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Autore: Hogwarts_lady    06/09/2012    0 recensioni
Un Hermione sola, dopo la partenza dei figli, una casa troppo silenziosa e un vecchio amico (che poi tanto vecchio non è) con il quale dimenticarsi, forse per ritrovarsi davvero.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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TRA PRESENTE E PASSATO

 

Da quando Rose e Hugo sono andati ad Hogwards la casa è silenziosa e ordinata, però vuota. Almeno quando, due anni fa, Rose era partita con Al e James c'era Hugo a tenermi compagnia. In quel periodo, da soli, il nostro rapporto è cambiato, passavamo molto più tempo insieme, condividendo tutto, in questi due anni ci siamo avvicinati molto. Però ora anche lui è partito e Ron rimane spesso fino a tardi al lavoro, così la casa è diventata stranamente tranquilla.

L'unica cosa che mi tiene occupata è rimediare al disordine che fa mio marito per casa, il quale mi impegna due ore piene. Ma almeno non mi fa pensare alla mia solitudine.

Poi, quando Ron è in missione, passa Harry a salutarmi. Avolte torna prima solo per poter parlare, per tenermi compagnia. Mi piace parlare con lui, sembra -quando parliamo- di tornare indietro nel tempo, i nostri discorsi non ruotano solo sui figli, sul lavoro, sulla casa o sul matrimonio. Con lui posso essere Hermione, solo Hermione.

Da quando i bambini sono a scuola lo vedo molto più spesso, certo anche quando c'erano Rose e Hugo veniva, ma con anche James, Al e Lily allora Harry spariva, per far posto a “papà Harry”. Così finivamo per parlare dei figli, di voti e magari ricordare la “nostra” Hogwards.

Oggi è passato Harry. È arrivato verso le quattro e mezzo, dicendo di aver finito prima il lavoro, e dato che Ginny era ancora fuori, era venuto a farmi un saluto, magari due chiacchere e una tazza di tè, per contrastare il freddo che questa giornata uggiosa ha portato. Anche se sapevo che non era la verità, aveva finito prima solo per venirmi a trovare prima che tornasse Ginny.

Appena ho sentito il campanello suonare a quell'ora, interrompendo solo quel surreale silenzio, sapevo che era lui. E che altri poteva mai essere?

Una volta fatto entrare ed avergli servito del tè appena preparato, abbiamo cominciato con i soliti convenevoli. I soliti “come stai?”, solo per ricordarci che era un disastro. I soliti “stà bene Ginny?” o “stà bene Ron?” tanto per ricordarci di essere sposati. I soliti “avuto notizie dai ragazzi?”, solo per non dimenticare di essere cresciuti, di non avere più quindici anni e poter stare a parlare senza pensieri per tutta la notte.

Dopo il veloce scambio di battute iniziali Harry fa sempre un sorriso e un leggero sospiro, non di rimpianto, ma solo per dirsi: è così.

Io intanto penso a come sono cambiata, se non mi fossi guardata allo specchio tutti i giorni probabilmente non mi riconoscerei. Per fortuna non sono cambiata solo io, è cambiato anche lui. Siamo cambiati insieme, come due compagni di viaggio che affrontano la vita mano nella mano.

Poi però cominciamo a interessarci davvero a parlare per davvero, gettando via la maschera. Allora ci ritroviamo come ci eravamo lasciati: mano nella mano, davanti ad un camino a scambiarci informazioni sulle nostre vite o forse a scambiandoci le vite, confondendole, facendone diventare una sola, una sola storia: la nostra.

Quando lui è con me non sento la mancanza di niente, completa, così mi sento. Allora sono felice e la nostalgia per i ragazzi si attenua, perchè quel peso non sono più da sola a supportarlo, con me c'è Harry ora che se ne fa carico. Pronto a salvarmi. Ancora una volta.

Poi però si fa tardi, l'ora in cui Ginny torna dal lavoro. Harry torna a casa, ad un orario normale (quello in cui dovrebbe finire), così non dirà niente e questi pomeriggi rubati al tempo che passa, al matrimonio, alla vita rimarranno nostri. Solo nostri.

Ron tra poco tornerà dal lavoro, mi farà compagnia, mi racconterà la sua giornata davanti alla cena, poi guarderemo un film (e forse riuscirò a fargli imparare il nome di quella che lui si ostina a chiamare “La scatola”) e poi andremo a letto.

E domani rifarò tutto da capo.


Questa è la mia prima fanfiction. Ringrazio tutti coloro che la leggeranno e magari recensiranno.

  
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