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Autore: Carmen Black    07/09/2012    17 recensioni
Dopo un lungo periodo di due anni, Renesmee decide di tornare a Forks, la città dove ha vissuto sin dalla sua nascita e il posto dove ha lasciato la persona più importante della sua vita: Jacob.
Dopo essersi trasferita insieme alla sua famiglia, capisce di aver commesso il grave errore di abbandonare il suo migliore amico, la persona per cui sente dei forti sentimenti, il lupo che è legato a lei con l'imprinting.
Dal Prologo:
Avevo fatto le mie cretinate, i miei sbagli. Avevo pianto per ore al telefono con lui perché non trovava mai il tempo di venire a farmi visita ed io a causa degli studi e del mio lavoretto, ero altrettanto indaffarata.
Mi era bastato un mese per pentirmi di essere andata via da Forks. Un mese dove ogni notte, in silenzio, mi aspettavo di percepire il respiro di Jake e non c'era. Un mese dove aprivo la finestra aspettandomi di sentire il suo ululato e non sentivo mai un bel niente. Un mese dove fantasticavo sui possibili risvolti della nostra storia e tutto rimaneva soltanto fantasia.
Ora però ero tornata. Determinata.
Ero maturata molto e sapevo ciò che volevo. E ciò che volevo era lui.
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Vorrei tornare nel passato con l’esperienza di adesso,
per evitare di compiere quell’errore madornale di perdere tempo.
Perdere tempo facendo cose inutili e superflue,
invece di beare corpo e animo alla presenza dell’unico uomo al mondo
che riesce a farti sentire viva, quando per metà, sei morta.
 

Renesmee

 
 
 
 

