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Autore: Eliessa    08/09/2012    1 recensioni
Corallo e Luca.
Tre colpi di pistola, tutti nel corpo del commissario Benvenuto.
Una vita distrutta già in precedenza dai sentimenti sta per terminare.
Luca questa volta non crede di essere così forte.
Ma Elena farebbe di tutto per lui e non solo lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MINUTI CONTATI
 


Uno sparo. Il proiettile è andato a segno.
Due spari. Un altro proiettile a segno.
Tre spari. Anche questo ha fatto segno.
Luca è a terra, disteso in una pozza di sangue.
Corallo è davanti a lui che lo fissa; mentre il suo sangue scorre dal suo corpo.
Ha uno sguardo divertito per l’opera appena compiuta ovvero sparare a bruciapelo ad un poliziotto.
Luca invece, non si lamentava, non gridava, forse sapeva che quella era la sua fine, e lamentarsi non sarebbe servito a salvarlo, non poteva scampare a quel destino che gli era stato scritto o che si era voluto cercare. Chi lo sa.
Corallo era vicino il corpo di Luca e continuava a puntargli la pistola.
Voleva sparare il quarto proiettile. Ma ci ripensò.
-Hai i minuti contati. Questo accade perché gli sbirri non si fanno mai i fatti loro.- disse Corallo guardandolo negli occhi.
-Stronzo.- rispose Luca con un filo di voce, appena origliabile.
Corallo andò via. Prese il suo borsone con dentro il denaro e sparì, lasciando il commissario da solo con il suo dolore e le sue sofferenze.
Luca implorava la morte, voleva che arrivasse il prima possibile, perché non aveva senso soffrire ancora.
Prima il cuore spezzato dai sentimenti; ora il corpo spezzato dai proiettili, che vita è mai questa?
Fuori intanto Elena era uscita di pattuglia con Gabriele. Monti faceva coppia con Ingargiola.
Luca mancava da troppe ore in commissariato, non aveva dato segni di vita, non era da lui lasciare tutti senza dare sue notizie, così i colleghi iniziarono a cercarlo.
Tutto il decimo si concentrò sul suo ritrovamento.
Le pattuglie girarono tutta Roma, nessuno quella sera avrebbe staccato dal turno.
Finché Luca non si sarebbe ritrovato, nessuno avrebbe lasciato il decimo.
Mentre Elena guidava in un stradina deserta, vide una macchina. Era quella di Luca. La macchina era aperta ma di lui nessuna traccia.
Erano le 4 di notte. Lì intorno non c’era nessuno, era tutto isolato.
Poco più avanti c’era un capannone. Elena e Monti armati di torcia, pistole e giubbotti antiproiettile, entrarono.
Qualche metro più avanti Elena vide Luca a terra.
Monti chiamò subito un’ambulanza ed avvertì i colleghi; la donna invece si gettò a terra, stando attenta a non muovere l’uomo.
-Ehi Luca, resisti, l’ambulanza sta arrivando.-
-Anna.- ripose lui.
-Ehi Luca.- continuò Elena, vedendo che i suoi occhi stavano per chiudersi per sempre. –Se non resisti non le puoi parlare. Fallo per lei, cerca di tenere aperti i tuoi occhi.- cercò di tenerlo in vita l’amica.
-Ele.- sussurrò Luca. Non aveva voce.
-No, non parlare, ma guardami. Cerca di guardarmi, concentrati a non far chiudere i tuoi occhi. I soccorsi stanno arrivando.-
Dieci minuti e l’ambulanza era lì. Una medicazione veloce e Luca fu trasportato sull’ambulanza per iniziare la corsa fino in ospedale. Elena andò con lui e lasciò la sua macchina a Monti.
Arrivati in ospedale Luca fu portato in sala operatoria.
Fu un operazione lunga, molto lunga e delicata.
Nell’atrio della sala operatoria si erano ritrovati Vittoria, Giuseppe, Ugo, Lorenzo e Gabriele.
