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Autore: fire_angel    25/03/2007    13 recensioni

Mi guardo intorno, impaurita. Penso alla mia vita, ai miei sogni…nessuno si è mai realizzato. Hina/Naru
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cari fans [come se esistessero!] vorrei farvi leggere una storia tratta da un mio sogno! Vorrei ringraziare la mia amica Kirjava, che mi sostiene e mi aiuta nelle stesure delle mie fanfics![E che gestisce tutti i suoi account ricordandosi 4 nickname e password, che pubblica le fanfics, che risponde ai commenti ecc. nd Kirjava >.<].
Protagonista di questa storia una delle mie coppie preferite: HinataXNaruto! Spero vi piaccia!
Buona lettura!


Dreams


Mi guardo intorno, impaurita. Penso alla mia vita, ai miei sogni…nessuno si è mai realizzato.
Continuo a camminare, senza una meta.

[Non ho mai raggiunta nessuna meta]


Tutti mi guardano, come fossi colpevole di qualcosa che non ho fatto.

[Non lo sono]


Mi guardano con odio implacabile e incessante.

[Smettetela]


Non ce la faccio. Corro, cercando di scappare dal mio destino. Però esso mi insegue, come un brutto spettro che vuole privarmi dell’anima. Termino la mia corsa, alle porte della foresta.

***


Solo. Odio la solitudine, ma a volte mi ritrovo a cercarla accanitamente.
Guardo il cielo, cercando di lasciarmi alle spalle le mie paure, la mia rabbia, cercando in quella distesa celeste la pace più profonda.
Alle mie domande si frappone un senso di panico. Riuscirò mai a farmi accettare dagli altri?
[Diventerò Hokage. Lo giuro]


Sorrido amaramente, a quel sogno così infantile, così ingenuamente stupido.
Come me, del resto.
Mi guardo intorno, quando i miei occhi ne incontrano altri due a me familiari.
Due immensi pozzi bianchi.
- Naruto -, mi dice con una voce quasi impercettibile.
- Hinata -, dico ostentando un sorriso.
Tiene gli occhi bassi e mi lancia delle occhiate.

[Anche lei è come gli altri]


Si avvicina e accenna un sorriso imbarazzato.

- Stammi lontana -, dico, cercando di reprimere delle calde lacrime.
La vedo alzare il volto, con stupore.
- Naruto -, ripete, impaurita.

[E’ come gli altri]


- Perché? Perché vuoi illudermi di essere diventato finalmente importante per qualcuno? Io sono solo un mostro, una feccia -, dico, facendo trasparire tutta la rabbia repressa.
Mi avvicino ancor più a lei.
- Hai paura di me, vero? -, le sussurro all’orecchio. Le passo accanto e mi avvio verso il villaggio.
- No -, la sento dire. – No -, ripete alzando la voce.
Mi giro verso di lei, che fa lo stesso.
- Non ho paura di te -, mi dice, con uno sguardo che ostenta immensa fierezza.
- Io non avrò mai paura di te, Naruto -. Si riavvicina a testa a alta.
- Stammi lontana. Tu sei esattamente come gli altri…un’ipocrita -, grido.

[Sta fingendo]


Abbassa la testa. La sento singhiozzare. Alza lo sguardo.
I suoi occhi bianchi sono velati dalle lacrime cristalline, che scendono impetuosamente sul suo volto. Mi guarda con un misto di rabbia e tristezza.
Mentre viene verso di me non c’è traccia dell’insicurezza che l’ha sempre contraddistinta.

[Cosa?]


Mi dà uno schiaffo. Una vampata di calore si impossessa delle mie gote.
- Sei uno stupido -, mi dice con calma e tristezza. Mi oltrepassa e se ne va, lasciandomi solo e stupito come non mai.

***


Perché ha reagito così? Cosa le ho fatto? Sto tornando a casa, immerso nei miei pensieri.

[Devo saperlo]


Devo capire cosa è successo! Però, dove si troverà ora? E’ notte fonda. Sarà nella sua lussuosa dimora! Non credo che il padre farebbe andare un giovanotto qualsiasi al cospetto della sua amata figlia. Vorrà dire che le parlerò domani. Adesso ho fame.

***


Sono qui stesa sul mio letto. Penso a lui, alla sua rabbia.

Ho reagito impulsivamente. Non avrei dovuto dargli quello schiaffo. Però mi ha punta sul vivo, su una ferita provocata dalla sua indifferenza nei miei confronti.
Un’immensa tristezza si impossessa di me. Dai miei occhi sgorgano delle fredde lacrime. Mi odierà…
Lascio cadere il mio peso sulle ginocchia, e cado.
Il mio più grande sogno era quello di diventare forte. E lui era il mio modello.