Il treno era ripartito ormai da un po’.
Non vedendo nessun volto familiare, avevo preso il mio borsone e mi ero seduta su uno scalino a fianco alla biglietteria.
Anche a distanza di anni ricordavo esattamente l’odore di Forks, specie l’odore della stagione autunnale che amavo e che odiavo allo stesso modo.
Solo noi, creature soprannaturali, riuscivamo a carpire la fragranza che rilasciano le foglie nell’attimo in cui si staccano dal ramo. E in quel momento ce n’erano migliaia che ingiallite o semplicemente imbrunite, fluttuavano leggere fino a toccare la strada.
Il caos di persone che si affrettavano a lasciare la stazione ferroviaria era svanito senza che me ne rendessi conto. A quell’ora nelle case si serviva la cena e quel venticello tagliente che s’infilava sotto i vestiti, non era di certo invitante a stare lì fuori.
Guardai l’orologio, erano quasi le nove di sera. Perché Jacob non arrivava?
Afferrai il cellulare nella borsa e mandai un sms ai miei genitori per dirgli che il viaggio era andato magnificamente e che non avevo avuto nessun tipo di problema, poi lo riposi nella mia tasca.
Per quanto cercassi di starmene tranquilla e spensierata, uno strano nervosismo mi pizzicava sottopelle; un’impazienza tale da farmi tremare lo stomaco, da farmi battere il cuore più veloce del solito.
Erano due anni che non vedevo Jacob, esattamente da quando per forza maggiore io e la mia famiglia avevamo dovuto cambiare città. Il loro aspetto invariato nel tempo cominciava a scaturire curiosità e nonostante modificassero sempre pettinatura e abbigliamento, cercando di proposito di apparire più grandi, il loro volto continuava a essere giovane e bello, senza rughe e liscio come il marmo.
E così da un giorno all’altro, proprio in autunno, mi ero ritrovata con l’ingrato compito di dire addio al mio Jacob. La persona più importante di tutta la mia vita. Colui che c’era sempre stato sin dalla mia nascita e che mi aveva accompagnato con dedizione e amore nel percorso della mia crescita.
Ricordo ancora il dolore lancinante che mi colpì, quando vidi il suo viso deformarsi per la sofferenza, dopo avergli rivelato che stavamo per partire.
Non puoi farmi questo, Nessie.
Non ti rendi conto di quanto ci farà male.
Noi non possiamo stare lontani.
Non avevo mai dimenticato le sue parole, ogni singola notte, mi tornavano in mente e mi tormentavano fino a farmi piangere.
Lasciarlo, pur sapendo dell’imprinting, era stata la decisione più difficile che avevo mai preso in vita mia. E anche la più sbagliata.
I miei genitori non mi avevano imposto nulla, mi avevano dato libera scelta. Sarei potuta rimanere con lui a La Push o affittare un monolocale a Forks. Avrei potuto continuare a coltivare la nostra amicizia speciale e godermi Jacob in ogni suo magnifico aspetto. Ma ero troppo stupida per rendermi conto della fortuna che avevo, troppo bambina per pensare a certi aspetti del nostro rapporto che sarebbero potuti mancarmi fino a farmi perdere il respiro.
Ero eccitata al pensiero di una grande città, di nuovi amici. Il college mi aspettava, la casa diversa, una vita nuova… Ma il prezzo da pagare era troppo alto ed io purtroppo me ne resi conto troppo tardi quando ormai non potevo più tornare indietro.
Io non posso seguirti Nessie, sono il capobranco.
Forse potrò venire una volta al mese, fin lassù.
Non lasciarmi.
L’avevo stretto in un abbraccio e lui aveva ricambiato con vigore. C’era qualcosa fra di noi. Io lo sapevo. Lui lo sapeva. Per qualche strano motivo però, nessuno dei due si era mai spinto oltre il semplice legame di amicizia, tranne una volta. Ovviamente era stato lui a prendere l’iniziativa.
Prima di lasciarlo definitivamente lo avevo guardato in quei suoi occhi neri, tanto profondi ed espressivi. Soffriva, ed io non ero da meno. Avevo pianto fiumi di lacrime davanti a lui, senza alcuna possibilità di trattenermi. Ero stata male sul serio, ma non era bastato a impedirmi di fare l’idiozia più grossa della mia vita: lasciare Forks.
Ti voglio bene, Jake.
Io di più, Nessie.
Con gli occhi lucidi si era chinato su di me e mi aveva dato un bacio leggerissimo tra il labbro superiore e il naso…
Nonostante ciò, sentivo che mi stava condannando, sapevo che non mi avrebbe mai perdonato.
Mi ritrovai a trattenere un gemito di dispiacere, mentre la stazione ferroviaria diventava sempre più desolata. Il signore all’interno della biglietteria aveva serrato il vetro attaccandoci poi una targhetta con scritto chiuso.
Per un solo istante, mi venne il panico… e se Jake non fosse venuto a prendermi? Se la mia improvvisata gli avesse dato fastidio? Se non avesse letto il mio sms?
Cercai di scacciare via il terrore pensando a qualcosa di sciocco.
Chissà se gli fossi piaciuta ancora… Beh, tecnicamente non avevo subìto ulteriori cambiamenti. Quando ero andata via, avevo otto anni e la mia maturazione era già completata da un anno, ero una donna fatta. Ora a distanza di ventitre mesi e dieci giorni, avevo i capelli più lunghi e mettevo un po’ di trucco, tutto qui.
Ero sempre Nessie, la sua Nessie. Gli sarei piaciuta ancora… certo.
Tra di noi c’era l’imprinting, io sarei stata sempre importante per lui. Come Jacob lo sarebbe stato per me. Il centro del mio mondo era lui.
Avevo fatto le mie cretinate, i miei sbagli. Avevo pianto per ore al telefono con lui perché non trovava mai il tempo di venire a farmi visita ed io a causa degli studi e del mio lavoretto, ero altrettanto indaffarata.