Verso le cinque arrivò anche Davide. Elena gli andò incontro, lo abbracciò e finalmente iniziò a piangere ed a levare tutto quello che aveva dentro. Poi insieme si sedettero su delle sedie, fino a quando, in poco meno di cinque minuti Elena si accasciò sulla spalla dell’uomo e dormì.
Quasi due ore dopo un medico uscì dalla sala operatoria, ma non portava per nulla belle notizie, Luca era entrato in coma, era l’unico modo per tenerlo in vita.
In quel momento tutte quelle persone riunite lì si sentivano inutili. Non potevano far nulla per salvare Luca, il loro amico, il loro commissario.
-Io torno in commissariato.- disse Gabriele. –Voglio trovare quel pezzo di merda che ha ridotto così Luca.-
-No Gabriele.- lo fermò Elena. –Siamo tutti stanchi, siamo svegli da quasi 24 ore, non serviamo a nulla. Torniamo a casa, riposiamo un paio d’ore e poi a mente fredda torniamo a lavorare. Adesso non ne caveremo nulla.-
-Ha ragione Elena.- rispose Vittoria.–Torniamo a casa.-
-Ci vediamo dopo al decimo.- disse Monti. –A dopo- e così tutti quanti tornarono a casa.
Elena nel tragitto dall’ospedale verso casa, ripensava a quella parola che aveva detto Luca “Anna”. L’aveva nominata di nuovo. Non sapeva cosa fare, se avvertirla o meno, così una volta arrivata a casa chiese consiglio al marito.
-Davide, appena ho trovato Luca la prima cosa che ha fatto è stato nominare Anna, secondo te dovrei chiamarla?- chiese di getto la donna.
-Beh, secondo me si, sai la loro storia. Credo che debba sapere.-
-Ma se poi Luca si risveglia? Magari mentre lei è qui Luca si è già ripreso.-
-Luca si riprenderà, su questo puoi stare tranquilla, ma ora credo che dovresti avvertirla. Poi è una scelta tua.-
-Va bene, la chiamo ora.- Disse la donna, mentre Davide uscì dalla camera da letto. –Ehi Anna, scusa se ti ho svegliata ma…Luca ha avuto un incidente. Per favore, se ancora ci tieni a lui come davvero mi dici, torna a Roma. D’accordo, fammi sapere, ti vengo a prendere. Ok, ciao.- Fatta la chiamata Elena si buttò a peso morto sul letto e lì finì per addormentarsi per sei lunghe ore.
Anna era arrivata a Roma da un pezzo, più volte l’aveva chiamata, ma tanta era la stanchezza che Elena non sentì il telefonino, così ci pensò Marco ad andare a prendere la donna all’aeroporto.
Elena, una volta sveglia andò a farsi una doccia calda, ma non si era accorta delle presenze che c’erano in casa.
Erano Anna insieme ad Abel ed a tenergli compagnia c’era Marco.
Anna non riusciva ad andare in ospedale, voleva qualcuno vicino e quel qualcuno era Elena.
Pochi minuti dopo, Elena raggiunse il fratello ed appena vide l’amica l’abbracciò. Non le chiese “Come stai? Com’è andato il viaggio? Ti serve qualcosa?”
No, nulla di tutto questo, la sua prima domanda, o meglio affermazione fu: Ti accompagno in ospedale. Ed Anna annuì.
Le due donne con Abel andarono in ospedale. Arrivati nel reparto dove Luca era ricoverato non era permesso a nessuno di entrare.
Ma Anna fece di tutto per entrare proprio come quando Luca fu ferito da Valerio Flaviano. Fece di tutto fino a quando un medico le diede il consenso. Ma prima di andare, Anna fu fermata da Abel.
-Io voglio conoscere meglio Luca. Digli che l’aspetto.- queste furono le parole di Abel. Anna gli parlava sempre di lui, ed il bambino era come se lo conoscesse da una vita e si era affezionato a lui!
Anna annuì alle sue parole e mentre a far compagnia al bambino c’era Elena, Anna entrò.
