Serie TV > Doctor Who
Ricorda la storia  |      
Autore: iwannabeforeveryoung    08/09/2012    1 recensioni
"Ora ti sembrerà tutto buio, noioso e penserai che niente ti potrà più stupire o rendere felice ma un giorno capirai che anche la vita vera è piena di cose belle, e la vita vera non si trova nel TARDIS ma qui, sulla terra."
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 10
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti e grazie per aver considerato questa piccola One-shot. Premetto che l’ho scritta alle 2.30 della mattina nel bel mezzo di un attacco di nostalgia per Tenth quindi.. siate buoni recensite e buona lettura c:
 

Goodbye.

 
 
“Siamo atterrati.” Nathalie iniziò a correre intorno alla console osservando tutte le leve, i tasti e le lucine colorate che, alternandosi, si illuminavano di diversi colori. Anche se era da tempo che viaggiava nel TARDIS ogni volta restava incantata da tutta quella tecnologia e bellezza aliena. E ogni volta che entrava in quella fantastica cabina assomigliava ad una bambina che entrava in un negozio di giocattoli.
A passo svelto si avvicinò al Dottore che era immobile davanti alla porta a fissarla con sguardo vuoto.
“Allora Dottore, dove mi hai portato questa volta?” chiese lei con un gran sorriso e ciondolando sui piedi.
“Fammi indovinare.. qualche pianeta in una galassia lontana? Oppure siamo finiti indietro nel tempo? O magari avanti? Una tua risposta non guasterebbe eh.” disse infine guardandolo negli occhi. C’era qualcosa di strano in lui, qualcosa che lo tormentava, glielo si leggeva in faccia. Era più pallido del solito e non parlava da più di un’ora se non per avvisare che erano atterrati.
“Dottore, è tutto ok?” chiese Nathalie soffocando il suo entusiasmo. In risposta il Signore del tempo fece un falso sorriso e annui con la testa. La ragazza non fece più domande, ma rimase in silenzio a guardarlo. Era la prima volta che lo vedeva così.. triste. Di solito era il primo ad aprire la porta del TARDIS urlando qualcosa sul posto in cui si trovavano, mentre ora sembrava quasi che preferisse rimanere chiuso lì dentro per il resto della sua vita.
Nathalie allungò lentamente la mano verso una tasca della lunga giacca marrone del Dottore, dove in quel momento teneva nascoste le sue mani. Ma prima che Nathalie avesse il tempo di toccarlo lui si allontanò di qualche centimetro spostandosi più lontano dalla porta.
“Credo che tu debba guardare cosa c’è lì fuori, Nathalie.” Disse d’un tratto lui con voce fredda e staccata. La ragazza rivolse il suo sguardo alle porte del TARDIS. Era confusa e in parte anche spaventata. Cosa poteva esserci di così tremendo lì fuori ad aspettarla? E quanto spaventoso poteva essere se anche il Dottore ne era terrorizzato?. Non riusciva ad immaginarlo. Ma di una cosa era certa: qualunque cosa o essere ci fosse ad aspettare, era lì per lei.