[Non ce l’ho fatta]


Solo adesso mi accorgo che non sono mai riuscita a sfiorare, neanche per un attimo, la vera forza, il vero coraggio, continuando a sognare, senza guardare in faccia la cruda realtà.
Continuando a correre verso quella meta che mai ho raggiunto.
Sento qualcuno bussare alla porta.
- Avanti -, dico, cercando di reprimere le lacrime.
- Hinata-sama -, mi dice Neji, con un misto di rispetto e amarezza.
- Neji -, dico, abbassando lo sguardo.
Si siede accanto a me. Non ho mai percepito una tale intimità tra di noi.
- Cosa è successo? - , mi chiede, cercando di risultare indifferente.
- Hai mai provato un sentimento così grande da non riuscire a contenerlo? Che ti dilania il petto?-, chiedo. Poso una mano sul mio cuore. Lo sento battere così flebile. Neji riflette per qualche minuto.
- L’odio -, dice, guardando il soffitto.
Pronunciate queste parole, il silenzio scende così pesante, così opprimente.
- Qual è questo sentimento che vi dilania, Hinata-sama? -.
Arrossisco, stringendo i pugni.
- C’entra Naruto, vero? -, azzarda.
- Ma come fai a saperlo? -, chiedo, alzandomi di scatto e diventando ancor più rossa.
- Siete molto trasparente -, dice. – Però credo che Naruto non l’abbia capito -, aggiunge.
- Mi odia -, dico con voce flebile. Cerco in tutti i modi di reprimere le lacrime, ma più mi sforzo, più esse sgorgano incontrastate dai miei occhi.
- Io penso, invece, che vi voglia bene -.
Sorrido seccamente.
- Non devi dirlo solo per accontentarmi. Preferisco sapere la verità, che continuare ad illudermi inutilmente -, dico tra un singhiozzo e l’altro.
- Perché allora non glielo chiede? -, dice, come se fosse una soluzione ovvia.
- Perché anche se glielo chiedo, non so se sono preparata a saperlo…-, rispondo, sorridendogli.
Si alza e si avvia verso la porta.
- Parlategli -, mi dice, prima si scomparire nel buio del corridoio.
Ci penserò…

***


Dei raggi attraversano le tapparelle. Apro prima un occhio, poi l’altro. Sbadiglio e, con calma, mi alzo. E’ mattina.
Il mio primo pensiero è rivolto a Neji. Devo ringraziarlo per avermi ascoltata.
Mi lavo la faccia e mi pettino.
Esco dalla camera e vado a mangiare un’abbondante colazione.
Poi vado fuori, e mi dirigo verso la foresta, nel luogo dove di solito Neji si allena.
Quando mi vede mi viene incontro, sorridendomi.
- Hinata-sama -.
- Neji-kun…volevo ringraziarti -, dico sorridendogli a mia volta.
Lo vedo arrossire e rido di gusto.
- Vuole allenarsi un po’ con me? -, mi chiede.
- Volentieri -, rispondo, felice della proposta.
Passiamo il resto della giornata ad allenarci. Cerca di fare il pagliaccio per rallegrarmi. Continuo a ridere, sommersa da un’ondata di ottimismo.

[E tutto grazie a Neji]


E’ sera quando Neji si congeda. Prima però lo ringrazio per la bellissima giornata che mi ha regalato.
Grazie a lui ho ritrovato la speranza che mi ha sempre guidata, quella speranza che mi aiuta a credere nel conseguimento dei miei obbiettivi.

[Voglio continuare a correre]


Mi avvio sulla strada di casa. Alzo lo sguardo, ammirando quell’astro perfetto in tutta la sua luminosità e grandezza.

Quell’astro così incoerente.

[Come lui]


Mi siedo su una panchina, stanza.

Grazie a Neji sono riuscita a dimenticare per qualche ora cosa era accaduto.

[Per poco, però]


Solo adesso capisco che forse avrei dovuto aiutarlo, invece di pensare solo al mio orgoglio.

[Ho sbagliato tutto]


Non riuscirò più a recuperare la sua fiducia, la sua amicizia.

[Se mai è esistita]


Inizia a piovere. Però non voglio alzarmi, non voglio tornare a casa. I miei capelli corvini sono bagnati, inermi sotto quelle lacrime del cielo.
Sento dei passi. Per l’imbarazzo mi copro, come se avessi paura di mostrare alle altre persone la mia enorme fragilità.
Una mano si posa sul mio capo. Alzo gli occhi.

