Mentre tornava a casa, fianco a fianco con Kibum, la sua mente era rivolta a Taemin.
Lo rivedeva in quella stupidissima poltrona, con quell’uva portata seducentemente alle labbra e le gambe leggermente divaricate, come ad invitare chiunque a farsi strada tra di esse. Era un pensiero noioso, qualcosa che non aveva mai sperimentato: nessun ragazzo gli era mai rimasto impresso a quel modo. L’idea che quel ragazzino lavorasse in un bordello e che, senza problemi, si fosse marchiato nella sua testa era frustrante! [ 2min-side!JongKey ]