Tornò a fissare quelle porte e un vuoto improvviso le invase lo stomaco.
“Ho paura, Dottore.” Quelle parole gli uscirono così deboli dalla bocca che sembravano quasi un sussurrò. Il Dottore spostò lo sguardo e ora fissava il pavimento. Nathalie in quel momento, intuì che non avrebbe ricevuto nessuna rassicurazione, nessun ‘Andrà tutto bene’ o ‘stammi vicino’.
Con passo lento e trascinato si avvicinò alla porta. Guardò un ultima volta verso il Dottore e poi con un movimento deciso aprì la porta.
“Perché mi hai portata qui?” chiese con voce spezzata dai singhiozzi senza distogliere lo sguardo da quella stanza. Paralizzata fissava quelle quattro mura, le quattro mura dove aveva passato i più brutti 17 anni della sua vita: La sua stanza dell’orfanotrofio. Era stata abbandonata una volta e ora stava per accedere una seconda. Prima dai suoi genitori, e poi dal Dottore. Quel Dottore che l’aveva portata via dalla sua vita che considerava orrenda e inutile. Quel Dottore che l’aveva salvata più volte e che gli aveva promesso che non l’avrebbe mai abbandonata.
“Perché lo hai fatto?! Perché mi stai facendo tutto questo?!” urlò girandosi di scatto verso il Dottore e scoppiando in lacrime. Avrebbe voluto prenderlo a pugni, sfogare tutta la rabbia e la frustrazione che aveva soffocato dentro di sé per 17 anni. Era stata illusa dalla persona di cui si fidava di più.
“Tu sai benissimo il perché. Nathalie io..” si avvicinò lentamente alla ragazza ma lei rifiuto qualsiasi contatto con lui.
“Me lo avevi promesso, avevi detto che mi avresti portata con te per sempre.” Disse tra i singhiozzi. Fece altri due passi indietro e si trovò ferma in mezzo alla sua stanza con le mani che stringevano il petto nel punto in cui si trovava il suo cuore.
“Sai che non posso farlo, non posso portarti con me per sempre.”
“Allora non avresti dovuto promettere.” Il Dottore non ce la faceva più. Stava male almeno quanto Nathalie ma non poteva mantenere quella promessa. Aspettò che lei riprese fiato tra un singhiozzo e l’altro e poi la fece sedere sul letto che si trovava proprio alla loro destra.
“Se ti portassi con me sarei un egoista. Ti ho rubato un anno della tua vita perché io mi sentivo solo e avevo bisogno di qualcuno che stesse ad ascoltare tutte le mie stupide chiacchere, avevo bisogno di qualcuno da impressionare con i miei trucchetti. Ma ora ti devo lasciare andare.” Confessò il Dottore.
“E cosa credi che farò qui, senza di te?”
“E cosa credi che avresti fatto con me sul TARDIS? Viaggiato per il resto della tua vita fino a quando non sarei stato costretto a vederti morire? Io mi rigenero, voi umani invece ad un certo punto vi spegnete.” Non avrebbe mai voluto pronunciare quelle ultime parole. Parole che facevano male e che gli portavano alla mente tutti gli addii che era stato costretto a dire.
“Io non posso vivere senza di te..” Nathalie si calmo del tutto capendo che non poteva impedire quello che stava per succedere, si era rassegnata. Chiuse gli occhi per cacciare via le lacrime.
“Non è vero.. ma è bello che tu me lo dica. Hai ancora una vita davanti Nathalie e non voglio rubartela. Ora ti sembrerà tutto buio, noioso  e penserai che niente ti potrà più stupire o rendere felice ma un giorno capirai che anche la vita vera è piena di cose belle, e la vita vera non si trova nel TARDIS ma qui, sulla terra. Tu sei forte Nathalie, credo in te.” Quelle parole gli erano uscite direttamente dal cuore. Afferrò la mano della ragazza e la strinse più forte che poteva.
“è il tuo modo per dirmi addio? Per lasciarmi da sola?” chiese Nathalie afferrando la mano del Dottore con entrambe le sue.
“Non sarai mai sola, il TARDIS sarà presente in ogni tuo sogno, non ti abbandonerà mai. Ricorderai tutte le avventure passate insieme e sorriderai.” Con uno scatto Nathalie abbracciò il Dottore e lo strinse a sé come se non volesse più lasciarlo andare. Fu un abbraccio lungo e intenso, un abbraccio che il Dottore non riuscì mai a scordare. Un abbraccio di chi gli aveva voluto bene veramente e che nonostante l’avesse fatta soffrire, avrebbe continuato a volerglielo.
E poi tutto accadde velocemente.
“Addio Nathalie.” Disse sulla soglia del TARDIS il Dottore, sorridendo con gli occhi lucidi. Alla fine anche un Signore del tempo a volte poteva essere così umano.
“Addio Dottore.” E poi il rumore, quel rumore dolce che Nathalie amava tanto. Il rumore del TARDIS che partiva per chissà quale avventura, ma stavolta senza di lei.
 
“Nathalie? Nathalie è tutto ok?” piano piano il rumore del TARDIS si fece più consistente mentre quell’immagine, l’immagine del Dottore che se ne andava, sembrava stesse svanendo.
“Nathalie, svegliati. Siamo atterrati.” Gli occhi di Nathalie incominciarono ad aprirsi lentamente solo dopo alcune piccole spinte sulla spalla. Si stropicciò gli occhi con le mani e poi fece un grande sbadiglio.
“Che è successo?” chiese con voce roca.
“Ti eri addormentata sulla sedia. Forza alzati.” Afferrò la mano del Dottore ma ancora non si rendeva conto di quello stava succedendo realmente. Solo quando si ritrovò in piedi al centro della cabina della polizia realizzò. Era stato tutto un sogno quindi? Da una parte si sentiva strana, triste perché sapeva che tutto quello un giorno sarebbe successo realmente; ma da un’altra parte si sentiva sorpresa, sollevata e felice perchè era ancora nel TARDIS e sapeva che avrebbe potuto viaggiare con il Dottore ancora per molto tempo. A quel poté che sfuggirli un sorriso. Subito guardò verso il Dottore che trafficava intorno alla console.
“Perché mi guardi con quel sorriso?” Chiese il Signore del tempo sorridendo a sua volta. Ma lei non rispose e di scatto lo strinse in un grande abbraccio, lo stesso grande abbraccio che aveva visto nel sogno. Quell’abbraccio che voleva dire che non lo avrebbe lasciato andare per molto altro tempo.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: iwannabeforeveryoung