[Il blu nel bianco]


Mi sorride, come a smentire i suoi occhi così tristi e abbattuti.

[Il bianco nel blu]


- Scusami -, mi dice, avvicinandosi ancor più al mio corpo così infreddolito.
- Hinata-chan -, dice, mantenendo il suo bellissimo sorriso.
Una piccola goccia cade sul mio naso. Arrossisco. Neji…seguirò il tuo consiglio. Faccio un respiro. - Sai -, comincio titubante. – Io ti ho dato quello schiaffo perché tu non hai capito che dono diversa dagli altri -. A queste parole abbasso lo sguardo.
- Perché non dovresti essere come gli altri? -, mi chiede, sinceramente colpito.
- Perché… -. Non riesco a dirlo. Cade un pesante silenzio. - Perché ti voglio bene -, dico arrossendo ancora. Non riesco a guardarlo.
Le mani mi tremano. Mi giro e vado via.
- Grazie -, mi dice, abbracciandomi da dietro.
Mi volto verso il suo viso. Sorride.
Ho le gote paonazze e le mani formicolanti. Il cuore batte all’impazzata, quasi volesse lacerarmi il petto.
Non riesco a guardarlo negli occhi, per paura di far trasparire in un solo sguardo tutte le mie emozioni.
- Cos’hai Hinata-chan? -, mi chiede, puramente stupito.
Non so cosa dirgli, ma non voglio rovinare questa inaspettata intimità.
- Sarai infreddolita -, ipotizza. Già, piove. Ma queste tiepide goccioline sono come insistenti in questo momento. Adesso, il mio unico pensiero è rivolto a lui.
- Dai, ti porto un attimo a casa mia ad asciugarti. Quando smetterà di piovere ti accompagnerò a casa -, mi invita, prendendomi la mano e portandomi con lui. Non riesco neanche a definire questo dolce tepore diffusosi in tutto il corpo.
Apre la porta della sua casa e mi fa sedere sul suo letto.
Oh – mio – Dio!
Va a prendere un asciugamano, portandomelo.
Mi asciugo dapprima i capelli e poi, imbarazzata come non mai, il petto. Devo togliere così la maglia. Per questa operazione Naruto si gira, lasciandomi preda del pudore.
Finito questo, mi rivesto e mi accoccolo sul letto in posizione fetale.
Si siede accanto a me, l’imbarazzo aumenta.
- Dimmi la verità…Perché ieri mi hai dato quello schiaffo? -, mi chiede guardandomi.
- Perché tu non hai capito niente di me -, rispondo, animata da una forte amarezza.
- Allora dimmi, chi sei? -, chiede con un tono tra l’incuriosito e il provocatorio.

[La persona che ti ama]


Non so cosa rispondere, dato che non mi aspettavo una simile domanda. Poi, le parole escono da sole, senza che io riesca a fermarle, come un fiume in piena: - Chi vuoi che io sia? -, dico. Lo guardo.
- Rispondi alla mia domanda! -, mi dice, come un bambino curioso.
- Io sono Hinata Hyuuga. E questo ti deve bastare -.
- E invece non mi basta. Io voglio capire chi sia veramente la persone che risiede dietro a questo nome -.
E’ serio.
Sorrido.
Lui si avvicina a me. Prende tra le mani il mio viso e poggia con un timidezza tipicamente maschile le sue labbra. Si apre un po’ di spazio tra i denti, facendo entrare la sua lingua. Un gioco di lingue. Si rincorrono, si incontrano, si intrecciano. Un bacio di lingue in lotta. Bacio morbido, bacio leggero…non riesco a descriverlo. So solo che mi sento in un sogno, di cui non vorrei mai aprire le porte sulla realtà.
Si ferma. Le nostre labbra sono a pochi centimetri le une dalle altre.
Il mio viso caldo e le mie mani tremanti descrivono pienamente il mio stato d’animo.
- Adesso avrò più tempo per capire chi è Hinata Hyuuga -, dice sorridendo.
Lo bacio leggermente. – Già -.

Quando si è tristi non si riesce a pensare ad un futuro roseo. Si crede che sarà sempre così. Ma bisogna andare avanti per la propria strada pensando che il destino ci preserverà anche qualcosa di bello. Come per noi due.

Owari



Spero vi sia piaciuta! E’ una fanfic in cui ho scritto più di emozioni che ho vissuto! E spero anche commenterete in tanti!
Kiss
F.A.
  
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