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Autore: Mickyivy    07/09/2012    1 recensioni
Valzer per un amore doveva essere una storia breve per il concorso "Valzer per un amore" XD
bisognava inventare una storia breve basata sulla canzone, quindi l'ho scritta dopo aver letto il testo e mentre ascoltavo la canzone. E' la mia prima storia di amore tra due donne, non è la solita storia.. è un amore continuato negli anni di separazione, piena di dolcezza, tenerezza e ammirazione da parte della protagonista verso la sua amata. Non l'ho mai inviata perché non ero riuscita a finirla in tempo. A voi i pareri quindi :D
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Valzer per un amore

Mi trovavo da sola, aspettando qualcuno in un ufficio spoglio dove non entrava quasi mai nessuno. Il vuoto dentro di me andava crescendo pari al tempo che passava, e le memorie ormai non bastavano nemmeno a farmene dimenticare. Aspettavo il suo ritorno, nella mia mente cantavo le nostre canzoni, sperando di chiamarla a me. Invocavo il sole, la luna, la natura, e qualunque altra cosa potesse avere il potere di riportarmela.

Una parte di me sapeva che lei era con un altro, ma alla mia mente non importava. Volevo lei e solo lei, l’unica persona riuscita a riempirmi il cuore in quei pochi mesi nei quali eravamo state assieme. Se chiudevo gli occhi potevo sentire il suo profumo, il calore del suo corpo, il suo tocco, e allo stesso tempo rivivere tutte le sensazioni che mi provocava. Mi mancava sempre, in ogni momento, in ogni cosa che facevo, c’era sempre lei in me.

Un giorno decisi che dovevo smetterla. Ricominciare a vivere, riprendere in mano le redini della mia vita e cavalcare verso una nuova meta, una nuova via da percorrere con nuovi scopi e sogni. Così chiusi la mia attività. Vendei il negozio e con ciò che ne ricavai partii. Visitai tanti posti, alcuni dei quali mai avrei immaginato esistessero, luoghi desertici, luoghi di mare, luoghi di montagna, luoghi da favola. Ma uno in particolare mi affascinò così tanto che decisi di restarvi. Non ci credo nemmeno ora che sarei finita nello stesso posto della persona che avevo così tanto desiderato e che ero riuscita a nascondere nel mio profondo per poter riprendere a vivere.

Erano passati cinque anni dall’ultima volta che l’avevo vista. Era diventata ancora più bella, la sua aura raggiante, i suoi occhi brillanti, il suo sorriso dolce, potevo di nuovo godere a pieno della sua vista, dimenticando che mi aveva lasciata per un uomo. Voleva farsi una famiglia, mi aveva detto, e riprendere i contatti con i suoi genitori, e l’unico modo per farlo era rinunciando a essere ciò che era. A suo padre era stato diagnosticato poco tempo di vita e sua madre cominciava ad essere anziana, e il loro sogno per la figlia era sempre stato quello di vederla sposata e con figli. Il mio dolce amore voleva dare loro almeno quello, prima che arrivasse la loro fine.

Io l’avevo vista, ma lei a me no. Continuò tranquillamente a camminare dall’altra parte della strada per poi salire in una macchina bianca come il suo vestito. Ci rimasi di sasso. Come avrei potuto reagire ora? L’avevo rivista, giusto colei alla quale cercavo di non pensare. Cosa avrei fatto adesso? Avrei dovuto avvicinarla? O andarmene per sempre facendo finta di non averla mai incontrata? Poi ci pensai, l’opzione di far finta di niente era impossibile. Non potevo dimenticare cotanta bellezza, quel sorriso e quegli occhi capaci di far abbassare lo sguardo di chiunque, dalla sicurezza in sé che possedevano. E così, senza volerlo, ne rimasi di nuovo stregata.

Dovevo scegliere: andarmene subito o cercarla. Di certo non potevo seguirla, quindi avevo poca scelta, o chiedevo di lei a qualcuno o la cercavo sulle pagine bianche. Decisi di incominciare dalla seconda opzione e mi infilai in una cabina telefonica cercando il suo nome e… c’era! L’avevo trovata, molto facilmente anche, ora dovevo soltanto chiamarla. Non riuscivo a fermare la corrente di pensieri che mi passavano per la testa come un fiume in piena che non accennava a smettere. Come avrebbe reagito nel risentirmi dopo tanto tempo? Avrebbe voluto rivedermi? E tra le varie domande un ricordo mi inondò completamente.

Eravamo andate a passeggiare in un riserva naturale, mano nella mano. Guardavamo ammaliate la natura e ogni tanto ci fermavamo per guardarci intensamente negli occhi. Eravamo avvolte dalla magia, ovunque fossi con lei ero al posto giusto. Quel giorno mi disse “immagina quando sarà passato il tempo e saremmo diverse… avrai ancora voglia di stare con me quando sarò vecchia?” E io le risposi che la avrei avuto sempre voglia di stare con lei, e che ogni ruga sul suo viso sarebbe stata la prova di tutto il tempo in cui ci eravamo amate follemente. E ora.. il tempo era passato, non insieme e non da riempirla di rughe ma sì avendola amata alla follia fino ad oggi.