Mi era bastato un solo mese per pentirmi di essere andata via da Forks. Un mese dove ogni notte, in silenzio, mi aspettavo di percepire il respiro di Jake e non c'era. Un mese dove aprivo la finestra aspettandomi di sentire il suo ululato e non sentivo mai un bel niente. Un mese dove fantasticavo sui possibili risvolti della nostra storia e tutto rimaneva solo e soltanto fantasia.
Ora però ero tornata. Determinata.
Ero maturata molto e sapevo ciò che volevo. E ciò che volevo, era lui.
Sempre che il mio lupo non avesse trovato una ragazza molto più intelligente di me, che gli donasse tutto ciò di cui lui aveva bisogno e che io ero stata troppo egoista per dargli.
Se così fosse stato, non potevo prendermela con nessun altro che con me stessa. Ero stata io la stupida della situazione e ora ne pagavo le conseguenze.
Sospirai sentendo il cuore andare a mille quando i miei pensieri si buttarono a capo fitto su qualcosa che finalmente potevo pensare liberamente, senza rischiare di vedere il volto di mio padre scioccato e schifato.
Immaginavo le labbra di Jacob sulle mie, sul mio corpo. Quelle labbra così bollenti e carnose che spesso si poggiavano sulla mia fronte per conforto.
E quelle mani… grandi e ruvide, sempre ovunque. Sui fianchi per farmi il solletico, sulle spalle per spingermi, sul viso per coccolarmi.
Lo volevo tutto. Di nuovo. Volevo ogni sua attenzione, ogni suo gesto, ogni sua più piccola parte. Tutto. E lo volevo come mai l’avevo avuto.
<< Ness? >>.
Sussultai con il respiro che mi si fermò in gola.
Era la sua voce. La voce del mio Jacob. Era inconfondibile col suo timbro basso e rauco. Inconfondibilmente eccitante e forse lui nemmeno se ne rendeva conto.
I miei occhi rimasero fissi sul pavimento dove vedevo i suoi scarponcini marroni con i lacci slacciati e la linguetta fuori. Risalii con lo sguardo sui suoi jeans neri che fasciavano le cosce muscolose. Eccola… la sua camicia verde a quadri aperta con sotto una t-shirt che sembrava troppo stretta per quel torace tanto ampio.
E poi il suo viso. Perfetto… quella carnagione scura, i capelli nerissimi, gli occhi dolci e vispi, la bocca piena e umida.
Ora posso morire.
<< Jacob… >>.
Rivederlo fu una sensazione inimmaginabile. Fu come rinascere.
Il suo odore mi riempiva le narici, la sua presenza mi riempiva la vista e il cervello. Ero completamente inebetita.
Mi sollevai spolverandomi i jeans e lui era altissimo, un colosso. Sebbene fossi sul gradino, dovetti alzare la testa per incrociare i suoi occhi.
E nonostante i due anni trascorsi, lo sguardo che mi riservava era sempre lo stesso, identico. Non era cambiato nel tempo, quello no… ma forse i suoi atteggiamenti sarebbero stati diversi.
Il mio sesto senso mi diceva che Jacob non mi avrebbe perdonato facilmente.
<< Ce ne hai messo di tempo eh? >>, mi sussurrò all’orecchio mentre le sue mani calde si stringevano intorno alla mia vita.
Mi avvinghiai a lui per paura che se non l’avessi fatto, sarei morta in quello stesso istante e respirai quel suo odore muschiato tanto buono. Quell’odore di ragazzo che sprigionava voglie represse galoppanti, sogni censurati e pensieri proibiti.
Gemetti avvolgendogli il collo con le braccia.
<< Dio mio, quanto mi sei mancato… >>.
<< Dovevi pensarci prima, Cullen >>.
Sorrisi ignorando la sua risposta, dovevo essere forte. Probabilmente Jacob mi avrebbe riservato un sacco di battutine taglienti alternate a comportamenti indifferenti e freddi, perciò dovevo prepararmi a ogni eventualità. Se volevo arrivare al mio obiettivo, non potevo abbattermi già da subito. 
Gli baciai la guancia. Lui mi scostò i capelli dalla fronte passando con lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca. Eravamo così vicini…
Non avrei avuto niente da obiettare se mi avesse baciato. Ovviamente.
<< Ora sono qui, questo è l’importante >>.
Sapevo che non era vero. Sapevo che non potevo pretendere che dopo due anni di assenza, non bastava fare una gita a La Push per cancellare il mio errore con lui e con me stessa, ma lo dicevo per buon auspicio, tutto qui.
<< Sei bellissima >>, sussurrò imprigionandomi ai suoi occhi scuri. << E sei mia >>.
Sì, sono tua.
Sollevò un angolo della bocca in un accenno del suo bellissimo sorriso. << Beh, sei il mio imprinting, che sarebbe più corretto da dire >>.
Intrecciò la sua mano con la mia e prese il mio borsone in spalla.
<< Dove andiamo? >>, chiesi correndo per mantenere il suo passo.
<< Ti faccio conoscere mia moglie e i miei bambini >>.
<< Che cosa? >>, sbottai inorridita.
Lui rise di gusto stringendomi la mano. << Scherzavo, non hai perso l’abitudine di abboccare a tutto? >>.
Mugugnai risentita. Mi era preso un colpo, seriamente.
<< Preparati, ti faccio vedere la mia nuova casa >>.
 
 
 
Angolino Autrice

Ecco la mia ennesima storia. Inizialmenete non credevo che sarebbe riuscita a coinvolgermi più di tanto, ma già dal quarto capitolo mi sono dovuta ricredere, perchè la adoro, come adoro Jacob e i licantropi e il sovrannaturale. 
Anticipo i ringraziamenti a tutti coloro che leggeranno e che mi lasceranno un loro pensiero. E grazie alle ragazze che mi hanno sostenuto sin dal primo rigo, loro sanno chi sono <3.
Come tutte le mie storie, anche questa verrà aggiornata ogni domenica, nell'arco della giornata.
A presto! :)

 
 
  
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