Luca era immobile sul lettino, con gli occhi chiusi ed innumerevoli fili che dalle macchine lì presenti finivano sul suo corpo. Per non parlare delle sacche di sangue e le flebo.
La donna prese una sedia che era in quella stanza, l’avvicinò al lettino ed una volta seduta iniziò a parlare.
-Luca, per favore, tu non puoi lasciarmi così. Non potrei vivere sapendo che tu non si sarai più. Quattro anni fa ho fatto una promessa, ed avevo giurato di mantenerla. Non ci sono riuscita, avevo giurato di starti sempre accanto. Però voglio rifarlo ora, e questa volta intendo mantenere ciò che dico: questa volta resto con te, per sempre. Resterò a Roma, ma ti prego svegliati. Se non ci sei tu, tutto questo non ha senso. Io giuro di rimanere, ma tu svegliati.- Anna non riusciva più a parlare, le lascive le avevano formato un nodo in gola che non andava né su e né giù. L’unica cosa che poteva fare era piangere. Piangere e stringere la mano immobile di Luca.
Dopo una buona mezz’ora però la mano di Luca si mosse. Tremava. 
L’infermiera che era andata per controllare le sue condizioni, avvertì subito il medico.
Anna fu allontanata, ma quando il dottore la raggiunse le diede buone notizie: Luca era salvo, era uscito dal coma. Aveva aspettato che accanto a lui ci fosse il suo angelo custode per svegliarsi.
Se Anna non sarebbe arrivata sicuramente Luca si sarebbe lasciato andare a se stesso. Non c’era motivo senza di lei per continuare a vivere ancora.
E Corallo, da criminale che era per la prima volta avrebbe fatto una cosa buona. […]
Appena sveglio Luca, chiese di nuovo di Anna e questa volta lei si precipitò dall’uomo.
Appena le fu accanto, prese la mano di Luca e la strinse a sé.
-Anna, sei qui!- esclamò Luca.
-Si sono qui per te.-
-Io… io devo dirti molte cose.- continuò Luca con una voce molto fievole.
-No, ora no. Ne parliamo quando sarai in forma.-
-No, io devo dirtelo ora. Devo dirti ora che ti amo, Anna.- La donna non replicò. Gli lasciò solo un dolce bacio sulle labbra. Subito entrò un medico.
-Uhm uhm, mi dispiace interrompervi; ma la signora deve uscire.-
-Cinque minuti.- rispose Anna.
-Mi dispiace, ma deve andare. Dobbiamo fare altri accertamenti al paziente.-
-Anna... Aspettami a casa.- queste furono le parole di Luca, seguito da un debole sorriso ma pieno di vita, prima che il dottore accompagnasse Anna fuori la stanza.
Luca sembrava convinto ora di voler stare con lei.
Il giuramento che la donna aveva fatto ora poteva mantenerlo, e non sarebbe scappata come tre anni fa, rifugiandosi a Trieste per scappare da ciò che aveva lasciato in sospeso a Roma, no.
Questa volta sarebbe rimasta.
Questa volta era decisa a formare una famiglia vera con Luca e con Abel, oramai suo figlio a tutti gli effetti.
Una volta arrivata da Elena ed il piccolo, Anna raccontò tutto ciò che era successo.
Subito partirono le chiamate al Decimo per informare gli altri del risveglio con Luca e poi Anna non poté non essere per l’amica.
Finalmente tutti i suoi desideri stavano per realizzarsi. 
Ora Anna e Luca avevano un futuro da costruire.
Un futuro dal quale nessuno dei due intendeva scappare.
E Corallo vi starete chiedendo?
Beh quella è un’indagine lunga e complessa. Non era un criminale qualunque. Ed ancora non si avevano sue notizie.
Ma il decimo si era imposto di vincere quella guerra che l’uomo aveva iniziato.
E così, anche senza di Luca, il Decimo aveva iniziato le sue indagini e insieme al Procuratore Castelli, non avrebbero messo la parola FINE se prima Corallo non sarebbe stato arrestato.


FINE.

   
 
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