Tornai al locale che avevo affittato e aspettai qualche ora prima di decidermi a telefonarle. Sentivo un fremito correre lungo tutto il corpo, ero così nervosa ed eccitata allo stesso tempo che avevo paura di non riuscire a dire una parola. Il telefono cominciò a squillare, una volta, due volte, tre volte e.. “Pronto?” disse la voce di una bambina. Mi sentii confusa e rimasi in silenzio per qualche secondo. “Pronto?” ripeté la bambina, al ché riuscii a rispondere e a chiedere della persona che cercavo. “Un attimo” rispose, quindi si senti gridare: “Mamma! Una signora ti sta cercando” seguito da un “Arriva subito”

Qualcuno prese in mano il telefono “Buongiorno, con chi parlo?”. Così, dopo tanto tempo, sentivo di nuovo la sua voce. Fu un’emozione così forte che sentivo le lacrime salirmi agli occhi e la mia voce tremò un po’ quando le dissi chi ero. Dalla sua reazione capì che era molto sorpresa anche lei di sentirmi, mi disse che in quel momento era occupata ma che se volevo potevamo incontrarci il giorno seguente nel pomeriggio in un bar chiamato “Il Valzer”. Feci appena in tempo ad accettare che si sentì la bambina chiamarla e il telefono messo giù di colpo. Era fatta. Mi voleva rivedere. Ero al settimo cielo e una pace interiore che non sentivo da tempo mi riempì.

L’indomani arrivai al “Il Valzer” con mezz’ora di anticipo. Avevo mille pensieri per la testa, mille emozioni che mi attraversavano tutti insieme. Continuavo a chiedermi cosa sarebbe successo quando l’avessi di fronte a me, come avrei reagito, se anche lei provasse ancora qualcosa per me, come il tempo l’avesse cambiata in questi anni. Così, tutta presa da me, mi accorsi di lei solo quando mi fu di fronte. Io ero seduta e lei era in piedi che mi guardava con gli occhi che le si riempivano di lacrime, e anche i miei lo fecero. Ci abbracciammo con foga, cercando di trattenere le lacrime e in un istante fu come se tutto il tempo trascorso l’una senza l’altra si annullasse, come se un vuoto si riempisse, come se fossi finalmente al posto giusto nel momento giusto: tutti i pezzi del mio puzzle si erano ricomposti e dopo tanto tempo mi sentii di nuovo me stessa, completa in tutto il mio essere.

Quando ci fummo calmate ordinammo un caffè e una brioche per ciascuna. Le chiesi che avesse fatto in tutti questi anni e mi raccontò che era tornata a vivere con i suoi genitori e pochi mesi dopo aveva conosciuto un brav’uomo che aveva voluto sposarla nonostante lei gli avesse detto che non provava attrazione per gli uomini; gli disse anche che voleva avere un bambino, sia per la sua voglia di maternità, sia per soddisfare i suoi genitori. E lui l’aveva guardata con affetto e le rivelò che anche lui era come lei, ma aveva bisogno di mettere a tacere suo padre, il quale picchiava la madre da quando sospettava che il figlio non fosse un “vero uomo”. Si erano trovati praticamente e avevano avuto una splendida bambina, Maria, che fu da subito la stella splendente di tutti coloro che la circondavano.

“L’ho sentita al telefono, quando ha risposto ieri, mi ha fatto una tenerezza incredibile!” le disse con gioia. “Mi sento talmente sollevata dalle tue parole, io… ho continuato ad amare te soltanto fino ad oggi. Non ho avuto più relazioni con nessuno, né ho voluto averle.” Le confidai.

“Sai, ho dovuto relegare i miei sentimenti per te nel più profondo del mio essere; per fare ciò che ho fatto, ne ho avuto bisogno. Se avessi continuato a pensarti non sarei riuscita a vivere la vita che desideravo. Ora mio padre è morto, l’anno scorso precisamente. E mia madre soffre di Alzheimer da due anni e abbiamo dovuto portarla in casa di riposo. La bambina l' ho avuta e mio marito qualche mese fa è andato a vivere con il suo compagno, appena Maria sarà diventata grande divorzieremo. Ora starai pensando che non ci siano più ostacoli per noi, che potremmo tornare a stare insieme, che così tu avrai acquisito una figlia e una famiglia ma, se così fosse, ti avrei già cercata io non credi?” mi fece notare lei guardandomi negli occhi, con un velo che non lasciava trasparire le sue emozioni.

Dentro me, sentii il mondo intero crollare, stavo cadendo nel vuoto più profondo, quello dal quale non si può risalire a meno che qualcuno ti offra la sua mano e ti tiri fuori di peso. Eppure mi era sembrato che anche lei mi amasse ancora, e che non mi avesse dimenticata del tutto, allora perché mi stava nuovamente rifiutando? E per di più cercando di allontanarmi nel modo più efficace, ovvero conficcandomi un coltello dritto nel cuore con le sue parole affilate.

“Mi dispiace, ma voglio crescere mia figlia nel modo più “normale” possibile. Quando sarà più grande potrò rivelarle tutta la verità, però al momento devo proteggerla da qualunque cosa possa farle del male, altrimenti non potrò vivere a posto con la mia coscienza” mi disse dopo qualche minuto di silenzio “Questa società non è ancora pronta ad accettare le persone come noi... per quanto ti ami, non voglio rischiare che mia figlia venga isolata, a causa del mio egoismo” aggiunse con la voce che le tremava.

“Ho capito. Io ti aspetterò ancora, ma non per sempre. Quindi vedi di tornare prima che ti spuntino le rughe, sennò sarà troppo tardi per ogni cosa.” Le sorrisi e lei ricambiò, sollevata.

La mia amata era diventata forte e ancora più decisa nei suoi modi di fare. La ammiravo e la amavo ancora di più. E così fu deciso: l’avrei aspettata finché fossimo state ancora giovani, se per allora non fosse tornata da me, sarebbe stata lei a perdere.

Confido comunque in cuor mio, che l’attesa non sia troppo lunga, così da poter avere una vita completa e felice, con l'unica persona al mondo che io possa desiderare al mio fianco.

 

 

  
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