aprirsi un varco nel suo cuore >> Holmes ribatté subito: <> Clair si senti sfidata e rispose velocemente dicendo: << Ieri ho sentito che parlava con Watson riferendosi alle femmine con il termine di “DONNE”, poi ho visto che non ha mai portato la fede dato che non ha segni sull'anulare che indichino l'assenza di un'anello e infine ieri mentre mi portavate qui, passando per l’altra stanza ho visto la foto di una donna in una cornice molto bella.>> Holmes ne rimase stupito delle qualità di osservazione della ragazza e gli fece una domanda insolita: <> La faccia di Clair si incupì improvvisamente e distolse lo sguardo da Sherlock, che continuò a parlare dicendo: <> Il silenzio ricadde stanza e fu interrotto dall'affermazione della ragazza: <>. Holmes e Clair si spostarono nella camera accanto ( la stanza di Holmes ) dove continuarono a parlare per il resto della giornata. Erano passati tre giorni dal loro incontro ed erano riusciti ad arrivare a una conclusione sul posto dove verrà commesso il prossimo delitto da Blackwood, allora chiamarono Watson, per prepararsi all'azione.